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Dalle 7 prolungate soste nelle stazioni hanno rallentato arrivi e partenze tra Noale, Maerne e Spinea

NOALE – Altra mattinata difficile per chi ha usato il treno ieri sulla tratta Venezia-Bassano. Fortuna che le scuole sono chiuse ma a subire i disagi sono stati i pendolari delle prime ore del mattino, con quattro regionali arrivati ad avere anche 30 minuti di ritardo. E non è la prima volta che accade quest’anno. Interessati i passeggeri delle quattro stazioni del Miranese: Spinea, Maerne, Salzano e Noale. Già da quando i convogli hanno iniziato a circolare, dalle 5.30, si sono avuti intoppi, nell’ordine massimo di cinque-sette minuti, ma i primi rallentamenti si sono avuti dalle 7 in poi. Con l’orario cadenzato, se un treno arriva a destinazione dopo il previsto, è probabile che faccia altrettanto nel viaggio inverso o che renda più lenti anche altri treni. Se a questo sommiamo che nel tratto da Bassano a Maerne si viaggia a binario unico, si capisce come tutto sia a effetto domino. E degli utenti si sono lamentati, anche perché chi aveva appuntamenti di lavoro è arrivato tardi o chi doveva salire su una coincidenza, l’ha persa. Il primo regionale ad accusare dei ritardi è stato il numero 5706 da Venezia a Bassano; partito puntuale alle 6.56 dalla stazione di Santa Lucia, nella città vicentina è arrivato alle 8.25, ovvero 20 minuti dopo, accumulati soprattutto a Castello di Godego, nel Trevigiano. Sempre sulla stessa direttrice, il convoglio 5718 è partito da Venezia 26 minuti dopo l’orario stabilito, le 10.22 anziché le 9.56, giungendo a Bassano alle 11.23, invece delle 11.05come avrebbe dovuto essere. In pratica nel tragitto è riuscito a guadagnare otto minuti ma il ritardo resta importante. Da Bassano a Venezia si sono avuti problemi maggiori; tutto è iniziato con il treno numero 5713 delle 8.25, con la partenza avvenuta tredici minuti dopo. Nel viaggio verso il capoluogo veneto, ha accumulato sempre più ritardo, specie tra Castelfranco e Piombino Dese, tra le province di Treviso e Padova, fino ad arrivare a Santa Lucia alle 10.05, quando sarebbe dovuto esserci alle 9.34, ovvero 31 minuti oltre. Anche il regionale successivo, il numero 5715 stavolta in partenza da Castelfranco, non è stato da meno. Il treno sarebbe dovuto partire alle 9.04, mentre ha lasciato la città trevigiana alle 9.33, in pratica 29 minuti dopo, arrivando a Santa Lucia alle 10.30, anziché alle 10.04, viaggiando con 26 minuti di ritardo.

Alessandro Ragazzo

 

Gazzettino – S.Dona’. Pendolari, scende in campo il Comune

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21

giu

2014

Orario ferroviario cadenzato e mobilità sostenibile, ora interviene ufficialmente il Comune. Il Comitato dei pendolari ha trovato una spalla istituzionale su cui poggiare le proteste avviate da quando è stato introdotto da Trenitalia l’orario cadenzato. Sollecitato dallo stesso Comitato, che poi ha chiesto di leggere una lettera durante la seduta, il Consiglio comunale giovedì sera si è espresso, approvando all’unanimità dei presenti un ordine del giorno proposto da Cinzia Fedrigo (Pd), Silvia Lasfanti (Città insieme) e Daniele Terzariol (Pd). Com’è più volte emerso, le problematiche legate al nuovo orario riguardano la fascia oraria 22-6, che ha visto una drastica riduzione delle corse; la fascia oraria 10-14, organizzata senza tenere presenti le necessità degli studenti medi e universitari; il sabato, i festivi e i giorni e i mesi di vacanza per gli istituti scolastici nei quali si registra un pesante taglio delle corse anche in fasce orarie non critiche.
Nel documento si riportano anche esempi concreti di difficoltà riscontrate. Otto i punti inseriti nell’ordine del giorno, come mandato al sindaco e alla giunta, cui se ne è aggiunto un altro, proposto da Enrico Fingolo, della civica “Noi per San Donà”, con il quale viene proposto un incontro con Regione e Ferrovie, oltre al Comitato e a tutte le parti interessate, per un tavolo che dovrà affrontare le problematiche emerse con il nuovo orario. Si va dalla promozione del trasporto pubblico locale su rotaia, al dialogo con le amministrazioni comunali e la Conferenza dei sindaci sul problema emerso, quindi individuare le iniziative per porre rimedio alla drastica riduzione delle corse entrata in vigore con l’orario estivo, il dialogo che deve continuare con il Comitato dei pendolari, attivarsi nelle sedi competenti per avviare un percorso di integrazione ferro gomma, realizzare piste ciclabili, collaborare con Trenitalia e Atvo per la realizzazione di stalli custoditi e chiusi per le bici.

