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Accolto il ricorso del Comune contro il potenziamento dell’impianto di ricondizionamento dei rifiuti speciali di Malcontenta. Bettin: «Impianto che ci preoccupava molto»

VENEZIA. Sospensiva al revamping dell’impianto di rifiuti Alles a Malcontenta. È quanto hanno deciso i giudici del Tar che hanno accolto in prima istanza il ricorso del Comune di Venezia: i giudici hanno imposto lo stop ai lavori fino al secondo semestre del 2014, quando entreranno nel merito della questione e si pronunceranno in modo definitivo. Il progetto di revamping dell’impianto di ricondizionamento rifiuti speciali e pericolosi della Alles è un intervento contestatissimo dal Comune che aveva dato parere negativo al progetto.

L’impianto è stato autorizzato dalla Regione – con delibera 488 del 10 aprile – a bruciare 180 mila tonnellate di rifiuti annui al posto delle attuali 100 mila. È stata aumentata anche la tipologia di rifiuti da bruciare che passano da 20 tipi a 70.

Nel motivare l’opposizione del Comune, l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin ha parlato di

«ragioni inestirpabili di preoccupazione e di opposizione: l’abnorme aumento dei codici, cioè del tipo di rifiuti trattabili, la loro provenienza dall’intero mercato globale dei rifiuti, come certifica l’autorizzazione, e la modifica autoritaria del Piano regolatore di Marghera». Secondo Bettin «grazie ad essa Porto Marghera rischia di diventare la pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi di tutta Italia se non d’Europa e oltre. Ne deriverebbero un duro impatto sull’ambiente e sulla salute, uno stravolgimento delle linee di evoluzione dell’area che comporterebbe un vantaggio occupazionale minimo a fronte di un allontanamento delle attività sostenibili ambientalmente e competitive e innovative».

La Alles: “Rispettiamo i giudici, ma valutazione sarà fondamentale”. «Non possiamo che rispettare la decisione assunta dal Tribunale amministrativo regionale – spiega Guerrino Cravin, amministratore delegato di Alles – Attendiamo di leggere l’ordinanza prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione sulle motivazioni che hanno portato a questa scelta difforme rispetto all’articolato iter approvativo che, da parte nostra, ritenevamo rispettoso di tutte le normative.  Per il futuro di Alles la valutazione finale sarà un passaggio fondamentale», è la dichiarazione di Guerrino Cravin, amministratore delegato della Alles.

L’assemblea permanente: «Atto positivo». «La sospensione della delibera della giunta regionale è un primo positivo atto che conferma la giustezza delle ragioni dei tanti cittadini preoccupati per le ricadute sull’ambiente e salute del progetto Alles. Se la sospensione congela i lavori di ampliamento dell’impianto adesso con più forza richiediamo che la sentenza definitiva, dopo l’estate,chiuda per sempre con questo pericolosissimo progetto che punta a trasformare Marghera nella pattumiera d’Italia. Come cittadini dell’assemblea permanente confermiamo che seguiremo fino in fondo questa vicenda organizzando il giorno della sentenza un presidio sotto al Tar di Venezia», è il comunicato dell’assemblea permanente contro il rischio chimico.

La municipalità: “Questione non conclusa”. “Finalmente il pronunciamento del TAR blocca l’autorizzazione. Ma la questione non è affatto conclusa. Perciò continueremo ad opporci a tale autorizzazione e soprattutto all’idea che il territorio di Marghera e Malcontenta possa ridiventare, come alcuni decenni fa, il polo d’attrazione da tutto il Veneto, e non solo, per tutte le attività pericolose e inquinanti e quindi riproponendo, di fatto, Porto Marghera come localizzazione della filiera produttiva per lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti civili e industriali, speciali, pericolosi e tossico-nocivi”, è il commento di Flavio Dal Corso, presidente della Municipalità di Marghera.

