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Ora basta ! Manifestazione no grandi navi a Venezia.

Andiamoci tutti, andiamoci insieme!

Treno da Mira Mirano ore 15,30 – N treno 20853

Dopo il gravissimo incidente provocato dalla Costa crociere domenica scorsa, il Comitato No Grandi Navi ha indetto una grande e importante manifestazione a Venezia sabato 8 giugno alle ore 16 alle Zattere.

Opzione Zero sarà presente una volta di più e lancia un invito accorato a tutti gli abitanti della Riviera del Brenta a partecipare al corteo, perchè questa situazione non è più tollerabile.

Per anni il comitato No Grandi Navi ha denunciato non solo gli impatti provocati da questi mostri del mare su Venezia e sull’ambiente, ma anche i rischi legati al loro passaggio attraverso la storica Città. Eppure, nonostante il Decreto Clini vieti il loro transito nel Canale della Giudecca, nessuno ha avuto il coraggio di fermarli.

La soluzione da chi come Salvini, Zaia e Brugnaro vorrebbe scavare il canale dei petroli e il canale Vittorio Emanuele sarebbe disastrosa per l’equilibrio lagunare e per la stessa Città di Venezia, senza contare il problema dei fanghi tossici e dei rischi di incidente in zona industriale. Il problema riguarda anche la Riviera del Brenta e in particolare il Comune di Mira che ha più di un terzo del suo territorio costituito da laguna e barene.

Esiste già più di un progetto per spostare le navi alle bocche di porto, uno di questi ha già superato il vaglio della commissione nazionale di valutazione impatto ambientale.

Ma per chi blatera di scavo di nuovi canali il vero obiettivo è lasciare le cose come stanno a tutto vantaggio delle compagnie croceristiche che l’anno scorso hanno realizzato complessivamente ben 14 miliardi di utile.

È ora di dire basta con la speculazione delle compagnie croceristiche, con un turismo esasperato ed esasperante che sta letteralmente consumando una delle Città più belle del mondo.

Per smascherare e sconfiggere ipocrisia e interessi che gravitano intorno a questa partita è necessario e urgente ribadire con una grande mobilitazione popolare che le Grandi Navi devono rimanere fuori dalla Laguna.

Sabato andiamo in tanti a Venezia e andiamoci insieme con il treno delle 15.30 in partenza dalla stazione di Marano.

FUORI LE NAVI DALLA LAGUNA

 

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Comunicato Stampa Opzione Zero 3 giugno 2019

Grandi Navi fuori da Venezia e dalla Laguna

Il grave incidente provocato dalla nave da crociera MSC domenica scorsa a Venezia è di una gravità inaudita.

Per anni il comitato No Grandi Navi ha denuciato non solo gli impatti provocati da questi mostri del mare su Venezia e sull’ambiente, ma anche i rischi legati al loro passaggio attraverso la storica Città. Eppure, nonostante il Decreto Clini vieti il loro transito nel Canale della Giudecca, nessuno ha avuto il coraggio di fermarli.

Ministri e Governi, la Regione capeggiata dal leghista Zaia, il Sindaco imprenditore Brugnaro, Autorità Portuale, tutti proni agli interessi speculativi delle grandi compagnie.

Sabato 8 giugno Opzione Zero sarà ancora una volta a fianco dei cittadini Veneziani e del Comitato No Grandi Navi e invita gli abitanti della Riviera a partecipare alla importante manifestazione indetta per le ore 16 a Venezia perchè questa situazione non è più tollerabile.

È ora di dire basta con la speculazione delle compagnie croceristiche, con un turismo esasperato ed esasperante che sta letteralmente consumando una delle Città più belle del mondo. Basta con chi, come Salvini, Zaia e Bugnaro, continua a nascondere le proprie responabilità vaneggiando su scavi di nuovi e vecchi canali e di Grandi Navi a Marghera.

Questi giganti galleggianti che inquinano come un’autostrada non sono compatibili nè con Venezia, nè con la Laguna, anzi non sono affatto compatibili. I Comuni della Riviera che si affacciano su una delle zone umide più importanti d’Europa, primo tra tutti quello di Mira, dovrebbero prendere immediata posizione contro un’ipotesi che avrebbe conseguenze disastrose anche per il loro territorio. Invece Sindaci e Amministrazioni sembrano come pesci nel barile.

Per smascherare e sconfiggere ipocrisia e interessi che gravitano intorno a questa partita è necessario e urgente ribadire con una grande mobilitazione popolare che le Grandi Navi devono rimanere fuori dalla Laguna.

