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Grosso spavento per l’incidente di martedì sera. I residenti: «Strage mancata, non ci resta che pregare»

VETREGO. Lontano da casa con una bomba a idrogeno a due passi dal cortile oppure sul treno fermo in stazione per oltre un’ora, in attesa di sapere cosa stava succedendo tra Mirano e Dolo. Storie di un martedì sera col fiato sospeso per l’incidente a un tir che trasportava bombole di idrogeno compresso, ribaltatosi alla rotonda di via San Silvestro a Vetrego, tra le case del paese e la ferrovia.

Poteva essere la cronaca di un disastro, il giorno dopo il paese tira un sospiro di sollievo e lamenta per fortuna solo disagi. Martedì sera treni fermi alla stazione di Mestre, in attesa del via libera. Alle 20 il blocco ha interessato tutta la linea con ritardi che per i regionali hanno superato i 50 minuti, ma ha riguardato anche tre Eurostar e un Euronight. «Ci hanno fermato a Mestre», racconta una pendolare, «l’altoparlante ha detto cos’era successo ma non capivamo bene. Ci ho messo un’ora e mezza per arrivare a Padova». Sulla rotonda che costeggia la ferrovia le operazioni di messa in sicurezza del carico del tir sono proseguite, difficili e delicate, fin quasi a mezzanotte. Solo alle 23, con una terza autogru fatta arrivare appositamente, il camion è stato rimesso in asse e poco dopo i residenti evacuati sei ore prima hanno potuto finalmente fare rientro nelle loro case. Si tratta di quattro famiglie che abitano in un gruppo di case a ridosso della rotonda, tra il capitello di via Basse e la ferrovia. Poco dopo anche la viabilità stradale è stata ripristinata con la riapertura della rotonda, di via Vetrego e di via San Silvestro. Prontamente rimosso il camion e il suo carico infiammabile: nel cassone, di proprietà della Sapio, che tratta gas tecnici e medicinali, si trovavano 12 siluri lunghi 10 metri contenenti 40 atmosfere di idrogeno compresso. Sul luogo dell’incidente restano i segni dello spettacolare ribaltamento, avvenuto mentre il tir affrontava la curva della rotatoria alle porte di Vetrego. Il giorno dopo le polemiche roventi chiamano in causa proprio la nuova viabilità attorno al paese, figlia del Passante e del raddoppio della linea ferroviaria. Per quella rotatoria, in mancanza della riapertura del casello di Roncoduro, transitano, a ridosso delle case e dei binari, mezzi pesanti di qualsiasi tipo e carico, in uscita dal vicino casello di Mirano-Dolo. Percorrono una viabilità definita “assurda” dai residenti, transitando lungo la nuova bretella a nord della ferrovia, poi sopra il Passante, quindi incuneandosi nel sottopasso ferroviario e infine affrontando la rotatoria di via San Silvestro. «Molte volte ci sono perdite di carico e quando il carico è pericoloso non ci resta che pregare» afferma oggi e col senno di poi chi abita alle porte di Vetrego.  Filippo De Gaspari

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Gazzettino – Vetrego, la paura è passata

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23

ago

2012

MIRANO – Disagi per i residenti evacuati dalle case. Fermi treni e circolazione

I Vigili del fuoco hanno lavorato fino a mezzanotte per rialzare la cisterna ribaltata

L’INCUBO ESPLOSIONE DURA SEI ORE

Intera zona bloccata per le operazioni. Solo verso mezzanotte i residenti di Vetrego hanno potuto rientrare nelle loro case. Vigili del fuoco al lavoro per ore per rialzare la cisterna.

