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Comunicato Stampa Opzione Zero 25-10-2016

Casello di Albarea: il Sindaco di Pianiga è un recidivo

 

Il Sindaco di Pianiga Massimo Calzavara, al di là delle dichiarazioni buone per le campagne elettorali, continua nei fatti a promuovere le grandi opere. Ora ripropone il casello di Albarea come soluzione ai problemi di traffico della Riviera del Brenta. Per farlo cerca pure alleanze con le altre Amministrazioni: sembra infatti che proprio in questi giorni il primo cittadino di Pianiga abbia richiesto alla Conferenza dei Sindaci di scrivere una lettera unitaria al Presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, e alla società CAV SpA per riattivare le procedure di approvazione del progetto di nuovo casello autostradale in località Albarea.

Questa opera faceva il paio con quello a nord di Scorzè, ed era stata voluta dal Commissario straordinario Silvano Vernizzi come opera complementare del Passante nel 2009. Nel 2011 la Commissione V.I.A. con parere n. 724, aveva dato il suo benestare ma con numerose e tali prescrizioni da indurre di fatto una profonda revisione della proposta. Successivamente, mentre il casello di Scorzè-Martellago è stato portato a compimento, quello di Albarea si è arenato. E non per caso: perché infatti come denunciato fin dal 2008 dai comitati, il nuovo casello di Albarea, apparentemente opera secondaria rispetto alle altre infrastrutture e ai progetti di cementificazione pianificate in Riviera del Brenta dalle Giunte venete guidate da Galan, Chisso e Zaia, in realtà era stato pensato come vera e propria porta di accesso a ovest di Veneto City, e come alternativa al mancato arretramento della barriera a Roncoduro per lasciare spazio all’innesto dell’autostrada Orte-Mestre a Roncoduro.

Questo disegno perverso è stato poi bloccato dalla forte opposizione dei comitati rivieraschi, dalla crisi e dalle inchieste giudiziarie, e si è rivelato per quello che effettivamente era: un’altra grande occasione di ulteriore speculazione ai danni della collettività e delle casse pubbliche, sullo sfondo di un territorio già segnato dallo scandalo “MOSE”.

Opzione Zero attacca: “Tornare a chiedere la realizzazione del casello di Albarea non è altro che un modo obliquo e maldestro di rimettere in gioco Veneto City, progetto tenuto ancora in vita proprio dalla dalle inadempienze e dalla volontà politica delle amministrazioni pubbliche coinvolte, a cominciare dai Comuni di Dolo e Pianiga. Il Sindaco Massimo Calzavara evidentemente è un nostalgico recidivo: continua a riproporre le opere architettate dalla “cricca veneta” delle “grandi opere” come se nel frattempo non fosse successo niente. Troppo difficile fare i conti con le proprie responsabilità politiche, visto e considerato che alcuni dei suoi iniziali sostenitori come l’ex assessore Renato Chisso sono poi finiti in gattabuia.

“Ma – continua il comitato – se il punto vero della discussione è quello di alleggerire il traffico dalla Riviera del Brenta, allora è bene ricordare al primo cittadino di Pianiga e a tutti i suoi colleghi, a cominciare da quello di Dolo Alberto Polo, che la vera soluzione sta nella riapertura immediata del casello di Roncoduro, così come previsto dagli accordi del Passante. Il nuovo casello ad Albarea, non solo avrebbe impatti ambientali e paesaggistici distruttivi in un’area già pesantemente compromessa, ma costerebbe almeno 30 milioni di euro ai contribuenti. Per riaprire quello di Dolo bastano interventi di minima in tempi brevissimi, visto e considerato che sono state realizzate la maggior parte delle opere accessorie oltre che ben due bretelle. Ci appelliamo alla Conferenza dei Sindaci perché si attivi finalmente e seriamente in tal senso invece che guardare a un passato da incubo”.

