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La protesta dei consiglieri regionali del Pd alla stazione Sfmr di Oriago: «È il simbolo dello spreco»

«La stazione Sfmr a Oriago di Mira è l’emblema dello spreco, una cattedrale nel deserto, un luogo simbolo delle fallimentari politiche del trasporto pubblico Veneto». Questa la denuncia fatta dai consiglieri regionali del Pd ieri mattina in via Ghebba ad Oriago con in testa il capogruppo Lucio Tiozzo e il vicepresidente della commissione Trasporti, Bruno Pigozzo. C’erano poi : Alessio Alessandrini, Piero Ruzzante, Claudio Sinigaglia, Graziano Azzolin, Stefano Fracasso Roberto Fasoli e Giuseppe Berlato. Tutti i consiglieri regionali avevano addosso pettorine gialle con la scritta “Zaia ci lascia a piedi”.

«Zaia», ha spiegato Tiozzo, «inaugura la Valdastico sud, un’altra strada che doveva rappresentare uno degli snodi cruciali del nuovo sistema di collegamenti ed interscambio, ma a distanza di un decennio dall’apertura, questa stazione ferroviaria con un parcheggio scambiatore da oltre 600 posti auto, voluta dalla Regione, si è rivelata una cattedrale nel deserto».

Da anni la stazione inserita nel sistema Sfmr è sottoutilizzata e nel degrado: è utilizzata come parcheggio per scambi di coppie e dai nomadi come campo sosta improvvisato.

I consiglieri del Pd hanno attaccato frontalmente l’Sfmr come opera incompiuta: «Il progetto della Metropolitana Regionale di superficie», hanno detto, «fu inserito nel 1990 nel Piano Veneto dei trasporti ed è ancora lontanissimo dalla sua realizzazione. Dopo l’avvio dei lavori nel 2001 l’opera si è completamente arenata e non è stata nemmeno completata la prima delle tre fasi previste. Nel rapporto regionale sugli appalti pubblici 2013, si riporta che sono 9 gli interventi compiuti che riguardano la metropolitana di superficie . Si tratta di una voragine da 70 milioni di euro».

Ma anche la questione dell’orario cadenzato dei treni finisce sotto le critiche del gruppo del Pd: «Ad un anno esatto dalla sua introduzione l’orario cadenzato non ha fatto segnare miglioramenti. L’obbiettivo annunciato di collegamenti ogni 30 minuti tra centri urbani e aree periferiche è un miraggio. Siamo di fronte ad un servizio a macchia di leopardo, lontano dall’essere efficace. Ci sono poi 30 milioni che la Regione deve pagare per i contenziosi persi in ambito di progettazione ferroviaria. La Regione, infine, a differenza di altre non investe un euro sulla rotaia».

Critiche dai consiglieri del Pd anche sul biglietto unico che «resta una chimera».

Infine sul nuovo orario invernale: «Oggi parte e, tanto per cambiare, le osservazioni di pendolari e sindaci del territorio veneto sono rimaste lettera morta. Non si ascolta chi sulla propria pelle ogni giorno vive questi disagi».

Alessandro Abbadir

 

Salzano. Pendolari infuriati per i disagi previsti sulla tratta ferroviaria Venezia-Noale-Bassano

SALZANO «E ora come la mettiamo?», avranno pensato i pendolari che ogni giorno usano i treni regionali della Venezia-Noale-Bassano. Va bene aspettare i primi mesi del prossimo anno per sperare di avere un convoglio in più alle prime ore del mattino e uno dopo le 21, ma c’è da pensare al presente, o l’immediato futuro, per accorgersi che durante il periodo natalizio rimarranno senza navette. E questo è un problema non da poco, perché se è vero che le scuole chiuderanno, lo stesso non si potrà dire di certi uffici, negozi e fabbriche. Con oggi, entra in vigore il nuovo orario, dove non ci saranno novità per quanto riguarda la frequenza su questa linea; fin qui tutto bene, perché almeno gli utenti non vedranno cambiare i loro “riferimenti” sia all’andata sia al ritorno a dodici mesi esatti dall’inizio delle corse cadenzate.

