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Gazzettino – Marghera, Il Consiglio boccia i rifiuti di Alles

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30

apr

2013

MARGHERA – Astenuti Pdl e Lega: «C’è stata una procedura di Via regolare, ma vigileremo»

Votato il mandato al sindaco per ricorrere alle vie legali contro l’ampliamento dell’impianto

No del Consiglio comunale al potenziamento dell’impianto per il trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi gestito da Alles Spa a Malcontenta. Ieri con una mozione approvata con l’astensione del centrodestra, l’assemblea ha approvato una mozione con la quale si impegna il sindaco Giorgio Orsoni a “rappresentare alla Regione la netta contrarietà del territorio all’ampliamento delle capacità di trattamento dell’impianto Alles e ad attivare ogni possibile iniziativa per evitare tale ampliamento produttivo e la conseguente maggior presenza di materiali tossico-nocivi circolanti nel territorio del Comune”.
Una formula per rinnegare tutto ciò che ha deciso la Regione, sbloccando la richiesta di potenziamento affinché l’impianto accolga rifiuti provenienti anche dall’estero.
Fortuna (Udc) ha chiesto che si inserisse come emendamento il fatto che “si utilizzi ogni mezzo, anche di carattere giudiziario”, ma non c’è stato il tempo di inserire la frase anche se l’assenso è scontato. Per Guzzo (Idv) “La città ha già dato troppo in termini di esposizione all’inquinamento” e Venturini (Udc) ha ribadito “Una scelta che grida vendetta per il comportamento della Regione e dello Stato” .
«Inconcepibile – ha ribadito Bonzio (Fds) – immaginare un ritorno a Marghera “pattumiera” d’Italia. Forse i “veneti” non stanno a Venezia».
Più duro Caccia (In Comune): «Con un colpo di mano la Regione ha stravolto la pianificazione urbanistica del Comune del 1996 e ribadita nel 2012 con il Pat».
«Ci siamo astenuti – Michele Zuin, Pdl, difende il centrodestra – perché sono state usate parole troppo forti in presenza di una procedura che fino a prova contraria è regolare. Il Comune ha fatto le proprie osservazioni in sede di Via e noi vigileremo sull’andamento, ma non è possibile bocciare ogni cosa solo perché viene dalla Regione».

 

Nuova Venezia – Alles, assemblea il 7 maggio a Marghera.

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29

apr

2013

Il Pd: “Il Municipio manifesti con la gente”

Marghera, la mobilitazione contro la decisione della Regione Veneto di approvare il progetto di potenziamento dell’impianto di Alles, nonostante i pareri contrari di Municipalità, Comune e Provincia,mobilita i partiti e le associazioni. Ieri mattina Rifondazione comunista ha distribuito volantini contro «i veleni a Marghera» al mercato. Antonio Cossidente, segretario del circolo Pd di Marghera, ha deciso di dedicare al tema l’assemblea aperta già programmata per il 2 maggio prossimo: «L’assemblea del circolo, aperta anche ai simpatizzanti e ai nostri elettori delle primarie, era nata per esaminare l’attuale situazione del partito e ribadire la nostra richiesta di andare subito al congresso, senza uscite dal partito. Ma il tema di Alles non può passare in secondo piano e sarà al centro della nostra assemblea. Tra l’altro noi del Pd di Marghera chiediamo alla Municipalità di indire al più presto una manifestazione cittadina contro il progetto Alles, con una iniziativa di mobilitazione che deve essere simile a quella organizzata dopo la sparatoria di piazza Mercato». Cossidente conclude: «Il via libera ad Alles è un’approvazione gravissima e spregiudicata , ma questo non ci sorprende,come Pd di Marghera abbiamo sempre denunciato che la Regione ha sempre anteposto gli interessi della comunità a interessi di profitto di una società della galassia Mantovani che oggi è all’attenzione della magistratura».

