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A NORDEST

MESTRE – Aumenti sì, ma col contagocce. Viaggiare in treno a Nordest costerà di più, ma non sarà il tanto temuto salasso. La crescita si conta infatti su qualche centesimo di euro e non ovunque, soprattutto nella corsa semplice e nelle medie percorrenze regionali.

Solo qualche esempio: un abbonamento mensile per una percorrenza di 20 chilometri nel 2014 costava in Veneto 37 euro, ora 40 centesimi in più; 80 chilometri pesavano 68 euro e 90 centesimi, oggi 69,30.

«Il nostro giudizio è di fatto positivo – spiega Ilario Simonaggio, segretario generale della Filt Cgil del Veneto – ma non si deve dimenticare che si era già intervenuti sulle tariffe a maggio 2014 con ben altro peso e mano».

La vera stangata chi viaggia l’aveva avuta, a parte gli adeguamenti in base all’inflazione programmata, nel 2011 e nel 2014.

«Per quanto riguarda il sistema – aggiunge Simonaggio – avevamo chiesto che gli aumenti fossero praticati solo in presenza di miglioramento del servizio. Di certo sono arrivati 22 treni nuovi, alcuni collegamenti sono migliorati. Rimangono però gli errori mai corretti della impostazione del servizio che è carente, nella dimensione dell’offerta negli orari di punta».

 

Mogliano. Il sindaco vuole chiarezza sulle fermate promesse

Appello ai colleghi per organizzare nuove azioni di protesta

MOGLIANO «C’era una volta la metropolitana di superficie, le sue fermate, i suoi progetti e i suoi immancabili ritardi». Potrebbe iniziare così una favola immaginaria sul progetto dell’Sfmr. Dopo anni di promesse mancate e rassicurazioni sistematicamente disattese, parlare del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale sembra quasi un’operazione di fantasia.

Lo sanno bene i pendolari di Preganziol, che venerdì mattina hanno promosso un sit-in per protestare contro la carenza di convogli.

E lo sanno bene, a Mogliano, anche i residenti di Marocco che da tempo attendono la realizzazione di un’ulteriore fermata in via Gatta.

Schiarite all’orizzonte non se ne vedono e al nuovo sindaco Carola Arena, che su questo fronte si era solennemente impegnata durante la scorsa campagna elettorale, non rimane che puntare dritto contro il governatore Luca Zaia: «Ricordo bene gli interventi sulla stampa del Presidente Zaia», scrive in una nota il sindaco, «che con il consueto decisionismo dichiarava come la situazione si sarebbe risolta in breve tempo e quanto lui avesse a cuore le esigenze dei pendolari veneti. Purtroppo è passato quasi un anno e nulla è cambiato, anzi le cose, se possibile, sono anche peggiorate, non si sente nemmeno più parlare di metropolitana regionale di superficie e di Stazione a Marocco; così tutti i bei discorsi sulla mobilità sostenibile e sulla conseguente riqualificazione viabilistica del Terraglio, si sono sciolti come neve al sole».

Carola Arena annuncia una mobilitazione: «La situazione», conclude il sindaco di Mogliano, «non può essere ulteriormente tollerata. Proprio per questo intendo chiedere un incontro, già nei prossimi giorni, ai sindaci dei comuni vicini e ai comitati per costruire, insieme, un calendario di azioni capaci di ottenere maggiore attenzione dalla Regione, per migliorare radicalmente il servizio e per chiedere che il progetto Sfmr sia riavviato con assoluta determinazione e con tempi di realizzazione certi».

Matteo marcon

 

PREGANZIOL – Raccolte 940 firme a sostegno delle petizione inviata a Regione e Trenitalia

Cinquanta persone al sit -in di protesta per chiedere di intensificare le fermate in stazione

Stazione dei treni di Preganziol blindata ieri mattina dalle forze dell’ordine per tenere sotto controllo il sit-in di protesta promosso dai pendolari che si battano da anni per avere più fermate dei treni. «È filato tutto liscio», hanno commentato soddisfatte Cristina Vianello e Irene Mori promotrici dell’iniziativa iniziata alle 7 alla quale hanno preso parte una cinquantina di pendolari.

