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Quarto d’altino, miranese e veneto orientale

Il comitato pendolari sollecita la giunta. Disagi per l’introduzione dell’orario estivo

QUARTO D’ALTINO – Il coordinamento dei pendolari chiede che si verifichi come è stato gestito il sistema di trasporto pubblico locale e regionale in questi ultimi anni auspicando che «chi sostituirà l’assessore regionale Chisso sappia avere quelle qualità morali, intellettuali e politiche che evidentemente lui non ha avuto e sappia farsi carico di un cambiamento di direzione ormai ineludibile ». Da anni ormai i pendolari e i cittadini denunciano inefficienze e disservizi del trasporto pubblico locale e regionale. «La recente applicazione dell’orario ferroviario cadenzato, energicamente voluto da Chisso, ha mostrato fin dal suo avvio forti criticità soprattutto nelle aree regionali periferiche; malgrado le evidenti macroscopiche disfunzionalità e la disponibilità mostrata da parte dei comitati, l’ormai ex assessore si è invece mostrato sordo alle richieste di miglioramento del servizio». E ancora: «Al di là di questo, Chisso e la giunta regionale hanno comunque mancato l’obiettivo più importante cioè quello del non aver mai voluto trovare un euro in più, oltre al fondo dello Stato, da destinare al potenziamento del trasporto pubblico locale».

Lamentele arrivano anche dal Miranese. Domenica è entrato in vigore l’orario estivo, che rimarrà attivo fino al 6 settembre. Interessati anche molti pendolari della linea Venezia- Bassano. Queste riguardano soprattutto chi sale o scende a Salzano. Per chi viaggia in direzione Venezia, è stato tolto il regionale delle 12.31, mentre le navette per Mestre circoleranno ogni due ore tra le 6 e le 9 e le 14 e le 21. Ne consegue che ci saranno alle 7.14, 9.14, 15.14, 17.14, 19.14 e alle 21.14. In pratica, sempre alle ore dispari. Viceversa, invece, l’orario per i prossimi tre mesi non prevede il convoglio delle 10.26 proveniente da Santa Lucia. Riguardo alle navette da Mestre, i pendolari potranno salire su quelle delle 6.22, 8.22, 14.22, 16.22, 18.22 e 20.22. In questo caso, saranno disponibili nelle ore pari. Inoltre è stato eliminato il convoglio per Castelfranco delle 10.57 e quello proveniente dalla città trevigiana delle 12.04.

(m.a.-a.rag.)

 

FERROVIE – Appello del comitato alla Regione

Una verifica sulla gestione del sistema di trasporto pubblico locale e regionale. A chiederlo è il Comitato dei Pendolari del Veneto Orientale assieme a il Tavolo di Coordinamento dei Pendolari del Veneto.
Dopo il recente arresto dell’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso il comitato dei Pendolari auspica che «chi lo sostituirà sappia avere quelle qualità morali, intellettuali e politiche che Chisso non ha avuto, e sappia farsi carico di un cambiamento di direzione». I pendolari a più riprese hanno denunciato inefficienze e disservizi, anche in occasione dell’avvio dell’orario cadenzato «caratterizzato da forti criticità specie nelle aree regionali periferiche – sottolinea il comitato -. Chisso è rimasto sordo alle richieste di miglioramento, malgrado le evidenti difficoltà e la disponibilità dei comitati. La sua azione di tipo muscolare più volte ha negato il confronto diretto con i cittadini e la politica non allineata». Ma soprattutto, secondo i pendolari, «la Giunta regionale ha mancato l’obiettivo più importante, non impegnando un euro in più, oltre al fondo dello Stato, per il potenziamento del trasporto pubblico locale e regionale, concentrandosi su opere stradali e privilegiando la viabilità su gomma».