 

PEDEMONTANA – Serena risponde al commissario Vernizzi. Mercoledì incontro con i 9 sindaci

VILLORBA – «Non posso che ringraziare Vernizzi per la sua disponibilità: nell’incontro chiariremo quello che chiediamo». Prova a usare la diplomazia Marco Serena, sindaco di Villorba, uno dei 9 primi cittadini ad aver invitato il commissario della Pedemontana a non aprire i futuri caselli di Povegliano e Spresiano-Villorba senza aver prima ultimato le opere complementari, ad oggi non finanziate. Ma non ce la fa.

L’altro ieri Vernizzi ha risposto con una mezza provocazione: «Se i caselli creano così tanti problemi, possiamo anche cancellarli dal progetto». Poi ha invitato i sindaci a un incontro per il 27 maggio.

E qui Serena cala il carico. «Per stavolta ci andremo in 9 – replica – e non in 105 mila, che sono i cittadini che rappresentiamo».

Parole scelte per mettere in chiaro fin da subito il peso delle richieste dei sindaci firmatari: oltre a Villorba, Povegliano, Spresiano, Ponzano, Paese, Nervesa, Giavera, Volpago e Arcade. In ballo c’è il futuro della viabilità. Senza la bretella di Povegliano e senza la tangenziale di Spresiano, sono convinti i sindaci, tutto il traffico della Pedemontana è destinato a riversarsi nei centri abitati dei paesi. Con un peggioramento della qualità della vita dei residenti sia dal punto di vista della sicurezza che da quello della salute.

Ma solo per la bretella di Povegliano bisognerebbe trovare circa 8 milioni. Poi altri 5,5 per il primo tratto della tangenziale di Spresiano. E ulteriori 3,5 milioni per completarla. Vernizzi è stato chiaro: non spetta a lui andare a cercare soldi per opere mai inserite nei progetti. Ma Serena è convinto che qualcosa si possa fare.

«Noi – conclude – confidiamo che nelle pieghe del bilancio della Pedemontana si possano trovare, in futuro, le risorse necessarie».

(m.f.)

 

Dopo Martellago-Scorzè arriva il via libera per Spinea. Gli abitanti: «Ma le barriere verdi aspettano»

SPINEA – Ci sono annunci che non tardano a diventare realtà. Ne è un esempio l’apertura al traffico pesante del casello di Crea, avvenuta in tempi record subito dopo l’inaugurazione e l’entrata in esercizio della nuova barriera di Martellago-Scorzè sul Passante.

In realtà, era scritto da tempo che non appena il casello di Martellago sarebbe stato aperto, Spinea avrebbe dovuto togliere quel divieto in entrata e uscita dall’autostrada che aveva, per quanto poco, tamponato una situazione pericolosa di traffico per la viabilità ordinaria.

E in effetti gli enti gestori del Passante non hanno tardato a mettere in pratica i propositi messi nero su bianco. È bastata una semplice ordinanza e poi coprire con un adesivo verde i cartelli di divieto alla rotonda di viale Venezia: ora si può liberamente circolare, con qualsiasi mezzo, sull’arteria che porta all’imbocco del Passante.

È ancora presto per vedere gli effetti di questa novità. Il sindaco di Spinea Silvano Checchin aveva già detto di non potersi opporre agli accordi e che non necessariamente la novità sarebbe stata negativa per Spinea: «Il divieto aveva senso di esistere, e per questo ci siamo imposti in questi anni, in un sistema non ancora a pieno regime», aveva detto Checchin, «da luglio 2009 (quando è stato aperto il Passante, ndr), a oggi, Spinea era l’unico ingresso per tutto il Miranese. Chiaro che nel momento in cui questo presupposto viene meno decade anche il divieto a Crea, come da accordi».

Anche il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello aveva auspicato che l’apertura del varco di Scorzè-Martellago potesse sollevare la città e il territorio da parte del traffico pesante di attraversamento, almeno per quanto riguarda i mezzi provenienti dalle zone industriali a nord del Comune, Salzano e Noale soprattutto.

