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Domenica SI vota!

Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Comunicati Stampa, Rassegna stampa | 0 Comments

14

apr

2016

17_aprile

 

Domenica SI vota!

L’appello di Opzione Zero

Domenica 17 aprile si vota in TUTTA ITALIA dalle 7.00 alle 23.00 per il referendum sulle trivelle. Perché il referendum sia valido bisogna raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto.

Una sfida difficile ma non impossibile, per questo ti chiediamo di andare a votare presto al mattino: le prime proiezioni sul quorum vengono infatti rese pubbliche alle 12.00 e, storicamente, questo dato condiziona l’affluenza complessiva: una percentuale elevata può fare da traino per il resto dei votanti!

Ti chiediamo inoltre in queste ore di fare il massimo per diffondere questo messaggio e per convincere amici, parenti, colleghi ad andare a votare: usa la mail, facebook, twitter, sms e whatsapp…usa tutta la fantasia e l’energia di cui disponi!

L’obiettivo è a portata di mano, possiamo farcela!!!

Ecco perché votare Si al referendum di domenica 17 aprile

1 Cambiamenti climatici, non c’è più tempo: il consumo smisurato di combustibili fossili (carbone, gas, petrolio) sta provocando il surriscaldamento degli oceani e dell’atmosfera. Gli scienziati di tutto il mondo concordano sul fatto che se non invertiamo subito la rotta nel giro di qualche decennio il problema sarà la sopravvivenza sul Pianeta di tantissime specie vegetali e animali, compreso la nostra. Dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra ora, non domani!

2 Un passo alla volta stiamo già vincendo: la lotta di tanti comitati e associazioni contro le trivelle ha già costretto il Governo ad accogliere parte delle richieste imponendo il divieto di nuove perforazioni entro le 12 miglia dalla costa. Se passa il SI  nel giro di 5-10 anni saranno definitivamente dismesse anche le piattaforme oggi esistenti. Rimane il problema delle perforazioni a terra e oltre le 12 miglia marine, ma stiamo già raccogliendo le firme per un altro referendum che metterà ko tutte le trivelle.

3 Le ricerche di petrolio e gas mettono a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole al Paese. Tutte le riserve di petrolio presenti nel mare italiano basterebbero a coprire solo 7 settimane di fabbisogno energetico, e quelle di gas appena 6 mesi.

4 L’estrazione e la lavorazione di idrocarburi è un’attività altamente inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino. Anche le fasi di ricerca che utilizzano la tecnica dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti devastanti per l’habitat e la fauna marina.

5 In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile. Lo conferma l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del Messico alla piattaforma Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento da petrolio mai registrato nelle acque degli Stati Uniti.

6 Trivellare il nostro mare è un affare per i soli petrolieri, che in Italia trovano le condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo. Il “petrolio” degli italiani è ben altro: bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale ed energie alternative.

7 Dopo aver sconfitto il nucleare con il referendum del 2011, oggi l’Italia produce più del 40% della sua energia da fonti rinnovabili, con 60mila addetti tra diretti e indiretti, e una ricaduta economica di 6 miliardi di euro. Diamo un altro segnale forte in questa direzione, l’unica possibile!

 

REFERENDUM: SI PARTE ANCHE IN RIVIERA

Posted by opzionezero in Appuntamenti | 0 Comments

25

mar

2016

referendum sociali

Per la democrazia, per i diritti, per l’ambiente e i beni comuni – verso un comitato unitario in Riviera

Assemblea pubblica martedì ore 20.30 presso centro civico di Oriago (via Lago di Misurina)

Come noto il prossimo 17 aprile è stato indetto un importante referendum sulla questione delle trivellazioni in mare. Questo appuntamento rappresenta però soltanto una delle tappe di una più ampia stagione referendaria e di lotte.
Lo scorso 13 marzo a Roma si è svolta una importante assemblea che ha visto riuniti insieme diverse organizzazioni e soggetti: dal movimento per la scuola pubblica (Cobas, Unicobas, Flc-Cgil, Lip, Uds, Gilda e altri), al forum italiano per l’acqua, ai comitati contro le grandi opere che sostengono la campagna «Stop devastazione e saccheggio», ai comitati “Rifiuti 0”.