 

IL CASO «Io, pendolare senza più treno ho dovuto cambiare casa»

INCHIESTA Entrato in vigore l’orario estivo, nuovi disagi per i pendolari

MESTRE – «Per colpa dei treni sono stata costretta a cambiare casa».
Tra le testimonianze dei pendolari che viaggiano con il treno delle 5,45, quella di Elisa è la più eloquente. Fino a qualche settimana fa abitava a Quarto d’Altino, vicino al figlio e al nipote, e prendeva il treno ogni mattina per andare all’ospedale civile di Venezia dove lavora come infermiera. La corsa è quella che, dal lunedì al venerdì, parte da Portogruaro alle 5.06 e transita per Quarto d’Altino alle 5.45 per poi continuare fino a Mestre. Ed è proprio quel treno, su cui secondo i dati della Regione viaggiano circa 70 persone, che da oggi è sospeso per l’avvio dell’orario estivo in vigore fino a settembre.
«Prima lo prendevo alle 6 e poi era stato anticipato alle 5,45, ma era un disagio continuo – racconta Elisa -. Ritardi, cancellazioni e incertezze continue». Per il ritorno la stessa storia. «Io faccio il turno giornaliero ma spesso, se c’è utenza, dobbiamo fermarci ad oltranza anche alla fine del nostro orario. Io invece ero costretta a scappare e correre in stazione, ma a volte arrivavo lì e scoprivo che il treno era saltato o sarebbe arrivato in ritardo. E così dovevo chiamare qualcuno per andare a prendere mio nipote all’asilo». Alla fine la decisione drastica: «Lavorando in ospedale non potevo più continuare a fare questa vita, così ho deciso di lasciare la mia casa a Quarto d’Altino, dove vive uno dei miei figli e mio nipote, e di spostarmi a Mestre».
Con l’orario estivo, il taglio di treni utilizzati dai lavoratori è solo uno dei disagi per i quali i pendolari protestano da mesi. I comitati hanno organizzato numerose manifestazioni a Mestre, a Venezia. Sabato scorso l’ultima, in stazione a Quarto d’Altino, dove alcuni pendolari dai comitati di Quarto e del Veneto Orientale si sono incatenati uno all’altro per protestare contro l’orario cadenzato.
Chi non può fare scelte drastiche come quella di Elisa è costretto ad adattarsi. Ma deve rincorrere i treni, stare attento ai cambi di orario o prenderli in anticipo e fare lunghe attese per non rischiare ritardi e cancellazioni. «Mio figlio ha iniziato uno stage a Mestre – racconta Anna -. Ma, con questo orario che dovrebbe essere cadenzato, è costretto ad andare via presto e poi passare più di un’ora a casa di qualcuno per essere sicuro di arrivare al lavoro in tempo».
«Io prendevo il treno del mattino, ma ora ho smesso perché mi facevo il sangue amaro – aggiunge Loriana Spinadin di Quarto -. In una città turistica come Venezia si lavora sette giorni su sette e non è possibile avere i treni solo dal lunedì al venerdì. Per fare un nuovo orario bisognerebbe consultare anche i lavoratori e, invece, adesso ci ritroviamo con tre treni in un’ora in alcune fasce orarie, e con dei buchi di due o tre ore per le manutenzioni che invece dovrebbero fare di notte».
«Quello del sabato e la domenica è uno dei problemi principali – conclude Gianni Foffano, un portavoce del Comitato dei pendolari di Quarto -. Io lavoro a Burano e con tanti altri pendolari prendo il treno delle 4,11. La corsa però è prevista dal lunedì al venerdì così, nel fine settimana, siamo costretti a prendere la nostra automobile».
Giovedì per tutti i pendolari c’è in programma un nuovo incontro organizzato dai Giovani Democratici di Quarto d’Altino, alle 20,30 al centro civico comunale.