 

Opzione Zero sarà presente; per chi vuole partecipare ci contatti all’indirizzo mail info@opzionezero.org.

 

venaus

 

Prosegue in Val di Susa il percorso nazionale contro le Grandi Opere e le politiche del governo iniziato il 29 settembre a Venezia.

Un’assemblea partecipata da centinaia di persone provenienti da tutto il paese, protagoniste le molteplici lotte territoriali che da nord a sud difendono la vita di chi quei territori li vive e cercano di porre in primo piano la tutela dell’ambiente e la sicurezza dei territori.

Se nei mesi di campagna elettorale abbiamo sentito gli esponenti del “governo del cambiamento” promettere un’inversione di rotta rispetto le politiche delle grandi opere, ad oggi queste affermazioni restano lettera morta.

Solo un anno fa la nostra valle vedeva i boschi bruciare e 6 mesi fa la montagna franare sulle case di molti valsusini, tutto ciò a causa della mancanza di investimenti pubblici per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio. Pochi mesi fa crollava il ponte Morandi a Genova e nei giorni scorsi la Sardegna piangeva morti e distruzione a causa del maltempo. Un film visto troppe volte, dove speculazioni, negligenza ed interessi dei privati la fanno da padrona e le priorità del governo sembrano altre, come l’approvazione del decreto Sicurezza che si traduce in una dichiarazione di guerra ai poveri di questo paese.

Non abbiamo mai delegato la nostra lotta a nessuno e come noi numerosissime lotte territoriali vogliono prendere parola e raccontare quella verità che molti vorrebbero nascondere: non c’è alcun cambiamento, non c’è nessun rispetto per i territori e per chi li vive, non c’è alcuna garanzia per il futuro di tutti e tutte.

Continuiamo ad essere convinti della necessità di proseguire un percorso comune, convocando un’assemblea nazionale il 17 novembre in Val di Susa, a Venaus, per rafforzare il fronte di chi ha cuore il futuro dei territori e chiede uno stop immediato di tutte le grandi opere inutili e dannose. Il giorno successivo costruiremo un’iniziativa di lotta sul territorio alla quale invitiamo tutti e tutte a partecipare!

Dalla Conferenza dei Territori riunitasi a Firenze il 6-7 ottobre giunge l’invito ad una mobilitazione diffusa sui tutti i territori l’8 dicembre, data storica per il nostro movimento e dal 2010 celebrato dal 2010 come la Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte. L’assemblea del 17 novembre sarà l’occasione per coordinarci e rilanciare con forza questa mobilitazione su tutto il territorio nazionale!

Quest’ulteriore tappa di un cammino comune si auspica possa moltiplicare i momenti di confronto sul territorio e portare nei prossimi mesi ad una manifestazione nazionale a Roma contro le Grandi Opere, per la giustizia ambientale e i beni comuni.

Lo ricordiamo, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che non esistono “governi amici” e che la difesa del futuro è nelle nostre mani.

Ci vediamo in Val di Susa il 17 novembre!

 

Movimento No Tav

 

Manidesto A2

 

Venezia 29 settembre 2018 – Invito aperto ad un’assemblea nazionale dei comitati contro le grandi opere e per la giustizia ambientale

29 settembre 2018, h. 15.00 – S.a.L.E. Docks (Magazzini del Sale), Dorsuduro 265, Venezia.

Un’iniziativa nell’ambito della due giorni di mobilitazione contro le grandi navi, 29-30 settembre.

Il balbettio sul TAV del nostro Ministro delle infrastrutture secondo cui l’opera andrebbe ora “migliorata” e non più cancellata, la visita in Azerbaijan di Mattarella e Moavero Milanesi per “blindare” il TAP, le recenti dichiarazioni dello stesso Toninelli sulla necessità di mantenere le grandi navi in laguna dimostrano che, in merito a grandi opere e giustizia ambientale, il governo del cambiamento è in realtà il governo della continuità.

Il fatto è ancora più grave se pensiamo a quanto il Movimento 5 Stelle abbia politicamente lucrato, in campagna elettorale, sulla contrarietà di tante e tanti nei confronti di un modello di sviluppo rapace e generatore di malaffare. A proposito, anche sul MOSE (opera obsoleta che è già costata alle nostre tasche oltre 5 miliardi, “bruciandone” uno e mezzo in corruzione) la solfa del Ministro è la solita: “Noi l’opera non l’avremmo fatta, ma adesso che c’è non può essere messa in discussione”.