Intanto è stata spostata al 7 maggio la data dell’assemblea organizzata dall’assemblea contro il rischio chimico, assieme a Legambiente Veneto e all’assessore comunale all’Ambiente Gianfranco Bettin. L’incontro si svolgerà in sala Municipio alle 20.30.

«Come abitanti di questo territorio non accettiamo che la nostra salute venga messa a repentaglio per garantire il business dei grandi trafficanti di rifiuti. Chi vive a Marghera e dintorni sta gia’ pagando un prezzo sanitario altissimo in termini di malattie per l’inquinamento. A Marghera vogliamo le bonifiche, non i rifiuti»,

spiega un comunicato dell’assemblea .

«Bloccare questo progetto e’ ancora possibile. La lotta vincente contro l’altro progetto di riapertura dell’inceneritore SG31 ne è la dimostrazione».

(m.ch.)

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Gazzettino – Marghera, No ad Alles, Dal Corso scrive a Zaia

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28

apr

2013

Chiesto un incontro urgente al governatore veneto: «Inspiegabile l’ok alla Mantovani»

La protesta contro il potenziamento dell’impianto di Alles spa a Malcontenta si muove su due binari. Da un lato un’assemblea cittadina, promossa per martedì 7 maggio alle 20.30 in Municipio a Marghera, dall’assemblea permanente contro il rischio chimico. Dall’altro, quello del confronto istituzionale: il presidente della Municipalità Flavio Dal Corso, infatti, ieri ha inoltrato una lettera al presidente regionale Luca Zaia per chiedere alla sua Giunta di incontrare una rappresentanza municipale.

«Ci appare inspiegabile – scrive Dal Corso a Zaia – come siano state accolte tutte le richieste di Alles che è una società del gruppo Mantovani sotto inchiesta.»

Dal Corso fa presente a Zaia come l’autorizzazione regionale

«costituisce un rischio concreto per Porto Marghera di divenire nuovamente polo d’attrazione per attività pericolose e inquinanti. Riteniamo tale decisione inaccettabile, grave e pericolosa per la salute dei cittadini e dei lavoratori della zona industriale e in contrasto con la prospettiva del rilancio del polo di Porto Marghera con attività pulite, prospettiva sostenuta a parole anche dalla Regione».

L’assemblea permanente, intanto, chiama a raccolta tutti i cittadini contro potenziamento di Alles.

«Non accettiamo che la nostra salute venga messa a repentaglio per garantire il business dei grandi trafficanti di rifiuti. Per questo – sollecita l’assemblea permanente – invitiamo tutti i cittadini a partecipare all’assemblea pubblica del 7 maggio per costruire le prossime iniziative di protesta.»

 

Marghera, la mobilitazione contro la decisione della Regione Veneto di approvare il progetto di potenziamento dell’impianto di Alles, nonostante i pareri contrari di Municipalità, Comune e Provincia, mobilita partiti e associazioni. Ieri mattina Rifondazione comunista ha distribuito volantini contro «i veleni a Marghera» al mercato. Antonio Cossidente, segretario del circolo Pd di Marghera, ha deciso di dedicare al tema l’assemblea aperta già programmata per il 2 maggio prossimo:

«L’assemblea del circolo, aperta anche ai simpatizzanti e ai nostri elettori delle primarie, è nata per discutere dei problemi del Pd, con la volontà di andare subito al congresso. Ma il tema di Alles non può passare in secondo piano e sarà al centro della nostra assemblea. Il Pd di Marghera chiede alla Municipalità di indire al più presto una manifestazione cittadina contro il progetto Alles, con una mobilitazione pari a quella organizzata dopo la sparatoria di piazza Mercato».

Cossidente conclude:

«Il via libera ad Alles è un’approvazione gravissima e spregiudicata».

Il presidente di Marghera, Flavio Dal Corso ieri ha inviato una lettera al governatore Luca Zaia, all’assessore regionale Conte e al sindaco Orsoni chiedendo un incontro urgente e confermando l’opposizione alla scelta che viene definita

«inaccettabile, estremamente grave e pericolosa per la salute dei cittadini e dei lavoratori della zona industriale, nonché dannosa per il territorio e l’ambiente, e in aperto contrasto con la prospettiva della bonifica delle aree inquinate, della riconversione dei cicli produttivi inquinanti e del rilancio produttivo del polo di Porto Marghera».

