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MARGHERA – Via libera al piano di recupero di parte dei terreni sui quali puntava lo stilista

Zanardo si prende l’area della torre di Cardin

La Marghera del futuro. Via libera ad un altro tassello del mosaico. Si è concluso l’iter che ha portato all’approvazione del Piano di recupero di iniziativa privata presentato, nel 2008, dall’Immobiliare Zanardo srl. Un progetto che andrà a ridisegnare un’area compresa tra via dell’Atomo e via dell’Elettricità che si affaccia sul Molo 5, da un lato, e sullo stabile che accoglierà il Mercato Ortofrutticolo e la zona, fronte canale industriale ovest, su cui sorgerà la piscina.

L’area, che si estende per 17.667 metri quadri e che attualmente ospita la sede della ditta “Zanardo Servizi Logistici Srl”, verrà interessata da un doppio intervento per un investimento, al ribasso, di oltre un milione e mezzo di euro. Alcuni stabili – per lo più capannoni – verranno recuperati. Altri edifici, al centro dell’area, saranno demoliti e, al loro posto, sarà edificato un complesso edilizio con altezze differenti, che partiranno da 18 metri di altezza fino a giungere ad una torre in vetro di trenta metri equivalenti a circa una decina di piani. La volumetria complessiva che potrà essere edificata è di 53mila metri cubi per cui sarà necessario realizzare 5.300 metri quadri di parcheggio, localizzati in buona parte – quasi 5mila metri quadri – al piano interrato ed il restante fuori terra.

Difficile prevedere quale sarà la destinazione d’uso della nuova edificazione: il Piano di recupero prevederebbe 14mila metri quadri di direzionale, 2.650 di commerciale e 806 di artigianale. Il progetto, che risale ad oltre sette anni fa, però, era stato concepito in un momento ben diverso dal punto di vista economico, in anni in cui era ancora fattibile pensare ad una richiesta di direzionale e di commerciale, prospettiva che ora risulta lontana. Molti, del resto, gli stop che il piano di recupero ha subito, a cominciare da lungaggini legate alle bonifiche. Non solo, però. L’area Zanardo rientrava nella fascia interessata dal Palais Lumiere e avrebbe dovuto essere acquistata da Pierre Cardin. Ultimo stop, dopo il tramonto del palazzo della moda, quello legato ad un possibile inserimento nell’area di una caserma della Guardia di Finanza. Ipotesi, a quanto pare, anch’essa venuta a cadere.

«L’approvazione del piano di recupero rientra nel disegno complessivo di una prima zona industriale, dedicata al terziario e al ricettivo, che – commenta il presidente di Marghera, Flavio Dal Corso – diventa cerniera con la Marghera urbana».

 

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