La questione cambia quando si parla delle dodici “spole” tra la terraferma, Noale e viceversa, che non saranno attive da mercoledì 24 dicembre a martedì 6 gennaio compresi, le stesse due settimane in cui le lezioni saranno interrotte. Le navette fermano anche a Spinea, Maerne e Salzano e hanno cadenza bioraria: da Mestre parte ai minuti 22 di ogni ora dalle 6.22 alle 20.22, da Noale ai minuti 9 dalle 7.09 alle 21.09. Servono a integrare le altre corse da e per Bassano o Castelfranco ma il “vuoto” natalizio rischia di scombussolare i piani a più di un passeggero, specie a Salzano e Spinea, dove avranno un convoglio all’ora. Dai comitati dei due comuni fanno notare che ad aprile scorso anno si era deciso di mantenere il servizio pure a Natale e a Pasqua, proprio per andare incontro ai lavoratori che non fanno vacanza.

«A differenza di quanto stabilito ancora con la precedente “gestione”» fanno sapere in una nota gli utenti di Salzano-Robegano «non saranno rispettati gli accordi. Come al solito non si considera che a prendere il treno non sono solo gli studenti, ed è un’assurda penalizzazione per tutti gli altri lavoratori tagliare la metà dei treni». Parole chiare e al tempo stesso amare, perché in certe fasce orarie l’alternativa per i salzanesi diretti a Mestre sarà salire a Noale o a Maerne, mentre gli spinetensi faranno prima a prendere un autobus.

Alessandro Ragazzo

 

SALZANO  «Tante promesse ma nessuna risposta concreta. Ancora una volta vengono penalizzati i lavoratori, ancora una volta ci scontriamo con la carenza di treni». È passato esattamente un anno dall’introduzione dell’orario cadenzato, ma quello dei pendolari del Miranese è tutto tranne che un messaggio di buon compleanno.

Ad alzare la voce è ancora una volta il comitato di Salzano-Robegano, nell’occhio del ciclone c’è sempre la linea Bassano-Venezia. Il bilancio degli ultimi dodici mesi, per i pendolari, è assolutamente negativo. I comitati hanno chiesto che i treni regionali veloci fermino anche a Salzano e Spinea, anche l’Associazione Artigiani del Miranese ha sollevato il problema dei moltissimi operai impegnati nei cantieri e alle prese con treni in ritardo o soppressi. La furia si era placata di fronte alla speranza di ottenere dei miglioramenti, ora il malumore torna a farsi sentire. «Domenica entrerà in vigore il nuovo orario invernale e abbiamo visto che tutto rimarrà identico. Nessuna corsa aggiunta a inizio e a fine giornata, come promesso».

Chi lavora nei negozi e nei locali chiedeva almeno due corse in più, al mattino presto o alla sera tardi. E poi c’è un altro problema, quello delle corse Mestre-Noale e Noale-Mestre (le cosiddette «navette» che consentono ai pendolari di Salzano e Spinea di prendere le coincidenze): «Gli accordi dicevano che avrebbero dovuto circolare con cadenza bioraria anche nel periodo natalizio, quando le scuole sono chiuse. Invece abbiamo scoperto che dal 24 dicembre al 6 gennaio non circolerà nessuna navetta, nemmeno le 12 previste, e noi pendolari di Salzano e Spinea avremo solamente un treno all’ora».

I pendolari torneranno alla carica, intanto nell’ultimo mese almeno il problema di ritardi e cancellazioni è diminuito. Molto attento a questa situazione è anche il Comitato pendolari Spinea: sabato prossimo intende incontrare il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, veneziano, per discutere della necessità di aumentare i fondi per il trasporto pubblico.

(G.Pip.)