Hanno raccolto in poco tempo 940 firme a sostegno della richiesta alla Regione e a Trenitalia le stesse fermate dei treni della stazione di Mogliano. “Treno fermati”, si leggeva sui pannelli sorretti dai pendolari al passaggio dei treni che sfrecciavano in direzione di Venezia senza fermarsi alla stazione di Preganziol.

Presenti alla manifestazione il sindaco Paolo Galeano e il presidente del Consiglio comunale Ennio Carraro. «La manifestazione è la logica conseguenza della miopia ingiustificata della Regione e di Trenitalia che non riescono a farsi carico dei problemi dei pendolari», ha sottolineato il sindaco. Tanti i cartelli appesi alla stazione e tenuti dai pendolari. Eccone alcuni: “Verrà mai attivato il servizio della metropolitana Treviso-Venezia, i cittadini di Preganziol se lo chiedono da 25 anni”; “Più treni meno inquinamento”; “Noi non possiamo permetterci di non arrivare puntuali al lavoro”.

Manuel Sponchiado, gestore del bar biglietteria della stazione fornisce il quadro della situazione: «Prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato c’erano 230 fermate in più dei treni a Preganziol nell’arco di una settimana. I tagli di Trenitalia hanno ridotto alla domenica le fermate a otto in direzione di Venezia e a sette verso Treviso. Prima le fermate giornaliere domenicali erano sessanta. Alla sera l’ultimo treno che parte da Venezia è alle 21.15 orario che mette in seria difficoltà sia i lavoratori che i turisti che alloggiano nelle varie strutture alberghiere di Preganziol». Non è passata inosservata l’assenza al sit-in di ieri dei rappresentanti dei gruppi consigliari dell’opposizione.

Nello Duprè

 

IL PROGETTO – Il sindaco Arena: «Metropolitana, ecco la soluzione»

MOGLIANO – (N.D.) Piena solidarietà del sindaco di Mogliano Carola Arena alla manifestazione di ieri dei pendolari alla stazione ferroviaria di Preganziol. «La Regione – commenta Arena – deve rilanciare il servizio della metropolitana di superficie. Già nel corso della campagna elettorale per le amministrative del maggio 2014 avevo chiesto più volte all’allora assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, di venire alla stazione di Mogliano per scambiare, all’ora di punta del mattino quattro chiacchiere con i pendolari e capire come migliorare il servizio ferroviario. Purtroppo nè l’assessore Chisso, nè la Regione si sono mai preoccupati di verificare lo stato delle cose ed hanno replicato, in modo impersonale, che tutto, a loro dire, andava bene, che l’orario cadenzato avrebbe risolto ogni problema e che nel 2015 ci sarebbe stata la gara per cambiare la gestione del servizio ferroviario. E’ già passato un anno – aggiunge Arena – e nulla è cambiato. Anzi, le cose, se possibile, sono peggiorate. Nel frattempo non si sente più parlare di metropolitana regionale di superficie e della nuova stazione a Marocco di Mogliano».

Il sindaco Arena ha annunciato un incontro nei prossimi giorni con i sindaci dei comuni interessati al servizio della metropolitana di superficie della tratta Treviso-Venezia.

 

Ripristinate tutte le corse della Portogruaro-Mestre cancellate per le festività

SAN DONÀ – Tornano a circolare da oggi i “Regionali lenti” Portogruaro-Mestre, che anche quest’anno sono stati soppressi nel periodo delle vacanze scolastiche natalizie. Una riduzione del servizio contestata dai pendolari, che hanno sempre sottolineato come i lavoratori non vadano in vacanza come gli studenti. Con il risultato che molti turnisti, specie quelli che iniziano a lavorare di mattina presto, in queste settimane di festa sono stati costretti a recarsi al lavoro in auto.

Da oggi, dunque, tutti i treni Portogruaro-Mestre tornano a circolare, aggiungendosi ai Regionali Veloci Trieste-Venezia e ai “Regionali Lenti” Portogruaro- Venezia. Ma il problema è destinato a ripresentarsi presto: i Portogruaro-Mestre saranno nuovamente soppressi nel periodo pasquale (dal 2 al 7 aprile) e quindi durante le vacanze scolastiche estive.

Ma da tempo i Comitati pendolari e Legambiente contestano anche il fatto che questi collegamenti siano limitati a Mestre, dove sono attestati sullo scomodo “Binario Giardino”.

