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I grillini dovrebbero puntare su Peruzzo, il centrodestra al lavoro

DOLO – Cominciano a delinearsi gli schieramenti in vista delle elezioni comunali in programma a fine maggio. Oltre alla lista che fa capo al Pd con candidato Alberto Polo e alla lista, ancora senza nome, del sindaco uscente Maddalena Gottardo, saranno presenti altre due gruppi: il Movimento 5 Cinque Stelle e “Il Ponte del Dolo”.

Il gruppo dei grillini sta lavorando da mesi a programma e lista. Entro la fine di marzo dovrebbe essere tutto ufficializzato ma è certo che il candidato sindaco sarà Valentina Peruzzo, giovane commerciante di Dolo.

Sicura è la presenza de “Il Ponte del Dolo” che, dopo il mancato accordo con il Pd, ha deciso di proseguire da solo come già fatto nel 2010 quando il candidato era Giorgio Gei. La prossima settimana “Il Ponte” dovrebbe decidere il nome del candidato sindaco e le persone da inserire in lista.

Salgono così a quattro le presenze sicure alla prossima tornata elettorale.

Bocce ferme e calma solo apparente nel centrodestra. Di certo ci sono tre schieramenti, oltre a quello del sindaco Gottardo, che sono in movimento da settimane. Si tratta della Lega, del gruppo di assessori e consiglieri di maggioranza che non sosterranno la ricandidatura di Gottardo e Forza Italia.

Nella Lega le acque sono agitate anche dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi di Giovanni Fattoretto, segretario di circoscrizione e consigliere comunale, che non ha digerito l’espulsione di Tosi. Se non ci saranno apparentamenti o unioni si potrebbero presentare sette liste che sarebbe un record assoluto per Dolo.

Giacomo Piran

 

DOLO. Ancora livelli elevati di biossido di azoto nell’aria di Dolo e di Sambruson. A rilevarlo sono le centraline comunali che controllano la qualità dell’aria nel territorio. Negli ultimi dati diffusi, che riguardano il periodo fino al 16 marzo, viene segnalato nuovamente che “la media annua provvisoria di biossido di azoto è superiore al limite di legge”.

Nella stazione di rilevazione Dolo, posta all’incrocio tra via Cairoli e via Arino, c’è una media su anno civile di biossido di azoto pari a 59,3 microgrammi per metro cubo che è sì più bassa rispetto al 68,6 di inizio febbraio ma è comunque superiore al valore massimo previsto di 40.

Nella frazione di Sambruson i dati sono ancora meno incoraggianti. Nello stesso periodo di rilevazione è stata raggiunta una media su anno civile di 81 microgrammi per metro cubo di biossido di azoto, oltre il doppio del livello massimo consentito. Per quel che riguarda il pm 10 la situazione vede finora a Sambruson 9 sforamenti della massima media giornaliera, ultimo dei quali l’11 marzo con 82,4 microgrammi per metro cubo, mentre a Dolo i superamenti sono stati 6, con l’ultimo caso l’11 marzo con 67,9.

Giacomo Piran

 

Due proposte del comitato

DOLO – Due proposte a costo zero per mantenere l’ospedale. È quanto auspica il comitato “Bruno Marcato”: «In attesa della definizione del nuovo assetto territoriale delle Asl non vanno predeterminate le scelte che definiscono in maniera irreversibile la classificazione degli ospedali, in particolare quello di Dolo, come si sta facendo. Al fine di scongiurare danni e disservizi alla popolazione, si propone temporaneamente di mantenere e consolidare il settore materno infantile, con la copertura del posto di Dirigente ora garantito solo parzialmente dal primario di Mirano dopo l’avvenuto pensionamento di quello di Dolo».

Le schede ospedaliere definiscono questa Unità a Dolo, diventerebbe dunque naturale quindi mantenere conseguentemente anche la sede della dirigenza a Dolo. Così come mantenere e consolidare la chirurgia generale a Dolo trasformandola in Uoc, utilizzando il posto di dirigenza attualmente scoperto di Otorinolaringoiatria.

«La Chirurgia laparoscopica è una tecnica specialistica che solo a Dolo viene attuata e quindi valorizza e rafforza l’intero reparto – conclude il comitato – Questi due interventi di minima, sono a costo zero».

(L.Per.)