 

Quarto. Pendolari della Venezia-Portogruaro in rivolta per i convogli soppressi

Solo un bus sostitutivo per l’ultima corsa della 22.41 e molti sono rimasti a terra

QUARTO – L’ultimo treno della sera, che parte da Venezia alle 22.41, è cancellato: pendolari stipati nel bus sostitutivo e c’è chi è stato costretto a rientrare a casa in taxi. È successo mercoledì sera e l’accaduto riporta in primo piano il problema delle soppressioni sulla Venezia-Portogruaro. Anche perché nella sola giornata di mercoledì sono stati ben quattro i convogli cancellati: i Regionali “Lenti” 11105 Venezia-Portogruaro delle 6.11 e 11112 Portogruaro-Venezia delle 7.44, nonché i Regionali “Veloci” 2209 Venezia-Trieste delle 10.41 e il già citato 2219 Venezia-Trieste delle 22.41.

I Comitati pendolari di Quarto e del Veneto Orientale hanno inviato una segnalazione alla Regione. «I primi due treni sono utilizzati da centinaia di viaggiatori e la loro soppressione ha creato disagi pesanti a studenti e lavoratori», scrivono i comitati pendolari, «Il 2219 è l’ultimo treno che collega Venezia al Veneto Orientale».

I comitati hanno raccolto numerose segnalazioni dei viaggiatori. A partire da chi si trovava a Venezia e ha visto l’autobus sostitutivo sovraffollato già a piazzale Roma. Chi attendeva il convoglio a Mestre ha lamentato la mancanza di informazioni. «Il treno doveva partire alle 22.53 da Mestre. Il tabellone del binario era spento e nessun avviso vocale annunciava ritardo o cancellazione», racconta una viaggiatrice, «Alle 23 mi insospettisco, vado a vedere il tabellone generale e indicano 5 minuti di ritardo. Alle 23.20 riguardo e indicano 40 minuti. Aspetto finché mi accorgo che accanto alla voce ritardo compare la scritta PE. Allora io e altri decidiamo di provare a trovare questo piazzale esterno, intuito dalla sigla». Ma l’autobus troppo pieno non riesce comunque a caricare tutti i viaggiatori. «Alla fine non ce l’ho più fatta, ho preso un taxi e sono tornata a casa», conclude la viaggiatrice.

Trenitalia spiega «che il treno 2219 era perfettamente funzionante, ma non c’era attivo il “Blocco porte”, che garantisce la sicurezza bloccando le porte, nel caso in cui qualcuno vada ad aprirle in movimento». «L’ Agenzia per la sicurezza prescrive che, quando non c’è il “Blocco porte” attivo, il treno non può trasportare passeggeri», proseguono da Trenitalia, «Il treno funzionava, ma la sicurezza viene prima di tutto. Il personale si è subito attivato per arrecare il minor disagio possibile all’utenza mettendo a disposizione i pullman sostitutivi, ma a quell’ora è stato possibile reperire un solo bus».

Giovanni Monforte

 

Nuova Venezia – Venezia-Portogruaro, binari da incubo

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11

dic

2014

Quarto. Dal rapporto di Legambiente risulta la quinta tra le peggiori tratte ferroviarie italiane

QUARTO – I pendolari se ne sono accorti sulla loro pelle. Ma adesso a certificarlo c’è anche la graduatoria di Legambiente: la Venezia-Portogruaro è tra le dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia. Nell’ambito della campagna “Pendolaria”, la prossima settimana Legambiente presenterà un rapporto nazionale sulla situazione del trasporto ferroviario. Ma già ieri ha reso nota la top ten delle peggiori tratte italiane, selezionate sulla base di situazioni oggettive e proteste dei pendolari. Una classifica tutt’altro che invidiabile dove, al quinto posto, fa la sua cattiva figura la Venezia-Portogruaro, segnalata da tantissimi pendolari «poiché ha visto un continuo e notevole calo dell’offerta del servizio». Basti pensare alla scomparsa dei treni serali e di quelli nei giorni festivi.