Intanto è stata spostata al 7 maggio l’assemblea organizzata dall’assemblea contro il rischio chimico, assieme a Legambiente Veneto e all’assessorato comunale all’Ambiente.

«Come abitanti di questo territorio non accettiamo che la nostra salute venga messa a repentaglio per garantire il business dei grandi trafficanti di rifiuti»,

spiega un comunicato dell’assemblea, che conclude:

« Bloccare il progetto è ancora possibile. La lotta vincente contro l’altro progetto di riapertura dell’inceneritore SG31 ne è la dimostrazione».

(m.ch.)

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LA MOBILITAZIONE –  Il 3 maggio ambientalisti e Comune riuniti al municipio di Marghera

MARGHERA

«Il via libera al revamping della Alles (gruppo Mantovani): uno schiaffo alla volontà di rinascita green di Porto Marghera».

Parte la mobilitazione contro il decreto della giunta regionale che autorizza il revamping dell’impianto Alles, nonostante i pareri fortemente contrari di Comune e Provincia di Venezia. Ca’ Farsetti ricorrerà al Tar. Dopo l’assessore Bettin lo conferma anche il vicesindaco Sandro Simionato. E il mondo ambientalista si mobilita. Legambiente Veneto parteciperà all’assemblea del 3 maggio prossimo presso la sala della Municipalità di Marghera con l’Osservatorio ambiente e legalità, l’assessorato all’Ambiente del Comune di Venezia e l’assemblea contro il rischio chimico di Marghera. La giunta regionale con la delibera numero 488 del 10 aprile ha dato giudizio favorevole di compatibilità ambientale (che costituisce variante urbanistica e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori) e ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale del progetto di revamping dell’impianto di ricondizionamento di rifiuti speciali anche pericolosi di proprietà della ditta Alles Spa – Azienda Lavori Lagunari Escavo Smaltimenti. La commissione regionale Via, nel settembre 2012, aveva dato parere favorevole.

«Un elemento molto preoccupante è il via libera all’arrivo di rifiuti anche da zone esterne all’ambito lagunare e al sito di interesse nazionale di Porto Marghera. Una decisione che contrasta con la nuova vocazione – produzioni sostenibili e rilancio industriale nel segno della green economy – di Porto Marghera già teatro in passato di peculiari incroci di interessi economici-ambientali con conseguente devastazione territoriale»,

dice Luigi Lazzaro di Legambiente Veneto.

«Siamo pronti ad ogni iniziativa finalizzata ad assecondare una precisa speranza. Una Marghera – ed un’intera città – libere dall’inquinamento, dove le nuove generazioni possano costruire il loro futuro senza paure»,

avvisa Federico Camporese di Sel Mestre.

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Gazzettino – Marghera. Si annuncia mobilitazione contro Alles

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27

apr

2013

MARGHERA – In risposta al “sì” della Regione, in municipio il 3 maggio un incontro sul rilancio dell’area

In piazza contro Alles

Battaglia di Legambiente, Sel e Idv sull’impianto di Malcontenta

Non si spengono, in città, gli echi suscitati dall’approvazione da parte della Giunta regionale al “revamping” dell’impianto di Malcontenta. Approvazione contestata, ieri, anche dal coordinatore per Venezia e Mestre di Sinistra Ecologia e Libertà Federico Camporese e dal capogruppo dell’Italia dei Valori in Municipalità a Marghera, Antonio De Dea. Per venerdì 3 maggio nella sala di piazza Municipio, Legambiente Veneto ha promosso una conferenza per discutere di possibili strade di rinascita di Porto Marghera in collaborazione con l’Osservatorio ambiente e legalità, l’assessorato comunale all’Ambiente e l’assemblea contro il rischio chimico. Obiettivo? Reagire allo «schiaffo, inferto dalla Giunta regionale, alla volontà di rinascita green di Porto Marghera».