«Per giungere a questo binario è necessario camminare qualche minuto, ma il percorso non prevede tettoia né indicazioni adeguate», si legge nel rapporto Pendolaria Veneto di Legambiente, «Una volta giunti sul marciapiede non esiste pensilina, né panchine, né quadri orari cartacei. Inoltre spesso i pendolari sono costretti a corse proibitive o all’attraversamento dei binari per rincorrere treni che proseguono per Venezia. La situazione non è sostenibile ancora a lungo. Non è possibile che i collegamenti metropolitani si fermino a Mestre, quando Venezia rappresenta un importante bacino di utenza e destinazione lavorativa per molti».

Intanto nei giorni scorsi Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato il completamento della seconda fase degli interventi di ammodernamento tecnologico del nodo di Venezia. I lavori hanno riguardato soprattutto la tratta Mestre-San Donà e, in particolare, proprio la fermata di San Donà, dove è stato realizzato un nuovo apparato (denominato Acei) che permetterà nella stazione una migliore gestione del transito dei treni e delle situazioni di criticità. Di un impianto analogo sarà dotata anche la stazione di San Stino. È pure stato realizzato il completo rinnovo del sistema che regola il distanziamento dei treni.

Giovanni Monforte

 

PREGANZIOL – (N.D.) Pendolari del servizio ferroviario all’attacco per ottenere più fermate dei treni a Preganziol: è stata fatta una nuova petizione che ha raccolto in pochi giorni 940 firme. L’iniziativa, partita da una gruppetto di battagliere pendolari, si aggiunge all’altra raccolta firme fatta dal comitato “Più treni a Preganziol” presieduto da Pietro Dal Don.

«Quella di Preganziol non può continuare ad essere considerata una stazione di serie B con 28 fermate al giorno, rispetto a quella di Mogliano che di fermate ne conta 60», si legge nella petizione. A Trenitalia e alla Regione si chiede parità di trattamento con la stazione del confinante comune moglianese.

Nel documento, spedito anche ai sindaci di Preganziol, Paolo Galeano, e di Mogliano, Carola Arena, si sottolinea che il raddoppio delle fermate dei treni a Preganziol è di grande importanza anche per l’utenze del servizio ferroviario dell’area di Treviso Sud, oltre a quelle dei comuni contermini di Zero Branco, Casale, Quinto e Casier.

«Un Paese civile si misura – dicono i pendolari – soprattutto dai servizi che eroga ai propri cittadini». Nei prossimi giorni è prevista una manifestazione di protesta alla stazione di Preganziol.

 

Sulla linea Monselice-Mantova saltano le coincidenze

«Pochi vagoni e sempre affollati». Lettera a Trenitalia

MONSELICE – Anno nuovo, disagi vecchi per i pendolari del Veneto che con la giunta regionale hanno aperto una trattativa su cinque fronti: la Monselice-Mantova, la Portogruaro-Mestre, la Calalzo-Padova, la Schio-Vicenza e la Legnago-Adria.

Dopo le vacanze natalizie chi viaggia in treno per ragioni di studio o lavoro si troverà ancora alle prese con i problemi che da anni affliggono il sistema ferroviario regionale. Ritardi costanti, coincidenze spesso a rischio, convogli sovraffollati tanto da essersi guadagnati il titolo di carri bestiame.

Eppure qualcosa si muove: il 31 dicembre scorso ha segnato la scadenza del contratto di servizio con Trenitalia. E, come aveva annunciato da tempo il presidente Luca Zaia, la giunta regionale del Veneto ha deliberato lo scorso ottobre l’avvio delle procedure di gara per un nuovo affidamento dei servizi regionali.

A Trenitalia, però, la Regione ha chiesto di continuare a garantire i treni per tutto il 2015, tempo necessario per espletare la gara. Bisognerà ancora fare i conti con i disagi e i problemi ben conosciuti dai pendolari. Tra gli ultimi casi, in ordine di tempo, l’odissea vissuta dai viaggiatori della linea Portogruaro-Venezia lo scorso 20 dicembre, quando il guasto a un regionale veloce proveniente da Trieste ha determinato ritardi a catena per tutti i successivi treni regionali: un’emergenza che ha coinvolto più di un migliaio di pendolari, arrivati al lavoro o a scuola con ritardi anche di un’ora e mezza o più, dopo un viaggio infernale su convogli sovraffollati.

