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SANTA MARIA DI SALA – Spuntano contatori di traffico in via Desman. La protesta che da 115 giorni il comitato mette in strada quotidianamente tra Zianigo e Veternigo porta dunque i suoi primi frutti: installati lungo la provinciale i contatori che dovranno stabilire quanti veicoli transitano in media ogni giorno. È il primo passo per studiare i flussi e decidere, dunque, quali interventi meritino di essere prioritari.

Ne parlerà con il sindaco Nicola Fragomeni anche il commissario della Provincia, Cesare Castelli, che domani sarà a Santa Maria di Sala per discutere anche di viabilità. All’ordine del giorno, c’è anche lo “strano caso” di via Desman, così definito dallo stesso Fragomeni, dopo che Castelli ha rivelato l’esistenza di un progetto per la pista ciclabile, datato addirittura 2009 e mai trasmesso al Comune. Adesso l’iter potrebbe ripartire, grazie a due commissioni per valutare come rendere sicura via Desman.

Al vaglio di sindaco e commissario anche la possibilità di installare sistemi di moderazione della velocità in centro a Veternigo, come dissuasori o dossi.

Da nord a sud del comune, novità potrebbero arrivare anche per Caltana: il Comune, grazie a una delle telecamere installate in centro, ha scoperto la tendenza pressoché sistematica di alcuni automobilisti di “bruciare” il rosso al semaforo tra via Caltana e via Gorgo-Marinoni, nel centro della frazione. Succede soprattutto di notte, tra le 23 e le 4 in un punto molto pericoloso, con veicoli che passano anche a forte velocità e teatro in passato di numerosi incidenti.

La soluzione passa per l’istallazione di un Vista-Red, un sistema di lettura della targa dei veicoli che transitano con il rosso, con l’invio della sanzione direttamente a casa. Il Comune ne farà subito richiesta.

Filippo De Gaspari

 

Gazzettino – Asl 13 “Hotel? Qui mancano i bagni”

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8

mar

2015

SANITÀ – La presidente del Tribunale del malato replica alle proposte di Gumirato

Boscolo: «Parlano di steward, ma nell’Asl 13 non ci sono nemmeno le carrozzine»

«Mancano le carrozzine nei reparti, nonostante le prescrizioni mediche, mancano i servizi igienici nelle stanze di degenza obbligando così i malati a penosi tragitti nei corridoi, per non parlare dei ritardi nella consegna degli ausili in fase di dimissione. Ci vuole ben altro degli steward e del wi-fi per far sentire i malati come in hotel».

Sandra Boscolo, presidente del Tribunale del Malato, replica così al direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato che nei giorni scorsi aveva sottolineato come «la buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, confort alberghiero e alta tecnologia».

Dati alla mano, o meglio forte delle segnalazioni dei pazienti al Tribunale del Malato per errori clinici, la Boscolo contesta le dichiarazioni di Gumirato.

«Ma quale confort alberghiero – afferma la Boscolo. – La presenza degli steward negli ospedali dell’Asl 13 è una disposizione regionale e al Tribunale del malato non viene segnalata l’assenza del wi-fi, ma l’assenza di carrozzine, indispensabili per la mobilizzazione prescritta dai medici; l’assenza dei servizi igienici nelle stanze; i gravosi ritardi nella consegna di ausili in fase di dimissione, indispensabili alla qualità di vita e parallelamente ritardi anche di tre anni per il ritiro degli stessi quando non servono più. Non parliamo delle attese per accedere alla terapia antalgica, con ritardi legati alla carenza di organico in Anestesia e Rianimazione nonostante l’accesso alla terapia del dolore sia sancito dalla legge».

In aumento anche le segnalazioni, al Tribunale del malato, di errori medici.

«Spesso – commenta la Boscolo – sono dovuti a carenze delle strutture sanitarie o di organico. Ben venga quindi l’impiego di risorse per la sostituzione di apparecchiature obsolete così come gli interventi per raggiungere standard di sicurezza adeguati».

La Boscolo si lascia andare anche ad una battuta: «Aspettiamo per collocare l’insegna “hotel” intanto si potrebbe collocare quella che indichi l’ubicazione delle associazioni di volontariato. La chiediamo da 14 anni».