«La commissione Via regionale, il cui parere è stato decisivo nell’approvazione del progetto,

– scrive, in una nota, Luigi Lazzaro di Legambiente –

è di nomina politica. La composizione lascia dubbi sulla fondatezza dei suoi pareri. Non siedono in commissione geologi, trasportisti o biologi come richiede la legge regionale».

Sta di fatto che la Giunta ha accolto il «sì» della commissione con un giudizio di compatibilità ambientale che, precisa Legambiente,

«costituisce variante allo strumento urbanistico comunale e comporta la dichiarazione di pubblica utilità e, quindi, di urgenza e di indifferibilità dei lavori nell’impianto della ditta Alles s.p.a. il cui capitale è di proprietà della ditta Mantovani oggi al centro delle cronache giudiziarie».

Contesta la decisione della Giunta Zaia, appunto, Camporese (Sel).

«Con il via libera a questa scelta, la Lega e i suoi alleati confermano di non essere orientati alla cura del territorio. Di verde, forse, le sono rimasti solo i fazzoletti nei taschini dei propri dirigenti. Siamo pronti – scrive Camporese – a sostenere ogni mobilitazione che scongiuri questo rischio e sveli le ipocrisie e le contraddizioni delle forze politiche del governo regionale».

De Dea (Idv) chiede, invece, che vengano promosse una manifestazione cittadina di protesta e un’indagine epidemiologica

«degli effetti inquinanti sulla salute dei cittadini prima di assumere decisioni avventuriere».

 

Gazzettino – Mestrinaro: i sigilli non si toccano

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27

apr

2013

ZERO BRANCO – Gli avvocati della ditta hanno rinunciato al ricorso contro il sequestro

Rimangono sotto sequestro l’area di 10 ettari in uso alla società Mestrinaro di Zero Branco, ritenuta dalla Procura di Venezia responsabile della gestione di ingenti quantità di rifiuti pericolosi. Ieri mattina era prevista l’udienza in cui il Tribunale del Riesame avrebbe dovuto prendere in considerazione la richiesta di dissequestro avanzata dall’avvocato padovano Fabio Pinelli. In realtà, poco prima dell’udienza è arrivata la rinuncia a discutere e pertanto il Tribunale non ha potuto che prendere atto e dichiarare l’inammissibilità del ricorso.
Perché questa mossa? Le ragioni sono probabilmente due. La prima è che comunque il sequestro sarebbe stato mantenuto e la seconda, molto più importante, è che il ricorso è servito alla difesa per avere copia delle “carte” in possesso del pubblico ministero Giorgio Gava e predisporre così una strategia difensiva nel merito del procedimento.
L’ipotesi di accusa nei confronti di cinque persone (Maurizio Girolami, Loris Guidolin, Mario e Lino Mestrinaro e Italo Bastianella) è di traffico illecito di rifiuti. Giovedì 11, su disposizione della Procura di Venezia, i carabinieri del Noe di Venezia e Treviso avevano apposto i sigilli ad un’area di circa 10 ettari a Zero Branco sulla quale si trovano 5mila 900 tonnellate di rifiuti, che l’azienda ritiene già sigillati. Per i militari, l’azienda avrebbe gestito tra il 2010 e il 2012 circa 40mila tonnellate di materiale inquinato costituito da terre, rocce di scavo e scorie derivanti da combustione che non sarebbero state inertizzate.
La scoperta di questa vicenda ha messo sul chi va là gli artefici di tutte le grandi opere del territorio, nel timore che possano essere stati utilizzati materiali provenienti da un trattamento non del tutto ortodosso.
Intanto, il sostituto procuratore Giorgio Gava si accinge a chiudere l’indagine e a breve dovrebbe depositare gli atti. La chiusura è il momento che prelude alle richieste di rinvio a giudizio, sempre che non intervengano fatti nuovi che ribaltino tutto l’impianto.

