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Appello manifestazione 1 giugno 2024

Posted by Opzione Zero in Appuntamenti, Opzione Zero | 0 Comments

4

mag

2024

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Comunicato stampa No Inceneritore Fusina 27.01.2024

Inceneritore fanghi: i comitati occupano la ENI Station di Villabona e lanciano la campagna di boicottaggio STOP VEL-ENI

Parte con un blitz plateale la Campagna STOP VEL-ENI #NoInceneritoreFanghi promossa dal Coordinamento NO Inceneritore Fusina per boicottare la multinazionale “fossile” promotrice con ENI Rewind del famigerato inceneritore per fanghi contaminati a Malcontenta. Questa mattina intorno alle 11 un centinaio di attivisti/e del Coordinamento e dei movimenti climatici, vestiti con tute bianche e mascherine, hanno occupato per ore la ENI station di Villabona. Mentre alcuni erano intenti ad attaccare striscioni e adesivi sulle strutture, altri hanno distribuito volantini agli automobilisti dissuadendoli dal fare rifornimento. L’azione si è svolta senza tensioni e al termine i più giovani hanno appeso un grande striscione sulla copertura della stazione con scritto a carattere cubitali “Boicotta ENI, boicotta chi ci avvelena – No Inceneritore”.

Esplicito il messaggio del Coordinamento: “Invitiamo tutti i cittadini a smettere di rifornirsi ai distributori ENI, e a cambiare subito fornitore di luce e gas per chi ora ha un contratto con ENI Plenitude, scegliendo operatori che producono elettricità 100% da fonti rinnovabili e in modo etico, o che almeno compensano le emissioni del gas erogato. Inoltre invitiamo a aderire alla campagna sottoscrivendo la petizione disponibile al link https://www.change.org/p/stop-veleni-no-inceneritore-fanghi-porto-marghera-noinceneritorefanghi, sulla nostra pagina Facebook e su www.opzionezero.org.   È molto importante far vedere che siamo in tanti ad essere ostili a ENI, che con questo inceneritore vorrebbe smaltire 190.000 ton di fanghi inquinati a due passi dalle nostre case, accaparrandosi un affare da almeno 32 milioni di euro/anno a discapito della salute di centinaia di migliaia di persone e dell’ambiente”.

E lo scontro è destinato a farsi sempre più duro: “Fino ad ora ci siamo limitati alle osservazioni tecniche e al dialogo con le istituzioni – dichiarano alcuni esponenti del Coordinamento – ma l’occupazione di oggi segna un cambio di passo. Se ENI Rewind non ritira il suo progetto non avrà tregua, abbiamo già in cantiere molte altre iniziative e azioni dirette per sostenere la campagna di boicottaggio e svelare il vero volto della società, che non è quello “green” della loro propaganda. Il vero volto di ENI è nero come i miliardi di tonnellate di carbone e di petrolio che produce, e come i fumi mefitici che escono dalle sue industrie chimiche che hanno avvelenato per decenni interi territori, qui a Porto Marghera, come in Basilicata, in Africa e in altre parti del mondo”.

Il messaggio è rivolto a ENI, ma nel mirino dei comitati ci sono anche istituzioni e politica: “Dove è la politica, dove sono Zaia, Brugnaro, Dori e tutti gli altri Sindaci dei Comuni della zona? Sono pienamente consapevoli della portata di questo impianto, e dei gravi rischi sanitari che comporta, soprattutto per quanto riguarda il tema PFAS, ma tacciono tutti. Chi tace acconsente, e nascondersi dietro al formalismo burocratico della procedura è pura ipocrisia pilatesca. Nella conferenza dei servizi, che a fine marzo potrebbe concedere l’autorizzazione, siedono molti tecnici, ma il mandato è tutto politico. Un mandato indicibile perché con questa operazione si vorrebbe risolvere il problema dei fanghi inquinati da PFAS, affidando lo smaltimento a chi questo problema ha contribuito a crearlo, e provocandone uno ancora più grande”.

L’inquinamento da PFAS costituisce un problema gravissimo: in Veneto centinaia di migliaia di persone sono state contaminate dopo che la MITENI di Trissino (di cui era socia proprio ENI) ha sversato per anni grandi quantità di PFAS in falda. I fanghi dei depuratori veneti sono inquinati da PFAS a causa di questo disastro ambientale, ma anche e soprattutto perché molte industrie scaricano i loro reflui tossici nei depuratori consortili; è il caso delle concerie del vicentino, così come di molti impianti di Porto Marghera.