 

Nuova Venezia – Asl 13 “Rifare le schede ospedaliere”

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7

mar

2015

Pettenò (Sinistra) contro Zaia e la Regione a difesa degli ospedali dell’Asl 13

DOLO – Proseguono le mobilitazioni per la difesa delle strutture dell’ospedale di Dolo e dell’Asl 13.

Il consigliere regionale Pierangelo Pettenò (Federazione della Sinistra) ha presentato ieri in Consiglio regionale un emendamento alla legge di stabilità regionale 2015 che prevede la sospensione delle schede ospedaliere dell’Asl 13.

Il tutto con un duro attacco ai due artefici delle schede: il presidente della giunta regionale Luca Zaia (Lega) e il suo compagno di partito e assessore alla Sanità, Luca Coletto.

«I cittadini, le associazioni, i comitati e i sindaci del Miranese e della Riviera», spiega Pettenò, «manifestano da mesi la necessità di rivedere le scelte fatte dalla Regione sulla riorganizzazione dell’azienda sanitaria, specie sulla decisione di caratterizzare Mirano quale ospedale ad area chirurgica e Dolo come ospedale ad area medica. Si tratta dell’unico esempio presente in Veneto, ma non rispondente alla necessità di contenere i costi e non funzionale ai bisogni della popolazione. Con l’approvazione di tale emendamento la giunta regionale sarà obbligata a nuove schede di dotazione ospedaliera, a seguito di una nuova valutazione tecnica sulla situazione di Riviera e Miranese. La giunta dovrà tuttavia tener conto dei pareri degli enti locali e delle associazioni di cittadini relativi alla domanda effettiva di prestazioni sanitarie e dei servizi già esistenti».

Sul tema della difesa dell’ospedale di Dolo interviene anche Emilio Zen, portavoce del coordinamento iniziative a tutela dell’ospedale di Dolo.

«Per quanto finora svolto», spiega, «ci sentiamo legittimati a chiedere alle realtà politiche della Riviera incontri bilaterali per capire le intenzioni di ciascuno sul futuro dell’ospedale di Dolo e sull’organizzazione complessiva del servizio socio-sanitario. Per troppo tempo, sul tema, la politica locale ha balbettato. È giunto il momento di venire allo scoperto».

Giacomo Piran

 

Zianigo. Ieri i residenti hanno dato il via simbolico ai cantieri con ruspe e camion

La provocazione dopo oltre tre mesi di protesta quotidiana per avere la ciclabile

ZIANIGO – Partiti i lavori della pista ciclabile in via Desman a Zianigo, ma è solo una provocazione. A scavare ieri mattina, lungo il fosso che costeggia a sud la provinciale, si sono messi i residenti che da novembre protestano ogni giorno per chiedere sicurezza. Un’azione dimostrativa del comitato che ieri, tra lo stupore generale, è passato dalle parole ai fatti: una decina di residenti sono arrivati con ruspe, camion e attrezzi, improvvisando un cantiere nella proprietà del leader del comitato, Marino Dalle Fratte, nei campi tra il centro di Zianigo e la nuova località Fontana. In gilet fluorescente, che ormai contraddistingue i manifestanti in ogni iniziativa pubblica, gli operai improvvisati hanno piazzato la segnaletica, messo in moto benne, camion e perfino una terna, imbracciato i badili e aperto simbolicamente il cantiere di via Desman.

«Al di là degli scaricabarili e del “non ci sono soldi”, se la sicurezza stradale è davvero una priorità, i proclami possono diventare opere molto in fretta», spiegano i residenti.

Soprattutto dopo che, tra lo stupore di molti, è venuto fuori che il progetto per la ciclabile c’è, e giace in Provincia dal 2009.

A riguardo anche il sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, alza i toni: «Non lo sapevamo: qualcuno si è dimenticato di trasmetterlo ai Comuni, trovo questa cosa scandalosa. Si sono persi 5 anni, forse oggi potevamo avere la ciclabile come ce l’hanno in provincia di Padova».

Un pasticcio, insomma, tutto politico e burocratico.

«Adesso che il progetto è stato trovato», incalzano i residenti, «la Provincia si è riattivata e ha convocato ben due tavoli tecnici, i Comuni sono di nuovo coinvolti: cosa aspettiamo?».

Così i cittadini hanno dato il buon esempio: via al cantiere, anche se per finta. Ieri le ruspe si sono mosse nella proprietà di Dalle Fratte, scavando un piccolo solco.