«Occorre urgentemente rilanciare una nuova stagione per il trasporto pubblico. Ve n’è assoluto bisogno dopo 14 anni di dominio di Chisso», attacca Andrea Ragona, responsabile mobilità di Legambiente Veneto.

«Abbiamo sempre denunciato come il lavoro di Chisso sia stato a favore delle strade, ora il neo assessore Donazzan ha il compito di recuperare i danni perpetrati. Si può fare solo investendo sul trasporto pubblico. I soldi ci sono, se c’è la volontà politica, lo hanno dimostrato regioni come la Lombardia. Fino a oggi è stato uno scandalo che il Veneto non abbia messo quasi nulla in più rispetto al Fondo nazionale trasporti che arriva da Roma. La Venezia-Portogruaro non è che un simbolo: se la classifica fosse più estesa, ci accorgeremmo di come il disservizio sia in verità molto più diffuso».

La prossima settimana Legambiente divulgherà un dossier con le peggiori linee del Veneto. «Dopo mesi di false promesse, l’unico salto in avanti che Zaia e la sua giunta sono riusciti a compiere, è aver lanciato nella top ten della vergogna nazionale la Venezia-Portogruaro», attacca il consigliere regionale Pd, Bruno Pigozzo. «È la punta dell’iceberg di una politica dei trasporti ferroviari che da parte della giunta Zaia è stata finora del tutto insufficiente».

Giovanni Monforte

 

RAPPORTO LEGAMBIENTE. E PIGOZZO (PD) ATTACCA LA REGIONE

«Portogruaro-Venezia, treno da incubo»

VENEZIA «Dopo mesi di false promesse, l’unico salto in avanti che Zaia e la sua giunta sono riusciti a compiere è aver lanciato nella top ten della vergogna nazionale la tratta ferroviaria Portogruaro-Venezia».

Questo il commento del consigliere regionale del Pd e vice presidente della commissione Trasporti, Bruno Pigozzo, alla luce del rapporto Pendolaria di Legambiente, che ha stilato le 10 peggiori linee ferroviarie d’Italia per il 2014. La Portogruaro-Venezia si colloca al quinto posto, dopo la Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano e la Siracusa-Ragusa-Gela.

«Purtroppo – ribadisce Pigozzo – piove sul bagnato, perchè questa classifica esce a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo orario, che nulla ha recepito delle richieste di modifica di pendolari e sindaci. A questo, inoltre, si aggiunge il fatto che l’assestamento di bilancio non prevede misure in grado di migliorare in generale i servizi. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un incontro urgente con l’assessore Donazzan e ribadiamo la necessità che il confronto avvenga prima della pausa natalizia. La Portogruaro-Venezia, tratta sulla quale denunciamo da lunghissimo tempo disagi e disservizi inaccettabili – sottolinea Pigozzo – è la punta dell’iceberg di una politica dei trasporti ferroviari che da parte della giunta Zaia è stata fino ad ora del tutto insufficiente. Questo perchè manca un nuovo Piano regionale dei Trasporti (l’ultimo è stato approvato nel 1995) e perchè da anni non viene investita alcuna risorsa di fonte regionale in questo settore. È evidente – conclude Pigozzo – che il bilancio 2015 rappresenta l’ultima chiamata: o vengono messe risorse cospicue per le linee locali oppure il Veneto è destinato a collezionare nuovi, desolanti record in negativo».

 

Svolta nel braccio di ferro con la società di engineering: il saldo avverrà con l’assestamento di bilancio

VENEZIA – Svolta nel logorante braccio di ferro che oppone la Regione Veneto alla società Net Engineering di Giovanni Battista Furlan. Quest’ultimo reclama il pagamento di 24 anni di studi, progettazioni e verifiche riguardanti il Sistema ferroviario metropolitano di superficie, contestati però dal committente – in origine l’amministrazione di Giancarlo Galan, ora quella di Luca Zaia – con conseguente battaglia legale, culminata nei lodi arbitrali favorevoli all’imprenditore privato. Fino al pignoramento di 45 milioni di euro presso la Tesoreria regionale, proporzionale al cumulo di parcelle, risarcimenti e interessi passivi.