“A livello scientifico è ormai noto che bruciare PFAS è estremamente pericoloso – sottolineano i comitati – perché molte di queste sostanze non si degradano nemmeno ad altissima temperatura, e come le diossine, fuoriescono dai camini degli inceneritori, andando a contaminare suoli, acque, animali e piante. Ciò trova conferma addirittura nelle relazioni che il CNR ha elaborato a seguito della sperimentazione commissionata da ENI Rewind nel tentativo, evidentemente fallito, di rassicurare sulla bontà del progetto. Questi documenti importanti sono stati trasmessi a tutti gli Enti, e nessuno ora può più fare finta di niente. Su questi aspetti i nostri legali stanno mettendo a punto una diffida che presto trasmetteremo a amministratori e tecnici per chiedere l’applicazione del principio di precauzione.

Porto Marghera e il territorio metropolitano sono uno dei posti più inquinati al mondo: le popolazioni di Malcontenta, Marghera, Mestre, della Riviera del Brenta e del Miranese sono esposte da troppo tempo a livelli di inquinamento intollerabili. In queste zone ci si ammala e si muore di più rispetto alla media italiana, lo dice l’Istituto Superiore di Sanità. È ora di finirla, non siamo la pattumiera del Veneto, la nostra vita non è sacrificabile sull’altare degli affari di ENI, di Veritas o di chiunque altro”.

Intanto comitati annunciano fin da subito una grande assemblea popolare il 22 febbraio alle ore 18.00 presso la parrocchia della Cita a Marghera, invitano la popolazione a partecipare alle iniziative e sostenere una lotta aspra e lunga anche con sottoscrizioni a favore del Coordinamento No Inceneritore Fusina con una sottoscrizione (IBAN IT03 G050 1812 1010 0002 0000 028 intestato a Opzione Zero c/o Banca Etica.

Coordinamento No Inceneritore Fusina: Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Laboratorio climatico Pandora, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera Libera e Pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land, Comitato Tutela Ambiente e Salute Malcontenta

 

 

Boicottiamo-ENIxChange

 

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BOICOTTA ENI

A Porto Marghera ENI ha inquinato impunemente il nostro territorio per decenni. Ora vuole rincarare la sua dose di veleni con un maxi-inceneritore per fanghi contaminati.

Il vero volto di ENI non è quello “green” della pubblicità, ma questo! Qui come in altri luoghi vicini e lontani, dalla Basilicata all’Africa, ENI si è resa protagonista di vere e proprie devastazioni ambientali, senza dimenticare che è una delle multinazionali “fossili” maggiormente responsabile del cambiamento climatico.

ENI è potente ma non invincibile, bloccala insieme a noi:

– non fare più rifornimento ai distributori ENI

– se acquisti luce e gas da ENI Plenitude cambia subito (a costo 0), scegli fornitori che producono energia elettrica 100% rinnovabile e etica, come ad esempio Cooperativa E’nostra, o che almeno compensano le emissioni causate dal gas erogato, come Dolomiti Energia.

Un nuovo impianto nocivo a Porto Marghera

Non bastava quello di Veritas, ora un altro maxi-inceneritore per bruciare 190.000 ton/anno di fanghi inquinati dei depuratori del Veneto. Dove? A due passi da Malcontenta, Marghera, Mira e dalla Laguna.

La proposta è di ENI Rewind (società “green” di ENI) che punta a un giro di affari da oltre 32 milioni di €/anno…sulla nostra “pelle”.

Chi tacce acconsente

La Regione Veneto sta valutando il progetto, e potrebbe approvarlo già a fine marzo. Ma nessuno ne parla! Il Presidente Zaia, tace, così come tacciono i Sindaci di Venezia e di Mira Brugnaro e Dori, e gli altri enti coinvolti. Sono tutti favorevoli ma nessuno ha il coraggio di metterci la faccia e di dire la verità sui rischi per la salute e per l’ambiente.

Perchè NO, alternative

Gli inceneritori sono il problema non la soluzione: anche quelli più moderni emettono enormi quantità di gas velenosi, acque inquinate, e scorie tossiche, Bruciare fanghi è ancora più pericoloso che bruciare rifiuti. I depuratori civili trattano non solo gli scarichi delle abitazioni, ma anche i reflui industriali. Per questo motivo i fanghi che producono sono contaminati da sostanze nocive come diossine, PCB, idrocarburi, metalli e soprattutto PFAS. Per ora l’unico modo sicuro per gestire questi rifiuti è quello di inertizzarli e stoccarli in siti controllati. Bisogna poi agire per ridurre l’inquinamento alla fonte e mettere al bando i PFAS.