E così la giostra continua a girare, del resto a Genova non è crollato “solo” un ponte, quel fatto ci interroga tragicamente sul crollo di una stagione di sviluppo territoriale neoliberista che trascina con sé anche quei pezzi di paese che sono stati costruiti prima degli anni ’70, è il caso del “Ponte Morandi”. Una stagione fatta di cementificazione e consorterie, secondo uno schema che si è affermato diventando sistema, al sud come al nord, ad ovest come ad est. Dobbiamo continuare ad insistere: prima di grandi investimenti infrastrutturali, un serio lavoro di messa in sicurezza dei territori è necessario. Ancora una volta, in questa battaglia non ci sono governi amici.

Se ci cimentassimo (come va di moda in questo periodo) in un’analisi costi/benefici dell’azione di governo svolta sinora, diremmo che i benefici sono andati tutti a Salvini, a noi rimangono i costi, non solo in termini di sfacelo ambientale, ma anche in termini di clima sociale che si respira nel paese.

Vorremmo cogliere l’occasione dell’assemblea veneziana per confrontarci anche su questo aspetto. I comitati e i movimenti per la giustizia ambientale sono oggi tra gli esempi migliori di resistenza  contro la presa del discorso reazionario, contro il nazionalismo e l’incitamento alla guerra tra poveri, una guerra utilizzata come arma di distrazione di massa, mentre imperterrita continua la rapina dei nostri territori. Una rapina che, guarda caso, in Veneto è proprio a trazione leghista.

Al contrario, i territori dei comitati e dei movimenti per la giustizia ambientale non sono segnati dalla paura, non chiedono la guida dell’uomo forte, rigettano la tentazione identitaria. Le nostre identità le abbiamo costruite nel corso di anni di lotta, rinforzando il legame sociale contro il primato dei rancori individuali, pretendendo democrazia contro il binomio sicurezza/repressione, costruendo con i territori un rapporto di reciproca rigenerazione e non di unilaterale estrazione.

Attorno a questa forza vogliamo aprire un dialogo, senza l’ansia della costruzione di strutture formali, ma con la convinzione di dover rinforzare l’azione comune. Possediamo un patrimonio di forza che dobbiamo ancora esprimere pienamente, abbiamo la possibilità di farlo. Bisogna scegliere se assumersi collettivamente la responsabilità di fare un passo in più rispetto al già importante lavoro che quotidianamente portiamo avanti.

Sullo sfondo dell’attuale situazione politica, il valore dei comitati emerge con ancora maggiore chiarezza, un valore che va ben oltre i confini dei singoli territori. Al tempo stesso il prevedibile voltafaccia del governo dimostra che non si vince la battaglia contro le grandi opere se non dentro la lotta per una radicale e complessiva svolta democratica che investa il piano economico, politico, sociale e culturale.

Ripartiamo da qui! Incontriamoci a Venezia.

 

In vista del meeting e della mobilitazione dei movimenti e dei comitati ambientalisti italiani contro le Grandi Navi e le Grandi Opere (Venezia 29-30 settembre), Opzione Zero e MalaCaigo organizzano un momento di approfondimento e di confronto sui temi Grandi Navi e MOSE. Due questioni che riguardano da vicino anche Mira e di conseguenza la Riviera del Brenta, visto che il territorio mirese è per almeno un terzo costituito da barene e laguna. L’iniziativa rientra nel programma delle giornata per Forte Poerio promossa da GAFP (Gruppo Associazioni per Forte Poerio).

 

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Il Comitato No Grandi Navi invita alle giornate europee dei movimenti per la difesa dei territori.

21 / 7 / 2017

Venezia è, da oltre mille anni, città simbolo dell’equilibrio tra uomo e natura, la sua magia origina e vive nella e della straordinaria compenetrazione di artificio e natura, pietra e acqua, città e Laguna.

Questo fragile equilibrio è seriamente minacciato dalla macchina del turismo di massa, di cui le grandi navi da crociera sono una delle peggiori espressioni: navi fuori scala, inquinanti, pericolose per l’incolumità di una città patrimonio Unesco, simboli galleggianti dell’arroganza delle multinazionali e della corruzione di una classe politica piegata alla difesa dei profitti privati a scapito del bene comune.

Ma Venezia è viva, contrariamente a ciò che vorrebbero le compagnie croceristiche, il ministro dei trasporti Del Rio, l’autorità portuale e il sindaco Brugnaro.

Da molti anni la città, grazie al Comitato No Grandi Navi, combatte contro il passaggio nella Laguna -e si sottolinea nella Laguna- di questi mostri e contro l’ipotesi di scavo in questa di nuovi canali (immaginate la costruzione di un’autostrada in una riserva naturale).