Martedì sera, poco dopo le 23, la frazione di Vetrego ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo. Si è concluso positivamente l’intervento per sollevare l’autoarticolato carico di idrogeno che nel pomeriggio si era rovesciato nella rotonda a pochi passi dal centro, ma i Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare fino a tarda ora per rimettere su quattro ruote un tale bestione. Situazione delicata fino all’ultimo perché il mezzo conteneva ben dodici siluri da dieci metri di idrogeno compresso, per un totale di circa quaranta atmosfere, alcuni dei quali si erano spostati a causa dello schianto.Materiale facilmente infiammabile che, in caso di esplosione, avrebbe potuto provocare un vero e proprio disastro. Per questo le forze dell’ordine hanno fatto evacuare le quattro abitazioni più vicine e i pompieri hanno dovuto procedere con massima cautela.          L’episodio è capitato attorno alle 17 nella rotonda tra le vie Vetrego e San Silvestro, dove un camion proveniente da Mantova ha sbandato rovesciandosi per metà e terminando la propria corsa sul ciglio della strada. Sul posto sono intervenuti sei mezzi dei Vigili del fuoco, ma non è bastato: le due auto-gru non sono riuscite a risollevarlo ed è stato necessario far intervenire un mezzo ancor più grande. È questo il motivo per cui le operazioni si sono protratte fino a notte, lasciando decine di residenti con il fiato sospeso. La viabilità ordinaria è stata deviata dalle 17 alle 23, provocando disagi soprattutto nell’orario di punta visto che la rotonda è uno snodo essenziale tra la Riviera e il Miranese. Per precauzione dalle 20 alle 20.30 è stata interrotta anche la circolazione ferroviaria sulla linea Venezia-Padova causando ritardi e cancellazioni di treni.         Una rete ferroviaria che già aveva subito molti disagi in mattinata a causa di un incendio a Trieste e che ha poi rischiato di esser chiusa pure per un incendio capitato a Marano, sempre martedì mattina. I residenti evacuati sono potuti rientrare nelle loro abitazioni prima di mezzanotte, anche se molti di loro hanno fatto certamente fatica a prendere sonno. Ieri mattina, naturalmente, nel piccolo centro non si parlava d’altro. Il mezzo è stato trasportato in un’azienda di Marghera mentre il conducente, italiano, è scioccato, ma praticamente illeso.

I RESIDENTI

«Inascoltate le nostre proteste ma quella rotonda è pericolosa»

«Siamo una frazione dimenticata, ci si ricorda di noi solo quando capitano incidenti come questo». Dalla paura alle proteste del giorno dopo, il passo è stato breve e inevitabile. I cittadini di Vetrego accusano da anni il passaggio dei mezzi pesanti nelle loro strade e, naturalmente, un autoarticolato carico di idrogeno che si rovescia a pochi passi dalla chiesa e dalla scuola elementare è un ottimo motivo per alzare nuovamente la voce. A farsi portavoce del malcontento generale è ancora Lina Casonato, la titolare della storica Osteria che martedì sera ha ospitato a cena gli evacuati, megafono e punto di riferimento per gli umori della frazione. «Da tempo sosteniamo che alcune rotonde sono strette e che molte strade non sono idonee per sopportare questa mole di traffico pesante – spiegava ieri -. Capita spesso che i tir facciano fatica nella rotatoria, ma pare che a nessuno interessi». Ora che la tragedia è stata sfiorata, invece, il problema è tornato a galla. Molte le persone impaurite ieri, specie anziane: viste le difficoltà nell’intervento dei Vigili del Fuoco, si era temuto pure di dover star fuori di casa per tutta la notte. (G.Pip)

 

Nuova Venezia «Subito i lavori per il pronto soccorso»

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22

ago

2012

DOLO. IL COMITATO  BRUNO MARCATO

DOLO. «Abbiamo appreso con soddisfazione che sono arrivati i finanziamenti da tempo attesi per la sistemazione del Pronto Soccorso di Dolo. Adesso però bisogna attivare subito le procedure per la realizzazione dei lavori». A dirlo sono Antonino Carbone, Francesco Sacco, Giovanni Urso, Gino Bedin e Walter Mescalchin del comitato “Bruno Marcato, per la salvaguardia dell’ospedale di Dolo” che propongono una serie di interventi per migliorare le dotazioni e le strutture del nosocomio rivierasco. Si parte dal sesto piano del vecchio monoblocco. «Proponiamo che in quegli spazi, attualmente liberi, venga ospitato l’intero Settore Materno Infantile rispettando i parametri del nuovo Piano Sanitario» spiegano i portavoce del comitato, «il reparto di Ostetricia potrebbe essere ospitato degnamente e offrire, assieme a Patologia Neonatale, Pediatria e Ginecologia, una risposta qualificata ad un bacino di utenza che potrebbe coinvolgere anche il Piovese». Si parla poi delle sale operatorie di Dolo. «Vanno sistemate quando prima perché le sale operatorie sono la condizione irrinunciabile per la sopravvivenza dell’ospedale di Dolo». Viene poi lanciata una richiesta al direttore generale Arturo Orsini e al presidente della Conferenza dei Sindaci, Fabio Livieri. «Dato che è stato affermato varie volte che l’ospedale di Dolo non chiuderà», concludono, «chiediamo a chi di dovere che siano avviati urgentemente i progetti per la sistemazione dell’ospedale della Riviera del Brenta».  Giacomo Piran