 

A Quarto d’Altino principio d’incendio sulla seconda carrozza di un convoglio

Tanto fumo e passeggeri in fuga, a terra un centinaio di viaggiatori del Regionale

ALLARME – La stazione di Quarto d’Altino dove un treno ha preso fuoco

Paura ieri pomeriggio verso le tre fra i passeggeri del regionale partito da Trieste e diretto a Venezia costretti a scendere alla stazione di Quarto d’Altino per un principio d’incendio. Un centinaio i viaggiatori “sgomberati” e fatti salire su un altro regionale, quello proveniente da Portogruaro. A creare i maggiori disagi il fumo e il forte odore sprigionatisi dalla combustione del sottotetto della seconda carrozza dopo la motrice: il guasto secondo i pompieri sarebbe da ricondurre a un cortocircuito dell’impianto di climatizzazione.

 

QUARTO D’ALTINO – Principio d’incendio in una carrozza e tanto fumo, un centinaio di persone a terra

La causa sarebbe un cortocircuito dell’impianto di condizionamento

È stato necessario il trasferimento dei viaggiatori su altro convoglio

Il treno va a fuoco passeggeri in fuga

Corse saltate, ritardi, guasti meccanici. Alla lunga lista di disservizi, denunciati dai vari comitati pendolari, però mancava il principio d’incendio. Fino a ieri pomeriggio, quando il treno Regionale 2686 partito da Trieste alle 13.15 e atteso a Venezia per le 15.20 è stato bloccato alle 14.55 alla stazione di Quarto d’Altino dopo che una delle nove carrozze, la seconda dopo la motrice, è stata invasa dal fumo costringendo i viaggiatori a uscire precipitosamente. Di fiamme non se ne sono viste perché il materiale impiegato nella costruzione dei convogli è a lenta accensione, tuttavia il rischio del rogo c’era tutto se non si interveniva tempestivamente. A provocare i maggiori disagi il forte odore di plastica bruciata prodotto dalla combustione che ha interessato il sottotetto del vagone e riconducibile – questa è l’ipotesi più accreditata – a un cortocircuito per surriscaldamento dell’impianto di climatizzazione. Un centinaio i passeggeri che le Ferrovie hanno dovuto trasbordare su un altro treno al fine di consentire loro di arrivare a destinazione senza dover patire eccessive, come dire, dilazioni temporali. È toccato al Regionale 11134 partito da Portogruaro alle 14.38 e giunto a Quarto alle 15.17, diretto a Venezia, accogliere gli appiedati e stringersi un po’ accumulando una decina di minuti di ritardo.
Intanto per metter in sicurezza il Ts-Ve sgomberato sono intervenuti gli agenti della Polfer di Mestre e i vigili del fuoco: questi ultimi hanno verificato che non vi fossero focolai latenti o altre insidie, mentre il treno veniva spostato sul binario morto per non intralciare la circolazione. Una volta ripristinate le condizioni di sicurezza l’intero convoglio è stato traghettato al parco ferroviario di Mestre dove i tecnici procederanno con i rilievi allo scopo di stabilire le cause dell’anomalia di natura elettrica. L’intervento si è concluso attorno alle 19.30 quando i pompieri hanno lasciato il deposito.