«Sono iniziati i lavori in via Desman», ha detto Dalle Fratte a chi chiedeva cosa stesse succedendo, «La gente non vede l’ora che questo accada realmente: che vengano a espropriarci il terreno che serve per partire e mettano in sicurezza la strada. I nostri rappresentanti eletti dove sono?».

Politica all’angolo, dunque: i residenti si prendono la strada. Già pronto anche un progetto alternativo nel caso con quello resuscitato in Provincia si tirasse ancora troppo per le lunghe: verrebbero coinvolti Veritas per la competenza sul sistema fognario ancora inesistente e il Consorzio di bonifica Acqua Risorgive per i canali di scarico.

Filippo De Gaspari

 

Il comitato Desman invade la strada con vanghe e trattori

MIRANO – «Se nessuno si sbriga la pista ciclabile ce la facciamo noii, prima che ci scappi il morto. Abbiamo uomini, mezzi e soprattutto abbiamo tanta buona volontà».

Non si placa la protesta dei residenti in via Desman, anzi. Una decina di persone ieri di prima mattina si è presentata in strada rimboccandosi le maniche per simulare la realizzazione della pista ciclabile. Hanno indossato tute e guanti e hanno manifestato con vanghe, pale, trattori, escavatori e gru.

«Il nostro è ovviamente solo un atto dimostrativo, non abbiamo scavato realmente – precisa il portavoce della protesta, Marino Dalle Fratte di Zianigo – ma abbiamo voluto lanciare un segnale. Volendo abbiamo anche molti più mezzi agricoli da utilizzare».

I manifestanti si sono piazzati dalle 7.30 in un terreno di proprietà proprio di Dalle Fratte, oltre il fossato a lato di via Desman, in territorio di Zianigo. Protestano per la pericolosità dello stradone che porta a Borgoricco, ripetono il solito ritornello: «Noi di manifestare non ci stanchiamo. Noi rimaniamo qui».

Per loro, più che una goliardata, la simulazione di ieri è stato un sogno ad occhi aperti: «Sono anni che aspettiamo di veder partire i lavori. Aspettiamo ancora, ma intanto abbiamo voluto vedere l’effetto che fa». Non è escluso che nelle prossime settimane il gruppo dia vita a nuove azioni eclatanti.

(G.Pip)

 

Dopo l’aumento degli ultimi anni salgono solo Spinea e Santa Maria di Sala

Calano Scorzè e Martellago. Stabile Mirano. La crisi blocca anche gli stranieri

MIRANO – Crescono gli abitanti nel Miranese nel 2014 ma non più come una volta, confermando un andamento già registrato di recente. A far da traino sono Spinea e Santa Maria di Sala, gli altri cinque comuni o sono stabili o addirittura sotto. Scende Martellago dopo le crescite degli ultimi anni. In generale gli stranieri tornano a salire, anche se non dappertutto. Questo quanto emerge dagli uffici Anagrafe dei sette del comprensorio.

I numeri.

Il Miranese continua a crescere ma come un tempo. Nel 2014 il saldo è di 273 unità in più, 141.606 contro i 141.333 dell’anno precedente. Nel 2013, il dato segnava un più 232 abitanti e nel 2012 si era arrivati a una differenza positiva di 378. Si può dire che c’è una certa stabilità. Non a caso i numeri diventano spietati se si guarda a cavallo tra i due decenni: tra il 2010 e il 2011, c’era un più 850, dodici mesi prima 932 e tra il 2008 e il 2009 addirittura 1133.

Chi sale.

Laddove si cresce è Spinea e Santa Maria di Sala, territori dove negli anni scorsi si è sempre avuto un dato positivo. Così, il primo si conferma sempre più leader del Miranese con 27.794 abitanti, con un più 282 rispetto all’anno prima, e Santa Maria di Sala è ancora appetibile, dopo un passaggio a vuoto nel 2013, se è vero che ora il territorio conta in 17.632 anime, più 64 rispetto al 2013. Stabili Mirano con una popolazione di 27.055 (più 8), Noale con 15.965 (più15) e Salzano con 12.778 (più 5).

Chi scende.

Nell’ordine Scorzè e Martellago hanno visto diminuire gli abitanti. Se per il primo è una costante come testimonia l’ultimo triennio, la novità è senza dubbio Martellago, che di recente ha vissuto un boom demografico ma nel 2014 ha perso terreno, scendendo a 21.494 contro i 21.515 registrati dodici mesi prima.