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Gazzettino – Cisterna si rovescia. Sfiorato il disastro.

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22

ago

2012

ORE DI PAURA NEL MIRANESE

Incidente a Vetrego di Mirano: l’autoarticolato conteneva bombole di idrogeno. Evacuate quattro case, traffico in til e chiusa la linea ferroviaria Padova-Mestre

PAURA – L’area è stata subito sgomberata

L’INTERVENTO – Una vera e propria task force per scongiurare il pericolo di uno scoppio

L’INCIDENTE – Autoarticolato sbanda in rotonda e termina la corsa in bilico

MIRANO – Prima un forte botto, quello dell’autoarticolato che sbanda e si rovescia sul ciglio della strada. Poi la paura per un possibile secondo botto: quello dell’esplosione delle bombole d’idrogeno contenute al suo interno. Per fortuna l’epilogo tragico è stato scongiurato e il pauroso incidente capitato ieri in pieno centro della frazione di Vetrego non ha avuto le conseguenze che molti temevano. Il tutto è accaduto nel tardo pomeriggio, pochi minuti prima delle 17. L’area in questione è quella della rotonda tra via Vetrego e via San Silvestro, a poche centinaia di metri dalla chiesa e dalla scuola elementare, ma pure esattamente sopra il Passante Autostradale. Un camion, partito dalla provincia di Mantova e uscito al casello di Mirano-Dolo, sbanda sulla rotonda, probabilmente toccando un cordolo. Il mezzo, di notevoli dimensioni, si rovescia a metà e sbatte sul ciglio della strada, terminando la sua corsa in bilico su due ruote. Alcuni testimoni affermano che il camion abbia imboccato la rotatoria ad alta velocità, ma la dinamica è ancora al vaglio degli agenti. Il conducente, italiano, esce dal mezzo illeso. C’è il primo sospiro di sollievo, ma non basta per parlare di scampato pericolo. L’allerta, infatti, resta comunque altissima vista la peculiarità del trasporto: il camion pesa 400 quintali, al suo interno erano contenute circa 40 atmosfere di idrogeno compresso. In tutto, dodici siluri da dieci metri, alcuni dei quali si sono spostati a causa dello schianto. Un carico molto pericoloso e facilmente infiammabile, dunque. Il dispiegamento di mezzi è davvero notevole: sul posto arrivano immediatamente Vigili, Carabinieri, ambulanze del Suem, Cav, tecnici delle Ferrovie dello Stato e ben sei mezzi dei Vigili del Fuoco, comprese due auto-gru da Mestre e Padova. La Polizia Locale di Mirano chiude immediatamente l’area e il traffico va presto in tilt, visto l’orario di punta e il fatto che si tratta di un’area di collegamento tra il Miranese e la Riviera. La gente si riversa in strada, si capisce subito che la situazione è delicata e la procedura per risollevare il mezzo sarà lunga. Attorno alle 18 arriva la prima decisione: le quattro case più vicine alla rotonda vengono fatte evacuare. Se nell’intervento qualcosa va storto, infatti, le conseguenze potrebbero essere tragiche. Si decide anche di chiudere la rete ferroviaria, quella che collega Mestre e Padova passando per Dolo e Marano, a partire dalle ore 20. A quell’ora entrano in azione le auto-gru per iniziare le prove di sollevamento del mezzo ma l’intervento si rivela più difficile del previsto e si protrae a serata inoltrata.        Gabriele Pipia