Ieri, però, in apertura dell’udienza fissata al Tribunale di Venezia per disporre l’assegnazione a Net delle somme pignorate in esecuzione del lodo, è intervenuto il capo dell’Avvocatura regionale, l’avvocato Ezio Zanon, delegato da Palazzo Balbi a rendere dichiarazioni al giudice Nicola Carpenedo. Zanon ha annunciato che la Regione intende pagare quanto dovuto alla società di Furlan immediatamente dopo che il Consiglio del Veneto, nella sessione convocata a partire dal 16 dicembre, avrà approvato l’assestamento di bilancio. Un impegno formalizzato nella lettera consegnata al magistrato, dove si assicura che a Net sarà liquidato quanto dovuto «a prescindere da ogni determinazione del giudice dell’esecuzione».

Di fronte al mutato atteggiamento, il giudice Carpenedo ha deciso di aggiornare al 9 gennaio prossimo l’udienza per l’assegnazione forzosa della somma pignorata, dando così tempo alla Regione di far seguire alle dichiarazioni i fatti. A tutt’oggi – va precisato – Palazzo Balbi ha riservato a bilancio un fondo complessivo di 30 milioni per la società di progettazione che ha sede a Monselice.

«La decisione della Regione è stata accolta con grande soddisfazione da Net e dai tanti collaboratori che da mesi vivono una situazione di incertezza e di precarietà», recita una nota della spa presieduta dall’ingegnere Furlan «quanto a Net, la sua disponibilità a realizzare un progetto in cui continua a credere e che ha difeso contro lo scetticismo e persino l’ostilità di tanti, è documentata dagli innumerevoli tentativi, sempre caduti nel vuoto, di confronto e dialogo».

Chiosa polemica: «Rimane il rammarico per quanto era possibile fare e non è stato fatto; di quante risorse umane e finanziarie siano state sprecate nel tentativo di soffocare una società indipendente, non assoggettabile a quelle logiche spartitorie che la magistratura veneziana ha recentemente scoperto e spezzato».

 

Nuova Venezia – Miranese. Treni, corse aggiuntive congelate

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9

dic

2014

I pendolari chiedono due convogli in più. A dicembre altri disservizi

NOALE – Per le novità meglio passare più avanti. Il nuovo orario dei treni, pronto a scattare da domenica prossima, non vedrà grossi scossoni per i pendolari della linea Venezia-Noale-Bassano, che interessa anche i pendolari di Spinea, Maerne e Salzano. Nella riunione di metà novembre con Trenitalia, l’eventualità era stata prospettata ai rappresentanti dei comitati e si sta valutando l’ipotesi per metterci mano nel primo trimestre-quadrimestre del 2015. I passeggeri hanno chiesto di aggiungere due corse: una alle 5.26 per Venezia e l’altra dopo le 21 per Castelfranco. I tempi di percorrenza resteranno invariati ma gli utenti chiedono che almeno il servizio sia garantito senza intoppi, in attesa di interventi migliorativi. Non si può certo dire che il 2014 sia stato un anno positivo per questa tratta, con disagi quasi ogni mese tra convogli cancellati o in forte ritardo per incidenti provocati dagli automobilisti, personale indisposto per malattia o guasti sul materiale. Anche dicembre non è iniziato bene, con le solite navette cancellate venerdì sulla Noale-Mestre o Salzano-Mestre: parliamo delle numero 5770 delle 7.22 e della 5774 delle 9.22 entrambe in partenza da Mestre e, viceversa, della 5773 delle 8.09 e della 5777 delle 10.09 da Noale. Nella stessa giornata, il regionale 5725 da Bassano a Venezia, con arrivo a Noale alle 12.02, vi è giunto con 26 minuti di ritardo, mentre il 5758 da Santa Lucia delle 19.56 sempre verso la città vicentina, è rimasto fermo a Maerne per un quarto d’ora. Tanti piccoli-grandi inconvenienti che contribuiscono ad arrivare tardi in ufficio o a scuola o anche perdere le coincidenze per spostarsi altrove. E sotto l’albero di Natale, i passeggeri chiedono una maggiore puntualità.