 

A Mirano e Dolo ci saranno unità mobili di terapia intensiva con defibrillatori

I medici riceveranno i pazienti conoscendo già la loro evoluzione clinica

MIRANO – Le ambulanze di Dolo e Mirano diventano unità mobili di terapia intensiva. Nuova frontiera del pronto soccorso in Riviera e Miranese, grazie ai primi quattro nuovi mezzi acquistati dal Suem-118 dell’Asl 13: due sono già arrivati e saranno operativi a partire dalla prossima settimana, altre due ambulanze saranno pronte nei prossimi mesi.

Sostituiscono quelle più obsolete, in un parco macchine complessivo, tra Dolo e Mirano, di tredici unità e permetteranno ai medici del Suem di praticare la rianimazione di alto livello fuori dall’ospedale, direttamente sul posto, grazie ad apparecchiature di ultima generazione. Le nuove ambulanze sono infatti equipaggiate con defibrillatori in grado di trasmettere il tracciato dal luogo dell’intervento direttamente all’unità coronarica: in questo modo l’ospedale riceve il paziente conoscendone già l’evoluzione clinica, dall’intervento all’arrivo in reparto.

In dotazione ai nuovi veicoli di soccorso ci sono anche respiratori automatici, materiali per intubare il paziente e altri equipaggiamenti d’emergenza all’avanguardia.

«Si tratta di ambulanze simili a vere e proprie “terapie intensive mobili”», spiega il responsabile del Dipartimento di emergenza dell’Asl 13, Pietro Pacelli, insieme con il direttore sanitario Livio Dalla Barba, «è come se l’ospedale si muovesse e andasse sul luogo dell’evento. In queste macchine c’è tutto quello che serve per gestire e stabilizzare un paziente critico fino all’arrivo nella struttura ospedaliera più idonea a curarlo».

Una nuova frontiera del pronto intervento dunque, che migliorerà ulteriormente la gestione dei casi critici sul territorio. Che, per diversi motivi, sono in aumento. Nel 2014 infatti, il personale del Suem dell’Asl 13 ha eseguito tra Dolo e Mirano più di 16 mila trasporti di codici rossi e gialli, cioè i più gravi, con un trend in netta crescita negli ultimi cinque anni del 24%.

«Si esce di più», continua Pacelli, «sia perché è aumentata la sensibilità dell’utenza di fronte a certi sintomi, ad esempio il classico dolore al torace, sia perché abbiamo un territorio con sempre più anziani, magari affetti da patologie croniche».

A Mirano, dove si registra una popolazione più anziana rispetto a quella della Riviera, si sono verificati circa 1.800 trasporti in più rispetto al Suem di Dolo: in Riviera infatti le uscite sono state 7.068, contro le 8.850 del pronto soccorso di Mirano. Il tutto senza incidere negativamente sul tasso dei ricoveri (circa 10 mila su 82 mila accessi), che si attesta attorno al 12%, in linea con la media regionale. Da alcuni anni, inoltre, i Pronto soccorsi di Mirano e Dolo hanno ottenuto la certificazione Iso 9001.

Filippo De Gaspari

 

 

DOLO – Gli uffici postali di Noale, Dolo e Mirano metteranno dalla prossima settimana a disposizione dei cittadini il nuovo servizio WiFi gratuito. Poste Italiane comincerà ad installare le connessioni a partire da domani. Basterà registrarsi comunicando il proprio numero di telefono mobile al quale verrà inviato un messaggio con le credenziali per l’accesso al WiFi. A quel punto, attraverso smartphone, tablet o pc sarà possibile navigare in internet, dialogare sui social network o lavorare in attesa del proprio turno allo sportello.

«Il progetto WiFi che presentiamo oggi» dice Francesco Caio, amministratore delegato di Poste Italiane «rientra nella missione che ci siamo dati per i prossimi anni nel Piano strategico Poste 2020: vogliamo essere gli architetti di un’Italia più digitale, includendo tutti, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione, per aiutare il Paese nel passaggio dall’economia tradizionale a quella digitale».

In provincia di Venezia il servizio sarà disponibile a breve a Venezia Centro e piazzale Roma, Mestre centro e via Torino, San Donà, Sottomarina, Chioggia, Lido di Jesolo, Portogruaro, Cavarzere, Favaro.

(a.ab.)

 

L’ESEMPIO DELLA RIVIERA DEL BRENTA

«Non potremmo erogare i servizi che eroghiamo se non ci fossimo messi insieme». Parola di Andrea Martellato, sindaco di Fiesso d’Artico, nel cuore della Riviera del Brenta e del distretto della scarpa. Da alcuni anni le piccole amministrazioni comunali di Fiesso, Dolo, Fossò e Campagna Lupia, che si sviluppano intorno al Naviglio del Brenta si sono messe insieme per dare vita all’Unione dei comuni della Riviera del Brenta.