I RESIDENTI SI SONO RIVERSATI SUBITO IN STRADA

«Un botto tremendo, sembrava fosse scoppiata una bomba»

I residenti si riversano in strada, gli automobilisti si fermano all’improvviso, i bambini della zona sospendono di colpo i loro giochi. Il rumore dello schianto è stato fortissimo, e nel tardo pomeriggio sono tutti con gli occhi incollati a quel camion rovesciato e circondato dai Vigili del Fuoco. Il centro di Vetrego si mobilita alle 17.30, quando la notizia e la preoccupazione si diffondono rapidamente di bocca in bocca. Vedendo il mezzo sul ciglio della strada, la domanda immediata è sempre la stessa: «Qualcuno si è fatto male?». La risposta per fortuna è negativa, ma non basta per sciogliere la tensione del momento. La scritta sul retro del camion è infatti grande e inequivocabile: «Idrogeno compresso». Le facce di molti diventano tirate, l’allerta sale: le bombole d’idrogeno, si sa, potrebbero provocare una pericolosissima esplosione. «Il camion è pieno o vuoto?» diventa la nuova domanda ricorrente. La risposta dei Vigili del Fuoco non lascia spazio a dubbi: «È meglio che vi allontanate». L’area viene sgomberata, la gente si allontana ma gli occhi restano fissi su quella rotonda. In lontananza molti cittadini si affacciano alla finestra. Le procedure vanno a rilento, per riportare su quattro ruote un bestione del genere ci vuole moltissima cautela. Molti residenti si ritrovano nella storica osteria «Dalla Lina», punto di riferimento imprescindibile per tastare gli umori della frazione. È li, che ceneranno le famiglie evacuate. In quel covo negli anni sono montate decine e decine di proteste contro il Passante e contro il passaggio di mezzi pesanti per il centro di Vetrego. «Ero dentro in casa a cucinare e ho sentito un botto tremendo, come fosse una bomba» racconta un uomo di mezza età la cui abitazione è si affaccia propria sulla rotatoria. L’ultima evacuazione a Mirano era stata all’inizio dell’anno, nella frazione di Ballò, per l’incendio di una fabbrica. Ma la mente di molti torna al 2006, quando un autocisterna rimase incastrata nel sottopasso di Ballò. Anche in quel caso si paventò il pericolo-esplosione, poi fortunatamente svanito come questa volta. (G.Pip)

 

Gazzettino – «Subito i lavori per il Pronto Soccorso»

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22

ago

2012

OSPEDALE DI DOLO

LA PROPOSTA – Maternità unica al monoblocco

DOLO – «inizieranno finalmente i lavori di sistemazione all’Ospedale di Dolo?» Se lo chiedono i componenti del Comitato Bruno Marcato dopo aver appreso che per il nosocomio dolese sono stati finanziati i fondi per la sistemazione del Pronto Soccorso. «Ne sollecitiamo l’attivazione immediata affinché non venga perso ulteriore tempo per l’avvio delle procedure per la realizzazione dei lavori e dare finalmente dignità a tale reparto.» Antonino Carbone, Valter Mescalchin, Francesco Sacco, Giovanni Urso e Gino Bedin preoccupati delle voci di chiusura dell’ospedale dolese, temono che i fondi destinati siano stornati ad altre sedi e insistono. «Chiediamo di sollecitare anche l’utilizzo del sesto piano del vecchio monoblocco. Proponiamo venga assicurato in tali spazi, ora liberi, lo sviluppo e sistemazione dell’intero settore materno infantile rispettando i parametri del nuovo Piano sanitario. Ostetricia assieme a Patologia neonatale, Pediatria e Ginecologia può offrire una risposta qualificata ad un bacino di utenza ottimale. Un punto nascite unico da Mestre a Padova per offrire una risposta al Piovese, in un unico contesto, assieme ai reparti e servizi già esistenti a Dolo». Quanto alla sistemazione urgente delle sale operatorie, il comitato aggiunge: «La Regione mantenga fede a una programmazione che, a parole, sembra sia stata già fatta a suo tempo». (L.Per)