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È ‘atteso per oggi il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale (TAR) in merito al ricorso presentato dal Comune rispetto al progetto di potenziamento dell’impianto della Alles srl.

La prima udienza si è tenuta ieri ed il TAR ha dichiarato l’intenzione di pronunciarsi, appunto, per oggi. «Ci aspettiamo che – afferma il presidente della Municipalitá di Marghera Flavio Dal Corso – i giudici del TAR entrino nel merito della delibera regionale che dá il via al potenziamento, constatando un vizio di forma dal momento che questo progetto doveva essere sottoposto ad un iter autorizzativo più complesso tramite la Vas. Cosa che non è avvenuta».

Per il presidente di Marghera, inoltre, la Giunta Zaia dovrebbe accogliere un’indicazione precisa espressa dal Consiglio Regionale. «Il consiglio – sottolinea – si è espresso per il ritiro della delibera della Giunta su Alles. Perché la Giunta non attua ancora questa indicazione?»

 

Esposto per danno erariale alla Corte dei Conti contro la commissione regionale. Legambiente: «Zaia la sciolga»

VENEZIA – Via quella Commissione, tra sprechi, abusi e conflitti di interesse. Legambiente – affiancata nell’iniziativa dall’Osservatorio Ambiente e Legalità del Comune di Venezia – ha presentato ieri a Ca’ Farsetti un dossier sull’attività e la composizione della Commissione di valutazione d’impatto ambientale (Via) della Regione Veneto, annunciando anche un esposto per danno erariale alla Corte dei Conti, proprio per i compensi aggiuntivi degli esperti che affiancano i membri dell’organismo che valuta sul piano ambientale tutti i maggiori progetti previsti sul nostro territorio. Sono intervenuti, con l’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro con gli esperti Claudia Guidorzi e Gianni Belloni.

Nel dossier, che parte dai compiti della Commissione, sono segnalate le anomalie di tale struttura, partendo dalla Presidenza, che ha al suo vertice un segretario regionale competente in materia di infrastrutture e mobilità, anziché in materia ambientale.

Stessa incongruenza viene evidenziata anche per i nove tecnici della Commissione che, in base alla norma, dovrebbero garantire un’adeguata interdisciplinarietà di competenze, ma che sono costretti ad avvalersi di altri sette tecnici esterni – gli esperti degli esperti – per mancanza delle necessarie conoscenze specialistiche, con un aumento annuo dei costi di 155 mila euro.

Il dossier segnala anche possibili conflitti d’interesse in alcuni commissari che agiscono negli stessi settori e ambiti di cui sono, di volta in volta, chiamati a giudicare, minando la terzietà del loro ruolo e assumendo di fatto, sottolinea Legambiente, il ruolo di controllori e di controllati al tempo stesso.

«La Commissione Via dovrebbe essere un organismo tecnico scientifico, super partes – ha sottolineato Bettin – ma in realtà è nominata dalla Giunta Regionale e alcuni suoi esponenti hanno anche cariche politiche elettive oltre che potenziali o effettivi conflitti d’interesse. Anche per questo, oltre che per la scarsa interdisciplinarietà, la Commissione è inadeguata a formulare pareri attendibili sui progetti che esamina. Tuttavia li può far passare comunque, perché il modo in cui è formata e la sua composizione insieme al fatto che i suoi nove membri più il presidente esprimono un voto a testa. Così se a un progetto si oppone il parere contrario di un Comune o di una Provincia, i cui voti contano uno rispettivamente, i dieci voti della commissione seppelliscono ogni obiezione.Il Comune di Venezia ha fatto pesante esperienza di tale situazione con la recente approvazione, contro il proprio parere e contro quello della Provincia, del revamping dell’impianto di trattamento di rifiuti di Alles Spa, per autorizzare il quale, consentendogli di ricevere rifiuti tossici e nocivi da fuori bacino la Commissione VIA ha cambiato d’imperio il Piano Regolatore di Porto Marghera (che tale importazione vietava). Una prepotenza resa possibile appunto da tale soverchiante e aberrante disparità di voti in Commissione, che assicura alla regione la maggioranza. Nel merito del progetto e contro questa violazione di sovranità il Comune di Venezia ha presentato ricorso al Tar. Si è oggi in attesa della sospensiva della procedura, che potrebbe già avvenire domani, mentre nel merito il pronunciamento del Tar è prevedibile per dopo l’estate».