Il caos istituzionale è totale! In questi ultimi anni sono stati presentati diversi progetti che il Comitato ha contrastato in tutti i modi e che sono stati bocciati dalla commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Nonostante questo il ministro dei trasporti, l’autorità portuale e il sindaco insistono nella presentazione di due progetti, ipotesi assurde e devastanti volte a mantenere le grandi navi da crociera dentro la Laguna: il progetto del Canale Vittorio Emanuele che prevede di scavare fino a raddoppiare larghezza e profondità di un vecchio canale del 1925 -abbandonato da più di 30 anni- per far arrivare le navi da crociera, ancora una volta, all’interno della città, ed il progetto di nuovi approdi per le grandi navi da crociera nell’area industriale di Porto Marghera. V’è poi l’ipotesi di una soluzione mista tra le due sopra descritte.

Ambedue i progetti comporterebbero lo scavo di oltre sei milioni di metri cubi di fanghi inquinati ed inquinanti, il rischio di incidenti chimici con il passaggio delle navi da crociera in zone (l’area industriale di Porto Marghera) sottoposte ai piani di Protezione Civile e alle Direttive Seveso.

Ambedue i progetti interferiscono in maniera negativa con le attività produttive e le attività portuali commerciali presenti a Porto Marghera e nel Canale Malamocco –Marghera.

Ambedue i progetti erano stati presentati in passato e furono travolti da una marea di pareri tecnici negativi da parte di diversi enti ed istituzioni.

Ambedue i progetti innescheranno nuovi effetti devastanti nel delicatissimo ecosistema lagunare.

Il comitato si opporrà con tutte le sue forze a queste ennesime vergogne e come sempre dirà: fuori le grandi navi da crociera dalla Laguna!!

La nostra Laguna è stata già coinvolta in un’altra grande opera inutile e devastante che, per di più, ha creato un vortice infinito di tangenti e corruzione: il sistema MOSE!

Venezia è una città unica, certo, ma è al contempo un simbolo globale.

Vorremmo che la nostra città divenisse per due giorni la cassa di risonanza di tutte quelle lotte che oggi, in Italia e in Europa, sono condotte per la difesa dei territori, per la giustizia ambientale e per la democrazia decisionale.

Non mancano certo le opere inutili e dannose, ma non mancano nemmeno meravigliosi esempi di resistenza: ci si batte contro linee ferroviarie ad alta velocità, la costruzione di aeroporti, le trivellazioni e le industrie del petrolio, contro l’inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua, contro la cementificazione del territorio, l’uso speculativo di terremoti e altre catastrofi, l’estrazione del carbone e l’industria mineraria e molto altro ancora. Ci si batte, quindi, di fatto, anche per un modello di sviluppo che tenga conto della giustizia climatica e per un’idea diversa di società, basata sul rispetto della volontà di chi abita i territori e non sul soddisfacimento degli appetiti di chi li vuole sfruttare a costo di distruggerli per profitto o calcolo politico.

Il 18 giugno abbiamo indetto un referendum popolare autogestito che in nove ore ha visto la partecipazione di oltre 18.105 persone: un successo clamoroso di cui hanno parlato tutti i media nazionali ed internazionali come esempio di democrazia diretta dal basso! 17.874 persone hanno votato SI all’estromissione delle grandi navi da crociera dalla Laguna e al divieto di nuovi scavi in Laguna.

Il 23 e il 24 settembre vi aspettiamo dunque a Venezia per incontrarci, per confrontarci, per costruire una strategia comune, per agire, perché da qui può partire un nuovo ciclo europeo di lotte.

 

PROGRAMMA

23 settembre 2017

  1. 15.00: S.a.L.E. Docks – Magazzini del Sale: Workshop e assemblea plenaria.
  2. 20.00: Cena Sociale

 

24 settembre 2017

  1. 15.00: Zattere – Rive e Canale della Giudecca

Action Day! Manifestazione in acqua e sulle rive

Blocchiamo le grandi navi! Chiediamo giustizia ambientale per tutti i territori d’Europa!

Alle Zattere ci saranno punti ristoro, punti informativi con magliette, bandiere e altro materiale – inoltre ci sarà  live music con Cisco e altri.

A seguire: live music alle Zattere con Cisco e altri ospiti.

 

COMITATO NO GRANDI NAVI – LAGUNA BENE COMUNE

Per adesioni scrivere all’ indirizzo e- mail :  nobigship@gmail.com

 

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Domenica 18 giugno è indetto il referendum contro le grandi navi. Il comitato Opzione Zero invita a partecipare e a votare SI per far restare le grandi navi fuori dalla Laguna e per dire no allo scavo di nuovi canali.