Alessandro Ragazzo

 

L’INDAGINE ANNUALE

MONTEBELLUNA – Treni in ritardo e sovraffollati. “Trenitardo – La banca del tempo perduto” boccia la linea cittadina. Questa settimana si conclude infatti il monitoraggio annuale del servizio ferroviario regionale veneto, condotta dal gruppo che ha in Davide Quagliotto, consigliere comunale di Montebelluna nuova, uno dei fondatori.

«Nella nostra raccolta dati -spiega Quagliotto- è stata data molta importanza alle tratte che interessano la stazione di Montebelluna, soprattutto sulla direttrice Belluno-Padova. Quest’ultima infatti risultava essere fra le 10 peggiori d’Italia nel rapporto stilato da Legambiente nel 2013».

E la situazione non sembra essere affatto cambiata. «Gli utenti del montebellunese -aggiunge- continuano a subire ritardi di almeno 5 minuti un treno ogni tre negli orari di punta e viaggiano in carrozze sovraffollate 4 giorni feriali la settimana. I ritardi hanno conseguenze anche sul traffico urbano, perché si ripercuotono sui tempi di attesa ai passaggi a livello. I disagi dei pendolari quindi sono legati a quelli degli automobilisti».

Tutti i dati relativi a ritardi, sovraffollamento, pulizia e problemi, verranno illustrati alla Regione Veneto. «Il progetto di cui sono uno degli ideatori -aggiunge- nasce come piattaforma online (www.trenitardo.org, pagina Facebook con 7700 “mi piace”) ma si sviluppa anche attraverso percorsi comuni con altri comitati veneti».

(l.bon)

 

Quarto. Comitati e Legambiente in rivolta: nessuna risposta alle nostre richieste

Attacco alla Regione a un anno dal “cadenzato” per le corse tagliate nei festivi

QUARTO – Nuovo orario, ma vecchi e insoluti problemi. Sul sito di Trenitalia sono disponibili i nuovi orari ferroviari che entreranno in vigore dal 14 dicembre. Ma sulla tratta Venezia-Trieste non è cambiato praticamente nulla. Ancora nessuna risposta alle problematiche segnalate dai Comitati pendolari di Quarto e del Veneto Orientale che, insieme a Legambiente, lamentano anche il solito ritardo nella pubblicazione dell’orario.

«Ancora una volta», ravvisano i Comitati dei pendolari, «gli orari sono disponibili solo dieci giorni prima dell’entrata in vigore, nonostante la Regione, in quanto committente, sappia già a ottobre quelli definitivi. È una mancanza di rispetto verso l’utenza pagante».

Ma il problema è soprattutto nel merito. «È passato un anno dall’introduzione dell’orario cadenzato. Nessuno dei problemi posti è stato risolto. La Regione ha dimostrato con i fatti di non essere interessata al trasporto ferroviario: non un euro è stato trovato per sopperire alle mancanze create dalla stessa Regione», proseguono comitati e Legambiente, «Il centinaio di persone che utilizzerebbe il treno delle 0.20 da Venezia può tranquillamente continuare a usare l’autobus che impiega 146 minuti per raggiungere Portogruaro, con capienza di 50 persone. Nonostante Zaia si sia stupito che Venezia chiuda i collegamenti alle 22.41, il treno notturno non è stato ripristinato. Così per i treni del mattino di sabato e domenica. Stando ai dati della Regione relativi a marzo 2013, prima del cadenzato, più di duecento persone usavano i treni che arrivavano a Venezia entro le 7. Dopo un anno che queste persone attendevano, ecco la risposta: continuate a usare l’auto».