 

FERROVIA – Proteste dei pendolari che si rivolgono subito a Tonon

Tre corse soppresse e sostituite da fantomatici autobus

VITTORIO VENETO – (l.a.) Tre corse cancellate in una sola mattina. Giornata da incubo ieri martedì per chi ha deciso di muoversi in treno: un collegamento da Conegliano per Belluno e due in senso contrario sono stati soppressi e sostituiti con bus. Il motivo? “Un guasto al treno” gracchiava l’altoparlante della stazione centrale. Tra la decina di persone che attendeva il bus sostitutivo del convoglio delle 11 c’è stato chi dopo 20 minuti di attesa ha deciso di salire su un bus extraurbano della Mom (pagando ovviamente un altro biglietto) pur di raggiungere Conegliano. Un altro episodio che troverà spazio nel libro nero del comitato “Il Treno dei desideri” che riunisce gli utenti della ferrovia nell’alto trevigiano. Il sodalizio ha preso atto della sintonia tra il nuovo sindaco Roberto Tonon e il collega di Conegliano Floriano Zambon sul potenziamento della ferrovia, ma non si ferma alle parole: «Le elezioni comunali hanno finalmente portato in città, dopo 15 anni, un deciso cambio di rotta – scrive il comitato – auspichiamo che i nuovi amministratori non solo rimedino all’assenza (o alla finta presenza) della politica precedente sul tema della ferrovia, ma sappiano anche mettere in atto quell’azione di confronto e coordinamento con le giunte vicine, finora del tutto mancante». L’accordo tra Vittorio e Conegliano per prolungare la metro di superficie verso nord è “un segnale positivo” per il comitato, il quale auspica “che questo patto non avvenga solo tra pochi politici”. I pendolari vittoriesi ricordano a Tonon alcune delle loro richieste. Tra queste: “Anticipare i primi treni del mattino da Belluno per prendere a Conegliano treni “utili” per Venezia; garantire che l’ultimo Conegliano – Belluno non parta prima che arrivi il corrispondente da Venezia o Udine.

 

NOALE – Altri problemi ieri per chi ha viaggiato in treno sulla linea Bassano-Venezia. La navetta numero 5775 in partenza alle 9.09 da Noale per Mestre è stata cancellata. I passeggeri sono saliti sui convogli in partenza alle 9.02 o alle 9.26 ma non è la prima volta che capita un disservizio simile. «La navetta era lì ferma alla stazione di Noale» racconta una donna «ma non è mai partita. È una cosa assurda perché non ha utilità. Era meglio che mantenessero il treno delle 7.46, con fermate anche a Salzano e Spinea: la navetta salta spesso». E non si placano le polemiche sul taglio delle corse per l’estate; i pendolari hanno già fatto notare come vi siano dei buchi durante la giornata, specie a Salzano, dove ci sono state delle soppressioni. Il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo si dice contrariato. «Hanno tolto tutti i regionali ai minuti 9 dalle 7 alle 21 da Noale » puntualizza «e quelli ai minuti 22 dalle 6 alle 20 da Venezia. E poi un altro treno da Venezia a Castelfranco e altri due da Bassano verso Venezia: alla faccia della metropolitana di superficie che secondo qualcuno è partita da dicembre. Le scuole sono chiuse ma la gente va al lavoro. Il presidente Luca Zaia deve dare spiegazioni».

(a.rag.)

 

Gazzettino – Cancellati 10 treni, pendolari in rivolta

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13

giu

2014

SALZANO – Disagi sulla Venezia-Bassano, proteste anche su altre linee

Un’altra mattinata di passione per i pendolari, quattro treni soppressi all’ora di punta e decine di viaggiatori infuriati: è un film già visto troppe volte quello che ha riguardato ieri la linea ferroviaria Bassano-Venezia. Quattro corse sono state cancellate tra le sei e le nove, e altre sei nelle ore successive. Dieci in tutto. Inevitabili i disagi per i lavoratori già alle prese con la riduzione delle corse per il periodo estivo. Una situazione che riguarda anche i viaggiatori delle linee per Udine e Trieste.

Molti sono arrivati al lavoro in ritardo  «È già penalizzante l’orario estivo»

Proteste alle stazioni di Noale, Spinea e Salzano

BINARI DI RABBIA  «Al primo problema cancellano i convogli su questa tratta»

Saltano 10 treni, l’ira dei pendolari

Disagi all’ora di punta sulla linea Bassano-Venezia: «È la sesta volta in meno di tre settimane»