«Solo così», prosegue Martellato, «riusciamo a tagliare l’erba delle aiuole, avere una polizia locale efficiente, e godere anche di alcune risorse per progetti turisti nella Riviera del Brenta. Mi trovi altri piccoli Comuni che riescono a investire in turismo: non ne troverà, noi invece ce la facciamo».

E dopo le elezioni di maggio (si voterà a Dolo) dovrebbero entrare nell’Unione dei Comuni anche Camponogara, Campolongo e Stra. Martellato, a capo di un’amministrazione di centrodestra, è anche membro della commissione Finanza locale dell’Anci Veneto.

«L’idea che ci siamo fatto, come sindaci, è che il legislatore voglia arrivare alla creazione di comuni di 35-40 mila abitanti. Così adesso le unioni, per sopravvivere, sono obbligatorie per i comuni di 3-5 mila abitanti, tra 2 o 3 anni lo saranno per i comuni intorno ai 10-15 mila abitanti, e tra 5 anni per i comuni con 20 mila residenti. È una strada segnata, anche se non facile da percorrere».

Ci sarà anche il sindaco di Fiesso d’Artico domani all’incontro dei vertici dell’Anci per preparare un documento da inviare a Roma e che segnerà una rottura con l’Anci nazionale: «Le modifiche previste a livello nazionale avvantaggiano le grandi città e penalizzano i comuni di piccole e medie dimensioni che non avranno più soldi per investire in opere pubbliche, per questo faremo sentire la nostra opposizione».

(f.fur.)

 

GIUSTIZIA – Sempre meno cancellieri per svolgere il lavoro che riguarda anche Mestre e Dolo

L’ufficio del giudice di pace è al collasso. Da circa un anno, dopo l’abolizione della sede staccata di Mestre e di quella di Dolo, accentrate nel nuovo palazzo di Riva di Biasio, a Venezia, i tempi deposito dei provvedimenti sono aumentati a dismisura in quanto non c’è sufficiente personale di cancelleria. I dipendenti a disposizione sono soltanto quelli che, prima dell’unificazione, operavano a Venezia e si occupavano di procedimenti civili e penali del centro storico.

Il personale un tempo in servizio a Mestre e Dolo ha chiesto il trasferimento in altre sedi e così, i cancellieri veneziani devono farsi carico, a parità di organico, almeno del triplo del lavoro.

La conseguenza è disastrosa: avvocati in coda per ore, ogni giorno, per effettuare un deposito atti, una richiesta di copie o un semplice ritiro, anche perché vi sono soltanto due funzionari autorizzati a ricevere gli atti, uno dei quali sta per andare in pensione; l’altro avrebbe già chiesto il trasferimento.

Ma non basta: un ricorso per decreto ingiuntivo mediamente viene emanato dopo oltre 120 giorni dal deposito (in Tribunale basta una settimana circa); per ottenerne le copie autentiche per la notifica è necessario attendere anche oltre un mese, con il rischio di non riuscire a notificarle entro i termini di legge; i fascicoli già in decisione sono moltissimi, anche da oltre un anno; le sentenze, una volta depositate in cancelleria dal giudice, restano in attesa di essere pubblicate per moltissimi mesi, anche un anno.

Una situazione simile si è verificata lo scorso anno a Roma, dove l’Ordine degli avvocati ha stipulato una convenzione con l’Ufficio giudiziario assumendo del personale a tempo determinato per procedere all’immediata pubblicazione delle sentenze in arretrato e, in pochi mesi, l’emergenza è stata risolta. Il nuovo presidente della Camera civile, l’avvocato Giorgio Battaglini, ha già preso contatti con il presidente del Tribunale, Arturo Toppan, per cercare una soluzione, mentre l’Aiga, l’associazione che riunisce i giovani avvocati, ha delegato la collega Carlotta Canal, la quale ha proposto ai colleghi di sottoscrivere un protocollo con cui impegnarsi a mettere in atto una serie di comportamenti per agevolare il lavoro delle cancellerie.

«È necessario studiare quanto prima un progetto di riorganizzazione delle risorse umane e materiali dell’Ufficio, in stretta collaborazione tra gli Uffici Giudiziari, gli Enti locali e le varie componenti rappresentanti dell’Avvocatura», dichiara l’avvocato Battaglini. Ma se il ministero non metterà a disposizione il nuovo personale richiesto dal presidente Toppan, molti servizi sono a rischio.