Melody Fusaro

 

Quarto. Protesta dei pendolari ieri in stazione: «Assurdo cancellare la corsa dell’alba per Venezia»

Il sindaco Silvia Conte ha scritto a Luca Zaia «Servono subito risposte concrete»

QUARTO D’ALTINO «L’orario cadenzato ci ha incatenati ». È questo lo slogan di protesta che ha visto ieri Luciano Ferro, Nicola Nucera e Gianni Foffano, incatenarsi simbolicamente ai marciapiedi dei binari della stazione di Quarto. Una lunga catena, ovviamente finta, legata al loro corpo. Motivo? Prima di tutto la cancellazione della corsa delle 5.45, eliminata con l’entrata in vigore dell’orario estivo di fatto già in funzione. Una corsa che serve i tanti lavoratori che ogni giorno si recano a Mestre, a Venezia, nelle isole di Murano: 75 persone che lo prendono quotidianamente, secondo i calcoli dei pendolari. «Mia figlia», racconta una manifestante, Lorianna Spinadin, «quando andava a scuola a Venezia, rimaneva puntualmente bloccata a Mestre due ore, perché in alcune fasce orarie continuano ad esserci dei buchi, ecco perché ci domandiamo a cosa servono i treni e l’orario cadenzato». «Spererei che a lungo andare», racconta Matteo Golfetto, «il servizio diventasse migliore. Vorremmo una classe dirigente che sappia rispondere ai problemi della comunità, non serve a nulla concentrare tutti i treni assieme fermo restando che non si mette mano ai buchi di orario, senza contare il buco delle 11 per la cosiddetta manutenzione dei binari». «Aspettavo il treno, sono morto scheletrito e incatenato», recita l’originale vestito che porta Luciano Ferro, con tanto di teschio e scheletro. «Siamo qui per protestare con un gesto forte come quello dell’incatenamento », spiega Gianni Foffano del Comitato pendolari, «perché siamo prigionieri della Regione e di Trenitalia, prigionieri di un orario scellerato, togliere corse come queste che utilizzano i viaggiatori per andare a lavorare, non ha senso. Anche il treno delle 4.51 che c’è solo dal lunedì al venerdì dovrebbe passare anche il fine settimana, quando la gente che lo utilizza è costretta a prendere l’auto». «Ora abbiamo capito che soldi non potevano essere investiti sui treni perché promessi altrove», dice sarcasticamente Nicola Nucera, «l’orario estivo non ha nulla di quanto richiesto, nemmeno le modifiche a costo zero. Non vogliamo che il treno delle 5.45 venga sostituito da un autobus eterno, ma da una corsa del treno». Il sindaco, Silvia Conte, si rivolge direttamente a Zaia con una lettera e la richiesta di un incontro: «Torniamo a chiedere al presidente della Regione risposte concrete per i pendolari della tratta Venezia-Portogruaro. Già nei mesi scorsi e ancora il 16 maggio avevamo chiesto a Zaia di attivarsi segnalando in anticipo i problemi ancora maggiori che l’orario estivo avrebbe creato. Spiace vedere che le nostre richieste siano cadute nel vuoto. E’ venuto il tempo in cui la Regione guidata da Zaia si occupi di dare risposte concrete ai bisogni delle persone. Senza alibi».

Marta Artico

 

“In carrozza, se ci riesci, atto secondo”

Incontro pubblico giovedì al centro servizi

QUARTO D’ALTINO. «In carrozza, se ci riesci, atto secondo». È questo il titolo dell’incontro pubblico in programma giovedì alle 20.30 al Centro servizi di via Tommaso Abbate. Interverranno Ilario Simonaggio (Filt Cgil), il sindaco, Silvia Conte, nonché Angela Maria Stortini del comitato pendolari del Veneto Orientale e i giovani democratici. Sarà ancora una volta un incontro per riflettere sull’orario cadenzato, gap e migliorie. Ieri alla manifestazione, oltre all’assessore ai trasporti, Radames Favaro, anche il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo, che si è fatto carico di contattare il consulente regionale Domenico Menna. «Il problema del ripristino delle corse è economico», spiega, «abbiamo 500 mila euro per le integrazioni delle corse di tutto il Veneto e bisogna stabilire le priorità, oggi il referente è il presidente della Regione Luca Zaia e serve un indirizzo da seguire in questo senso. Capisco che le scuole finiscono, ma alle 5.45 c’è una precisa esigenza legata ai lavoratori che va garantita: se il mantenimento del treno non è sostenibile, potrebbe essere sostituito con un pullman che parta magari prima. In ogni caso Zaia deve dare un orientamento politico a Trenitalia». Presente ieri, come scritto, anche l’assessore altinate alla mobilità, Radames Favaro che, tra le altre cose, ha detto: «Vogliamo certezze e un orario affidabile».