Legambiente chiede anche al presidente della Regione Luca Zaia di sciogliere «questa» Commissione Via. «Esaminerò con attenzione il dossier di Legambiente e poi farò con la Giunta le valutazioni del caso», è la sua risposta.

Enrico Tantucci

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INCARICHI E PROGETTI CONTESTATI

«Vernizzi fa strade, che ne sa di ambiente?»

Dall’Acqua membro dell’organismo che ha valutato opere che ha contribuito a realizzare

VENEZIA – Fa anche nomi e cognomi il dossier di Legambiente dei commissari con possibili conflitti di interesse della Commissione Via regionale del Veneto, nominata dalla Giunta regionale e che resta in carica quanto essa, a sottolineare anche il legame politico tra i suoi componenti e chi li ha nominati. La presidenza della Commissione è ricoperta dal Segretario regionale infrastrutture e mobilità, l’ingegner Silvano Vernizzi e non da quello competente in materia ambientale, come sarebbe logico.

L’ingegner Vernizzi è contemporaneamente anche commissario per la Pedemontana Veneta e amministratore delegato di Veneto Strade e la situazione di conflitto di interessi che lo riguarda è stata portata dall’onorevole Andrea Zanoni all’attenzione dell’Unione Europea e della Commissione per la valutazione della trasparenza e integrità delle amministrazioni pubbliche.

Per quanto riguarda poi diversi dei componenti della Commissione Via regionale, è tutto un fiorire di intrecci tra proprie attività professionali e competenze della Commissione che a volte è chiamate a valutarli su singoli progetti. È il caso, ad esempio, del neocommissario Nicola Dall’Acqua che, come denunciato dai consiglieri regionali Franco Bonfante e Roberto Fasoli, avrebbe prestato la propria opera in alcuni progetti all’esame della Commissione Via: quello di adeguamento tecnologico della discarica di Ca’ Bianca in Comune di Zevio, il progetto per un nuovo impianto di smaltimento di rifiuti presso la cava di Ca’ Balestra in Comune di Valeggio sul Mincio e il progetto per un nuovo impianto di stoccaggio di rifiuti in località Ca’ Vecchia, in Comune di San Martino Buon Albergo.

C’è poi il caso del commissario esterno della Commissione Gabriele Scaltriti, che risulta essere un consulente della Cosmoambiente srl, per il progetto di aggiornamento tecnologico dell’impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali a Noale.

E che dire di un altro commissario, Antenore Quaglio, che risulta essere contemporaneamente consigliere di sorveglianza di Etra spa, azienda titolare di due progetti, solo nel 2013, sottoposti alla procedura di Valutazione d’impatto ambientale?

Altri componenti possiedono quote azionarie in società che operano nel settore dei rifiuti o delle escavazioni e le cui fortune possono dipendere da decisioni della Commissione Via.

Inquietante per il dossier di Legambiente è poi la nomina a consulente esterno della Commissione di Erardo Garro, ex responsabile della Direzione geologia e attività estrattiva della Regione Veneto, rinviato a giudizio per corruzione e in attesa della sentenza di primo grado.

Il suggerimento che arriva allora alla Regione Veneto a guida leghista e allora quello di prendere almeno esempio dalla Calabria. Che ha istituito la sua Commissione regionale Via pubblicando sul proprio sito curricula e competenze di tutti i componenti e le graduatorie dei prescelti, con precisa indicazione dei punteggi dei singoli candidati suddivisi per ambiti di competenza. Ma purtroppo qui siamo in Veneto, e non in Calabria…(e.t.)