Adesso non resta che attendere i primi dati. Per ora i Tir hanno ripreso a circolare un po’ più di prima in viale Venezia, prevalentemente da via della Costituzione, dove ora possono tranquillamente imboccare o uscire dalla A4 senza troppe deviazioni.

A Crea qualcuno sorride amaramente: «Dal taglio del nastro di Martellago alla cancellazione del divieto ai Tir a Spinea sono passati pochi giorni», osserva un residente di via Rossini, «ora finalmente il Passante è completo, i caselli tutti aperti e gli accordi rispettati. Quelli per il traffico. Quelli per le barriere e le mitigazioni invece li stiamo aspettando da anni e lì no, non c’è solerzia».

Filippo De Gaspari

 

PEDEMONTANA – Il commissario contro Povegliano e Spresiano: «Non rispettate gli accordi»

«Se i caselli di Povegliano e Spresiano-Villorba creano troppi disturbi, possiamo anche cancellarli dal progetto della Pedemontana». È questa, in sintesi, la mezza provocazione con la quale Silvano Vernizzi, commissario della superstrada, replica alla diffida siglata giovedì da 9 sindaci trevigiani.

I primi cittadini di Povegliano, Spresiano, Villorba, Ponzano, Paese, Nervesa, Giavera, Volpago e Arcade hanno chiesto di non aprire i caselli in questione senza aver prima ultimato le opere complementari, non ancora finanziate, per evitare che il traffico della Pedemontana si riversi nei centri abitati. Due su tutte: la bretella di Povegliano e la tangenziale di Spresiano. Per la prima bisogna trovare circa 8 milioni. E per la seconda almeno 5,5 milioni.

Senza queste strade, hanno messo nero su bianco i sindaci, i paesi verrebbero invasi da auto e camion con «sensibile aumento dell’inquinamento e conseguente aggravio delle condizioni di sicurezza e salute degli utenti».

Considerazioni che Vernizzi non ha preso benissimo. Tanto che subito dopo aver letto la lettera, inviata anche a Regione e ministero delle infrastrutture, ha fissato per mercoledì prossimo un faccia a faccia con i firmatari e lanciato l’aut aut.

«Nel mio ruolo di commissario non ho la funzione di reperire 8 milioni per la realizzazione di opere mai previste in alcun progetto – mette in chiaro – con il Comune di Povegliano è stato firmato un accordo di programma in cui era prevista solo la progettazione, attualmente in corso, e non la costruzione della bretella. La cosa è nota al sindaco. Se per motivi politici interni deve sostenere altre tesi, ciò esula dalle mie competenze».

Discorso simile per la tangenziale di Spresiano. Il sindaco Missiato sperava di poter contare sui risparmi della Pedemontana per realizzare almeno il primo tratto da 5,5 milioni. Niente da fare.

«Non ha senso – taglia corto Vernizzi – la Pedemontana rispetta il suo piano finanziario da 2,2 miliardi». Da qui l’idea di cancellare direttamente i caselli: «La proposta che verrà avanzata ai comuni – conclude il commissario – sarà quella di non realizzare i caselli di Povegliano e Spresiano-Villorba, viste le problematiche che gli stessi determinano secondo quanto esposto dai sindaci».

Una mossa che i firmatari della diffida certo non si aspettavano. «Faremo le necessarie valutazioni – prende tempo Rino Manzan (Povegliano) – il discorso non può riguardare solo un Comune». «Noi siamo al servizio dei cittadini – conclude Riccardo Missiato (Spresiano) – va trovata una soluzione, non fatta polemica».

Mauro Favaro

 

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DOLO – (L.Per) Il “Ponte del Dolo” si ripresenta ed è l’unica lista che ha conservato il simbolo di cinque anni fa. E ripresenta come candidato sindaco Giorgio Gei, che sottolinea: «In questo lustro, nonostante la crisi della politica, la nostra lista ha saputo mantenersi compatta e anzi ha acquisito maggior amalgama. Inoltre molte nostre proposte sono state fatte proprie anche da altri schieramenti».