SALZANO – I pendolari del Miranese alzano la voce, ma le riduzioni del trasporto ferroviario nel periodo estivo riguarderanno anche molte altre tratte. Sono stati eliminati infatti due treni da Rovigo a Venezia e viceversa, molte corse della Venezia-Portogruaro (tutti i treni che partivano da Mestre ai minuti ’57 dalle 5 alle 19 e tutti i treni che partivano da Portogruaro al minuto ’06 dalle 5 alle 19) e altrettante della Venezia-Conegliano soprattutto all’ora di pranzo e nella fascia oraria 17-19. Dei tagli sulla Venezia-Bassano abbiamo già detto, la linea Venezia-Padova perde invece quasi tutti i collegamenti al minuto 35 e lo stesso discorso si può fare per la linea Vicenza-Venezia con molte cancellazioni al minuto 08. Sulla Chioggia-Rovigo l’ultimo treno parte alle 17.35 anziché alle 19.35. Lo sottolinea il sindacato Filt-Cgil che protesta e lancia un appello al Governatore Zaia: «Dopo l’aumento delle tariffe ora arrivano puntualissimi i tagli estivi, alla faccia dell’orario cadenzato – si legge nella nota diffusa ieri – Siano ripristinate almeno tutte le corse che trasportano lavoratori a Venezia. Riscontriamo sempre pochi servizi e poca attenzione ai pendolari che lavorano tutto l’anno, serve discontinuità con il ventennio passato».

(g.pip.)

 

Soppresse molte corse, proteste dei sindacati

Un’altra mattinata di grande passione con quattro treni soppressi proprio all’ora di punta e altri sei “svaniti” nel corso della giornata con decine di pendolari infuriati: è un film già visto troppe volte quello che ha riguardato ieri la linea ferroviaria Bassano-Venezia. Quattro corse sono state cancellate tra le sei e le nove, inevitabili i disagi per i lavoratori già alle prese con la riduzione delle corse per il periodo estivo. «Un’altra ecatombe di navette, ormai capita almeno due o tre volte a settimana», sbotta su Facebook il comitato di pendolari “Salzano-Robegano”. Le navette sono le corse che collegano Mestre e Noale fermando anche a Salzano e Spinea, dove invece non si fermano le corse dirette Bassano-Venezia e Castelfranco-Venezia. Ieri mattina sono stati soppressi due treni in un senso e due nell’altro. Risultato? I pendolari hanno dovuto attendere venti minuti o mezzora, a seconda del treno, arrivando poi ovviamente a lavoro in ritardo. I disagi maggiori si sono verificati proprio a Salzano, visto che a differenza di Spinea manca anche un adeguato trasporto su bus. Nel pomeriggio sono saltate altre sei corse.
Gli altoparlanti della stazione hanno parlato di guasto tecnico, il comitato non ci sta: «Siamo già fortemente penalizzati dal nuovo orario estivo entrato in vigore questa settimana – scrivono i pendolari -, ma nell’ultimo mese la frequenza dei disservizi si è ancor più intensificata».
I pendolarti sottolineano come la coppia di treni regionali 5768 (partenza da Mestre alle 6,22) e 5771 (partenza da Noale alle 7,09) sia già stata cancellata i giorni 25 maggio, 29 maggio, 3, 6, 9 e 12 giugno. «Una volta ogni tanto un guasto può succedere – sbottano i viaggiatori – ma ora i disservizi stanno diventando sistematici. Questa tratta è considerata la Cenerentola della linea, al primo problema i nostri treni sono i primi ad essere cancellati o a subire ritardi. Ancora una volta il servizio si conferma scadente ed inefficiente».

 

ORARI ESTIVI

Simonaggio (Filt Cgil): tagliati treni su tutte le tratte, la Regione deve ripristinare quelli per i lavoratori diretti a Venezia