PERICOLO PFAS

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono oltre 10.000 composti chimici nocivi e quasi “indistruttibili”. Una volta dispersi nell’ambiente si accumulano, avvelenando piante e animali. Nell’uomo possono provocare malattie gravi e tumori. A livello scientifico è ormai noto che bruciare PFAS è estremamente pericoloso perchè molte di queste sostanze non si degradano nemmeno ad altissima temperatura, e, come le diossine, fuoriescono dai camini degli inceneritori.

L’inquinamento da PFAS è un problema gravissimo. In Veneto centinaia di migliaia di persone sono state contaminate dopo che la MITENI di Trissino (di cui era socia proprio ENI) ha sversato per anni grandi quantità di PFAS in falda.

Non siamo la pattumiera del Veneto

Porto Marghera e il territorio metropolitano sono uno dei posti più inquinati al mondo. Le popolazioni di Malcontenta, Marghera, Mestre, della Riviera del Brenta e del Miranese sono esposte da troppo tempo a livelli di inquinamento intollerabili. In queste zone ci si ammala e si muore di più rispetto alla media italiana, lo dice l’Istituto Superiore di Sanità. Le bonifiche rimangono un miraggio, ma intanto continuiamo a subire i veleni di industrie pericolose, discariche, centrali termoelettriche, impianti petroliferi, Grandi Navi, aerei, autostrade e cemento. Se passa il progetto di ENI Rewind e non fermiamo Veritas avremmo anche due inceneritori con 5 forni, più altri 4 a Padova.

– Firma e aderisci alla campagna di boicottaggio STOPVELENI #noinceneritorefanghi:, firma questa petizione!     CLICCA QUI

 

– sostieni il Coordinamento No Inceneritore Fusina con una sottoscrizione (IBAN IT03 G050 1812 1010 0002 0000 028 intestato a Opzione Zero c/o Banca Etica)

giustizia

 

Comunicato Stampa Coordinamento No Inceneritore Fusina 06 gennaio 2023

Inceneritore Veritas: accolto il ricorso dei comitati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU)

 

La battaglia contro l’inceneritore di Fusina va avanti anche sul piano legale: nei giorni scorsi è
infatti arrivata l’attesa notizia che il ricorso presentato alla Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo (CEDU) è stato finalmente registrato dalla cancelleria della Corte; dunque, dopo
questo primo difficile vaglio, la causa sarà effettivamente sottoposta all’esame del Giudici di
Strasburgo che valuteranno il merito delle contestazioni sollevate.

Il Coordinamento No Inceneritore Fusina esprime grande soddisfazione per questo primo
risultato: “Lo avevamo promesso già all’indomani delle sentenze negative del TAR e del
Consiglio di Stato che non ci saremmo fermati nemmeno sul piano legale. La promessa è stata
mantenuta, e visto che non abbiamo trovato giustizia davanti alle giurisdizioni amministrative
italiane, ora possiamo annunciare che la vertenza contro l’inceneritore di Fusina è formalmente
approdata alla CEDU. Siamo molto contenti per questo risultato non scontato, che arriva dopo
lunghe discussioni, faticosi approfondimenti, e dopo lo straordinario lavoro svolto dalle Avvocate
Antonella Mascia e Ilaria Aquironi esperte in diritto internazionale e che ringraziamo
pubblicamente. Il fatto che il TAR e il Consiglio di Stato non siano entrati nel merito delle nostre
contestazioni, e che abbiano liquidato i nostri ricorsi affermando pretestuosamente che né le
associazioni, né le persone che abitano vicino all’impianto sarebbero legittimate a ricorrere,
rappresenta un fatto grave non solo per noi e per la vicenda in sé, ma anche perché costituisce
un pericoloso “vulnus democratico” che non può e non deve essere sdoganato. Certamente c’è
stata un po’ di preoccupazione per l’ulteriore sforzo economico da sostenere, soprattutto a
causa delle decine di migliaia di euro di spese legali che siamo stati condannati a pagare dai
giudici italiani; ma lo straordinario sostegno ricevuto in poco tempo da tantissimi cittadini,
comitati e associazioni ci ha convinto che era giusto e sacrosanto non darsi per vinti”.