E’ possibile votare anche in Riviera del Brenta presso il centro Dedalo in via Toti a Mira dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Qui sotto l’appello del comitato No Grandi Navi.

 

DOVE POTETE VOTARE:

Dalle ore 9:00 alle ore 18:00 potranno votare tutte le persone che nella giornata di domenica si troveranno fisicamente a Venezia. Non ci sono limiti di età, di provenienza o residenza.

DORSODURO

Zattere
Santa Marta
San Basilio
Campo Santa Margherita ( si vota dalle ore 9 alle ore 20)
Ca’ Bembo
San Barnaba

SANTA CROCE – SAN POLO

Piazzale Roma
Tolentini

Frari
San Cassiano
Campo San Polo
San Giacomo
Erberia – Ruga Rialto
San Tomà

CANNAREGIO

Ferrovia

Ponte del Ghetto Fondamenta Ormesini (sede)
Fondamenta Misericordia
Santi Apostoli
Strada Nova –  Rio Terà San Leonardo
Fondamenta Nuove
Campo Gesuiti

GIUDECCA

Sacca Fisola
Palanca
Zitelle
Redentore

SAN MARCO

Campo San Bortolo
Campo Santo Stefano
San Zaccaria

CASTELLO

Campo Santi Giovanni e Paolo
Santa Maria Formosa

Bragora
Via Garibaldi

Giardini-Biennale

Sant’Elena

LIDO

Santa Maria Elisabetta
Blue Moon

Alberoni – Bar Spiaggia

MARGHERA

Piazza del Municipio dalle 10 alle 14

MESTRE

Piazzetta Pellicani (Torre) dalle 10 alle 14
Parco Bissuola (piscine)
Parco San Giuliano
Forte Marghera

CHIOGGIA

Piazza del municipio

MIRA

Centro Dedalo

 

L’appello del comitato No Grandi Navi

 

Venezia vs Grandi Navi. Domenica 18 giugno si vota Sì al Referendum

 

Sarà una domencia importante per Venezia, quella del 18 giugno.

Il comitato cittadino che lotta contro le Grandi Navi e il loro carico di inquinamento e di devastazione delle rive e dei fondali lagunari, ha indetto un referendum popolare autogestito. Il quesito è facile: “Vuoi che le Grandi navi da crociera restino fuori dalla laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della laguna stessa?” La risposta che il comitato chiede alla cittadinanza è naturalmente Sì.

Stiamo parlando, ovviamente, di un referendum autoconvocato, considerato che i favorevoli alle Grandi Navi non hanno accettato di misurarsi nelle urne, ma che ha comunque un grande valore politico. Per la prima volta, i veneziano avranno la possibilità di contarsi e di dire la loro opinione su un problema, come quello delle Grandi Navi, sul quale non hanno mai avuto voce, considerando che fino ad oggi ad esprimersi sono stati solo ministeri, comitatoni vari e, last but not least, le compagnie di crociera che sono le vere padrone della laguna. Considerando che se ne sono bellamente infischiate di tutte le decisioni prese dalle autorità politiche.

Anche i decreti che cercavano di contenere i danni all’ecosistema, come quello Clini Passera che il 2 marzo 2012 aveva vietato il transito anche alle stazze superiori alle 40 mila tonnellate, hanno avuto vita breve di fronte alle pressioni delle multinazionali del turismo. Quelle che Venezia la sfruttano solo e non lasciano un soldo in città.

Il referendum del 18 giugno sarà quindi una imperdibile occasione per riprendere voce sul governo della nostra città, per ribadire che la nostra salute è importante e non può essere compromessa dai fumi delle Grandi Navi che sparano inquinanti come due autostrade, per ricordare che Venezia è laguna e che la laguna non è un braccio di mare che può essere scavato a piacimento, solo per farci transitare queste specie di villaggi vacanze galleggianti che portano profitto ai soliti noti mercificando beni di tutti.

Già che ci siamo, il referendum sarà anche una opportunità di ricordare che i cambiamenti climatici si combattono localmente, invertendo la rotta di quel gigantismo consumista di cui le Grandi navi sono una bandiera. Donald Trump non è l’unico dinosauro fautore delle energie fossili al mondo. Cominciamo a combattere quelli che vorrebbero prosperare a casa nostra. Una Grande Nave produce più Co2 di una portaerei da guerra. Un motivo di più per andare a votare Sì al referendum. Perché se la terra avrà un futuro, questo sarà senza fossili. E senza Grandi Navi.