Gei rifugge dal concetto che la civica sia identificata come quella del “No” alle grandi opere. «La nostra posizione è basata su valutazioni di ordine ambientale e di utilità sociale e nel tempo abbiamo visto che anche altri si sono avvicinati. Il ’no’ alla Romea commerciale e alla camionabile è un’idea ormai condivisa; l’unico a non passare è stato quello a Veneto City. Ma siamo anche per il ’sì’ al casello di Roncoduro e all’ospedale per il quale abbiamo avuto il coordinamento delle iniziative».

Il cartello presenta 8 nomi nuovi come quelli di Andrea de Lorenzi, Eugenio Moro e Monica Fabrizio, per citarne alcuni, che hanno portato idee e competenze nuove. Il programma è chiaro con al centro la salvaguardia del territorio, lo sviluppo economico grazie allo sfruttamento del turismo ma anche servizi sociali, sport, cultura. Con qualche opportunità diversa come favorire la permanenza dei giovani laureati che non avendo possibilità d’impiego locale sono tentati di andarsene: al riguardo si punta ad accordi con le Università di Padova e Venezia.

 

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COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO 5 MAGGIO 2015

Scatta la campagna elettorale a Dolo, e come al solito è una ridda di dichiarazioni a buon mercato e di mistificazioni, soprattutto in tema di grandi opere.

Opzione Zero, chiamato direttamente in causa dalla Sindaca uscente, non ci sta e interviene in modo deciso per fare chiarezza a partire dai fatti e non dalle parole.

Il comitato rivierasco precisa: sulla Romea Commerciale non c’è stato alcun sostegno alla Giunta Gottardo, casomai è avvenuto il contrario. L’approvazione dell’ordine del giorno contro la nuova autostrada, approvato dal Consiglio Comunale di Dolo dopo che altri Comuni, a cominciare da Mira, si erano mossi per rompere il fronte del Sì, è stato un atto politico positivo, ma va precisato che quel documento è stato elaborato e proposto proprio da Opzione Zero, da sempre a favore dello stralcio integrale dell’opera indipendentemente dal tracciato. Prima di quel voto, la Sindaca di Dolo e la sua ex-maggioranza si erano espressi più volte contro l’attraversamento della Riviera, ma favorevolmente ad altre ipotesi di innesto verso Marghera o Spinea.

“D’altra parte – interviene il presidente di Opzione Zero Mattia Donadel – l’ordine del giorno sulla Romea Commerciale non basta a cancellare il decisivo via libera a Veneto City, duramente contrastata da tutti i comitati della zona, e nemmeno l’imposizione a suon di commissari del nuovo PATI che aggiunge cemento al cemento. L’unica nota di merito dell’amministrazione uscente è forse il sostegno al ricorso sull’elettrodotto contro Terna per elettrodotto Dolo-Camin, ma anche in questo caso va ricordato che senza la determinazione e il prezioso lavoro di inchiesta dei comitati, in particolare di quello di Vigonovo, nemmeno questa azione sarebbe andata in porto.”

Rebecca Rovoletto e Lisa Causin, portavoce del comitato, aggiungono: “Molto ambigua è anche la posizione della lista Dolo Democratica: nel programma si parla genericamente di contrarietà alle grandi opere e al consumo di suolo, ma ogniqualvolta c’era da prendere posizione in modo netto e vincolante, gli esponenti della lista hanno trovato il modo di smarcarsi. La dimostrazione sta nel fallimento delle trattative con il gruppo de “Il Ponte del Dolo” causato, tra le altre cose, dal rifiuto del PD di inserire tra i punti programmatici la cancellazione del casello di Albarea (funzionale a Veneto City) e il ritiro definitivo della Nuova Romea in luogo di un più vago riferimento ad evitare l’attraversamento della Riviera. D’altra parte si sa che proprio sulla Orte-Mestre, nonostante lo stop temporaneo imposto dal ministro del Rio dopo l’inchiesta della Procura di Firenze, buona parte del PD veneto e emiliano, oltre che nazionale, continua ad avere un orientamento più che favorevole.”