(m.a.)

 

QUARTO D’ALTINO – Ieri l’ultima corsa delle 5.06. Per i turnisti è un problema

RABBIA «Costretti a usare l’auto per raggiungere Venezia»

STAZIONE – La stazione ferroviaria di Quarto d’Altino dove stamattina i pandolari vogliono incatenarsi simbolicamente ai binari per protestare contro la soppressione della corsa delle 5.06

Tolto il treno dell’alba. I pendolari si incatenano.

Quella di ieri è stata l’ultima “corsa delle cinque”. Quel treno, che parte da Portogruaro alle 5.06, transita per Quarto d’Altino alle 5.45 e arriva a Mestre alle 6.04, da lunedì sarà sospeso, inserito tra le cancellazione previste con l’orario estivo. Ad utilizzarlo però non sono in pochi e la maggior parte di loro non sono studenti ma turnisti. Alcuni sono infermieri e lavorano in ospedale, al Giovanni e Paolo o al Lido, altri lavorano negli hotel. A Mestre quindi prendono il primo treno per Venezia, dove ad attenderli c’è un’altra coincidenza che finalmente li porta al lavoro. Da lunedì però scatta l’orario estivo e, fino a settembre, dovranno arrangiarsi con le loro auto.
Per questo una delegazione dei comitati dei pendolari ha deciso di organizzare un’altra manifestazione e questa mattina, alle 11, si presenterà in stazione a Quarto d’Altino con l’intenzione di incatenarsi ai binari del treno. «Questa volta abbiamo chiesto di poter arrivare fino ai marciapiedi e lì ci incateneremo – spiega Luciano Ferro, portavoce del Comitato pendolari di Quarto d’Altino – Ancora una volta non siamo stati ascoltati e noi, che lavoriamo e abbiamo un abbonamento, da lunedì, per raggiungere Venezia, non avremo altra soluzione che utilizzare l’auto».
La corsa precedente parte da Portogruaro alle 4.13, e passa per Quarto d’Altino alle 4.51. «Significa arrivare a Venezia con un’ora di anticipo e per chi fa i turni è veramente impensabile perdere tutto questo tempo – aggiunge Ferro – Siamo quindi ufficialmente “incatenati dall’orario cadenzato”, motivo per cui abbiamo pensato a questa forma simbolica di protesta che possa coinvolgere anche le altre persone che si trovano in stazione».
La battaglia, condotta da mesi dai comitati dei pendolari di Quarto e del Veneto Orientale, è iniziata con le prime proposte di orario cadenzato. La Regione ha concesso alcune modifiche proposte dai sindaci della tratta Venezia-Portogruaro, ma molte istanze dei pendolari non sono state accolte. «Dopo la mezzanotte c’è ancora l’autobus sostitutivo da Venezia per Portogruaro e d’estate, con l’aumento dei turisti, c’è sempre il rischio di non trovare posto – spiegano i pendolari – L’ultimo treno è alle 22.41 e noi avevamo chiesto di posticiparlo di mezz’ora ma anche questa richiesta non è stata ascoltata. Per non parlare del servizio ridotto nel fine settimana, che ancora una volta non tiene in considerazione le necessità dei turnisti».

 

Nuova Venezia -Treno, bus e vaporetto con lo stesso biglietto

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4

giu

2014

Actv e Sistemi Territoriali stanno per firmare l’accordo sul “sistema integrato”

Orari omogenei e abbonamento unico: «Se funziona lo allarghiamo a Trenitalia»