 

Lanciare un segnale forte alla Giunta Zaia. Perché capisca che Marghera non diventerà la discarica italiana. Ad annunciare manifestazioni di protesta contro la decisione dell’esecutivo, a guida leghista, che governa in Regione di approvare il revamping di Alles di Malcontenta, sono sia l’Assemblea permanente dei cittadini contro il rischio chimico sia il Partito Democratico di Marghera. Una protesta anche con cui far giungere a Palazzo Balbi un «no» collettivo grande quanto il desiderio di Marghera e Malcontenta di chiudere con un passato di discariche ed inquinamento.
Un «no» espresso, appunto, dal coordinatore del PD di Marghera, Tonino Cossidente che, annunciando una manifestazione, parla di «approvazione spregiudicata da parte di una giunta regionale senza scrupoli». «

Questa decisione, però, non sorprende: abbiamo sempre denunciato che – scrive Cossidente in una nota – la Regione antepone gli interessi della comunità ad interessi di profitto di una società della galassia Mantovani che oggi è all’attenzione della Magistratura.»

Il potenziamento, secondo lui, avrà un impatto non solo per gli inquinanti che verranno prodotti durante il trattamento ma anche con l’aumento del traffico pesante.

«Marghera – conclude Cossidente – non può essere appetibile solo per speculazioni o profitti, bisogna riprendere la mobilitazione per salvare il territorio e riprogettarne il futuro in positivo.»

La decisione della Giunta Zaia viene bocciata dal presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso che la definisce

«inaccettabile, grave e pericolosa per la salute dei cittadini e dei lavoratori della zona industriale e in contrasto con la prospettiva della bonifica delle aree inquinate, della riconversione dei cicli produttivi inquinanti e del rilancio produttivo del polo di Porto Marghera con attività pulite, ecocompatibili e sostenibili».

Come a dire che la Regione, da una parte, indica «a parole» per la zona industriale un futuro «pulito» mentre, nei fatti, – attacca Dal Corso – la affossa in una prospettiva di pattumiera d’Italia. «Come Municipalità, avevamo chiesto alla Giunta Regionale di non recepire il parere positivo della commissione Via regionale e di negare qualsiasi autorizzazione al potenziamento dell’impianto di Alles spa. Richieste cadute nel vuoto. Continueremo – conclude Dal Corso – ad opporci a tale autorizzazione considerato che ciò ripropone, di fatto, Porto Marghera come localizzazione della filiera produttiva per lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti civili e industriali, speciali, pericolosi e tossico-nocivi.»

 

Gazzettino – Noale / Salzano. Cosmo, via libera dalla Regione

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26

apr

2013

AMBIENTE – Palazzo Balbi approva l’ampliamento dell’impianto tra Noale e Salzano

Ora l’azienda potrà trattare fino a 153 tipi di sostanze, tra cui rifiuti tossici

Via libera della Regione all’adeguamento tecnologico dell’impianto di gestione rifiuti Cosmo di via Mestrina. Che sarà operativo al massimo entro tre anni.
Una notizia temuta dai comitati ambientali di Noale e Salzano, paesi ai cui confini sorge l’impianto di stoccaggio, i quali avevano criticato con assemblee e manifestazioni il progetto. Ma la Giunta regionale ha confermato il “disco verde” recependo il parere della commissione di Valutazione di impatto ambientale. Palazzo Balbi ha dunque rilasciato “l’autorizzazione integrata”: i lavori di adeguamento dovranno iniziare entro dodici mesi, e la messa in esercizio provvisorio dell’impianto dovrà avvenire entro tre anni dalla data di avvio degli interventi. Quindi entro quattro anni il piano dovrà essere almeno in larga parte esecutivo.
Per i comitati il fatto che la Cosmo possa arrivare a trattare 153 tipi di sostanze (rifiuti generici ma anche tossici) costituirebbe una minaccia per la salute dei residenti. Non l’hanno pensata così i componenti della commissione Via (in maggioranza a nomina regionale) con le uniche eccezioni della Provincia di Venezia, che si è astenuta, e del Comune di Salzano, che si è dichiarato contrario al progetto per le possibili ripercussioni per la viabilità della zona. A far propendere verso il sì il Comune di Noale con la sua richiesta, poi accettata, di inserire un sistema automatico di controllo dei camini “24 ore su 24″, in modo da monitorare costantemente le emissioni.
Inascoltata invece da Palazzo Balbi la mozione firmata da dieci consiglieri regionali che chiedevano alla Giunta di