In ogni caso sulle elezioni a Dolo Opzione Zero ha le idee chiare: il comitato sosterrà in modo diretto la lista Ponte del Dolo e il candidato Sindaco Giorgio Gei, in continuità con un percorso di laboratorio civico iniziato cinque anni fa, che, grazie alla buona sinergia trovata tra le diverse componenti, si è dimostrato positivo ed efficace, non solo in tema di difesa del territorio e della salute. A rimarcare questa scelta la decisione di candidare in lista cinque dei propri attivisti dolesi; questi i nomi: Francesco Ceoldo, Arianna De Monte, Marina Doni, Giacomo Mescalchin, Eugenio Moro.

 

Gazzettino – “Blocchero’ la Pedemontana”

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14

apr

2015

Crociata del sindaco Manzan

«Se non si farà la bretella di Povegliano, mi metterò fisicamente in mezzo alla strada per bloccare la Pedemontana». Il sindaco Rino Manzan non vuole nemmeno sentir parlare della realizzazione del casello della superstrada senza la nuova via promessa per salvare sia Povegliano che Ponzano dalla futura morsa del traffico in uscita dalla Pedemontana. Ad oggi la bretella tra il casello e la provinciale tra Paderno e Volpago, attraversando via Levada, è ferma al progetto.

«L’opera è fondamentale – sottolinea Manzan – l’alternativa è soffocare tra auto e camion». Il punto è che per costruirla servirebbero almeno 7 milioni. Ci sono? «Non lo sappiamo – ammette il primo cittadino – aspettiamo che la Regione ci mandi il preventivo di spesa e poi vedremo chi potrà realizzarla».

«Una cosa è certa – aggiunge – senza la bretella ci metteremo di traverso in tutti i modi possibili».

Questi in realtà non sono molti. Il sindaco lo sa bene: «La giunta Zappalorto aveva fatto un ricorso al Tar contro la Pedemontana, ma poi è stato ritirato dicendo che c’era l’accordo per la bretella – spiega – l’accordo, però, era sulla progettazione e non sulla costruzione. Adesso che non c’è più nemmeno il ricorso al Tar, per far sentire la nostra voce non ci resterebbe che metterci in mezzo alla strada. Ovviamente speriamo di arrivare a una soluzione prima di iniziative del genere».

Il Comune andrà a bussare alle porte del Sis, il consorzio che sta realizzando la Pedemontana, e poi a quelle di Regione e Provincia. I tecnici, fanno sapere dal municipio, si sono sempre dimostrati sensibili alla questione. Adesso, però, è arrivato il momento di stringere. Perché nelle case di circa 150 famiglie di Povegliano sono già arrivate le lettere di esproprio per il passaggio della superstrada. L’argomento è stato al centro dell’incontro urgente organizzato ieri sera nella sala della Pro Loco. La procedura è normale, ma il Comune non vuole lasciare nessuno da solo ed è pronto a mettere in piedi uno sportello informativo ad hoc.

 

ZERO BRANCO – Il sindaco Feston preoccupato: «Per noi solo disagi»

ZERO BRANCO – (N.D.) Non tutti hanno brindato all’apertura, avvenuta mercoledì scorso, del nuovo casello del Passante di Mestre, tra Scorzè e Martellago. Se fosse dipeso dal sindaco di Zero Branco, Mirco Feston, sarebbe stato più opportuno suonare le campane a morto per via dei problemi del traffico che l’apertura causerà alla già trafficatissima regionale Noalese.

L’apertura del nuovo casello del Passante per quanti arrivano o si dirigono all’aeroporto Canova di Treviso finirà per intasare ulteriormente sia la Noalese che la via la vecchia e inadeguata Peseggiana.