L’assemblea di Roma ha lanciato la sfida dei “Referendum sociali”: i quesiti referendari riguardano alcune parti della «Buona scuola», l’opzione «Trivelle zero» in terraferma e oltre le 12 miglia in mare; l’articolo 35 del decreto «Sblocca Italia» sugli inceneritori», inoltre il movimento per l’acqua promuove contestualmente una petizione nazionale contro il decreto attuativo della legge Madia che impone la privatizzazione dei servizi pubblici.
A ciò si affianca l’iniziativa della CGIL e di altri sindacati di base a sostegno di una legge di iniziativa popolare per la Carta dei diritti universali del lavoro, unitamente a dei quesiti referendari per l’abrogazione di alcune parti del Jobs Act, come ad esempio la norma sull’Art. 18.
L’avvio ufficiale di queste campagne e della raccolta firme è prevista con banchetti in tante città d’Italia per il 9-10 aprile; ci saranno solo 3 mesi di tempo per raggiungere l’obiettivo.
Tre sono pure i referendum istituzionali, poiché a quello sulla controriforma costituzionale se ne aggiungono due riguardanti l’Italicum, e qui è chiaro il tentativo del Governo Renzi di minare alla base anche le regole della democrazia formale.
E’ evidente, pure nella loro specificità, che le varie questioni sul tappetto sono strettamente connesse una all’altra e che queste, tutte insieme, rappresentano una straordinaria occasione per provare finalmente a intrecciare le lotte portate avanti negli ultimi anni da soggetti e movimenti talvolta lontani tra loro e spesso troppo fragili. Questa straordinaria stagione referendaria può finalmente offrire una cornice comune di mobilitazione, attraverso ed oltre i temi ed il momento del voto referendario, per costruire insieme dal basso un’alleanza sociale in grado di contrastare le politiche neoliberiste e di austerity che stanno alla base una crisi economica, sociale e ambientale senza precedenti.
Nel nostro territorio, la Riviera del Brenta, attraversato negli ultimi anni da straordinarie esperienze e mobilitazioni, ci sono tutti i presupposti per avviare un percorso unitario tra vari soggetti e organizzazioni a sostegno di queste importanti iniziative.
Ci troviamo per discuterne tutti assieme
martedì 29 marzo alle ore 20.30
presso il centro civico in via Lago di Misurina a Oriago.

referendum_sociali_slide

IL 13 MARZO AL CINEMA PALAZZO DI ROMA C’È STATA LA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE  PER I REFERENDUM SOCIALI. CENTINAIA DI PARTECIPANTI DA TUTTA ITALIA E DECINE DI INTERVENTI. PARTE LA STAGIONE DEI REFERENDUM SOCIALI!

SCUOLA, TRIVELLE ZERO, INCENERITORI, BENI COMUNI: SI PARTE!

L’intervento introduttivo all’assemblea 13 marzo

Per una stagione di referendum sociali”

  1. In due anni di governo Renzi, abbiamo visto applicare nei fatti la famosa lettera del luglio 2011 alla BCE, ispirata da una ferrea logica neoliberista. Su questa base, si è attaccato il ruolo della scuola pubblica, privatizzati i beni comuni e i servizi pubblici, aggredito l’ambiente, a partire dalle trivellazioni e dal moltiplicarsi degli inceneritori, abbattuti i diritti del lavoro. Con la controriforma costituzionale, poi, si progetta di rendere permanete quest’impostazione, passando attraverso la riduzione degli spazio di democrazia e il primato del potere esecutivo e dell’”uomo solo al comando”
  2. Queste scelte sono passate anche perchè si è fatto pesare il ricatto della crisi e si è costruita una narrazione populista sul nuovismo; e tutto ciò in un quadro di debolezza della politica e di frammentazione, anche volutamente costruita, delle mobilitazione e dei soggetti che hanno provato a contrastarle.
  3. Vogliamo provare ad invertire questa tendenza, in primo luogo rilanciando il conflitto e la mobilitazione diffusa contro quelle scelte. E anche avanzando controproposte. Soprattutto iniziando a dare gambe ad un processo di connessione e costruzione di legami tra i soggetti che hanno animato l’opposizione a quelle politiche. Da qui, pur con la consapevolezza della nostra parzialità, nasce la nostra idea di fondo di lanciare un’alleanza sociale dei movimenti per la scuola pubblica, di quello per l’acqua, della campagna contro la devastazione ambientale che si oppone alle trivellazioni e dal movimento che si batte contro il piano nazionale inceneritori. Vogliamo contrastare lo stravolgimento del ruolo della scuola pubblica, la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, il ricorso alle trivellazioni e la costruzione di nuovi inceneritori facendo emergere una discussione di merito su ciascuno di questi temi e anche parlando del modello sociale e dell’idea di democrazia, che costituiscono la base di fondo da cui dipartono quelle intenzioni o, al contrario, la messa in campo di impostazioni alternative.