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Nuova Venezia – Mira ricorre al Tar contro Alles

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28

lug

2013

 

La giunta in tribunale a sostegno della richiesta di Venezia di fermare il progetto

MIRA – Il Comune di Mira si costituisce in giudizio davanti al Tar contro la Regione per fermare il progetto di revamping dell’impianto di Marghera per rifiuti speciali e pericolosi. La decisione è stata presa con una delibera di giunta, con cui il Comune di Mira ha formalizzato la decisione di sostenere ad adiuvandum il ricorso al Tar del Comune di Venezia contro la Regione. Sulla questione si era già espresso all’unanimità il Consiglio comunale nella seduta del 26 giugno scorso, approvando un ordine del giorno in cui si ribadiva la netta contrarietà alla decisione della Regione giudicata “grave e pericolosa per la salute dei cittadini e dei lavoratori della zona industriale, nonché dannosa per il territorio e l’ambiente, e in aperto contrasto con la prospettiva della bonifica delle aree inquinate, della riconversione dei cicli produttivi inquinanti e del rilancio produttivo del polo di Porto Marghera con attività pulite, ecologicamente compatibili e sostenibili”.

Nel condividere la decisione della giunta di Venezia di opporsi anche legalmente alla delibera regionale, il Consiglio aveva dato mandato al sindaco e alla giunta di sostenere ogni iniziativa, manifestazione o presidio a difesa del territorio e dell’ambiente e in contrasto con la scelta della Regione, compreso il ricorso al Tar.

«Con la deliberazione della giunta» dichiara l’assessore all’Ecologia Maria Grazia Sanginiti «abbiamo dato concreta attuazione alla volontà espressa dal Consiglio, condividendone fino in fondo le preoccupazioni per la sicurezza dei lavoratori, la salute dei cittadini e la tutela ambientale del territorio. La scelta di autorizzare nuovi stoccaggi di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da tutta Italia, va nella direzione opposta a quella faticosamente avviata in questi mesi per riportare a Marghera, e nelle zone adiacenti, quella qualità ambientale che era finora stata ampiamente trascurata e che è invece un pieno diritto dei cittadini residenti e di chi ci lavora».

Alessandro Abbadir

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MIRA – Comune di Mira al fianco del Comune di Venezia nella battaglia al Tar contro l’ampliamento della società per rifiuti speciali e pericolosi Alles.
«Condividiamo le preoccupazioni per la sicurezza dei lavoratori, la salute dei cittadini e la tutela ambientale del territorio già emerse in consiglio comunale qualche settimana fa. – spiega l’assessore all’Ambiente Maria Grazia Sanginiti – La scelta di autorizzare nuovi stoccaggi di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da tutta Italia va nella direzione opposta a quella faticosamente avviata in questi mesi per riportare a Marghera, e nelle zone adiacenti, quella qualità ambientale che era finora stata ampiamente trascurata e che è invece un pieno diritto dei cittadini residenti e di chi ci lavora».
La giunta di Mira aveva ricevuto all’unanimità da tutti i consiglieri comunali, attraverso un preciso ordine del giorno, l’incarico di sostenere il ricorso al Tar del Comune di Venezia contro la Regione Veneto, per l’autorizzazione concessa alla ditta Alles di procedere all’ampliamento della propria attività di ricondizionamento di rifiuti speciali, anche pericolosi, a Marghera, ritenendo la decisione della Regione «grave e pericolosa per la salute dei cittadini e dei lavoratori della zona industriale, nonché dannosa per il territorio e l’ambiente». I consiglieri avevano inoltre dato mandato al sindaco e alla Giunta di sostenere ogni iniziativa, manifestazione o presidio a difesa del territorio e dell’ambiente e in contrasto con la scelta operata dalla Giunta regionale. «La decisione della Giunta – ricorda l’assessore Sanginiti – ha dato concreta attuazione alla volontà espressa dal Consiglio e già avviata dal Comune di Venezia».