Non è un caso che la linea Portogruaro-Venezia sia stata «riconosciuta» dal rapporto Legambiente tra le 10 peggiori d’Italia, per il notevole calo dell’offerta di servizio per i pendolari: pochi treni negli orari serali e al mattino presto e ampie fasce orarie senza copertura. In tutta il Veneto poi il nuovo orario cadenzato ha prodotto situazioni di sofferenza.

Tra i casi più clamorosi quello della Bassa padovana, dove il nuovo orario ha messo in crisi i pendolari della linea Monselice-Mantova. Accade di frequente che saltino le coincidenze: i treni arrivano da Padova in ritardo e il regionale per Mantova non li aspetta di certo. Così, magari per pochi minuti, parte vuoto, mentre decine o centinaia di persone devono attendere al gelo per un’ora.

Anche di questo si è discusso al «Tavolo tecnico di confronto con gli enti territoriali» promosso a fine dicembre in Regione: rappresentanti dei comuni di Monselice, Buttapietra, Rosolina, Chioggia, Battaglia Terme, Padova, Rovigo, Legnago, Saletto, Adria, Cerea, della Provincia di Rovigo e di Verona si sono confrontati con Regione e Trenitalia sulle emergenze quotidiane per chi si sposta in treno.

E alla vigilia di Natale l’ingegner Mauro Menegazzo, direttore vicario del settore Mobilità, ha scritto a Trenitalia un preciso rapporto sulle criticità emerse e le richieste per risolverle. Tra queste, appunto, la richiesta di ampliare il tempo di coincidenza, a Monselice, tra i regionali della linea Mantova-Monselice e i regionali veloci della Venezia- Bologna, in entrambe le direzioni. Mentre per il treno delle 6.38 da Rovigo, in direzione di Verona Porta Nuova, la richiesta è quella di estendere la periodicità anche ai giorni prefestivi del periodo scolastico.

Il capitolo del sovraffollamento è un altro tasto dolente e coinvolge numerosi treni: il regionale 2222 delle 6.20 da Bologna per Venezia, il 2225 da Venezia delle 6.42 per Bologna, i successivi 2227 da Venezia per Bologna e 2242 da Bologna per Venezia, il 2245 da Venezia e il 20453 da Mantova (5.38) per Venezia-Mestre. E ancora, spesso sono sovraccarichi di passeggeri il regionale 20455 da Legagno (6.54) per Padova e il 20487 da Venezia Mestre (17.35) per Mantova, il 20459 da Mantova (6.38) per Monselice e il 20484 da Monselice (17.38) per Mantova. Soprattutto nel periodo invernale, dal lunedì al venerdì, questi convogli diventano scatole di sardine: la Regione chiede quindi a Trenitalia di dotarli di più vagoni.

Francesca Segato

 

La Portogruaro Venezia tra le peggiori d’Italia

VENEZIA . La Portogruaro-Venezia è al quinto posto nella classifica nazionale del 2014 delle peggiori linee ferroviarie italiane. Da dicembre 2013, con l’introduzione dell’orario cadenzato, la tratta di 62 chilometri ha visto un notevole calo dell’offerta di servizio per i pendolari. In particolare negli orari serali, con l’ultimo treno da Venezia verso il Veneto orientale alle 22.41, mentre prima delle 7.20 nei giorni festivi non si può giungere a Venezia e persistono fasce di diverse ore sprovviste di treni regionali. Dal lunedì al venerdì circolano 82 treni, il sabato 52 e nei festivi 42.

«Nonostante i dati della Regione riportino 200 passeggeri nei festivi che giungevano a Venezia prima di dicembre entro le 6.50, con l’orario cadenzato quei quattro treni sono stati tolti e queste persone ora usano l’auto» rilevano gli ambientalisti, «l’orario cadenzato non solo non risponde alle richieste di mobilità di queste persone, ma non permette di spostarsi nemmeno a chi vorrebbe farlo in tarda mattinata».

(e.l.)