 

In questo quadro, collochiamo anche l’opzione di ricorrere allo strumento referendario e alla raccolta di firme per contrastare la legge 107 sulla scuola, i processi di privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, la legislazione che consente le trivellazioni in mare e in terraferma, quanto prevede lo Sblocca Italia rispetto ad un piano strategico per nuovi inceneritori (questa parte andrà rimodulata sia rimandando alle singole comunicazione sui temi specifici, sia in relazione a quanto emergerà dalla riunione del Movimento rifiuti e del Forum acqua di sabato). E’ questa un’iniziativa e un percorso che muove dall’autonomia dei movimenti e dei soggetti sociali e, dunque, prevede, come fatto a suo tempo nel 2010-2011 con il referendum sull’acqua, che si costituiscano comitati promotori referendari composti da movimenti e soggetti sociali e comitati di sostegno in cui trovano posto anche i soggetti politici che concordano con tale iniziativa. Così come, per sottolineare il carattere unitario di questa campagna, si formerà un coordinamento dei comitati promotori (al di là del loro numero), che sarà il luogo politico di discussione e gestione di tutta la campagna dei referendum e della raccolta firme.

  1. Avremmo voluto che in questa campagna unitaria di referendum sociali fosse a pieno titolo inserita anche la questione del lavoro e dei diritti dei lavoratori. La CGIL ha scelto di costruire un proprio percorso, sganciato dagli altri soggetti che intendono promuovere iniziative referendarie, e ha in corso una consultazione degli iscritti che terminerà il 19 marzo e nella quale si valuta anche la possibilità di costruire quesiti referendari contro il Jobs Act e l’attuale legislazione del lavoro. Per quanto ci riguarda, non rinunciamo né all’idea che, progressivamente, si possa costruire un intreccio sempre più stretto tra le questioni che oggi sono al centro dell’iniziativa e il tema del lavoro, né alla nostra autonomia di giudizio e di iniziativa anche su questo tema, una volta conosciuti gli eventuali quesiti referendari promossi dalla CGIL.
  2. Con la nostra iniziativa, incrociamo anche il tema della democrazia e della sua espansione, che altro non è se non il rovescio della medaglia dell’affermazione dei diritti fondamentali. La nostra stagione dei referendum (e della raccolta firme) sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il NO alla controriforma istituzionale nel referendum confermativo che si dovrebbe tenere in autunno, con la convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare puramente di architettura istituzionale ma del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società. Mentre, in presenza di opinioni diverse tra noi in tema di ricorso referendario contro l’attuale legge elettorale, riteniamo utile che siano i singoli territori a scegliere se impegnarsi o meno fattivamente su ciò.
  3. Proprio perchè non pensiamo che la nostra iniziativa sia autosufficiente e esaustiva delle battaglie in corso, ma anzi serva a dare spinta a processi di connessione con movimenti e soggetti sociali più ampi di quelli oggi presenti, pensiamo e ci sentiamo fortemente impegnati per l’affermazione del Sì al referendum contro la prosecuzione indefinita delle trivellazioni in mare entro le 12 miglia del prossimo 17 aprile, così come nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione nazionale contro il TTIP prevista per il 7 maggio.
  4. Si apre una stagione di grande impegno, che necessita della mobilitazione e dell’intelligenza diffusa di tante persone nei territori. Intendiamo iniziare la raccolta delle firme contro la legge sulla scuola, contro le privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici, contro tutte le trivellazioni in mare e in terra e contro gli inceneritori il prossimo 9 e 10 aprile, dopo aver depositato i quesiti referendari giovedì 17 marzo, e a seguito dello svolgimento di assemblee in tutti i territori e le Regioni che costituiscano i comitati unitari territoriali per i referendum (e la raccolta firme). Il 9 e il 10 aprile può e deve diventare il primo fine settimana di questa forte stagione di iniziativa, con l’idea che in 200 piazze italiane si raccolgano le firme, si costruiscano momenti di discussione e mobilitazione, si riprenda un rapporto largo con tante persone e soggetti interessati ad uscire dalla crisi affermando un’altra idea di modello sociale e di democrazia.

 

volantino stop trivelle

 

primavera_diritti

Di fronte a questo scenario, le resistenze e le mobilitazioni sociali, prodotte nei territori e nella società, hanno costituito esperienze fondamentali di contrasto a questi processi. Ma hanno ora la necessità di produrre un salto di qualità nella connessione fra loro e nell’azione comune.

Per questo, il movimento per la scuola pubblica, il movimento per l’acqua e la campagna contro la devastazione e il saccheggio ambientale hanno deciso di lanciare una stagione di referendum sociali, a partire dalla prossima primavera, proponendo a tutte e tutti una straordinaria campagna dal basso che punti a: promuovere la scuola pubblica, bloccando la cosiddetta “Buona Scuola”, difendere i beni comuni, fermando gli incentivi alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali; cambiare le politiche ambientali, a partire dallo stop definitivo alle trivellazioni petrolifere in terra e in mare, opzione “trivelle zero”, completando un percorso di lotte che ha già ottenuto diversi risultati.