«Tolte decine di treni, alla faccia dell’orario cadenzato». I comitati dei pendolari sono sul piede di guerra da giorni, tanto che sabato scorso Luciano Ferro assieme ad un rappresentante del comitato del Veneto Orientale, si è incatenato simbolicamente alla stazione di Quarto d’Altino per protestare contro la riduzione estiva delle corse e il taglio degli orari per il trasporto dei lavoratori. «Non abbiamo più parole«,commenta Ferro, «dal 2009 siamo andati sempre più a picco, non ci sono interlocutori, non c’è confronto, mai visto un servizio del genere ». Adesso a rincarare la dose e prendere posizione, è il segretario regionale della Filt Cgil, Ilario Simonaggio. «Dopo l’aumento delle tariffe, in perfetto orario, arriva il taglio dei servizi estivi, sono state tolte decine di treni». «Siamo sempre alle solite », attacca, «pochi servizi, poche risorse, poca attenzione ai pendolari che lavorano tutto l’anno. Si tratta della peggiore conferma di continuità politica già vista in azione nel 2011 con i 27 treni tagliati». Il sindacato ha scelto di esaminare l’orario dei treni soppressi per tratta ferroviaria, con l’avvio del calendario estivo. Precisa Simonaggio: «È stato massacrato il servizio sulle linee periferiche, altro che orario cadenzato, con innegabili ricadute pure sui servizi primari regionali. Ribadiamo, inoltre, che alcune scelte sono animate da decisioni politiche che non tengono in debito conto l’utenza. Basta guardare quantità e qualità dei tagli per avere il quadro preciso delle decisioni». Simonaggio elenca i tagli: Sulla Bologna – Venezia sono stati eliminati 2 treni da Rovigo su Venezia e viceversa; Sulla Venezia – Portogruaro tolti tutti i treni che partivano da Mestre ai minuti 57’ dalle 5 del mattino fino alle 19, da Portogruaro tutti i treni che partono dal minuto 06’ dalle 5 alle 19. Lungo la Venezia – Conegliano sono stati soppressi, spiega il sindacalista, regionali e regionali veloci soprattutto a cavallo delle 12 e sulle fasce serali dalle 17 alle 19. Sulla tratta Venezia – Bassano, sono stati soppressi i treni da Noale con partenza ai minuti 09’, dalle 7 alle 21 e da Venezia ai minuti 22’ dalle 6 alle 20, soppresso anche un treno Venezia – Castelfranco e viceversa così pure altri due treni nella tratta Bassano – Venezia. «In questo modo ci sono ulteriori buchi nella tratta Metropolitana Noale – Venezia». Infine il collegamento Venezia – Padova e viceversa, perde quasi collegamenti ai minuti 35’ con inizio 6 – 22 e da Vicenza – Venezia ai minuti 08’ con ripercussioni inevitabili sulla tratta Padova – Venezia. Il sindacato denuncia tagli lungo la Chioggia Rovigo e la linea Venezia Udine. Conclude: «Se c’è un tempo per le riflessioni e uno per le decisioni ci sentiamo di rivolgere un appello al presidente della Giunta regionale, che ha assunto l’interim dei trasporti: si dia corso ad una rapida riflessione che produca la decisione di ripristinare almeno tutti i treni che trasportano lavoratori diretti a Venezia».

Marta Artico

 

Nuova Venezia – “Trasporti, i soldi sono in arrivo”

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13

giu

2014

La giunta regionale risponde ai sindacati: in ritardo per colpa dello Stato

«I finanziamenti per il trasporto pubblico locale sono in ritardo perché lo Stato ha trasferito con grande ritardo i finanziamenti alle Regioni». La Giunta regionale risponde ai timori dei sindacati di categoria, Cgil, Cisl e Uil, in merito alla situazione Actv e alle aziende di trasporto e ritara la materia, fornendo delucidazioni. «La delibera che assegna le prime cinque mensilità del 2014 è andata in Giunta martedì scorso, una volta accertato l’incasso della prima quota di finanziamenti provenienti dallo Stato, il 60 per cento del Fondo per il Trasporto pubblico locale. Dopo l’esecutività del provvedimento, i decreti di pagamento verranno emessi nel minor tempo tecnicamente possibile ». Il cosiddetto trasporto pubblico locale viene, di fatto, finanziato da trasferimenti statali effettuati dopo la suddivisione del fondo nazionale tra le Regioni. «Ciò comporta non solo tempi lunghi», precisano in Regione, «ma anche modalità inique di assegnazione, perché ancora oggi prevale il criterio della spesa storica, che premia chi ha svolto il servizio facendo debiti piuttosto che il Veneto che ha sempre cercato di far quadrare i conti. A livello di discussione tra le Regioni e lo Stato, questa situazione è difesa da quelle realtà amministrative del resto d’Italia che non vogliono mollare rendite di posizione. Il Veneto ha fatto tutto ciò che poteva essere fatto e nei tempi più rapidi». E ancora: «Anche il trasferimento dallo Stato alle Regioni è soggetto a lungaggini e a percorsi burocratici che, come in questo caso, si trasformano in un danno economico. Il Governo deve emettere il Decreto di assegnazione, il cui contenuto viene preventivamente discusso tra le Regioni (che l’hanno fatto con sollecitudine, anche se non all’unanimità: il Veneto ha votato contro). Il parere delle Regioni non era vincolante e non ha determinato ritardi». Infine: «L’effettivo incasso, invece, è subordinato alla emissione di un Decreto dei Ministeri dei Trasporti e dell’Economia e Finanze, la cui predisposizione non è stata breve, successivamente esaminato dalla Corte dei Conti. Il Decreto ministeriale di riparto porta la data del 3 aprile, ma è stato pubblicato il 7 giugno. La Regione ha potuto accertare l’incasso solo il 3 giugno. La delibera è andata in Giunta nella prima seduta utile, martedì 10 giugno ». Ma la preoccupazione dei sindacati rimane.