 

IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE – Bocciata la rete: è vecchia .Il disastro Calalzo-Padova

VENEZIA – Investimenti in costante calo, soppressione di treni e collegamenti, disagi in ogni tratta per i pendolari: è un quadro a tinte fosche quello che il dossier «Pendolaria» di Legambiente disegna per il trasporto ferroviario in Veneto. La rete ferroviaria regionale è di 1.190 chilometri e si contano 161.600 viaggiatori al giorno, di cui 65.700 abbonati.

«Scarsa attenzione alle esigenze dei pendolari, pochi treni nelle ore di punta, difficoltà di trovare coincidenze, scarsi investimenti nel potenziamento del servizio e per l’acquisto di materiale rotabile sono solo alcuni degli aspetti più criticati dai pendolari» si legge in Pendolaria.

Se è vero, poi, che il Veneto, è tra le regioni a più forte domanda pendolare, è anche quella che ha investito meno negli ultimi anni, mentre al contempo pone tutte le attenzioni nei confronti di strade e autostrade. Queste hanno assorbito negli ultimi dieci anni oltre il 92% della spesa regionale per il trasporto, pari a 933 milioni, mentre alle linee ferroviarie regionali sono stati riservati appena 78 milioni di euro. La voce del trasporto ferroviario incide nel bilancio regionale appena per lo 0,13%. I 781 treni regionali attivi ogni giorno collocano il Veneto al quinto posto, dopo Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Dal 2010 al 2014 c’è stato un taglio nel servizio pari al 3,35% a fronte di un aumento delle tariffe del 15%.

Ma non va tutto male: «Qualcosa è cambiato in positivo su uno dei collegamenti più critici del Veneto» rileva Legambiente, «si tratta della Padova-Mestre che ha visto il riutilizzo di un tronco di ferrovia in precedenza non utilizzato con treni nuovi e più efficienti. Purtroppo rimane una nota dolente: la quasi totale mancanza di comunicazione sul lancio del nuovo servizio. Infatti l’utenza risulta ancora, dopo alcuni mesi di attività, molto scarsa visto che il debutto della primissima parte del SFMR non è stato pubblicizzato. Eppure si tratta di un servizio che vede 24 coppie di treni e che si inserisce nell’area metropolitana tra Venezia e Padova dove insiste una forte domanda di pendolarismo». É la tratta più affollata del Veneto, con circa 30 mila viaggiatori al giorno.

Tra le note dolenti registrate lo scorso anno, invece, c’è la soppressione di otto treni giornalieri tra Venezia e Milano. La ferrovia Mantova-Monselice è una linea secondaria che soffre la mancanza di investimenti che si ripetono da anni. Quasi due ore per 80 chilometri, con treni obsoleti, sovraffollati e frequenti ritardi per guasti.

Altro punto critico spesso denunciato dagli utenti dei treni è la cancellazione delle biglietterie nelle piccole stazioni, dall’Alpago alla provincia di Rovigo. «I collegamenti ferroviari tra Calalzo e Padova sono sempre più a rischio con le corse che già nel 2013 hanno subito numerose soppressioni a sorpresa, con i passeggeri lasciati a terra senza informazioni e comunicazioni ma soprattutto senza l’alternativa delle corse sostitutive su gomma» denuncia Pendolaria, «e nel frattempo, le condizioni dei pendolari peggiorano di giorno in giorno, con ritardi e disservizi continui sulla linea bellunese».

Legambiente definisce «disastrosa» la situazione della linea Calalzo-Padova, denuncia il sovraffollamento dei treni sulla tratta Schio-Vicenza, gli scarsi collegamenti sulla Bassano-Padova. La maglia nera va alla tratta Portogruaro-Venezia, al quinto posto fra le peggiori linee in tutta Italia, poco servita, penalizzata dalla qualità dei treni e dalle ripetute soppressioni e che ha visto un ulteriore ridimensionamento con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato.

Elena Livieri

 

Polfer, 44 arresti e 40 mila controlli. Rintracciati 50 minori scappati di casa

VENEZIA. Sono state complessivamente 44 le persone arrestate, altre 849 quelle denunciate e 40.818 controllate nel 2014 dal Compartimento del Veneto della Polizia ferroviaria in servizio nelle provincie di Venezia, Padova, Treviso, Belluno e Rovigo. Nel corso dell’anno, sono state impiegate 11.726 pattuglie in stazione e 2.124 a bordo dei treni. Sono stati invece 622 i servizi svolti in stazione e altri 24 su treni da agenti in abito civile per contrastare furti e borseggi. A questi servizi va aggiunta l’attività per contrastare il furto di rame sulle linee ferroviarie. Cinquanta i minori rintracciati dopo essere fuggiti di casa.