Perché su tutto ciò che riguarda la vita e i diritti delle persone, la salvaguardia dei territori e del diritto al futuro, sono le donne e gli uomini di questo paese a dover decidere, tutte e tutti assieme.

Pensiamo a referendum comuni capaci di rafforzare la mobilitazione sociale che in questi anni ciascun movimento e soggetto sociale, con la propria autonomia e i propri percorsi, ha portato avanti.

Pensiamo a referendum comuni capaci di estendere la sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto delle persone, e di disegnare un altro modello sociale, riaprendo la strada alla speranza di un futuro diverso per tutte e per tutti.

Sappiamo che, anche sul fronte dei diritti del lavoro, Cgil, Cobas, sindacati di base e movimenti contro la precarietà stanno discutendo sulla possibilità di intervenire per abrogare gran parte delle norme introdotte dal Governo Renzi, a partire dal Jobs Act. Dal nostro punto di vista, auspichiamo fortemente che aggiungano il loro contributo di esperienza e mobilitazione, per rendere ancora più ricca la stagione di referendum sociali che attraverserà il Paese.

Sarà una stagione per la scuola pubblica, per i beni comuni, per la tutela dell’ambiente e dei territori, per i diritti del lavoro. E sarà naturalmente una stagione per la democrazia, anch’essa sotto deciso attacco del Governo, attraverso le riforme costituzionali che, nell’autunno prossimo, vedranno il fondamentale passaggio del referendum confermativo: in questo senso, la stagione dei referendum sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il NO alla controriforma istituzionale, con la netta convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare di architettura istituzionale, bensì del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società. Così come sosteniamo il referendum No Triv sulla proroga indefinita alle concessioni per l’estrazione di idrocarburi già esistenti entro le 12 miglia, provocatoriamente fissato dal Governo Renzi per il prossimo 17 aprile, nel palese tentativo di far fallire il quorum.

Per condividere tutto ciò invitiamo comitati, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini, forze politiche e sociali e tutte/i coloro che hanno a cuore diritti, beni comuni e democrazia. a partecipare all’assemblea nazionale che si terrà a Roma il 13 marzo prossimo.

Per confrontarci con vicinanza ed intensità, per costruire gli intrecci e gli obiettivi di questa stagione referendaria e sociale. Per disegnare un’altra uscita dalla crisi e le coordinate di un altro modello sociale.

Tutte e tutti assieme è possibile.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Movimento per la scuola pubblica

Campagna “Stop devastazioni”, per i diritti sociali ed ambientali

8_marzo_2016

 

VERTICE ITALIA – FRANCIA l’8 MARZO A VENEZIA

MOBILITAZIONE CONTRO LA DEVASTAZIONE E IL SACCHEGGIO

 

Il prossimo 8 marzo – a Palazzo Ducale a Venezia – si terrà un vertice bilaterale Hollande/Renzi su temi vari ed in particolare il progetto Tav Torino – Lione.

Il movimento No Tav della Val di Susa ha lanciato un appello alla mobilitazione a tutti i movimenti e i comitati che da anni si battono contro la devastazione e il saccheggio dei territori e dell’ambiente.

Questo appello è stato raccolto e rilanciato con forza dai comitati veneziani No Mose e No Nav.

Venezia, non è solo una vetrina, è una delle poche città dove le cosiddette grandi opere sono state realizzate per davvero, e abbiamo visto con quali conseguenze. Su tutte il MOSE, un’opera che probabilmente (e per fortuna) non entrerà mai in funzione, che ha sfigurato la Laguna di Venezia, che non servirà a salvare Venezia dalle acque alte, che dei 6 miliardi di euro pubblici già spesi ben 1 miliardo se ne è andato in tangenti.

Un’opera che soprattutto è servita per costruire un vero e proprio blocco di potere politico e economico malavitoso che ha condizionato pesantemente il Veneto, che ha continuato ad alimentarsi di mega progetti e ha finito per insozzare questa Regione di cemento e di asfalto fino a farla diventare una delle più cementificate e più inquinate d’Italia. Già perché dopo il MOSE ci si è tuffati sul Passante di Mestre, l’autostrada più cara d’Europa ma che ciò nonostante sta generando un debito pubblico fuori controllo, senza per altro risolvere il problema del congestionamento dell’area metropolitana. E poi ancora Pedemontana, Valdastico, camionabili, centinaia di centri commerciali, direzionali, cave, discariche… e chi più ne ha più ne metta.

I progetti che solo 5 anni fa sembravano sulla rampa di lancio e che avrebbero sfigurato per sempre la Riviera del Brenta ora sono bloccati o impantanati grazie anche alle lotte dei comitati come il nostro. Ma la cricca legata a questi affari non è stata ancora spazzata via: le inchieste della magistratura hanno messo fuori gioco alcuni esponenti della politica e delle imprese, hanno rallentato alcuni progetti, ma il sistema è ancora in piedi e si sta riorganizzando.