Stranieri.

L’aumento è di 84 unità, che portano la colonia di non italiani a 10.181 contro i 10.097 del 2013 quando c’è stato un calo: nel 2012 erano 10.228. Anche in questo caso, è Spinea a fare la differenza, nettamente avanti rispetto agli altri. Il comune ne conta 2.704, aumentati di 150 in dodici mesi. Leggero saldo positivo anche per Salzano (più 14), Martellago (più 4) e Santa Maria di Sala (più 3). Gli altri, tutti con il segno meno; Mirano ne ha persi addirittura 62, Noale 34 e Scorzè 25. A Spinea, il 9,7 per cento dei residenti è straniero, a Scorzè l’8 per cento e a Noale il 7,26 per cento.

Alessandro Ragazzo

 

Gazzettino – Salzano. Traffico di tir, Comuni in lite.

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6

mar

2015

SALZANO – La nuova viabilità dopo l’apertura del casello. Ieri incontro in prefettura

Robegano vuole vietarne il transito nel centro del paese, ma Scorzè si oppone

TRAFFICO – Guerra tra comuni per eliminare il passaggio dei tir dal centro dei paesi

Il divieto al transito dei tir nel centro di Robegano? Sarà valutato solo dopo l’apertura del casello di Martellago-Scorzé. Intanto i Comuni litigano tra loro e nessuno vuol mollare la presa.

Ieri mattina a Venezia si è svolto l’ennesimo incontro in Prefettura, davanti al viceprefetto Natalino Manno. Erano presenti un funzionario di Veneto Strade, un tecnico della Provincia, il responsabile della Polizia Locale di Scorzé Mario Gobbo e il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin, accompagnato dal consigliere Andrea Pellizzon.

La richiesta del sindaco è la stessa da anni: «Stop ai tir nel centro di Robegano. Portano smog, pericolo e crepe negli edifici». Lungo via XXV aprile oltre a negozi ed abitazioni si affacciano anche la chiesa, una scuola materna e un asilo nido, davanti ai quali passano continuamente mezzi pesanti diretti da Maerne a Noale. Questa strada è di competenza della Provincia, a Salzano maggioranza e opposizione sono compatte nel chiedere che venga imposto il divieto ai tir.

Un anno fa il Pd raccolse oltre 800 firme, ieri Quaresimin è tornato alla carica: «Speriamo che la Provincia capisca che questa sarebbe la soluzione più coerente. I camion vengano deviati sulla variante di Robegano, bretella realizzata pochi anni fa proprio per togliere il traffico dai centri abitati».

La Prefettura ha garantito che saranno eseguiti dei monitoraggi sul numero di veicoli sia nei prossimi giorni sia nei prossimi mesi, per analizzare gli spostamenti dei flussi di traffico dopo l’apertura del nuovo casello. Ma la questione è intricata e coinvolge anche i Comuni di Martellago e Scorzé.

Proprio da Scorzé arriva un secco no: «Deviare i camion sulla bretella di Robegano vorrebbe dire portare poi più traffico a Scorzé, soprattutto sulla Castellana all’altezza di Borgo Venezia, in una zona residenziale in pieno centro» precisa il sindaco Giovanni Battista Mestriner. In questa battaglia tra Comuni, dove ognuno vuol sgravarsi dal traffico, la Provincia è chiamata a prendere una decisione.

Gabriele Pipia

 

Gazzettino – Asl 13. “All’ospedale come in hotel”

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4

mar

2015

ASL 13 – Il direttore Gumirato vuole investire anche sul fronte dell’ospitalità

Steward in Pronto soccorso e wi-fi «perché i malati si sentano a casa»

In ospedale come in albergo: all’Asl 13 l’obiettivo è rendere confortevole la permanenza del paziente. «La buona sanità – sostiene il direttore generale Gino Gumirato – è fatta da tre cose: validi professionisti, comfort e alta tecnologia». È infatti su questa linea che la direzione dell’Azienda sanitaria di Dolo e Mirano si sta orientando, partendo dall’introduzione degli steward nei Pronto soccorso di Dolo e Mirano fino al più recente sistema wi-fi nei reparti per permettere ai pazienti l’uso, dove possibile, di smartphone e tablet.