La nuova causa alza il tiro perchè pone il problema proprio sul piano del Diritto, e in
particolare dei Diritti Umani, sui quali ha diretta competenza la CEDU. Ad essere chiamato
direttamente in causa questa volta è lo Stato italiano, in quanto tramite le sue articolazioni
istituzionali e giudiziarie, avrebbe negato diritti fondamentali ai ricorrenti.

Articolate e molteplici le contestazioni mosse nel ricorso in relazione alla Convenzione Europea
dei Diritti dell’Uomo. In primo luogo è stata richiamata la violazione dell’art. 6 della Convenzione
perché i respingimenti dei ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato si sono basati sul vizio di
legittimazione dei ricorrenti senza entrare nel merito dei rilievi posti dagli stessi, e ciò
rappresenta di fatto un problema di accesso a un tribunale.

Importante poi la possibile violazione dell’art. 10 della Convenzione riguardo all’accesso pieno e
tempestivo a tutte le informazioni tecniche e ambientali attinenti al progetto, visto che l’iter di
approvazione è stato caratterizzato da molte lacune documentali, nonché da ritardi e anomalie
nelle diverse fasi del procedimento. E’ stata poi eccepita la violazione dell’art. 8 della
Convenzione in merito al diritto dei ricorrenti persone fisiche di vedere tutelata la loro vita
privata e di poter vivere in un ambiente sano, visto e considerato che gli impatti ambientali
generati dall’inceneritore potrebbero compromettere ulteriormente e in modo significativo la
qualità di vita e la salute, in un contesto già gravemente degradato dal punto di vista
ambientale.

Si confida ora che per le tematiche di particolare rilievo la trattazione della causa da parte dei
Giudici di Strasburgo possa avvenire in tempi brevi.

Intanto i comitati annunciano che sono in fase di studio ulteriori azioni legali sia a livello
europeo, sia a livello nazionale in particolare per quanto riguarda alcuni aspetti che potrebbero
avere rilievo penale.

Parallelamente continua la raccolta di firme per chiedere una nuova valutazione sulla ricaduta
delle emissioni gassose dopo il parere dell’Istituto Superiore di Sanità che smonta lo studio
commissionato da Veritas, e la misurazione di tutte le sostanze in uscita dai camini, in
particolare la misurazione dei PFAS. Una richiesta quest’ultima che trova ulteriore sostegno
nell’Ordinanza emessa dal Sindaco di Legnago solo pochi giorni fa, con la quale viene chiuso il
camino della ditta Chemviron che emetteva queste pericolose sostanze in aria.

Al via anche la nuova campagna di autofinanziamento con la cena vegana in programma il 13
gennaio presso il Centro Sociale Rivolta a Marghera, preceduta da un’assemblea aperta
alle ore 18.30 per fare il punto della situazione e presentare il progetto SPESA SBALLATA
finalizzato alla riduzione della produzione di rifiuti (info e prenotazioni sulla pagina Facebook del
Coordinamento No Inceneritore Fusina, oppure con SMS al numero 340-8369979).

 

Coordinamento No Inceneritore Fusina:

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera Libera e Pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land

 

cena_13_gennaio

 
CENA BENEFIT CONTRO L’INCENERITORE!
 

Passiamo una serata insieme il 13 gennaio,per conoscerci, dare vita a un altro momento insieme e sostenere la lotta contro l’inceneritore di Fusina! 

Difendere i territori da inquinamento e devastazione vuol dire scegliere di mettere sempre il bene di tutti e tutte, davanti ai lontani interessi economici di qualche azienda privata.
Difendere i territori dall’ipocrisia di istituzioni che dovrebbero farsi garanti del bene comune vuol dire scegliere di creare una comunità che si trova e organizza per tutelarsi, per stare meglio, per decidere per sé stessa.
Per questo pensiamo che oltre a i tantissimi momenti di assemblea, azione, informazione e mobilitazione sui territori, sia importante dedicarci il tempo di cenare insieme con il doppio obiettivo di condividere una serata di socialità e sostenere economicamente la lotta NO INCENERITORE, che ha tante spese legali e non.
Per questo il 13 gennaio vogliamo trovarci per un’importante assemblea dove discutere i primi passi per il 2023, come ad esempio la presentazione del Progetto Spesa Sballata (senza imballaggi), avere insieme una cena vegana e goderci lo spettacolo de “Canti di libertà”.
NON BRUCERANNO IL NOSTRO FUTURO!
 