Luisa Giantin

 

ZERO BRANCO – (N.D.) La vicenda della ditta Mestrinaro tiene alta la tensione a livello politico e di opinione pubblica. La scorsa settimana davanti all’azienda in via Bertoneria a Sant’Alberto di Zero Branco si è svolto un sit-in dei lavoratori per chiedere il pagamento di quattro mesi di stipendio arretrato. Le serrate trattative sindacali hanno portato ad un alleggerimento della tensione dopo che la direzione della Mestrinaro ha riconosciuto la cassa integrazione straordinaria per un’altra trentina di lavoratori.
Intanto il Circolo del Partito Democratico di Zero Branco ha inviato una missiva al presidente della Regione Luca Zaia per conoscere quali iniziative intende adottare sul problema del via libera dato dalla commissione Via regionale (valutazione impatto ambientale) al progetto della Mestrinaro di aprire un impianto di trattamento di rifiuti speciali in via Bertoneria. Il Pd chiede una commissione d’inchiesta sull’operato del Via.

 

Un territorio in attesa del 1. agosto. Un giorno che dovrebbe dare ragione della protesta di Marghera contro il potenziamento dell’impianto di trattamento di rifiuti pericolosi Alles di Malcontenta.

«La notizia che il 1. agosto i giudici amministrativi del Tar discuteranno il ricorso con il quale il comune di Venezia chiede l’annullamento della delibera regionale che autorizza il progetto di ampliamento di Alles – commenta il coordinatore del circolo di Marghera del Partito Democratico Tonino Cossidente – è positiva e carica di aspettativa il territorio. Un territorio che, con il Comune, la Municipalità, la Provincia e, non ultimo il voto unanime del Consiglio Regionale, si è mobilitato per impedire che passasse un progetto spregiudicato e irresponsabile della Regione che, oltre a non fare nessuno interesse per la comunità, ricaccia indietro una prospettiva di riqualificazione con attività pulite, ecocompatibili e sostenibili».

Secondo Cossidente, Alles è una scelta che mette a repentaglio la salute e l’ambiente, gravemente lesiva della democrazia poiché si impone dall’alto una variante urbanistica, al di fuori di ogni possibilità di partecipazione democratica, malgrado il parere negativo del Comune e della Provincia». (g.gim.)

 

Gazzettino – Ricicli bene la plastica? Un buono per la spesa

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13

lug

2013

L’OBIETTIVO anche la raccolta dei tappi tornerà utile: Contarina utilizzerà i proventi per iniziative di solidarietà

RESANA – Singolare iniziativa d’intesa tra Comune e Contarina per ridurre il volume degli scarti

A chi è più bravo a differenziare la plastica un buono per la spesa. È la nuova iniziativa attuata a Resana da Contarina Spa in collaborazione con un partner privato per la raccolta di Pet, ovvero la plastica più pura utilizzata per le bottiglie ed i relativi tappi. Attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie si riuscirà a ridurre ulteriormente il volume dei rifiuti. Un ulteriore affinamento della raccolta differenziata dei rifiuti e del riciclo, tanto che per incentivarlo sarà appunto dato un buono spesa da spendere nei negozi aderenti all’iniziativa in Comune di Resana.

«Puntiamo ad aumentare la qualità della raccolta differenziata e nel contempo contribuire a sostenere, in questa fase di crisi, il tessuto produttivo ed economico locale»,

dichiara il presidente di Contarina Antonio Zamberlan. Il progetto sperimentale è stato avviato questa settimana a Resana e, se andrà bene, potrà essere esteso ad altri comuni. L’iniziativa è stato chiamata «Fareraccolta»: chi vorrà potrà decidere di non conferire le bottiglie di plastica Pet nel tradizionale sacchetto azzurro da mettere fuori di casa, ma in alcuni cassonetti appositi al Circolo Parrocchiale di San Bartolomeo a Resana. A quel punto riceverà il buono spesa.