Ecco perché il fatto che Renzi e Hollande abbiano scelto proprio Venezia, proprio il Veneto per stipulare altri accordi per la TAV, che abbiano deciso di dedicare il vertice a Valeria Solesin, la ragazza uccisa dai terroristi a Parigi, mentre intanto a Palazzo Ducale discuteranno dei nuovi piani di guerra in Libia, è non solo un insulto ma anche una provocazione inaccettabile.

La manifestazione dell’8 marzo non vuole però essere solo una risposta a questa provocazione, e nemmeno una mera sommatoria di rivendicazioni. Questa manifestazione sarà l’occasione per dire tutti insieme che il problema non è solo la TAV, non sono solo le Grandi Navi, il MOSE o la Orte-Mestre, il problema è il modello di sviluppo che questi governanti continuano a propugnare che è un modello fatto di devastazione e saccheggio, di impoverimento e di guerra. E’ un modello che, con il surriscaldamento globale, sta mettendo a repentaglio la stessa possibilità di sopravvivenza su questo Pianeta per noi e per gli altri esseri viventi.

Noi a questo modello non ci arrendiamo, non ci rassegnamo, e lo contrasteremo con tutte le forze che abbiamo a disposizione.

Con questo spirito Opzione Zero aderisce alla manifestazione e invita tutti gli attivisti, i simpatizzanti, e i cittadini a fare il massimo sforzo per essere presenti a questa importante, pacifica e determinata giornata di mobilitazione!!

L’appuntamento è per le ore 10 di martedi’ 8 marzo presso il piazzale della stazione Santa Lucia a Venezia

 

 

percorso_MCV

GCM_VENEZIA

IL RESPIRO DELLA TERRA

IN MARCIA PER IL CLIMA – VENEZIA

29 Novembre ore 14 Stazione S. Lucia

leggi l’appello

Alle scuole, alle associazioni culturali e religiose, sindacali e politiche, ai comitati e ai gruppi informali della cittadinanza attiva, a tutte le persone sensibili alle sorti della Terra.

Domenica 29 Novembre, alla vigilia della apertura della 21° Conferenza delle Parti dell’Onu sul clima che si tiene a Parigi, in tutto il mondo vi sarà una giornata di mobilitazione per chiedere di fermare il surriscaldamento del pianeta, provocato da attività umane insostenibili, principalmente dalla combustione di materie fossili (carbone, petrolio, gas).

Siamo all’ultima chiamata utile, prima che i processi diventino irreversibili con conseguenze catastrofiche: eventi climatici estremi, ondate di calore, alluvioni e mareggiate che aumentano i rischi idrogeologici, perdita di fertilità del suolo e della biodiversità, desertificazioni, salinizzazione delle falde acquifere, erosioni delle coste e innalzamento del livello medio dei mari.

I cicli vitali della biosfera, ad incominciare da quello dell’acqua, sono in pericolo.

Milioni di “profughi ambientali” si aggiungono a chi cerca di fuggire dalle guerre e dalle miseria. Le città costruite lungo le coste sono in pericolo. Il simbolo è Venezia, ma tutta la Pianura Padana rischia di essere sommersa se le tendenze non verranno subito invertite.

Il 29 novembre si leverà un grande grido di allarme che deve essere recepito dai governi, dagli industriali, dai cittadini tutti.

Stop Global Warming, Fossil Free

Servono politiche energetiche alternative a tutti i livelli: fermare la corsa alle pericolosissime trivellazioni per la ricerca di nuovi giacimenti di combustibili, sviluppare le energie rinnovabili, eliminare gli sprechi, l’obsolescenza programmata e indotta, gli oggetti “usa e getta” e aumentare l’efficienza degli impianti esistenti, riforestare e cambiare i sistemi di produzione agricola, modificare e ridurre i consumi, cominciando dai trasporti, dall’edilizia e riducendo drasticamente il consumo di carne d’allevamento.

Riconvertire il modello economico e sociale si può. Lo dimostrano gli esempi di Comuni virtuosi che adottano “Piani clima”, bloccano il consumo di suolo, salvaguardano l’agricoltura contadina.

Ognuno deve fare la sua parte, a partire da sé e dalla realtà in cui vive.

Anche nel Veneto che, pure essendo tra le Regioni a più elevato rischio idrogeologico, non ha né piano paesaggistico, né dei trasporti, né un piano organico per la mitigazione dei fenomeni e l’adattamento degli insediamenti umani ai cambiamenti climatici.