 

L’incidente alla rotonda di via San Silvestro a Vetrego. Evacuate alcune famiglie e interrotto il traffico ferroviario sulla Venezia-Padova per mettere il carico di bombole in sicurezza

MIRANO. Camion di idrogeno si rovescia alla rotonda di Vetrego, paese col fiato sospeso per ore. Serata di paura nella piccola frazione di Mirano: evacuate per precauzione 4 famiglie, interrotto il traffico ferroviario sulla Venezia-Padova. Sono da poco passate le 16.30 quando sotto il solleone un tir proveniente da Mantova, che trasporta bombole di idrogeno compresso, si rovescia mentre affronta la rotonda di via San Silvestro, dopo il sottopasso ferroviario di Vetrego ovest.          Il mezzo del peso di circa 400 quintali viaggia in direzione di Roncoduro e ha a bordo 12 siluri di 10 metri per 40 atmosfere di idrogeno compresso. Un’ora dopo vengono evacuate 4 famiglie che abitano in prossimità della rotonda: troppo pericoloso rimanere durante le operazioni di raddrizzamento del tir, altissimo il rischio di esplosione del carico. Agli ingressi della rotonda intanto si ammassano uomini e mezzi di soccorso mandati sul posto per mettere in sicurezza il camion e il carico infiammabile.          Chiusa via San Silvestro e la strada di accesso a Vetrego, allestiti posti di blocco prima e dopo la rotonda, a distanza di sicurezza di 400 metri dall’incidente. Sul posto si portano anche i tecnici di Rfi, la Rete ferroviaria di italiana: alle 20 viene deciso il blocco dei treni, con ritardi su tutta la tratta. In serata la rimozione del camion.              Filippo De Gaspari

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Continua la polemica a distanza fra il Comitato Bruno Marcato di Dolo e Tonolo del Comitato Savioli di Mirano sul problema dell’Asl 13. Il Comitato Bruno Marcato non ha gradito le affermazioni di Tonolo che ha definito “le richieste campanilistiche per l’ospedale di Dolo” e replica in modo seccato:

«Ci dispiace che Tonolo del Comitato Savioli abbia percepito le nostre richieste che riguardano la salute dei cittadini a difesa di un loro diritto primario e sancito dalla Costituzione come “richieste campanilistiche”. Ebbene Tonolo, su questo siamo campanilistici! Non ci riferiamo al campanile di Dolo ma ad un’area più vasta che comprende anche Mirano e sta guardando alla nuova Area Metropolitana. Questo è il confine del nostro campanilismo, a differenza di Tonolo che è rimasto ancora al campanile di Mirano che è superato dai tempi, purtroppo».

Il Comitato dolese composto da Antonino Carbone, Francesco Sacco, Valter Mescalchin, Giovanni Urso e Gino Bedin guarda avanti.

«Abbiamo l’esempio positivo di come funzionano nell’area da decenni i servizi dell’acquedotto, delle fognature, dei rifiuti, delle bonifiche ed altri. Anche la sanità dovrà scegliere questa economia di scala per erogare servizi qualificati. È vero, però, come dice Tonolo che Dolo senza Mirano potrebbe morire. Gli vogliamo ricordare però che Mirano oggi sta vivendo grazie a Dolo ed a quello che fino ad ora il nostro ospedale ha ceduto per la sopravvivenza dell’ospedale di Mirano. La guerra tra poveri non porterà a nulla».

(L.Per.)

 