DOLO – Un servizio integrato fra Actv e Sistemi Territoriali che permetterà agli utenti di risparmiare un 10% su abbonamenti e biglietti e avere orari più fruibili da Venezia-Mestre in direzione della Riviera del Brenta e del Piovese fino ad Adria ( e viceversa). Ad annunciarlo è il presidente dell’Actv Luca Scalabrin che spiega come questo accordo sarà un modello anche per future intese con le Ferrovie dello Stato. «In questi giorni», spiega Scalabrin, «abbiamo messo a punto un accordo per poter creare una tariffa integrata, cioè un biglietto unico e un abbonamento unico, e di fatto un servizio unico con Sistemi Territoriali, la società della Regione che fa gestisce la linea ferroviaria Mestre-Adria. Vogliamo dare un servizio integrato simile a quello che si offre all’utenza nelle città europee dove i servizi ferroviari e automobilistici sono interconnessi. In questo modo per fare un esempio gli orari dei treni e le coincidenze con le vicine fermate dei bus, saranno studiate ad hoc e permetteranno a chi usa i mezzi di evitare di perdere inutilmente del tempo in attesa». Ma non solo. «Chi ad esempio », spiega Scalabrin, «salirà su un treno alla mattina per arrivare a Mestre o Venezia, userà un vaporetto e alla sera potrà tornare a casa con un bus Actv e viceversa con unico abbonamento o biglietto». In queste settimane una squadra di tecnici dell’Actv e di Sistemi territoriali hanno cercato di omogeneizzare gli orari di treni e bus. Ci sarà ovviamente anche un risparmio in termini economici per chi userà questo servizio. Lo scopo finale è di far usare di più i mezzi pubblici per evitare smog e code soprattutto nelle ore di punta. «È chiaro», dice Scalabrin, «che lo scopo finale è quello di togliere traffico dalle strade e l’ostacolo finora trovato per modificare le abitudini di lavoratori e turisti è che i servizi spesso sono poco integrati e per questo poco appetibili ». L’accordo che sta per essere definito con Sistemi Territoriali entrerà in funzione nel giro di qualche settimana e se funzionerà sarà proposto anche a Trenitalia sulla linea Venezia- Padova e Venezia-Bassano. Sistemi Territoriali nel frattempo sta lavorando all’intesa. «I tecnici di Actv e della nostra società», dice il presidente Gianmichele Gambato, «stanno studiando una proposta che porti in poco tempo alla realizzazione del servizio integrato che ci è stato proposto da Actv».

 

SANDONÀ «Continueremo a protestare. Il cadenzamento entrato in vigore a dicembre non si poteva di certo chiamare tale. Ora, da domenica 15 giugno, il finto cadenzamento si rivela ancora di più un progetto realizzato senza le necessarie conoscenze dei flussi pendolari e turistici». Legambiente Veneto Orientale si schiera a fianco della protesta dei comitati pendolari contro il nuovo orario ferroviario estivo. «È chiaro che, nonostante Regione e Trenitalia abbiano dati inconfutabili sulle frequentazioni dei treni, questo orario non tiene conto della richiesta di mobilità dei cittadini. L’idea del cadenzamento è condivisibile e noi la sosteniamo: ma questo non è cadenzamento », spiegano da Legambiente, «a soffrirne sono ancora una volta i centri minori, quelli in cui non si fermano i Regionali Veloci. Ad esempio da Mestre a Meolo, quest’ estate dal lunedì al venerdì ci saranno tre treni in una fascia di scarsa frequentazione (5.25, 5.57, 6.25), ma buchi spaventosi di tre ore durante la giornata: dalle 10.25 alle 13.25.Conl’orario estivo non si è messo mano nemmeno ai sabati e festivi». Per non parlare della mancanza dei treni serali che, oltre ai turnisti e alla popolazione locale, servivano al turismo.

(g.mon.)