Le associazioni, i comitati e i gruppi informali impegnati in tanti ambiti della difesa della salute e dell’ambiente (acqua, aria, suolo, aree naturali) dagli inquinamenti, dalla cementificazione, dalle opere inutili e dannose stanno promuovendo in vari modi una campagna d’informazione e sensibilizzazione, a partire dalle scuole, che si concluderà a Venezia, domenica 29 novembre, con la manifestazione IL RESPIRO DELLA TERRA:

Ore 11.50-12.00: IL RESPIRO DELLA TERRA‘OM’ GLOBALE PER IL CLIMA Meditazione individuale silenziosa.

Ore 14.00-19.00: IL RESPIRO DELLA TERRAIN MARCIA PER IL CLIMA Manifestazione gioiosa con partenza dal piazzale della Stazione Ferroviaria di Venezia ed arrivo in Campo S. Margherita.

L’evento è parte delle iniziative organizzate nel nostro Paese dalla “Coalizione Italiana per il Clima” per la costruzione di una mobilitazione unitaria in occasione della Marcia Globale per il clima contro il cambiamento climatico.

Noi vogliamo partecipare alla mobilitazione mondiale del 29 Novembre: sottoscrivi l’appello e partecipa all’evento.

Firmatari al 9 novembre 2015:

AmbienteVenezia – Luciano Mazzolin
Amici del Verde- Padova – Elena Macellari
ASPO Italia – Mirco Rossi
Associazione per la Decrescita nodo Triveneto – Luca Lazzarato, Paolo Cacciari
Associazione Studenti Universitari e Rete della Conoscenza – Teresa Ditali
Beati i costruttori di pace – Albino Bizzotto
Centro Sociale Morion – Tommaso Cacciari
CGIL Democrazie e Lavoro – Giorgio Molin
Comitato Cittadini di Tessera e di Campalto contro l’inquinamento acustico atmosferico ed
ambientale da traffico aeroportuale – Cesare Rossi
Eddyburg – Edoardo Salzano
Ecoistituto del Veneto – Michele Boato
Forum Acqua – Francesco Penzo
Centro Pace – Luigi Barbieri
Gruppo Vegan – Cristina Romieri
Italia Nostra – Cristiano Gasparetto, Myriam Pilutti Namer, Manuela Pellarin, Susanna Kuby
Istitito I.S. F. Algarotti – Mara Franco preside
Istituto Nazionale Bioarchitettura Venezia – Matteo Pandolfo, Adriana Fasano
Laboratorio Altra Europa Venezia – Laura Di Lucia
Legambiente Veneto – Luigi Lazzaro
Liceo Artistico M. Guggenheim – Isabella Albano preside
Liceo Scientifico G.B. Benedetti – Roberto Sintini preside
ITCS Lazzari Dolo – Donatella Calzavara Vice Preside
Mestre in Transizione – Roberto Cargnelli
Municipalità di Venezia – Andrea Martini presidente
Movimento Consumatori – Giulio Labbro Francia
Movimento per la Decrescita Felice di Venezia – Paola Malgaretto
NoGrandiNavi – Silvio Testa, Lia Vianello, Giuseppe Tattara, Flavio Cogo
Opzione Zero
Padova2020 – Francesco Fiore
Pax Christi – Nandino Capovilla
Segreteria Regionale FIOM – Luca Trevisan
Sorella Palma – Antonella Barina
Università Ca’ Foscari Venezia – Francesco Vallerani, Fabio Pranovi, Ivana Padoanx
VeneziaCambia – Gianpietro Pizzo
Zero Energy – Luca Fattambrini
Elisabetta Chinellato
Franca Franzin
Gabriella Giaretta
Josip Ruciz
Salvatore La Rosa

Per segnalare la tua adesione invia una e-mail a: inmarciaperilclima2015@gmail.com

Seguici sulla pagina facebook: Inmarciaperilclima Venezia

Scarica e diffondi il documento Appello per la giustizia climatica da coalizioneclima.it

MANIFESTAZIONE 29 NOVEMBRE

I prossimi incontri della scuola sui cambiamenti climatici promossi da EcoMagazine e Laboratorio Occupato Morion.

DOMENICA 24 GENNAIO

“Apocalypse Now? Una rotta percorribile verso una società sostenibile”
Luca Lombroso, Meteorologo e divulgatore scientifico

DOMENICA 31 GENNAIO

“Da Rio a COP21: la politica internazionale di fronte al clima che cambia”
con Marica di Pierri, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali (CDCA) e associazione A Sud

DOMENICA 14 FEBBRAIO

Tra natura e valore: per una critica ecologica dell’economia politica e del Carbon Trading Dogma”
con Emanuele Leonardi, ricercatore dell’Università di Coimbra

DOMENICA 6 MARZO

“Crollo della biosfera e cambiamenti climatici: impatti antropici e scenari”
con Eugenio Salvatore Pappalardo, PhD in Geografia all’Università di Padova

Tutte le lezioni si terranno dalle 16 alle 18 presso il Laboratorio Occupato Morion, salizada S. Francesco della Vigna 2951 . Venezia. Le dispense relative ad ogni lezione sono scaricabili dal sito Eco-Magazine.info

 

 

 

#caosclimate

Dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si svolgerà a Parigi la Conferenza Internazionale dell’ONU sul Clima (COP21), un appuntamento decisivo per le sorti di tutto il Pianeta. Il rischio che il tutto finisca in un nulla di fatto è molto alto.
Tantissimi movimenti e associazioni ambientaliste si stanno dando appuntamento per essere presenti in massa a Parigi e far sentire forte la voce dei popoli della Terra.

