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Dolo. Dopo la manifestazione per l’ospedale: «Finalmente abbiamo capito da che parte stanno e perchè»

Dopo l’imponente manifestazione di domenica scorsa a difesa dell’ospedale, gli organizzatori attendono di capire quanto accadrà in Regione dove nelle prossime settimane, fra le altre cose, saranno portate le oltre cinquemila firme raccolte dai cittadini dai comitati coordinati da Emilio Zen.

Le ultime vicende e la manifestazione hanno indotto il Comitato Bruno Marcato, che da anni si batte per l’ospedale dolese, ad alcune riflessioni.

«Finalmente tutti sono usciti allo scoperto, ora è tutto più chiaro. In qualche modo anche chi non ha partecipato ci ha aiutato.» Osservano i componenti del Comitato che aggiungono .

«Abbiamo capito infatti da che parte stanno e perché. Alla manifestazione non c’era rappresentanti della Lega Nord e neppure di Forza Italia, i partiti maggiormente responsabili delle scelte sanitarie nel Veneto, comprese quelle che riguardano il nostro ospedale. Non c’erano neppure i sindaci che fanno riferimento a quei partiti e probabilmente si sentono rappresentanti solo dei loro partiti e non dei cittadini dei loro Comuni.»

E concludono. «Per fortuna molti dei cittadini dei Comuni amministrati da quei sindaci credono, ed hanno fiducia, in questo ospedale, com’è ora e come noi lo vorremmo mantenere, non come lo vorrebbe la Lega Nord e Forza Italia. Quei cittadini lo hanno dimostrato firmando la nostra petizione, snobbata ed osteggiata dai loro sindaci».

(l.per.)

 

DOLO – Incontro alla Direzione territoriale del lavoro per definire la situazione dei lavoratori della ristorazione dell’Asl 13 che dal 1. dicembre transiteranno dalla Cir Food alla Dussmann Service che ha vinto la gara d’appalto indetta dall’azienda. L’incontro, presenti rappresentanti della ditta uscente e subentrante, di Cgil e Uil e di Riccardo Germoglio della Direzione del lavoro, non è stato particolarmente proficuo per i lavoratori. La Dussmann ha confermato l’assunzione dei 61 dipendenti della Cir Food ma con la riduzione complessiva di 400 ore settimanali di lavoro da ripartire fra i cuochi, addetti cuochi, addetti ai servizi mensa, magazzinieri, dietiste ed operai che operano nella cucina di Dolo che copre i pasti per le tre sedi di Dolo, Mirano e Noale e per alcune strutture esterne come il Ceod. Con la riduzione delle ore settimanali, dal 1. dicembre vi saranno tre lavoratori a 36 ore, 10 a 29 ore, due a 28 ore, uno ciascuno a 20 e 16 ore e ben 38 lavoratori a sole 15 ore. Per questi ultimi è stata raggiunta una intesa provvisoria di innalzamento a 16,75 ore settimanali per un periodo transitorio sino a fine febbraio. Rinvio entro febbraio per verificare se vi saranno margini di una nuova trattativa.

(l.per.)

 

Il futuro della sanità

DOLO – La Commissione regionale investimento in tecnologia ed edilizia (Crite) ha analizzato ieri il progetto di investimento e ristrutturazione degli ospedali dell’Asl 13, in particolare di Dolo.

«La commissione ha valutato in modo positivo il progetto complessivo», spiegano dall’Asl 13, «ed è scesa nei dettagli delle valutazioni sui singoli interventi, in particolare dell’ospedale di Dolo, individuando la necessità di definire nella prossima riunione fissata per dicembre una serie di approfondimenti tecnici per delineare la calendarizzazione dei lavori».

Il costo totale per gli adeguamenti normativi a Dolo è di 37,5 milioni, mentre per le opere urgenti, tra cui il pronto soccorso e la piastra diagnostica, i costi ammontano a 14,2 milioni.

Per quel che riguarda l’ospedale di Dolo sono previsti tra l’altro lavori nel blocco sud e la realizzazione del nuovo pronto soccorso che potrà prevedere la realizzazione di un blocco chirurgico per attività in regime “week-surgery” diurno ambulatoriale e di un’area radiologica e ambulatoriale.

(g.pir.)