 

Gazzettino – Crescono i pendolari, ma solo in auto

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2

gen

2015

STATISTICA – Il rapporto di Zorzato: la metà dei veneti si sposta ogni giorno per andare al lavoro o a scuola

TRASPORTI – Soltanto il 14 per cento usa i mezzi pubblici

Il 64% preferisce la vettura privata. E il 7% va in bicicletta

IL PROGETTO DI UN SOLO BIGLIETTO – La Regione decisa a istituire la tariffazione unica tra aziende

In auto. Sempre e comunque. Anche se c’è la crisi e lasciare la macchina in garage tutto sommato converrebbe, anche se la sensibilità ambientale è (teoricamente) cresciuta, i veneti non ne vogliono sapere di treni e pullman: quando devono muoversi, esiste solo ed esclusivamente la propria vettura. E tutte le risorse impiegate dagli enti locali per garantire la mobilità pubblica? Evidentemente, ai veneti il servizio offerto deve parere ancora insufficiente se si considera che solo il 14,2% utilizza treno, tram, metropolitana, pullman. E non si pensi che i pendolari siano diminuiti: al contrario, sono aumentati.

È quanto emerge dai dati statistici di sintesi sul pendolarismo in Veneto anticipati dal vicepresidente della Regione Marino Zorzato, in base alle elaborazioni della Sezione Sistema statistico, in attesa dei dati più dettagliati che Istat sta rilasciando sulla scorta dei risultati dell’ultimo censimento. Il rapporto di Palazzo Balbi dice che 2.603.830 persone (pari al 53,6% della popolazione residente) ogni giorno in Veneto effettuano spostamenti per recarsi sul posto di lavoro o di studio.

Il 70% si sposta per motivi di lavoro, il 30% per motivi di studio. In dieci anni i pendolari sono cresciuti di circa 300.000 unità (erano 2.319.188 nel 2001). Poco più della metà degli spostamenti avviene all’interno dello stesso comune di residenza, circa il 40% si dirige verso un altro comune della spessa provincia. Fra il 2001 e il 2011 è diminuita la quota di chi riesce a raggiungere il posto di lavoro o di studio in meno di un quarto d’ora (61,4% nel 2001, 56,5% nel 2011) ed è aumentata quella di chi ci impiega più di un’ora (2,7% nel 2001, 4,1% nel 2011). Tra coloro che impiegano al massimo quindici minuti prevalgono gli spostamenti per studio con il 63,2% rispetto al 53,6% di quelli per lavoro.

Quanto ai mezzi utilizzati, in questi dieci anni non è cambiato granché. Per recarsi al lavoro o nel luogo di studio – dice il rapporto della Regione – 9 persone su 10 (89%) utilizzano un mezzo di trasporto con preferenze sostanzialmente simili a quelle registrate nel precedente censimento. L’automobile resta al primo posto: la usa il 50% dei residenti come conducente e il 14% come passeggero. Soltanto il 14,2% usa treno, tram, metropolitana, pullman. Il 3% ricorre a motorini e scooter, il 7% va in bicicletta

Chissà, magari le statistiche miglioreranno quando i veneti potranno contare su servizi pubblici più efficienti, treni puliti e puntuali, per non dire dell’atteso biglietto unico di cui si parla da anni. A Palazzo Balbi ribadiscono che il biglietto unico elettronico per tutti i mezzi del trasporto pubblico locale rimane prioritario: sono già stati investiti circa 39 milioni, di cui la metà a carico della Regione, per fare in modo che le aziende del trasporto abbiano la stessa tecnologia così da scamabiarsi dati. L’intera operazione dovrebbe concludersi, con finanziamenti europei, nel corso di quest’anno. Il problema resterà Trenitalia che non intende adeguarsi alla medesima strumentazione e dunque non resta che vedere come andrà a finire la gara per l’affidamento del servizio ferroviario. Poi, però, bisognerà uniformare la tariffe tra città e città, tra azienda e azienda. Il che, visti i pochissimi esempi in tutta Italia (praticamente il solo Lazio e la Campania), rende l’idea di quanto difficile sia attuare la tariffa unica in tutto Il Veneto. In Regione assicurano che ci stanno lavorando. Vedremo tra dieci anni se e come cambieranno le statistiche sulla mobilità.