 

Il monitoraggio di Trenitardo: problemi tra le 5 e le 9

Quagliotto: «Pendolari alle prese con il sovraffollamento»

L’orario cadenzato è entrato in vigore lo scorso dicembre, il monitoraggio è stato completato e sono state apportate delle modifiche, ma le ferrovie venete continuano ad essere un rompicapo di ritardi, magagne tecniche e guai di vecchiaia. Padova non fa eccezione. Maglia nera a tre tratte: Padova-Belluno; Padova-Bassano e Venezia- Verona (che passa per la città del Santo). I treni maggiormente in ritardo sono quelli del mattino, nella fascia oraria 5-9, ovvero quella usata dai lavoratori e dagli studenti. In media, queste tre linee accumulano 5-10 minuti di ritardo nel 30% dei casi. Almeno secondo “Trenitardo, la banca del tempo perduto”, un portale (www.trenitardo.it) ideato da alcuni studenti del Sindacato degli studenti e dell’Asu che oggi comprende anche i comitati e le associazioni dei pendolari. Sul sito di Trenitardo è possibile verificare il ritardo collezionato anche da uno specifico treno. Dallo scorso dicembre hanno azzerato il cronometro del tempo perso e l’hanno riavviato per scandire i minuti persi sui binari, facendone una sommatoria giornaliera. Ad oggi, i giorni dell’oblio ferroviario sono 76. Nel conteggio totale sono stati 13.695 i treni con 5-15 minuti di ritardo (11,3%), 2.156 quelli con 15-30 minuti di ritardo( 1,8%) e 915 i treni con più di 30 minuti di ritardo (0,8%). Inoltre sono 3.334 (2,7%) i treni cancellati. Mentre sono stati 101.546 quelli puntuali (l’83,5%). Risultati lusinghieri se la puntualità non facesse la differenza tra poter seguire o perdere la lezione o, peggio, arrivare o meno a lavoro. «Con l’introduzione dell’orario cadenzato la situazione generale è migliorata», commenta Davide Quagliotto, giovane studente universitario tra gli ideatori del portale. «La tratta Belluno- Padova è sicuramente migliorata, ma restano delle criticità gravi nella fascia oraria del mattino. Ad esempio il treno che parte da Belluno alle 7.11 – uno dei più utilizzati da studenti e lavoratori da Montebelluna, Castelfranco e Camposampiero – ha una puntualità del 60%, dunque una mattina su tre il treno è in ritardo, dai 5 ai 15 minuti e, a volte, supera i 30. Ma soprattutto è già straripante a Castelfranco ». Secondo i ragazzi la causa prima ha un nome: sovraffollamento. «Il ritardo è direttamente proporzionale al numero dei viaggiatori», scandisce Davide, «i convogli non sono tarati per il servizio e non sono una risposta adeguata all’utenza. La beffa è che l’introduzione di nuovi treni ha dato alla Regione il via per aumentare i costi, ma i problemi non sono stati risolti. Sempre rimanendo sull’asse Belluno-Padova, il treno aggiunto delle 8.11, posto tra quello sempre pieno delle 7.11 e quello delle 9.11, non risolve il sovraffollamento del precedente perché è un tappabuchi che non risponde all’esigenza primaria: raggiungere Padova prima delle 9».

Elvira Scigliano

 

CANCELLATI I NOTTURNI

Treni estivi la furia dei pendolari

Grande delusione nei comitati di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale: «Nessuna richiesta accolta»

Cancellato il regionale delle 5.06 da Portogruaro, niente potenziamenti il sabato e nei giorni festivi