 

Nuova Venezia – Asl 13. Mense ospedaliere, accordo siglato

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19

nov

2014

Dolo. Ridotti i tagli degli orari, soddisfatto il sindacato che congela la protesta

DOLO «Siamo riusciti a raggiungere la stipula di un accordo-ponte che permetterà di ridurre il taglio annunciato da Dusmann, passando da 1.700 a 1.400 ore e non più le 1.300 iniziali. Aspettiamo in ogni caso dall’Asl 13 le risorse aggiuntive necessarie per ridurre i danni ai lavoratori delle mense degli ospedali di Dolo, Mirano e Noale».

A dirlo è Gianfranco Rizzetto, segretario della Filcams Cgil dopo l’incontro di ieri mattina fra le rappresentanze sindacali (Filcams Cgil e Uil Tucs), la direzione territoriale del lavoro rappresentata da Riccardo Germoglio e la direzione della Dusmann di Milano rappresentata da Margherita Ravioli.

La questione è relativa al passaggio di gestione previsto per il primo di dicembre dalla Cir Food alla Dusmann che ha vinto la gara d’appalto per 9 milioni di euro all’Asl 13 per la gestione delle mense fino al dicembre 2017. Si tratta di una vertenza che coinvolge 61 dipendenti e 5 autisti.

«L’azienda nelle scorse settimane», dice Rizzetto, «aveva annunciato che avrebbe tagliato il 40% del monte ore. Una misura che avrebbe colpito soprattutto le donne che già lavorano part–time, portando il loro orario da 23 a 14 ore settimanali. Si è deciso oggi, in accordo con la proprietà e la Dtl, di aumentare il monte ore di 100 rispetto al limite prefissato. L’azienda poi ha detto che non darà alcun subappalto. Se lo avesse fatto, i posti a rischio sarebbero potuti diventare ben 43».

Si tratta però di un primo passo, di un accordo-ponte che permette in ogni caso al sindacato di congelare agitazioni o l’indizione di scioperi.

«È un accordo-ponte», chiarisce Rizzetto, «per il semplice fatto che come sindacati lo consideriamo un primo passo verso una ulteriore riduzione del taglio che sarà possibile solo grazie all’apporto di risorse aggiuntive da parte dell’Asl 13». Soddisfazione per il risultato raggiunto anche da parte dell’assessore provinciale al Lavoro provinciale Paolino D’Anna: «È un primo accordo che si muove nella giusta direzione».

Alessandro Abbadir

 

DOLO – La denuncia di Cgil e Uil contro il nuovo appalto

DOLO – Sessantasei dipendenti, fra cui 5 autisti, a rischio di vedere pesantemente decurtato il loro già magro stipendio. È quanto rischia di accadere per i lavoratori del servizio ristorazione dell’Asl 13 dopo che la gara d’appalto è stata aggiudicata alla Dussmann Service di Milano che subentra alla Cir Food Sodexo.

Il nuovo appalto scatterà dal 1° dicembre ed avrà durata triennale per un valore complessivo di 9 milioni di euro ed ha indotto la nuova ditta a ridurre in media di quasi il 40% il lavoro settimanale dei dipendenti, con punte che sfiorano il 50%.

La cucina si trova a Dolo e produce pasti sia per i pazienti ed i dipendenti dei tre ospedali di Dolo, Mirano e Noale, ma anche per servizi esterni come quello del Ceod.

Lunedì si è svolta un’assemblea dei lavorati nella sede della Cgil di Dolo presenti Gianfranco Rizzetto, segretario provinciale della Filcams Cgil e Luigino Boscaro, segretario provinciale Uil Tucs. Rizzetto ha osservato: «Indubbiamente c’è stata una riduzione dei pasti per il minor numero di pazienti ed eravamo preparati ad una diminuzione delle ore, magari anche del 10%, così drastica non ce l’aspettavamo».

La maggior parte dei lavoratori è costituita da donne, alcune hanno fatto presente situazioni familiari disagevoli con marito disoccupato, quindi monoreddito, figli da mantenere e mutuo da pagare.

«Si tenga presente – ha aggiunto Rizzetto – che sono già tutte assunte con contratti part-time il che significa che ricevono stipendi medi fra le 600 e le 800 euro al mese».

I sindacalisti contano sul fatto che l’art. 14 del contratto obbliga, in caso di cambio di gestione, l’assunzione dei lavoratori e l’inquadramento nello stesso livello, ma la Dussmann ha replicato che ciò può avvenire solo se in cambio vengono licenziate 10 persone. I rappresentanti sindacali avranno un incontro alla Camera del Lavoro con i dirigenti generali per trovare una soluzione, altrimenti inizierà la mobilitazione.