A proposito di riduzione del servizio, comitati e Legambiente ricordano come i centri minori della tratta Venezia-Portogruaro siano serviti nei festivi da sole 8 corse per direzione (10 con il vecchio orario) contro le 28 di un giorno lavorativo invernale. Ma c’è anche il problema del taglio delle corse nei periodi di vacanza scolastica, che si riproporrà anche durante l’imminente vicino periodo natalizio. «Dobbiamo ricordare che i treni Mestre-Portogruaro e viceversa “andranno in vacanza” nel periodo natalizio anche quest’anno, mentre i lavoratori no. Alle 6.04 del mattino a Mestre non arrivano studenti, ma lavoratori», concludono i pendolari, «L’idea della metropolitana veneta è solo un sogno, il diritto alla mobilità dei pendolari è pregiudicato».

Giovanni Monforte

 

Presentato l’orario invernale di Trenitalia: confermate anche le Frecce che partono dal Veneto

VENEZIA – Ieri, a Roma, l’ad Vincenzo Soprano ha presentato il nuovo orario invernale di Trenitalia, che entrerà in vigore domenica 14 dicembre e terminerà il 13 giugno 2015. Diciamo subito che per il Veneto non cambierà nulla. Né per i treni a lunga percorrenza, né per quelli regionali.

Come si prevedeva, la metropolitana di superficie, che corre da Padova a Mestre e che nell’orario attuale scade il 23 dicembre, è stata prorogata sino a giugno ed è rimasto inalterato anche l’orario di partenza da Padova Stazione Est, ai minuti 49, con dieci corse al giorno ed altrettante al ritorno.

Per quanto riguarda, poi, tutti gli altri regionali, stessa quantità di treni e stessi orari sia sui locali ad andamento lento, con fermate in tutte le stazioni, sia sui regionali veloci delle linee Venezia-Padova -Verona; Venezia- Padova- Rovigo- Bologna; Venezia-Castelfranco-Bassano del Grappa; Venezia- Portogruaro; VeneziaTreviso-Udine; Padova- Castelfranco-Belluno. Nessuna novità anche per le Frecce che partono ed arrivano nel Veneto.

Le Frecce Argento per Roma, via Padova e Bologna, restano in tutto 36 (18 più 18), con gli orari invariati (si va a Roma dalla laguna in tre ore e mezza), mentre le Frecce Bianche per Milano e Torino Porta Susa e Nuova restano sempre 44, ma con alcune fermate a Milano Rho Fiera nel periodo in cui sarà aperta l’Expo 2105. Leggere novità, invece, per le Frecce che partono da Bolzano e vanno a Roma via Trento, Rovereto, Verona e Bologna. Il viaggio attuale dura 4 ore e 25 minuti. Dal 14 dicembre si guadagneranno 8 minuti.

L’ad Soprano, infine, ha dato anche altre notizie generali che interessano il Veneto. Saranno messi in circolazioni 210 nuovi treni regionali, distribuiti su tutta la penisola e saranno rimesse in servizio 1.100 carrozze ristrutturate.

Due: il contratto tra Regione e Trenitalia scadrà, effettivamente, il 31 dicembre 2014. Sono necessari 12 mesi per preparare il nuovo bando, mentre per il cambio d’appalto (sempre se non vinceranno la gara le Fs) ci sarà bisogno di un periodo che andrà da 24 a 36 mesi. Biglietti ed abbonamenti: anche nel Veneto, previo accordo, naturalmente, con la Regione, nei prossimi anni sarà istituita una nuova Tpl smart card multiservizi, che potrà essere utilizzata anche come carta bancaria.

Felice Paduano

 

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