 

manifestazione_21_gennaio

SABATO 21 GENNAIO MANIFESTAZIONE REGIONALE A VICENZA

DALLE VALLI ALLA LAGUNA

FERMIAMO LE GRANDI OPERE INUTILI

(appuntamento ore 15.30 Piazza Mateotti Vicenza)

 

Opzione Zero aderisce alla manifestazione e invita tutti a partecipare!

 

L’appello dei Comitati vicentini

Da circa due mesi, nella provincia di Vicenza, abbiamo dato vita alla campagna #vicenzasisolleva, un percorso fatto da attivisti No Dal Molin, da Comitati contro le grandi opere e da cittadini impegnati per la difesa dei Beni Comuni.

Questa campagna ci sta portando verso il prossimo 16 gennaio, data in cui saranno 10 anni dal sì di Romano Prodi alla costruzione della nuova base militare Usa al Dal Molin. Una scelta che allora, da un lato, calpestò la volontà popolare con una pesante imposizione alla città di Vicenza e, dall’altro, generò una presa di coscienza e un percorso di lotte virtuose e radicali contro la militarizzazione del territorio e le grandi opere.

Dal 12 al 26 Gennaio torneremo al terreno del Presidio No dal Molin rimontando quel tendone che ha saputo essere piazza di discussione in difesa della terra e dei beni comuni, ci torneremo per 15 giorni di assemblee convegni, iniziative perché siamo ancora in cammino verso una società che ripudia la guerra, dove al primo posto mettiamo la tutela della terra e la difesa dei beni comuni.

Ci torneremo perché vogliamo ancora lottare contro la voracità dei potenti che cura gli interessi di pochi, e costruire insieme un mondo diverso e migliore. Vicenza non è un’eccezione nel consumo del suolo e nella predazione delle risorse. Dalla Tav alla Pedementana, dalla Valdastico Sud e Nord alle Grandi Navi, dai progetti di incenerimento dei rifiuti alle discariche, dalle cave all’inquinamento dell’acqua, il territorio del nord-est è sottoposto alla continua cementificazione ed è divorato da piccole e grandi opere inutili e dannose, facili prede per le lobby del cemento e del capitalismo finanziario.

All’interno della cornice dei 10 anni dall’inizio della battaglia contro il Dal Molin vorremmo costruire insieme a tutt* voi un momento di manifestazione e mobilitazione che metta insieme i nostri No!

Per dispiegare quella necessità di alternativa di sistema che vogliamo affermare a partire dai nostri territori.

Vogliamo che sabato 21 gennaio diventi la giornata in cui affermiamo, ancora una volta, il nostro amore per la terra in cui viviamo.

Vogliamo che i NO che abbiamo gridato negli ultimi dieci anni, e quelli precedenti a noi, i NO che emergono dalle paludi dei ricordi, dalle nebbie che respiriamo in queste terre di pianura, che sorgono sulle nostre colline e sulle montagne all’alba, che questi NO diventino un favoloso SI alla vita, liberi dal malaffare, dalle mafie, dalle ruberie dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente.

Vogliamo affermare che dove non c’è terra non c’è vita.

L’alternativa esiste, bisogna saperla vedere.

 

 

Il Comitato Opzione Zero della Riviera del Brenta aderisce alla manifestazione del 25 settembre indetta dal Comitato NO Grandi Navi e invita tutti a fare il possibile per partecipare.

 

10si

Dieci SI per Venezia

Venezia 25 settembre 2016 ore 15.30

Appello alle associazioni e ai cittadini del Veneto per una grande manifestazione per l’estromissione delle grandi navi dalla Laguna e contro le grandi opere inutili ed imposte, il 25 settembre!

Sono passati quattro anni e mezzo senza che le autorità preposte abbiano ottemperato a quanto previsto dal Decreto Clini Passera, in merito al passaggio delle grandi navi da crociera in Bacino San Marco. La deroga, in attesa di una soluzione alternativa, sta diventando infinita.

La soluzione alternativa viene rinviata, per una precisa responsabilità dell’Autorità Portuale, la quale, invece di accettare l’evidenza che navi sempre più grandi e insostenibili per l’equilibrio idrodinamico e morfologico della Laguna, debbano attraccare fuori in un avamporto alla Bocca del Lido, si intestardisce a voler imporre altre grandi opere inutili e dannose per far entrare le navi da crociera dalla Bocca di Porto di Malamocco, per giungere in Marittima senza passare davanti a San Marco.