Lino Perini

 

DOLO – È stata rinviata a questa mattina la riunione del Crite (Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia) che dovrebbe dare il via libera ai progetti di messa a norma dell’area sud, di nuove dotazioni, e la realizzazione del nuovo Pronto Soccorso e della nuova piastra diagnostica dell’ospedale di Dolo per un totale di 16 milioni di euro.

Nel frattempo arrivano alcuni commenti sulla manifestazione per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo svoltasi domenica.

«La manifestazione è riuscita», commenta Emilio Zen, coordinatore degli organizzatori, «c’è stata una partecipazione trasversale con partiti, sindacati, gruppi politici, comitati e associazioni di volontariato. Ha sbagliato chi non c’era. Abbiamo anche ottenuto degli impegni forti da parte dei sindaci e dei consiglieri regionali presenti. Il percorso per la salvaguardia e il potenziamento dell’ospedale non è finito».

[…]

Campolongo. Incontro tra primi cittadini e dirigenti dei Consorzi di bonifica

«Usare l’idrovia come scolmatore, completare l’intervento sui Vasi di Bojon»

CAMPOLONGO – Emergenza idraulica: i sindaci della Riviera stilano l’elenco delle priorità e mettono dei paletti agli interventi chiesti a carico di Consorzi e Comuni, dopo gli allagamenti che hanno provocato danni e allarme negli ultimi giorni. Ieri pomeriggio assemblea della conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta convocata urgentemente dal presidente Alessandro Campalto in municipio a Campolongo e che ha visto la presenza di quasi tutti i primi cittadini della zona e dei responsabili dei consorzi di Bonifica “Acque Risorgive” e “Bacchiglione Brenta”.

«I lavori che sono in corso» spiega Campalto «per mettere in sicurezza idraulica il territorio dei 10 comuni della zona sono molti. Nell’area sud continua l’intervento di realizzazione della botte sifone a Corte di Piove di Sacco per convogliare più acqua sul canale Fiumazzo che va da Corte a Lova e da lì in laguna. Ciò potenzierà la capacità di scarico e la messa in sicurezza delle aree a monte. L’intervento sarà concluso a primavera del 2015 dal consorzio Bacchiglione Brenta e costerà due milioni di euro».

Sempre nella stessa area sarà completato l’intervento programmato dal Consorzio Acque Risorgive ai “Vasi di Bojon” un nodo idraulico importante per far confluire le acque dai comuni di Fossò, Camponogara, Vigonovo e Campagna Lupia. Sarà realizzato entro la prima metà del 2015. Per quanto riguarda il potenziamento dell’idrovora di Lova, bloccata recentemente dalla Commissione Salvaguardia di Venezia, la stessa ha chiesto al Consorzio Acque Risorgive che dovrà realizzare i lavori, di farsi carico della pulizia delle canalette demaniali (cioè dello Stato) in laguna sud necessario dopo lo sversamento di maggiori quantità di acqua.

«Questo è un compito» spiega Campalto «spetta allo Stato e non agli enti locali che hanno bilanci critici».

Per l’area nord e ovest della Riviera del Brenta e cioè i comuni di Mira, Dolo, Fiesso Stra e Pianiga il presidente del consorzio di bonifica “Bacchiglione – Brenta” l’ingegner Francesco Veronese, insieme ai tecnici di “Acque Risorgive” hanno osservato come sia opportuno e sufficiente per evitare gli allagamenti in questa zona utilizzare l’idrovia come scolmatore. Ma questo secondo i sindaci non basta. «È importante dare il via alla realizzazione di importanti aree golenali» conclude Campalto «a ridosso dei principali corsi d’acqua e canali consortili. L’acqua non deve arrivare in laguna o nei canali più grandi e nei fiumi a tutta velocità, ma scorrendo lentamente e allagando in modo guidato le campagne circostanti, in questo modo senza provocare grandi danni».

Alessandro Abbadir

 

manifestazione_ospedale_dolo_2014

Servizio TG RAI

Video sul WEB

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Articolo de “La Nuova di Venezia e Mestre”

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Articolo del “Gazzettino”

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MANIFESTAZIONE

16 novembre 2014 – Manifestazione per l’Ospedale di Dolo

Protesta massiccia a Dolo contro schede e riorganizzazione dei reparti

Mille in corteo per l’ospedale

Massiccia partecipazione alla manifestazione, assenti i sindaci del centrodestra

Chiesto lo stop alla riorganizzazione dei reparti e alle schede, Regione nel mirino

DOLO “La salute è un diritto di tutti. Salvare il nostro ospedale è un dovere”. Così recitava lo striscione che ha aperto la manifestazione di ieri mattina per la salvaguardia e il potenziamento dell’ospedale di Dolo. Al corteo hanno partecipato oltre mille persone: cittadini, rappresentanti politici, sindacali, di federazioni di categoria, comitati e associazioni. In testa, sindaci e amministratori dei Comuni della Riviera che però erano “solo” in sei (Dolo, Mira, Campolongo, Camponogara, Fossò e Stra), assenti Campagna Lupia, Fiesso, Pianiga e Vigonovo, amministrati dal centrodestra. Dal Foro Boario i manifestanti hanno percorso il centro intonando slogan in difesa dell’ospedale.