«Molte delle strutture ospedaliere di Dolo e Mirano sono vecchie e obsolete – spiega Gumirato – ci stiamo lavorando attraverso un corposo programma di investimenti da 28 milioni di euro che ha come punto fondante la sicurezza e l’efficienza delle strutture, ma si tratta di tempi più lunghi. Stiamo investendo nelle dotazioni tecnologiche e nella professionalità ma il nostro obiettivo è di garantire una sempre maggiore attenzione al pazienti. Il malato entra in ospedale in un particolare momento di fragilità – sottolinea il direttore generale – sradicato dagli affetti familiari ma anche da casa. Vorremmo che in ospedale potesse trovare un ambiente il più possibile confortevole, dove possa sentirsi, nonostante le condizioni, rassicurato da persone che si prendano cura di lui, non solo della sua malattia».

Da qui la presenza degli steward nei Pronto soccorso di Dolo e Mirano. Si tratta di personale adeguatamente formato per fornire tutta l’assistenza necessaria a un paziente o ai famigliari in attesa: informazioni sui tempi d’attesa, sui motivi dellas stessa attesa, sulle condizioni della persona che si trova in trattamento.

Il wi-fi è stato introdotto qualche mese fa sempre in Pronto soccorso ma anche nei reparti di degenza, dove è concesso l’uso del telefonino, per poter utilizzare smartphone, pc e tablet e «far sentire il malato il più possibile a suo agio».

Luisa Giantin

 

ASL 13 / GLI INTERVENTI

DOLO – L’Asl 13 punta sull’alta tecnologia e investe 1 milione e 800mila euro in nuove apparecchiature per gli ospedali di Dolo e Mirano a garanzia della sicurezza dei pazienti. Nuove ambulanze, ecografi e defibrillatori di ultima generazione sono alcune delle tecnologie sanitarie che sostituiranno i vecchi apparecchi.

«Stiamo lavorando per garantire la sicurezza dei cittadini – ha spiegato il direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato – per questo è fondamentale stare al passo con i tempi nelle tecnologie e nelle apparecchiature che andremo ad acquistare».

L’acquisto più corposo, circa 415 mila euro, ha riguardato la sostituzione di quattro ambulanze (tra Dolo e Mirano ce ne sono quattordici): due sono state già acquistate nel 2014 e altre due sono previste per quest’anno. Oltre all’ambulanza in sé infatti l’acquisto è comprensivo dell’allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato dal luogo dell’evento all’Unità coronarica (dotazione presente nell’Ulss 13 dal 2010), consentendo così una migliore gestione del paziente critico.

L’aggiornamento tecnologico della Rianimazione di Mirano grazie alla sostituzione di dodici letti elettrici è costato circa 210mila euro mentre per le Ostetricie di Mirano e di Dolo sono stati acquistati due nuovi ecografi di alta tecnologia, per l’attività diagnostica e clinica, per 160mila euro.

Sarano destinati invece ai Pronto soccorso, alla Geriatria e alla Dialisi i sette nuovi sollevatori automatici (7 mila euro l’uno) per la movimentazione dei pazienti, in grado di sorreggere fino a 205 chili, mentre prossimamente ne arriveranno altri tre capaci di sollevare i 300 chili.

Nella lista delle nuove apparecchiature acquistate dall’Asl 13 quest’anno ci sono anche sette nuovi defibrillatori, del costo di 5 mila euro l’uno, un apparecchio portatile per Radioscopia da utilizzare in Chirurgia e Ortopedia per il blocco operatorio di Dolo, costato 110mila euro, e infine due nuove “stazioni” per Anestesia nei blocchi operatori di Mirano, per una spesa di circa 100mila euro.

(l.gia)

 

In arrivo quattro ambulanze tra Dolo e Mirano, e poi ecografi, sollevatori, letti hi-tech e defibrillatori

MIRANO – Un milione e 800 mila euro per gli ospedali di Mirano e Dolo. In attesa di capire se e quando arriveranno i finanziamenti “di peso” che consentiranno la ristrutturazione dei due nosocomi, l’Asl 13 investe in sicurezza e nuove tecnologie sanitarie.

Ieri il direttore generale Gino Gumirato ha annunciato il piano di investimenti che permetterà soprattutto di sostituire vecchie apparecchiature che necessitavano di aggiornamenti urgenti, in particolare legate alle prestazione d’urgenza e di monitoraggio.