 

Gazzettino – La Regione “congela” il contratto con Net

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2

gen

2015

VENEZIA – La Regione Veneto ha deciso di “congelare” il contratto stipulato nel 1998 con Net Engineering spa per la progettazione e direzione lavori della metropolitana di superficie (Sfmr). L’obiettivo è che venga dichiarata la nullità dello stesso contratto. La decisione è contenuta nella delibera 2294 del 27 novembre pubblicata nell’ultimo numero del Bur. Il contenzioso con la società Net Engineering, dunque, è tutt’altro che finito: la Regione pagherà i lodi arbitrali (nel frattempo impugnati) tanto da destinare buona parte della manovra di assestamento 2014, ma è decisa a chiudere ogni rapporto con la società, tanto che non le saranno affidati nuovi incarichi previsti dal contratto stesso. La delibera contiene un parere avuto dall’Avvocatura distrettuale dello Stato.

 

TRASPORTI – I primi cittadini siglano il patto in treno. Chiesto l’impegno alle Ferrovie dello Stato

I sindaci Tonon e Zambon: «Servizio più veloce tra Conegliano e Vittorio già nel 2015»

I sindaci salgono sul treno diesel che collega le loro città ed esprimono un desiderio: «Un giorno viaggeremo su convogli elettrici». Mattinata di San Silvestro sulla linea Vittorio-Conegliano per i sindaci Roberto Tonon e Floriano Zambon, amici di vecchia data, che hanno viaggiato su due «Minuetti» in servizio sulla tratta Conegliano-Belluno andando dalla città del Cima a quella della Vittoria e viceversa.

Che i passeggeri sulla tratta siano in aumento non è un mistero: l’amministrazione vittoriese in particolare lo ha sottolineato a più riprese a fine anno, con dati eclatanti per la fermata di Soffratta: +50% nel 2014 rispetto all’anno precedente.

E proprio dai dati positivi sull’affluenza a bordo treno (ma il trend è positivo anche per il bus dei colli a conferma di quanto serva un efficiente trasporto pubblico tra le due città) Tonon e Zambon, che di potenziare la ferrovia avevano già discusso in estate, fanno partire il loro nuovo impegno: «Abbiamo verificato la fattibilità della proposta alle Ferrovie dello Stato per elettrificare la tratta, almeno tra le nostre città. Una novità che consentirebbe di avere benefìci in termini di salvaguardia della linea stessa e di intensificazione della frequenza dei treni: risparmi, maggiore velocità e vantaggi. Il progetto potrebbe prendere il via già nel 2015».

«Da un lato – proseguono i due sindaci, nati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro – abbiamo riscontrato come il servizio ferroviario presenti fasce orarie del tutto sguarnite, che grazie all’elettrificazione potrebbero essere coperte. Si pensi ad esempio alla fascia centrale mattutina. Dall’altro, grazie al potenziamento tecnologico, la linea troverebbe un rilancio in termini di efficienza e rapidità, con la conseguente salvaguardia di un servizio fondamentale per l’Alta Marca e la provincia montana».

Da anni anche i pendolari vittoriesi, organizzati in comitati, spingono per potenziare la tratta. In sintesi, l’obiettivo dei due sindaci è avere più treni, meno pendolarismo su gomma e quindi meno traffico. Per viaggiare in ferrovia, però, servono pure biglietterie efficienti. E anche a San Silvestro l’unica erogatrice automatica presente nella principale stazione vittoriese forniva informazioni ma non titoli di viaggio.

Luca Anzanello

 

LA SCHEDA – Si potrà viaggiare con meno costi e abbattimento della manutenzione

CONEGLIANO – Il sistema di alimentazione a 25kV è il più utilizzato in Europa per le linee veloci ad elevata capacità di traffico. Consente di disporre della potenza necessaria a far viaggiare convogli frequenti e veloci in modo economicamente più vantaggioso rispetto ai 3kV. E contemporaneamente evita l’impiego all’interno delle sottostazioni elettriche ferroviarie di apparecchiature di conversione da corrente alternata a continua e permette potenziamenti futuri.