«Dal punto di vista della qualità del materiale separato – spiega Zamberlan – si tratta di un processo di ulteriore differenziazione che aumenta la «purezza» della plastica raccolta, facendone crescere il valore e quindi aumentando i ricavi derivanti dalla vendita del materiale a Corepla, il consorzio nazionale per il riciclo delle plastiche. Tale tipologia di raccolta, aumentando la resa economica, permetterà di contenere i costi per la gestione dei rifiuti».

I proventi della raccolta e della successiva vendita dei tappi delle bottiglie saranno devoluti da Contarina a iniziative di solidarietà.

Matteo Ceron

 

 

IL RICORSO DEL COMUNE

Sarà discusso il 1° agosto dai giudici amministrativi del Tar Veneto il ricorso con il quale il Comune di Venezia ha impugnato – chiedendone l’annullamento – la delibera della giunta regionale che ha autorizzato il progetto di revamping dell’impianto di ricondizionamento rifiuti speciali e pericolosi della Alles-Azienda lavori lagunari escavo smaltimenti Spa, a Malcontenta. Un intervento contestatissimo dal Comune che – come anche la Provincia di venezia – aveva dato parere negativo al progetto: nella prima camera di consiglio, i giudici dovranno decidere se concedere o meno la sospensione dell’autorizzazione, in attesa di decidere nel merito del ricorso. L’impianto è stato autorizzato dalla Regione – con delibera 488 del 10 aprile – a bruciare 180 mila tonnellate di rifiuti annui al posto delle attuali 100 mila. È stata aumentata anche la tipologia di rifiuti da bruciare che passano da 20 tipi a 70. Nel motivare il ricorso, l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin ha parlato di

«ragioni inestirpabili di preoccupazione e di opposizione: l’abnorme aumento dei codici, cioè del tipo di rifiuti trattabili, la loro provenienza dall’intero mercato globale dei rifiuti, come certifica l’autorizzazione, e la modifica autoritaria del Piano regolatore di Marghera».

Secondo Bettin

«grazie ad essa Porto Marghera rischia di diventare la pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi di tutta Italia se non d’Europa e oltre. Ne deriverebbero un duro impatto sull’ambiente e sulla salute, uno stravolgimento delle linee di evoluzione dell’area che comporterebbe un vantaggio occupazionale minimo a fronte di un allontanamento delle attività sostenibili ambientalmente e competitive e innovative».

(r.d.r.)

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BELLUNO – Va al Comune di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, l’oscar dei ricicloni che conferma di avere il migliore sistema di gestione dei rifiuti. Il riconoscimento arriva da Legambiente con la XX edizione del rapporto “Comuni Ricicloni 2013″.

Questi risultati, spiega Ezio Orzes, assessore all’Ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi,

«sono la somma di piccoli gesti quotidiani, dall’attenzione posta fin da quando si fa la spesa, evitando di acquistare imballaggi inutili, alla separazione accurata dei rifiuti in casa fino alla loro consegna al servizio di raccolta domiciliare, al conferimento di ogni materiale all’ecocentro comunale».

Orzes sottolinea che «non ci possiamo più permettere di buttare sottoterra, in una discarica o dentro un inceneritore, materiali preziosi spendendo in smaltimento quantità enormi di denaro. A Ponte nelle Alpi abbiamo abbattuto questo costo di oltre 90% (da 450mila a 40mila euro l’anno) e abbiamo impegnato questi soldi risparmiati per dare lavoro a delle persone che erogano un servizio di grande qualità ai cittadini ad un costo basso. Qui si differenzia quasi tutto, e ogni cittadino del comune di Ponte nelle Alpi produce ormai meno di 30 chili di rifiuto indifferenziato all’anno»

 

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