 

Come se il problema fosse solo questo e non l’estromissione di navi che provocano erosione dei fondali e la trasformazione della Laguna in un braccio di mare, nonché inquinamento dell’aria ed elettromagnetico. Queste grandi navi, ma anche gli altri natanti, compreso i mezzi ACTV, utilizzano carburanti pessimi (altro che accordi volontari per l’uso di combustibili verdi!) tanto che il Parlamento Europeo ha accolto una petizione popolare che mette in evidenza che non esiste neppure una rete efficiente di rilevazione degli inquinanti, tra i quali le polveri ultrasottili, ed ora il Governo rischia una procedura d’infrazione. Anche la Magistratura ha aperto un’inchiesta per inquinamento atmosferico.

Prima il Canale Contorta – Sant’Angelo, progetto stroncato dalla Commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale, poi, su suggerimento del Sindaco Brugnaro, il Canale Tresse – Nuovo, che non ha neppure la dignità di essere un progetto, visto che l’A.P. voleva farlo passare per una variante del Contorta: ipotesi che la Commissione V.I.A. ha prontamente stoppato.

 

E’ nota a tutti, con la conferma del mondo scientifico, la devastazione provocata dal Canale dei Petroli, eppure si vuole ancora insistere con la manomissione ambientale ed idraulica, raddoppiando in pratica il Canale dei Petroli portandolo, con il Tresse Nuovo, direttamente in centro città; quali saranno gli effetti sulla velocità e direzioni delle correnti e sulle maree??? Quali saranno gli effetti cumulativi, oltre alle navi commerciali e ai traghetti, del passaggio delle grandi navi da crociera che dovrebbero percorrere quasi tutto il Canale dei Petroli per arrivare in Marittima tramite questo nuovo ed immane scavo?

Altre soluzioni praticabili di avamporto alla bocca del Lido, potrebbero garantire la permanenza e anzi lo sviluppo del settore, mantenendo le navi di stazza insostenibile fuori della Laguna, conservando la Marittima quale terminal e comunque come attracco delle navi più piccole.

 

Ma perché allora l’Autorità Portuale, la Venice Terminal Passeggeri e le varie lobby continuano ad insistere per far arrivare tutte le navi da crociera alla stazione Marittima a S. Marta e su banchine portuali esistenti (i nuovi soci della VTP vorrebbero pure un attracco a Marghera per le navi ancora più gigantesche)??? La risposta è molto semplice l’Autorità Portuale di Venezia senza alcuna gara ha dato in concessione trentennale (che dovrebbe scadere nel 2024) la gestione delle Banchine della Stazione Marittima di Venezia a VTP; se dovesse passare il progetto di una nuova struttura portuale alla bocca del Lido la gestione di queste nuove banchine dovrebbero passare attraverso un bando europeo e così VTP rischia di perdere il monopolio assoluto sulla gestione del crocerismo a Venezia.

Anche la Cruise Lines International Association (CLIA, che associa gli operatori della croceristica) si oppone ferocemente ad un terminal esterno alla Laguna: per forza, le maggiori corporations della croceristica (Costa – MSC – Royal Carribean e i turchi di Global Liman Isletmeleri) hanno appena comprato le azioni di Veneto Sviluppo (Finanziaria della Regione Veneto) della VTP, arrivando in pratica alla privatizzazione del porto croceristico, sul quale non ci sarà più alcun controllo pubblico.

I nuovi padroni della Marittima faranno il bello e cattivo tempo per garantire i loro interessi speculativi: è stato dimostrato che i porti vanno in perdita quando sono gestiti – in conflitto d’interesse – dagli stessi armatori, per il semplice motivo che le tariffe vengono abbassate per aumentare gli utili delle compagnie di navigazione. E le tariffe magari saranno abbassate contenendo il costo del lavoro dei portuali (stiano attenti, i lavoratori! invece di ascoltare le sirene di Costa, Trevisanato e di qualche sindacato giallo, sui No Navi che fanno loro perdere il lavoro).

Perché invece, per quanto riguardo il traffico petrolifero e i mega container, l’attuale (e in scadenza) presidente dell’A.P. vuole fortissimamente un nuovo porto off shore, davanti a Malamocco, il cosiddetto Voops (Venice Offshore Onshore Port System)?

Perché le sempre più grandi navi porta container, che non entrerebbero neppure per la bocca di porto di Malamocco, potrebbero fermarsi in un nuovo porto in mare aperto (del costo di oltre 2 miliardi), mentre le mega navi da crociera – anche queste sempre più grandi – invece non potrebbero fermarsi in un nuovo terminal alla bocca di porto del Lido?