Pronte quattro nuove ambulanze, divise tra i due pronto soccorso che portano a 14 il totale dei mezzi tra Dolo e Mirano: due sono state già acquistate nel 2014, altrettante sono previste per quest’anno, per un costo totale di 415 mila euro, comprensivi di allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato direttamente dal luogo dell’intervento all’Unità coronarica, consentendo così una migliore gestione del paziente critico.

Anche la Rianimazione di Mirano verrà aggiornata dal punto di vista tecnologico, grazie alla sostituzione di 12 letti elettrici (costo: 210 mila euro), cui seguirà un aggiornamento del sistema di monitoraggio e della cartella clinica. Due nuovi ecografi di alta tecnologia, a supporto delle attività di ostetricia, uno per ciascuno dei due presidi ospedalieri (costati 160 mila euro), permetteranno di migliorare l’attività clinica e diagnostica.

Acquistati anche nuovi sollevatori automatici per muovere i pazienti: ne arriveranno sette, capaci di sorreggere fino a 205 chili e altri tre per pesi fino a 300 chili. Saranno per i reparti con maggiore necessità: Pronto soccorso, Geriatria e Dialisi e costeranno circa 7 mila euro l’uno.

Acquistati anche nuovi defibrillatori, del costo di 5 mila euro ciascuno, e due nuove “stazioni” per anestesia nei blocchi operatori di Mirano, del costo di 100 mila euro.

Infine è in arrivo un apparecchio portatile per radioscopia per il blocco operatorio di Dolo, del costo di 110 mila euro, che sarà a supporto dell’interventistica chirurgica e di Ortopedia.

«Sono soprattutto interventi per la sicurezza dei cittadini», spiega Gumirato, «Riteniamo che sia fondamentale stare al passo con i tempi nelle tecnologie e nelle apparecchiature. La buona sanità è fatta di tre aspetti: validi professionisti, comfort alberghiero e alta tecnologia. Un grazie a tutti coloro che stanno aiutando e lavorando in questa direzione».

(f.d.g.)

 

MIRANESE – Dopo la clamorosa sentenza della Corte di Cassazione M5S all’attacco

Veritas non doveva far pagare l’Iva sulla Tia (Tariffa di igiene ambientale). Dopo la clamorosa sentenza della Corte di Cassazione dei giorni scorsi con cui si asserisce che Veritas non poteva chiedere il pagamento dell’Iva sulla Tia, i sei movimenti pentastellati dei comuni del Miranese si mobilitano e partono all’attacco. Da Santa Maria di Sala a Scorzè, da Mirano a Martellago, da Spinea a Noale, tutti a chiedere, mediante una richiesta di accesso agli atti, che Veritas renda noti quali sono i costi da lei sostenuti per i contenziosi con i contribuenti e quanti sono esattamente i giudizi pendenti oltre a quelli già definiti in primo e in secondo grado.

«Costi – dice il consigliere del Movimento 5 Stelle di Scorzè, Antonio Petenà – che saranno sicuramente stati spalmati nei Piani economici finanziari a discapito dei cittadini».

Già in sede di approvazione dei Piani, i movimenti pentastellati avevano sollevato obiezioni a riguardo, in molti casi non ascoltate dalle maggioranze che siedono nei vari consigli comunali.

«Cosa più importante poi – indica Petenà – è portare la questione alla conoscenza delle amministrazioni e dei cittadini, oltre che permettere a questi di riavere i soldi versati».

«Questa Corte, in plurime occasioni – si legge nella sentenza degli ermellini – ha avuto modo di chiarire che si deve qui soltanto dar atto che la Tia, di cui si discute, ha natura tributaria e quindi non è soggetta a Iva». I fruitori del servizio potranno quindi richiedere entro i limiti della prescrizione decennale, la restituzione delle somme indebitamente percepite da Veritas fino a tutto il 2012, anno in cui la Tia venne sostituita con la Tari.

Già negli anni scorsi, alcune minoranze comunali avevano espresso la loro perplessità in merito all’appalto dei rifiuti alla società. «Non siamo mai stati d’accordo – ribadisce Paolo Bertoldo, consigliere (Lista Salese) di Santa Maria di Sala – Veritas non è altro che un carrozzone che non ha fatto altro che sanare i debiti del comune di Venezia. Ora ci attiveremo perché i cittadini possano riavere ciò che è stato loro tolto».

 

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