Per il 29 novembre è indetta una giornata di mobilitazione in numerose città del mondo, una di queste è Venezia (appuntamento ore 14.00 presso la stazione S. Lucia). Il 12 dicembre le manifestazioni si svolgeranno invece a Parigi.

Ma il tema dei cambiamenti climatici è assai complesso e di certo non basta qualche dimostrazione di piazza. E’ necessario che i movimenti altermondialisti assumano questo tema come centrale e prioritario nella loro agenda, e per farlo occorre prima di tutto studiare.

Per questo Ecomagazine, l’osservatorio ambientale veneto a cui contribuiscono diversi comitati (Opzione Zero tra questi), ha organizzato  #ChaosClimate: una vera e propria scuola di formazione rivolta agli attivisti e ai simpatizzanti delle organizzazioni ambientaliste, con l’obiettivo di fornire loro strumenti scientifici di comprensione ed un bagaglio di conoscenze da tradurre in azioni.

Il calendario completo degli incontri e tutti i relatori saranno comunicati quanto prima. In ogni caso il corso prevede 8-10 lezioni (da novembre al prossimo maggio) con esperti e personalità preparate in materia, la distribuzione di dispense, una bibliografia di riferimento. Il costo di iscrizione al corso completo è di 20 euro/persona.

Il primo appuntamento è per domenica 15 novembre dalle ore 16 alle ore 18 presso il Laboratorio Occupato Morion (sede del corso) con il fisico triestino Luca Tornatore.

 

no_grandi_navi_4_ottobre

 

TUTTI ALLE ZATTERE, DOMENICA 4 OTTOBRE ALLE 15.30

Nel tratto delle Zattere tra il ponte del rio di San Trovaso e la piattaforma ex Adriatica troverete gazebo con materiali informativi, e musica

Venite come volete o a piedi o in barca ! Portate bandiere, cartelli, fischietti e altri strumenti “rumorosi”!

CONTRO LE GRANDI NAVI E I NUOVI SCAVI IN LAGUNA
PER IL LAVORO E LE SOLUZIONI ALTERNATIVE

Fuori le grandi navi crociera dalla laguna: un lungimirante sviluppo sostenibile

Leggiamo nei giornali il caos creato e le molteplici scomposte reazioni alle dichiarazioni del ministro Franceschini
Pochi giorni fa’ erano emerse in Consiglio Comunale le posizioni pregiudiziali di Brugnaro, il voto negativo sul progetto Duferco era scontato, il passaggio in commissione e la discussione in consiglio erano puramente formali.
Bene hanno fatto le opposizioni ad abbandonare l’aula e non partecipare al voto.
Questa concezione autoritaria della dialettica democratica dovrebbe far riflettere i vertici del PD soprattutto coloro che vogliono patti di collaborazione negli interessi della città. L’interesse della città non c’entra proprio nulla e questa vicenda lo dimostra. L’imprenditore Brugnaro cerca solo accordi di potere per difendere quegli interessi di potere economico che si sono consolidati in questi anni all’interno del porto dove la difesa del lavoro viene usata strumentalmente.
Si sta svelando così quell’intreccio consociativo utilitaristico tra istituzioni, imprenditoria e vertici sindacali fondato su una visione corporativa e conservatrice dello sviluppo che non è più in grado di cogliere quella sfida di un futuro sostenibile che sappia coniugare ambiente e lavoro (e che un progetto del genere potrebbe interpretare).
Per quanto ci riguarda noi continueremo a batterci come abbiamo fatto nel corso di questi anni per una soluzione progettuale che mantenga la crocieristica ed il lavoro a Venezia compatibilmente con la tutela del patrimonio urbanistico della città e della salvaguardia della laguna.
Ciò significa un no netto a qualsiasi scavo di nuovi canali in laguna o allargamento di quelli esistenti quali il canale dei petroli o il Vittorio Emanuele, una assoluta contrarietà alla proposta del nuovo tracciato Trezze Est che è quasi peggio del Contorta-S.Angelo ed un si ragionato alla realizzazione di un nuovo avamporto alla bocca di Lido. Il progetto Duferco in valutazione Via con i miglioramenti portati dimostra che questi obiettivi si possono realizzare.
Ora la decisione finale spetta agli esperti della commissione VIA che devono operare liberi da condizionamenti politici e di lobby ed al Governo che dopo la decadenza del progetto Contorta-S.Angelo deve prendere atto che ci sono altre soluzioni alternative fuori della laguna che se non piacciono al nuovo Sindaco ed al Presidente Costa in scadenza di mandato godono di un consenso crescente non solo dei cosiddetti ambientalisti, ma tra i lavoratori del porto (quelli veri, non quelli che pretendono di rappresentarli e non hanno i loro voti ) e nell’opinione pubblica.
Noi comunque continuiamo la nostra battaglia, forti della straordinaria partecipazione all’ assemblea di S.Leonardo del 21 settembre