 

Gazzettino – Asl 13 “Hotel? Qui mancano i bagni”

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8

mar

2015

SANITÀ – La presidente del Tribunale del malato replica alle proposte di Gumirato

Boscolo: «Parlano di steward, ma nell’Asl 13 non ci sono nemmeno le carrozzine»

«Mancano le carrozzine nei reparti, nonostante le prescrizioni mediche, mancano i servizi igienici nelle stanze di degenza obbligando così i malati a penosi tragitti nei corridoi, per non parlare dei ritardi nella consegna degli ausili in fase di dimissione. Ci vuole ben altro degli steward e del wi-fi per far sentire i malati come in hotel».

Sandra Boscolo, presidente del Tribunale del Malato, replica così al direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato che nei giorni scorsi aveva sottolineato come «la buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, confort alberghiero e alta tecnologia».

Dati alla mano, o meglio forte delle segnalazioni dei pazienti al Tribunale del Malato per errori clinici, la Boscolo contesta le dichiarazioni di Gumirato.

«Ma quale confort alberghiero – afferma la Boscolo. – La presenza degli steward negli ospedali dell’Asl 13 è una disposizione regionale e al Tribunale del malato non viene segnalata l’assenza del wi-fi, ma l’assenza di carrozzine, indispensabili per la mobilizzazione prescritta dai medici; l’assenza dei servizi igienici nelle stanze; i gravosi ritardi nella consegna di ausili in fase di dimissione, indispensabili alla qualità di vita e parallelamente ritardi anche di tre anni per il ritiro degli stessi quando non servono più. Non parliamo delle attese per accedere alla terapia antalgica, con ritardi legati alla carenza di organico in Anestesia e Rianimazione nonostante l’accesso alla terapia del dolore sia sancito dalla legge».

In aumento anche le segnalazioni, al Tribunale del malato, di errori medici.

«Spesso – commenta la Boscolo – sono dovuti a carenze delle strutture sanitarie o di organico. Ben venga quindi l’impiego di risorse per la sostituzione di apparecchiature obsolete così come gli interventi per raggiungere standard di sicurezza adeguati».

La Boscolo si lascia andare anche ad una battuta: «Aspettiamo per collocare l’insegna “hotel” intanto si potrebbe collocare quella che indichi l’ubicazione delle associazioni di volontariato. La chiediamo da 14 anni».

 

Nuova Venezia – Asl 13 “Rifare le schede ospedaliere”

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7

mar

2015

Pettenò (Sinistra) contro Zaia e la Regione a difesa degli ospedali dell’Asl 13

DOLO – Proseguono le mobilitazioni per la difesa delle strutture dell’ospedale di Dolo e dell’Asl 13.

Il consigliere regionale Pierangelo Pettenò (Federazione della Sinistra) ha presentato ieri in Consiglio regionale un emendamento alla legge di stabilità regionale 2015 che prevede la sospensione delle schede ospedaliere dell’Asl 13.

Il tutto con un duro attacco ai due artefici delle schede: il presidente della giunta regionale Luca Zaia (Lega) e il suo compagno di partito e assessore alla Sanità, Luca Coletto.

«I cittadini, le associazioni, i comitati e i sindaci del Miranese e della Riviera», spiega Pettenò, «manifestano da mesi la necessità di rivedere le scelte fatte dalla Regione sulla riorganizzazione dell’azienda sanitaria, specie sulla decisione di caratterizzare Mirano quale ospedale ad area chirurgica e Dolo come ospedale ad area medica. Si tratta dell’unico esempio presente in Veneto, ma non rispondente alla necessità di contenere i costi e non funzionale ai bisogni della popolazione. Con l’approvazione di tale emendamento la giunta regionale sarà obbligata a nuove schede di dotazione ospedaliera, a seguito di una nuova valutazione tecnica sulla situazione di Riviera e Miranese. La giunta dovrà tuttavia tener conto dei pareri degli enti locali e delle associazioni di cittadini relativi alla domanda effettiva di prestazioni sanitarie e dei servizi già esistenti».

Sul tema della difesa dell’ospedale di Dolo interviene anche Emilio Zen, portavoce del coordinamento iniziative a tutela dell’ospedale di Dolo.

«Per quanto finora svolto», spiega, «ci sentiamo legittimati a chiedere alle realtà politiche della Riviera incontri bilaterali per capire le intenzioni di ciascuno sul futuro dell’ospedale di Dolo e sull’organizzazione complessiva del servizio socio-sanitario. Per troppo tempo, sul tema, la politica locale ha balbettato. È giunto il momento di venire allo scoperto».

Giacomo Piran

 

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