Torna così alla ribalta il vecchio progetto della realizzazione della tangenziale nord ovest di Zero Branco, opera complementare al Passante, già prevista nel 2004. Sono anni che il sindaco Feston ha messo in guardia sulle conseguenze derivanti alla viabiltà zerotina dall’apertura del nuovo casello del Passante.

«Troppo facile – attacca il primo cittadino – scaricare i problemi del traffico sui comuni vicini. Per queste ragioni si rende indispensabile attuare la tangenziale. Solo così si potrà preservare l’area centrale dalle insidie del traffico di attraversamento sul nostro territorio che continua ad avere pesanti conseguenze anche sulla salvaguardia della salute pubblica. Come amministrazione – aggiunge Feston – ci rendiamo contro che la fase economica che stiamo attraversando è delle meno felici. In ogni caso mi auguro che la Regione mantenga gli impegni presi negli anni scorsi sul progetto della tangenziale nord ovest».

L’annoso problema avrà una eco in Consiglio regionale con l’iniziativa politica adottata dal consigliere Claudio Niero (Pd) il quale ha presentato un emendamento per inserire il finanziamento del progetto della tangenziale nord ovest di Zero Branco nel bilancio regionale 2015, che sarà approvato nelle prossime settimane.

 

Scorzè. Pronte nel 2017 la complanare verso via Moglianese e la tangenziale sud

Con l’apertura del varco verrà declassata la Castellana in centro a Martellago

MARTELLAGO – Aperto il casello del Passante Martellago-Scorzè, restano invece in ballo altre questioni per vedere completate tutte le opere d’accesso. Sentendo le parole del sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, serviranno altri due anni per avere tutto al suo posto, perché per la complanarina di collegamento con via Moglianese e la tangenziale sud di Scorzè non si percorreranno prima del 2017. Di certo le due tangenziali di accesso al casello, da via Boschi a ovest e dalla Castellana a est per un totale di quasi 5,4 chilometri, permetteranno a Martellago di rivedere il suo centro.

Da mercoledì pomeriggio, comunque, è cominciata una nuova fase. A Scorzè c’è attesa per la tangenziale sud, con i lavori che dovrebbero scattare a giugno. Un paio d’anni per completare il cantiere, che collegherà via Milano a via Boschi, laddove confluiscono la variante alla Castellana e il collegamento al Passante. Lungo il tracciato, che per un tratto affiancherà la zona industriale, ci saranno quattro rondò: in via Milano, via De Gasperi, via Volta e via Boschi (quest’ultima già esistente). Su via Milano e via De Gasperi, la rotonda avrà due corsie e un diametro interno di 50 metri, quello in via Volta, stesso diametro ma a tre corsie. Anche per la complanarina, inserita in un secondo momento nel progetto, si dovrà aspettare dall’anno e mezzo ai due. Sarà lunga poco più di un chilometro, sarà finanziata da Anas-Cav con i fondi provenienti dal casello, mentre Veneto Strade dovrà portare avanti il progetto esecutivo, la gara e il successivo appalto. Il costo è di quasi 5,8 milioni di euro, finanziati con fondi di Cav.

A Martellago, invece, serviranno ancora alcuni passaggi tra vari enti ma il tratto della Castellana dalla rotonda della Kelemata a quello di via Boschi finirà in gestione al Comune di Martellago e sarà chiamato vecchia Castellana. Fa parte degli accordi sottoscritti nei mesi scorsi da Martellago, Scorzè, Anas e Veneto Strade. Questo permetterà di organizzare tutta l’area davanti al municipio di Martellago. L’amministrazione potrebbe pensare pure di chiudere il centro per ospitare delle particolari iniziative, deviando il traffico per le tangenziali a nord (Nuova Castellana) o per la variante alla Castellana a sud. Niente chiusura totale, però. La Nuova Castellana, invece, sarà gestita da Veneto Strade.

Alessandro Ragazzo

 

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