PROGRAMMA DELLA SERATA:
18.30: Assemblea aperta NO INCENERITORE e presentazione del PROGETTO SPESA SBALLATA
20:30: Cena Benefit
22:00: Spettacolo de ” Canti di libertà”
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30000_grazie
 
 
I comitati rilanciano la lotta contro l’inceneritore di Veritas
 
Assemblea pubblica il 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta
 
Si farà il punto sulla situazione ambientale generale, e su come bloccare il secondo forno.
 
Raggiunta quota 30.000 euro per far fronte alle sentenze punitive: grande soddisfazione e gratitudine dei comitati per il sostegno ricevuto dalla popolazione e da tante organizzazioni.
 

Il Coordinamento No Inceneritore Fusina comunica di aver raccolto i 30.000 euro per pagare le spese legali di controparte a seguito delle sentenze di TAR e Consiglio di Stato e rilanciano il movimento con una grande assemblea pubblica martedì 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta.“Il Sindaco Brugnaro e la Giunta regionale sbandierano a ogni piè sospinto grandi propositi sulla riconversione ecologica di Porto Marghera addirittura è stata creata la Fondazione per Venezia Capitale della sostenibilità. – incalzano dal coordinamento – Invece Venezia, Porto Marghera e il territorio metropolitano continuano ad essere la Capitale del saccheggio del territorio e della devastazione ambientale. Basti pensare alla paradossale riapertura al massimo regime della centrale a Carbone di Enel, al potenziamento della centrale termica di Edison, al via libera al deposito GNL, allo spostamento delle Grandi Navi a Marghera con scavo di nuovi e vecchi canali lagunari, per non parlare della cementificazione del territorio tra lottizzazioni e grandi progetti (dal “bosco” dello sport al cappio ferroviario). Intanto latitano le bonifiche, la qualità dell’aria e delle acque è pessima e sono ripetuti i disservizi presso i vecchi impianti di Porto Marghera con fughe di gas avvertiti dalle popolazioni di Marghera e Malcontenta”.In questo contesto per i Comitati No Inceneritore Fusina bloccare l’impianto nocivo di Ecoprogetto-Veritas e impedire la costruzione della seconda linea in primavera diventa ancora più importante perchè andrebbe ad aumentare ulteriormente la quantità di rifiuti bruciati e di fanghi contaminati da PFAS con gravi rischi per la salute: “Venezia, Porto Marghera e il territorio metropolitano sono immersi nei veleni. Lo studio Sentieri, i dati sulla qualità dell’aria, un parere dell’istituto Superiore di Sanità, e addirittura il report dell’Alto Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani confermano il grave stato di inquinamento e le pericolose ripercussioni sulla salute della popolazione. Ora basta, qui parliamo della vita delle persone e dei più giovani : dobbiamo difenderci ! ”.

Per questo il Comitato tutela Ambiente e Salute di Malcontenta, insieme al Coordinamento No Inceneritore Fusina, Friday firme Future e Medici per l’Ambiente di ISDE hanno convocato per martedì 25 ottobre alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta una grande assemblea popolare  per fare il punto sulla situazione ambientale generale e su come organizzarsi per contrastare l’inceneritore.

Una iniziativa che sarà anche l’occasione pubblica per ringraziare cittadini e organizzazioni che hanno sostenuto il Coordinamento No Inceneritore nella raccolta fondi per far fronte alle sentenze puntive di TAR e Consiglio di Stato: “Chi pensava di stroncare questo movimento con sentenze politiche o “sanzioni” da decine di migliaia di euro, farà bene a ricredersi. Abbiamo raggiunto quota 30.000 euro!! Siamo vivi e vegeti, più determinati di prima – annunciano con soddisfazione gli esponenti dei comitati – Una risposta straordinaria alla faccia dei giudici amministrativi che ci hanno definito non rappresentativi e non legittimati a ricorrere. Uno smacco per Veritas, per la Regione, per il Sindaco Brugnaro e politicanti vari, che dimostra quanto le nostre organizzazioni siano radicate nel territorio, e quanto la battaglia contro l’inceneritore sia sentita dalla popolazione. Ancora una volta la generosità e la solidarietà delle persone che hanno di meno, di chi lotta dalla parte giusta e per il bene comune, si dimostrano le risorse più importanti per sconfiggere i potenti e gli affaristi. Per questo vogliamo dire 30.000 GRAZIE a tutti coloro, cittadini e organizzazioni, del territorio, del Veneto e di altre regioni che ci hanno sostenuto in questo momento critico. Ora la lotta prosegue con ancora più slancio”.