 

Nessun ritocco per le tratte ferroviarie sotto i 60 chilometri

PADOVA – Dalla mezzanotte di domani scattano gli aumenti sui biglietti e sugli abbonamenti ai treni regionali e sulle tariffe autostradali.

Quanto al trasporto ferroviario la Regione Veneto, con il consenso di TrenItalia, ha deciso di bloccare i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti sino a 60 chilometri. Ad esempio restano invariati i prezzi per andare con un regionale da Treviso a Venezia o da Padova a Venezia. In pratica viaggiare tra la città del Santo ed il capoluogo della Regione continuerà a costare 4.05 euro.

Cambiano, invece, le tariffe per le percorrenze dei treni regionali che superano i 60 chilometri. Alcuni esempi. Venezia-Portogruaro (69 km): passa da 5.90 a 5.95. Padova-Verona: da 6.90 a 6.95. Padova-Conegliano Veneto (entro gli 80 km): da 6.40 a 6.45. Padova-Portogruaro (entro i 90 km): sempre da 6.90 a 6.95. Padova-Belluno( 120 km): da 8.55 a 8.60 euro.

Gli aumenti per gli abbonati sono decisamente light, anche se sono applicati anche sotto i 60 chilometri. Ad esempio gli studenti universitari che vanno ogni giorno feriale da Castelfranco a Padova oppure da San Donà di Piave a Venezia continueranno a pagare gli stessi soldi per tutti i tipi di abbonamento. Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda chi studia o lavora a Venezia e parte ogni giorno da Portogruaro oppure da Verona, da Rovigo o da Belluno. Per questi abbonati scatta l’aumento in base agli adeguamenti tariffari, che, in genere, si aggira al massimo intorno ad un euro in più al mese. In alcuni casi l’aumento mensile è addirittura meno. Ossia appena tra i 40 ed i 70 centesimi.

Ritoccati anche gli abbonamenti fra i 30 ed i 60 chilometri. Ad esempio i mensili per pendolari che viaggiano tra Padova e Venezia Santa Lucia e Castelfranco Veneto e Padova. Non più 54.60, ma 54.90. In pratica uno studente universitario dovrà spendere, in un anno, meno di dieci euro in più rispetto al 2014.

Sulle autostrade, invece, dal primo gennaio l’aumento generalizzato sarà dell’1.5%. Un altro aumento, che, seppure contenuto, peserà non poco sulle tasche di tutti quelli che, con la complicità della diminuzione del prezzo della benzina e del gasolio, hanno ormai preso l’abitudine ad andare a lavorare in automobile, in particolare sui tratti autostradali fra Verona e Mestre, Portogruaro e Mestre e Rovigo e Padova.

In realtà gli aumenti dei pedaggi autostradali avrebbero potuto essere ben più pesanti, ma il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha respinto in blocco le richieste delle concessionarie, ossia ha concesso solo l’aumento dell’1.5. Nello stesso tempo ha allungato le concessioni a ciascuna società autostradale.

E così non è stata accontentata la Venezia-Trieste, che aveva chiesto l’aumento del 7.17% e nè la società cui fanno capo il Passante di Mestre e la Padova-Venezia (più 6.26%).

Più contenuti, invece, gli aumenti che erano stati chiesti dagli amministratori della Brescia-Verona-Padova e dell’Autobrennero (rispettivamente 1.44% e 1.63%).

Moderatamente soddisfatto il segretario regionale della Filt-Cgil Ilario Simonaggio. «Obiettivamente, questa volta, gli aumenti sui treni regionali sono più che contenuti ed hanno rispettato i parametri reali dell’inflazione relativa al 2014» sottolinea. «Anche perchè gli ultimi aumenti erano stati molto pesanti. Ad esempio il biglietto Padova-Venezia era schizzato da 3.55 a 4.05. In pratica un aumento netto di 0.50 euro. Per quanto riguarda, invece, i nuovi pedaggi autostradali, l’aumento non è eccessivo, ma è stato barattato, a livello politico, con l’allungamento delle concessioni».

 

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