 

VITTORIO VENETO – «Dopo Chisso serve un cambio di direzione». Il tavolo di coordinamento dei pendolari veneti, di cui fa parte anche il comitato vittoriese «Il Treno dei desideri» coordinato da Diego Tiozzo, ha preso atto del recente arresto dell’assessore regionale Renato Chisso nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per il Mose di Venezia. Chisso è stato per anni l’interlocutore principe dei pendolari veneti, e c’è la sua impronta nell’orario cadenzato introdotto anche sulla linea vittoriese a metà dicembre. Una novità che, ricordano i pendolari vittoriesi e non solo, «ha mostrato fin dal suo avvio forti criticità soprattutto nelle aree regionali periferiche. Malgrado le evidenti, macroscopiche disfunzionalità e la disponibilità mostrata dai comitati, l’ormai ex assessore si è mostrato sordo alle richieste di miglioramento del servizio creando una forte sensazione di opacità e mancanza di trasparenza».
Tra i pendolari c’è curiosità su chi si occuperà d’ora in poi di trasporti a Palazzo Balbi. I comitati auspicano che la persona designata dal governatore del Veneto «sappia avere quelle qualità morali, intellettuali e politiche che evidentemente Chisso non ha avuto, e sappia farsi carico di un cambiamento di direzione ormai ineludibile». Da lunedì, intanto, sono scattati i primi «tagli» estivi previsti dall’orario: il regionale per Belluno delle 10.02 tornerà a circolare nei giorni feriali a settembre.

(l. a.)

 

L’arrivo dell’estate porta con sé la riduzione delle corse

Per affrontare il problema domani è prevista una nuova iniziativa

Treni «in vacanza» e turnisti a piedi. La battaglia dei pendolari continua con i Giovani Democratici di Quarto d’Altino, che propongono per domani, giovedì, alle 20,30, un incontro al Centro Servizi di via Tommaso Abbate. «Con l’arrivo dell’estate molti treni sono andati in vacanza insieme agli studenti e molti lavoratori pendolari saranno costretti a subire un ennesimo schiaffo da parte dell’orario cadenzato» afferma l’organizzatore dell’evento, Matteo Golfetto, responsabile GD di Quarto.
Sabato scorso alcuni pendolari della tratta Venezia Portogruaro si sono «incatenati» uno all’altro alla stazione di Quarto. Un gesto simbolico per protestare contro l’orario cadenzato e in particolare contro la cancellazione di alcune corse utilizzate dai lavoratori, come quella che parte da Portogruaro alle 5.06 e passa per Quarto alle 5,45. Un problema in più, che si aggiunge alle altre modifiche previste nell’orario cadenzato, come la riduzione delle corse nel weekend e al «buco» di 2 ore per gli abitanti di Quarto che si trasforma in 3 ore per i centri più piccoli che usufruiscono di un minor numero di treni.
«Poi rimane ancora il problema del treno notturno, quello delle 00,21 su cui noi comitati abbiamo fatto un questionario che ha dato risultati eclatanti – spiega Nicola Nucera del comitato pendolari del Veneto Orientale – almeno il triplo delle persone che attualmente usa l’autobus sostitutivo utilizzerebbe quella corsa se tornasse ad essere un treno».
All’incontro di domani, organizzato dai GD insieme ai comitati pendolari del Veneto, parteciperanno la sindaca di Quarto Silvia Conte e Ilario Simonaggio segretario Filt Cgil.
«L’evento – conclude Matteo Golfetto – non vuole essere un’occasione di lamentela o polemica ma un momento in cui anche la cittadinanza è invitata a proporre idee costruttive e valide per un bene comune verso il quale tutti dovrebbero essere interessati. Noi chiediamo un servizio pubblico più efficiente con un orario che rispecchi veramente l’aggettivo »cadenzato”, quindi con corse regolari e che rispondano ai bisogni di tutti, compresi i numerosi turisti che pernottano nel nostro territori”.

M.Fus

 

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