Il nuovo off-shore per il traffico container, tra l’altro, sembra lo voglia solo Costa, Prodi (si, ancora lui, colui il quale ha regalato a Venezia il bidone del Mose) e qualche altro amico lobbista e che tutta l’operazione pare del tutto insensata dal punto di vista del mercato, dato l’attuale contesto dei traffici marittimi internazionali e le previsioni che si fanno sul futuro; insomma, se il Ministero delle Infrastrutture dovesse dare il via libera a quest’altra grande opera, sarà un’altra grande opera inutile e dannosa: anche il Voops – come il Mose – servirà solo a chi lo fa, le solite grandi imprese, responsabili del più grande scandalo del secolo ai danni dei contribuenti.

Persino l’UNESCO ha dato l’ultimatum a Governo ed amministrazioni locali: se entro il 1 febbraio 2017, non saranno presi provvedimenti credibili contro l’ingresso dei giganti del mare in Laguna e per porre un limite alla monocoltura turistica, che sta trasformando Venezia in una sorta di parco a tema, svuotato dei suoi residenti (a settembre la popolazione della città antica andrà sotto i 55.000 abitanti), Venezia sarà inserita nella lista dei luoghi in pericolo di esclusione dai siti patrimonio dell’Umanità.

Anche noi vogliamo lanciare l’ultimatum ai padroni della città:

Mobilitiamoci tutti il 25 settembre, fuori definitamente le grandi navi dalla Laguna, una vittoria su questo consentirebbe di invertire la tendenza ai processi di devastazione ambientale, all’uso speculativo della città.

E’ per questo che questo appello è rivolto anche ai giovani, agli studenti e ai precari , ai lavoratori, perché si riprendano la possibilità di vivere e ripopolare Venezia, imponendo una politica per il diritto alla casa e al welfare, fermando la privatizzazione e la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, scalzando le politiche di austerità che impoveriscono i settori sociali più deboli, ma che continuano a foraggiare le grandi opere volte al profitto per pochi e alla devastazione ambientale e sociale per tutti.

Venezia, 20 agosto 2016

COMITATO NO GRANDI NAVI – LAGUNA BENE COMUNE

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Comunicato stampa Opzione Zero 10 maggio 2016

“Terminal crociere a Dogaletto: una follia che respingeremo con ogni mezzo”

“Se qualcuno pensa di approfittare del problema “grandi navi” per ridare la stura a vecchi progetti che sanno tanto di speculazione immobiliare come i poli logistico e crocieristico di Dogaletto, si sbaglia di grosso. Cementificare centinaia di ettari di suolo agricolo in riva alla Laguna per fare spazio ai mostri del mare è una follia che contrasteremo con ogni mezzo a disposizione. Che le si voglia piazzare a Venezia, a Marghera, a Dogaletto o da qualsiasi altra parte, le “grandi navi” rimangono sempre incompatibili e insostenibili. Come comitato siamo uniti e compatti con il Comitato No Grandi Navi e con le associazioni ambientaliste per bloccare la costruzione di nuovi canali o nuovi terminal. Le “grandi navi” devono stare fuori dalla Laguna punto e basta”.

E’ questa la pronta risposta di Opzione Zero alle dichiarazioni rilasciate oggi sulla stampa da parte del presidente della società Venezia Terminal Passeggeri (VTP) Sandro Trevisanato sulla possibilità di un terminal a Dogaletto.

In un articolo del Gazzettino, Trevisanato prende infatti spunto dalla proposta fatta da Venezia Investimenti di ricollocare le navi da crociera oltre le 96.000 ton a Marghera, per rilanciare l’idea di costruire un nuovo terminal crociere sfruttando le aree agricole che si affacciano sulla Laguna nei pressi della Cassa di Colmata A in Comune di Mira, o forse là dove era previsto il Polo Logistico.

“Si tratta di progetti estremamente impattanti contenuti nel PTRC partorito dall’ultima giunta Galan-Chisso e mai emendati dai successivi governi regionali guidati dalla Lega – prosegue Opzione Zero – Progetti che rientravano in pieno nella furia speculativa e cementificatrice che ha devastato il Veneto, e di cui il caso MOSE ha offerto uno spaccato inequivocabile”.

Per Opzione Zero è necessario stroncare immediatamente un disegno del genere, e per questo chiede al Comune di Mira di intervenire facendo pesare fino in fondo il proprio ruolo di comune lagunare presso la Regione, l’Autorità Portuale e presso il Comitatone.

Opzione Zero presenterà inoltre un proprio contributo in fase di osservazioni al nuovo Piano di Assetto del Territorio, con l’intento di introdurre vincoli più specifici e più stringenti per le aree potenzialmente interessate da questi progetti.

 

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