«mettere in atto ogni azione utile affinché l’azienda interessata valuti la possibilità di delocalizzare la sua nuova attività, per tutelare un’area ad alto rischio idraulico, salvaguardando la salute e la qualità della vita di oltre un centinaio di famiglie».

L’adeguamento dell’impianto si lega a doppio filo con la vendita dell’area dell’ex trituratore di via Mestrina da parte dell’amministrazione della città dei Tempesta, ora concessa in affitto alla Cosmo stessa. Entro maggio arriverà il bando pubblico di vendita.

Gabriele Vattolo

 

 

Noale. La giunta regionale ha rilasciato una doppia autorizzazione dopo il sì della commissione Via

NOALE – La giunta regionale ha deciso di prendere atto del parere positivo espresso dalla commissione di Valutazione d’impatto ambientale (Via) sull’adeguamento tecnologico della Cosmo Ambiente di Noale, al confine con Salzano. Tradotto: il progetto per stoccare i rifiuti si può fare. Il governo veneto di Luca Zaia ha dato il suo benestare, facendo propri i giudizi espressi dalla Via in autunno ed esprimendo un giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale. Ora ci sarà tempo dodici mesi per partire con i lavori, mentre la messa in esercizio provvisorio dell’impianto dovrà avvenire entro i successivi trentasei mesi dalla data di partenza del cantiere. In questa fase, la ditta è autorizzata a gestire 21.500 tonnellate di rifiuti, di cui, per un massimo di 9.000 tonnellate, speciali pericolosi. A questo, cittadini e comitati si sono opposti; avevano organizzato dibattiti pubblici con esperti, sia a Noale che a Salzano, oltre a un presidio fuori dalla sede di Veneto Strade durante la riunione della Via; qui avevano incontrato il suo presidente, Silvano Vernizzi, esternando tutte le perplessità sul progetto. Perplessità e contrarietà culminate con una fiaccolata il 12 gennaio attorno al centro storico della città dei Tempesta, dove parteciparono 500 persone, tra cui esponenti della politica locale, veneta ed europea. Ma Palazzo Balbi ha deciso d’approvare il progetto e di rilasciare l’autorizzazione integrata ambientale e quella paesaggistica. La Via aveva dato un parere sull’impianto e sul progetto di allargamento. Dal primo ambito erano esclusi dal voto i Comuni di Noale e Salzano, interessati perché lo stabilimento è al confine, mentre il resto della Via si era detto favorevole, con la sola Provincia astenuta. Riguardo al progetto, stesso esito della tornata precedente, con l’aggiunta del sì di Noale, subordinato di vietare l’amianto, e il no di Salzano. Nel frattempo, la giunta comunale ha prorogato di un anno la concessione in affitto dell’area dell’ex trituratore di via Mestrina per la Cosmo Ambiente, posticipando al 30 aprile 2014 l’uso della superficie che scadeva a giorni. Il terreno, dove oggi la ditta ha un deposito per materiale inerte, dovrebbe essere messo in vendita a breve con un bando. Cosmo Ambiente pagherà un canone mensile di 1.020 euro, con l’impegno di lasciare il sito libero entro quattro mesi dall’eventuale formale richiesta da parte del Comune, «garantendo», si legge nella delibera, «che non opporrà alcun giustificativo sia tecnico che economico».

Alessandro Ragazzo

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