Lo Squero ha ospitato gli interventi. Walter Mescalchin del comitato “Bruno Marcato” ha criticato gli assenti. «Se qualche sindaco ha preferito non esserci, è lui che è di parte. Non siamo d’accordo con il sindaco Livieri perché le schede vanno modificate e non attuate, come pure va modificato l’atto aziendale. Non vogliamo la divisione netta tra area medica e area chirurgica, no a spostamenti di reparti a Mirano e no all’affidamento a privati dei posti letto delle strutture intermedie. Dolo e Mirano devono essere ospedali di rete per acuti».

Alessandro Campalto, presidente della conferenza dei sindaci della Riviera: «I sindaci non hanno mai condiviso il modello imposto dalla Regione per la nostra Asl. Un anno fa eravamo qui perché non condividevamo le schede, ora chiediamo di fermare un atto di riorganizzazione la cui reale fattibilità lascia molti dubbi». Arriva poi una frecciata alla Regione. «Dal 2009 c’è un programma di ammodernamento delle strutture ospedaliere per 40 milioni di euro. Sono passati cinque anni, ben venga che oggi qualcuno si sia mosso per richiedere queste risorse, ma dove è stato fino a questo momento? Chiediamo un impegno concreto della politica, come quello avuto per l’Asl 10».

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Dolo. Mille al corteo per salvare l’ospedale.

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17

nov

2014

“La salute è un diritto di tutti, salvare il nostro ospedale un dovere” è lo slogan che ha aperto il corteo

DOLO Successo del corteo promosso per bloccare l’attuazione delle schede sanitarie

In mille per l’ospedale

Toccata e fuga della sindaca Gottardo: «Ora ci sono i soldi»

Si è sfiorato il migliaio di persone, in un corteo che si è snodato lungo tutto il centro. In testa uno striscione con la scritta “La salute è un diritto di tutti, salvare il nostro ospedale un dovere”.

Baciata dal sole la manifestazione in difesa dell’ospedale ha richiamato esponenti politici, associazioni, comitati, sigle sindacali. La sindaca dolese Maddalena Gottardo si è subito assentata per motivi familiari, ha commentato le dichiarazioni della Lega nord: «Mi fa piacere scoprire che ora ci sono i soldi in Regione. Da un anno è stato presentato un progetto dal direttore generale Gumirato, che appoggio in pieno, ed aspetta ancora risposta».

Primi a sfilare i sindaci Menin, Maniero, Boscaro, Cacciavillani, il vice dolese Zilio ed il presidente della conferenza Campalto, poi i consiglieri regionali Piccolo, Pigozzo e Pettenò. A coordinare Emilio Zen che ogni tanto lanciava lo slogan: «La storia illustre del nostro ospedale farà cambiare la scelta regionale». Tutto tranquillo per le forze dell’ordine agli ordini di Alberto Baratto per la polizia locale e del tenente Gabriele Favero per i Carabinieri.

Allo Squero gli interventi. Dopo il vicesindaco Zilio, Walter Mescalchin del Comitato Bruno Marcato ha osservato: «Portiamo avanti quanto votato ed approvato in tutti i Consigli comunali del territorio. Chiediamo il blocco delle schede ospedaliere e la modifica del piano aziendale».

Interventi anche dei consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Francesco Piccolo. Il primo ha evidenziato: «Non è vero che saranno stanziati i finanziamenti perché questa è una commissione tecnica». Piccolo ha aggiunto: «La quinta commissione è interessata ad ascoltare la delegazione dei sindaci. Intanto è importante bloccare l’attuazione delle schede ospedaliere». Molto incisivo l’intervento del sindaco Campalto: «La nostra Asl è virtuosa da anni. Questo cosa ha comportato? Che i fondi destinati all’Asl 13, 25 milioni, sono stati girati dalla Regione altrove. Il danno e la beffa».

 

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