INVITIAMO TUTTI ALLE ZATTERE, DOMENICA 4 OTTOBRE ALLE 15.30

Nel tratto delle Zattere tra il ponte del rio di San Trovaso e la piattaforma ex Adriatica troverete gazebo con materiali informativi, e musica

Venite come volete o a piedi o in barca !
Portate bandiere, cartelli, fischietti e altri strumenti “rumorosi”!

CONTRO LE GRANDI NAVI E I NUOVI SCAVI IN LAGUNA
PER IL LAVORO E LE SOLUZIONI ALTERNATIVE

Il 22 ottobre con l’occasione della mostra di Gardin saremo in piazza S. Marco.

Venezia, 2 ottobre 2015

ASSOCIAZIONE AMBIENTEVENEZIA

 

Sabato 26 settembre dalle 17.15 un evento speciale su un palco costruito nei campi,

accanto alle macerie. Tutto il ricavato alle famiglie colpite dalla tromba d’aria

TORNADO RIVIERA DEL BRENTA: BALASSO, BERTELLI E PAOLINI ASSIEME PER NON DIMENTICARE

Ingresso libero con offerta obbligatoria.

In caso di maltempo l’evento viene spostato al 27 settembre

Sono passati più di due mesi da quell’8 luglio 2015. Il TORNADO ha spazzato via in pochi minuti case, auto, serre, fabbriche, campi. Ha spezzato vite e famiglie.

I riflettori della cronaca si sono spenti, la solidarietà c’è stata, ma per chi ha subito gravi danni è importante adesso non cadere nella solitudine. Per riportare l’attenzione sul dramma di un territorio e delle famiglie colpiti dal tornado, sabato 26 settembre dalle 17.15 NATALINO BALASSO, GUALTIERO BERTELLI e MARCO PAOLINI salgono su un palco costruito nei campi, accanto alle macerie. Non portano in scena uno spettacolo, ma con “Riviera del Brenta, 8 luglio 2015” cercano di raccontare quello che è accaduto e quello che sta accadendo dopo.

Raccontare per non dimenticare, per continuare a stringere forte il cerchio della solidarietà in una comunità che si è scoperta unita, forte, solida di fronte al disastro. “Non serve solo a loro, ai colpiti – sottolineano i tre artisti presentando l’evento – serve a tutti noi dimostrare di sentirci parte di un territorio non perché residenti, ma perché abitanti, vicini di casa, concittadini. Serve a ciascuno per comprendere quanto possano essere fragili le nostre sicurezze di fronte a eventi estremi e di quanto sia indispensabile prenderci cura l’uno dell’altro e del territorio che abitiamo”.

Ci sono state altre iniziative, tutte lodevoli. Questa non vale più delle altre, ma farla a questa distanza di tempo serve a rinnovare l’impegno reciproco, a non lasciare indietro nessuno e allargare lo sguardo”.

Riviera del Brenta, 8 luglio 2015 è dunque un pomeriggio insieme nei campi di Via Seriola – tra Dolo e Mira (Ve) – per parlare, ascoltare, suonare in compagnia.

Gli artisti hanno rinunciato al cachet e un nutrito gruppo di supporter pubblici e privati ha dedicato gratuitamente tempo, energia, risorse per rendere possibile l’evento con il minimo della spesa. L’ingresso è libero con offerta obbligatoria, il ricavato servirà a sostenere le famiglie colpite dalla terribile tromba d’aria che si è abbattuta sulla Riviera del Brenta. I fondi raccolti saranno gestiti dal Comitato Opzione Zero che si impegna a coordinarne l’utilizzo secondo le richieste e le necessità.

SI CONSIGLIA DI RAGGIUNGERE L’EVENTO IN BICI (accesso preferenziale da Via E. Tito nei pressi della Fornace)

IN CASO DI MALTEMPO L’EVENTO VIENE SPOSTATO AL 27/09

TUTTE LE INFO > www.opzionezero.org/rdb8715/
tel. 338.1678008 – 393.9795570 – 349.8711926

 

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