QUARTO D’ALTINO «Nel nuovo orario estivo non è stata accolta nessuna delle modifiche che avevamo richiesto negli incontri dei mesi scorsi e che avevamo presentato alla Regione tramite il suo consulente, l’ingegner Menna». I Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale sono arrabbiati. Tramite il sito di Trenitalia sono stati resi noti i nuovi orari in vigore da metà giugno sulla Venezia-Portogruaro e per i pendolari è arrivata una doccia fredda. «In sei mesi abbiamo presentato delle proposte concrete, continuiamo a cercare il dialogo. Ma non abbiamo ricevuto le risposte attese. Si continua a fare finta di niente e a mettere i treni dove non c’è richiesta», commenta Nicola Nucera, uno degli esponenti più attivi dei comitati della tratta Venezia- Portogruaro. I pendolari hanno analizzato il nuovo orario estivo e, nonostante le tante proposte presentate nei vari tavoli dei mesi scorsi, le loro istanze non sono state accolte. Dopo la mezzanotte rimarrà, dunque, l’autobus sostitutivo per Portogruaro, senza il ripristino del treno come chiesto a gran voce dai pendolari. Né è stata accettata la proposta di posticipare la partenza da Venezia del Regionale Veloce delle 22.41 fino alle 23.11, così da andare incontro almeno a una parte di chi lavora di sera in laguna. Non sono state introdotte novità riguardo all’auspicato potenziamento dei servizi di sabato e nei festivi. E, come previsto, è stata cancellata per il periodo estivo la quasi totalità dei Regionali lenti Portogruaro-Mestre, che riprenderanno il servizio con il ritorno a scuola a settembre. A far arrabbiare i pendolari è, soprattutto, la cancellazione del Regionale 11102, che attualmente parte da Portogruaro alle 5.06, transita per Quarto alle 5.45 e arriva a Mestre alle 6.04. I comitati ricordano che è un treno che ha un buon indice di frequentazione, come riconosciuto anche dalla Regione, con circa una settantina di viaggiatori in media. Peraltro è l’unico Regionale lento Portogruaro- Mestre a non essere seguito a stretta distanza da un Regionale Veloce. Quindi anche gli utenti di Quarto d’Altino, oltre che delle fermate minori, saranno costretti ad attendere a lungo, se non a dover ripiegare sull’auto. Dal taglio dei Regionali lenti Portogruaro- Mestre (rimarranno quelli Portogruaro-Venezia,anche se ridotti nei festivi), sono stati esclusi tre convogli, per cui era stata inizialmente prevista la soppressione, ma che adesso figurano regolarmente in orario. Ironia della sorte, però, si tratta di treni che non erano stati oggetto di richieste da parte dei pendolari. In partenza da Mestre si tratta dei Regionali 11103 delle 5.57 e 11115 delle 8.57, da Portogruaro del treno 11110 delle 7.06, che comunque potrà servire ai pendolari diretti a Venezia. Per i comitati l’unica nota positiva è la decisione di mantenere anche in estate il Regionale 11124 (Portogruaro 12.06), introdotto da inizio maggio come correttivo all’orario cadenzato.

Giovanni Monforte

 

CHIOGGIA – I pendolari della linea ferroviaria Chioggia-Rovigo battono i pugni per non vedere riduzioni di servizi nell’orario estivo. Una minaccia incombe sull’organizzazione del servizio, che dovrebbe vedere, dal 9 giugno, l’eliminazione di una corsa di metà pomeriggio molto utilizzata dagli utenti. Dallo scorso dicembre l’avvio dell’orario cadenzato ha rivoluzionato in meglio i servizi giornalieri sulla tratta, considerata da troppo tempo un ramo secco dalle istituzioni, ma di vitale importanza per decine di pendolari che quotidianamente devono spostarsi sulla direttrice Chioggia-Adria-Rovigo. Le frequenze sono state aumentate in dicembre, ma sembra che già dal periodo estivo si vada incontro a vuoti considerevoli. In particolare, denuncia la signora Silvia Lionello, sarebbe a rischio la corsa delle 17.15 in partenza dal capoluogo rodigino e in arrivo a Chioggia 70 minuti dopo. La signora, che parla anche a nome di molti altri utenti, spiega che la prospettata soppressione della corsa causerebbe non pochi disagi a chi si serve giornalmente della linea. I pendolari fanno un appello al Comune affinché intervenga nei confronti di Sistemi Territoriali per salvare il servizio. «La nostra istanza, indirizzata al sindaco, Giuseppe Casson, è già stata protocollata il 15 maggio», spiega Lionello, «ma, finora, non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Essendo imminente la soppressione, invitiamo l’amministrazione ad agire con urgenza». Qualora non fossero accolte le istanze avanzate dagli utilizzatori del servizio, per molti si prospetterebbe un’attesa forzata in stazione a Rovigo di almeno un’ora. In questo caso il servizio rischierebbe di risultare poco competitivo, dopo il grande passo in avanti fatto con l’orario cadenzato.

(a.var.)

 

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