Gazzettino – Dolo, Arte e musica per aiutare Emergency

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17

ago

2012

SAGRA DI SAN ROCCO

Arte e musica per aiutare Emergency

DOLO – Uno dei momenti più significativi del programma della sagra di san Rocco è stasera quando in Piazza Cantiere, a partire dalle 19 il gruppo della Riviera del Brenta di Emergency presenterà la 5. edizione di “Una stella per Emergency” organizzato in collaborazione con l’Associazione Arcobaleno ed il sostegno della Pro Loco di Dolo. Dell’evento ne abbiamo parlato con Daniela Pagiaro coordinatrice del gruppo rivierasco. «Noi volontari del gruppo della Riviera del Brenta ogni anno in occasione della sagra paesana, presentiamo un progetto dell’associazione al pubblico. Oggi, non siamo per nulla superstiziosi, faremo conoscere il progetto che abbiamo adottato proprio come gruppo. Tutto il ricavato della vendita di gadget, saremo presenti con un banchetto, e le offerte ricevute saranno devolute all’ospedale chirurgico e pediatrico di Goderich in Sierra Leone. Goderich è un villaggio alla periferia di Freetown, nel 2001 Emergency ha avviato un centro chirurgico destinato alle vittime di guerra successivamente ampliato alla cura dei pazienti ortopedici e di tutte le emergenze chirurgiche. Nel 2002, accanto all’ospedale è stato costruito un centro pediatrico presso cui vengono curati circa 1300 bambini ogni mese». La serata sarà dedicata all’arte, alla conoscenza ed alla musica, come precisa Daniela Pagiaro. «Saranno esposte delle opere di un’artista, Kiara. Sono disegni a matita che raffigurano dei bambini».       Lino Perini

Dolo, Venerdi’ 17/08/12
Una stella per Emercency

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16

ago

2012

VENERDI’ 17 AGOSTO 2012 a DOLO in PIAZZA CANTIERE si svolgerà la 5a Edizione – UNA STELLA PER EMERGENCY – Serata a favore del progetto di Emergency in Sierra Leone.

ore 19.00
Arte in piazza, Kiara artista contemporanea presenta il PROGETTO CHILDREN e Laboratorio creativo per bambini
Continua …

ROMEA COMMERCIALE  – Maniero: troppo invasiva per il territorio, presto un incontro con i tecnici di Dolo

Mira si mette di traverso ai tracciati proposti per la Romea commerciale compresa la «variante Gottardo». «La Giunta – ha annuncia il sindaco Alvise Maniero all’assemblea consigliare – presenterà quanto prima al Consiglio e poi agli organi competenti tre misure correttive di minor impatto, ma efficaci».               Rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri del Pd sulla variante Gottardo – dal nome della proponente Maddalena Gottardo, sindaco di Dolo – Maniero ha illustrato l’iter, dal 2006 a oggi, della nuova strada Romea.

«La conferenza dei sindaci con capofila Dolo e Campagna Lupia ha proposto in questi giorni una alternativa di tracciato, denominata “B1″ – ha spiegato – che ricalca il tracciato esistente fino alla rotonda di Marghera. Dalla rotonda prosegue con un nuovo tracciato fino al passante di Mestre, passando a Nord di Forte Tron e in direzione Nord-Ovest a cavallo del confine tra Mira e Spinea. Il tratto che interessa il comune di Mira si configura come una autostrada a quattro corsie con un unico accesso sul sovrappasso dell’Idrovia».

Come l’ex sindaco Carpinetti, che aveva bocciato la variante Gottardo, il sindaco Maniero la critica proponendo però alcuni accorgimenti tanto che la prossima settimana un rappresentante della giunta mirese si incontrerà con i tecnici di Dolo per verificare le modifiche.             Secondo la “variante Gottardo”, l’autostrada sarebbe in viadotto all’incrocio di Giare e in rilevato fino al sovrappasso Idrovia. Il ponte sull’idrovia verrebbe rifatto più largo a una quota più alta. L’autostrada tornerebbe a raso da Via Bastie alla Pansac per poi sottopassare la rotonda Pansac e il Naviglio.

«Il progetto – ha annunciato Maniero – prevede la chiusura di tutte le immissioni locali sulla Romea. La rete stradale locale viene rinforzata con controstrade e sei nuove rotatorie».

Ipotesi che non piace però alla giunta del Movimento 5Stelle mirese per l’eccessivo impatto.

«Proporremo – annuncia Maniero – la realizzazione di attraversamenti in sottopasso o in sovrappasso; il mantenimento delle immissioni dirette nelle principali intersezioni del territorio e l’eventuale allargamento a raso della carreggiata della Romea esistente compatibilmente con gli insediamenti”.

Luisa Giantin

 

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