 
 

INSIEME FACCIAMO PAURA

30.000 GRAZIE

OBBIETTIVO RAGGIUNTO

LA LOTTA NO INCENERITORE NON SI FERMA !

PROSSIMA TAPPA, ASSEMBLEA PUBBLICA

MALCONTENTA,

25 OTTOBRE – H 18.00

 

L’UNIONE FA LA FORZA!

I giudici del Consiglio di Stato e del TAR del Veneto con due sentenze tutte “politiche” hanno respinto i nostri ricorsi contro l’inceneritore di Veritas-Ecoprogetto, affermando che i comitati e i cittadini che abitano vicino all’impianto NON HANNO TITOLO PER APPELLARSI ALLA GIUSTIZIA. Non una parola sulle numerose e approfondite contestazioni, vizi e violazioni di normative nazionale e europee che abbiamo sollevato. Di più, con l’intento di punire e stroncare ogni opposizione ci hanno condannato a pagare 30.000 euro di spese legali alle controparti, Enti pubblici e Ecoprogetto che hanno agito contro di noi utilizzando soldi pubblici dei contribuenti.

Ebbene se qualcuno pensava di sbarrare la strada a questo movimento, si sbagliava di grosso. L’operazione è fallita!!

ABBIAMO RAGGIUNTO QUOTA 30.000 euro!! Siamo vivi e vegeti, più determinati di prima a bloccare l’inceneritore di Fusina, a difendere il nostro territorio e la salute!

Grazie alla solidarietà di tantissime persone, famiglie, comitati, associazioni del nostro territorio e di altre parti del Veneto e oltre, in soli 3 mesi siamo riusciti a raccogliere questa enorme somma. Tantissimi i contributi piccoli, da qualche decina di euro a donazioni estremamente generose, ciascuno ha capito la difficoltà del momento e la ingiustizia subita, e nonostante le criticità dell’attuale situazione economica ha scelto di metterci del proprio nella convinzione che era importante fare la propria parte.

Una risposta straordinaria alla faccia dei giudici secondo i quali non saremmo rappresentativi. Uno smacco per Veritas, per la Regione, per il Sindaco Brugnaro e politicanti vari, che dimostra quanto le nostre organizzazioni siano radicate nel territorio, e quanto la battaglia contro l’inceneritore sia sentita dalla popolazione.

Ancora una volta la generosità e la solidarietà tra chi lotta dalla parte giusta e per il bene comune si dimostrano le risorse più importanti per sconfiggere i potenti e gli affaristi.

La battaglia non è vinta, ma non è nemmeno persa: di 3 inceneritori ne hanno costruito solo uno! Ora dobbiamo impedire che partano i lavori per la seconda linea! Porto Marghera e il territorio metropolitano sono già immersi nei veleni, abbiamo già dato.

+++ Appuntamento MARTEDI’ 25 OTTOBRE alle ore 18.00 presso la sala parrocchiale di MALCONTENTA per una grande ASSEMBLEA POPOLARE. +++

 

In ordine sparso…30.000 GRAZIE a:

Comitato No Grandi Navi, Friday for Future Venezia, ISDE Medici per l’Ambiente Venezia e Mogliano, Medicina Democratica Onlus, Progetto Nascere Meglio, Comitato Opzione Zero Riviera del Brenta, Eco Istituto Veneto Alex Langer, APIO Odv Mogliano, Assemblea permanente contro il rischio chimico Marghera, Comitato tutela Ambiente e Salute Malcontenta, Malacaigo, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Valore Ambiente Mirano, Comitato ex- Umberto Primo, Quartieri in Movimento, Centro Sociale RIVOLTA, RADIO GAMMA 5, Radio BASE Marghera, Cittadini per il Lavoro la Legalità la Salute e l’Ambiente – CILLSA Arzignano, PFAS-Land, Don Nandino Capovilla parrocchia Cita Marghera, Extinction Rebellion Venezia, Mira Gas, i giovani e le giovani di MIRA ON AIR, Comitato per la Difesa delle ex Cave di Marocco., GECO Gas, Venezia Laguna APS, CESP,, Circolo Legambiente Sarmazza Vigonovo e Saonara, Gruppo per la Salvaguardia dell’Ambiente La Salus, Comitato per la Salvaguardia del Territorio, Poveglia X Tutti, COBAS Autorganizzati Comune Venezia, COBAS Scuola Venezia, CUB Federazione Venezia e Provincia, Associazione I Sette Nani, Ambiente Venezia, Spazio Felix Mestre, Italia Nostra Onlus, Mira 2030, El Forno a Legna s.a.s, Equlibrio Naturale ASD, RZS C-EPC, Europa Verde – Verdi Veneto, Consigliera regionale Cristina Guarda, Patagonia, Coordinamento NO-OGM Veneto, Comitato Popolare Lasciateci Respirare Monselice, Gruppo Zelarino e dintorni, Comitato La Gente Come Noi San Pietro in Gu, Guizzino APS, Associazione Movimento Decrescita Felice Venezia, gli amici del CAI Mirano, Comitato No Hub del Gas Abruzzo, Campagna Nazionale Per Il Clima Fuori dal Fossile, Coordinamento Per il Clima Fuori dal Fossile Ravenna

30000 GRAZIE alle tantissime persone e famiglie del veneziano, del Veneto e di altre regioni che non nominiamo per ragioni di privacy GRAZIE!!!

30000 GRAZIE a tutti coloro, persone o organizzazioni, che involontariamente abbiamo dimenticato di citare!

 

 

manifestazione_venezia_28_maggio_2022
 
 
 
 
BASTA VELENI SUL NOSTRO TERRITORIO – TORNIAMO IN PIAZZA
con i comitati metropolitani sabato 28 maggio ore 15.30 Piazzale Roma.
 
Secondo i giudici del TAR e del Consiglio di Stato i comitati e i cittadini, che da anni lottano contro i poteri forti e contro le istituzioni pubbliche che devastano l’ambiente e minacciano la salute della popolazione, semplicemente non esistono.
 
Ma noi non siamo dei fantasmi! I tribunali non ci fermano oggi e non ci fermeranno mai, LA LOTTA CONTRO L’INCENERITORE DI FUSINA VA AVANTI!!!
Torniamo in piazza con i comitati metropolitani sabato 28 maggio a Venezia: facciamoci vedere, facciamoci sentire!!
 
PARTECIPA E DIFFONDI
 
SOSTIENICI: OBIETTIVO 20.000 il coordinamento No Inceneritore Fusina è stato condannato dai giudici a pagare spese legali molto ingenti, aiutaci a far fronte con un versamento sul conto corrente IBAN IT64L0359901899050188525842 intestato al Comitato Opzione Zero, causale No Inceneritore Fusina
 
SYSTEM CHANGE – NOT CLIMATE CHANGE
 

 

https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2021/12/ven-Venezia-Marghera-mobilitazione-contro-inceneritore-di-Fusina-6de21d2a-6aee-462c-84bd-e6527787eb09.html

 

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Sostieni anche tu il ricorso al Consiglio di Stato contro l’inceneritore di Veritas a Fusina!

Per contribuire al ricorso è possibile fare fin da subito un versamento sul cc intestato a Opzione Zero con causale “ricorso Consiglio di Stato no inceneritore Fusina” (IBAN IT12C0501812101000017280280)

 

 

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PIANTIAMOLA: IN AZIONE PER IL CLIMA – DOMENICA 21 NOVEMBRE A TRIVIGNANO

In questi giorno a Glasgow si sta svolgendo la Conferenza Internazionale sul Clima (COP 26), l’ennesima “kermesse” dei potenti del Mondo per lanciare proclami e promesse vuote, mentre intanto il surriscaldamento globale avanza ormai in modo esponenziale facendo precipitare la crisi ecologica planetaria.

Tantissimi movimenti sociali si sono dati appuntamento per contestare l’irresponsabilità dei Governi, e stanno dimostrando che una vera transizione ecologica non può avere luogo senza una forte scossa dal basso. 

Le azioni e le proposte concrete degli attivisti valgono di più dei “bla bla” dei potenti del mondo.

Nella Giornata nazionale dell’Albero, noi di Opzione Zero vogliamo continuare a dare un contributo con il nostro progetto permanente di riforestazione…PIANTIAMOLA!

Abbiamo dunque previsto di dare finalmente avvio alla nuova stagione di interventi programmando la realizzazione del primo di 4 nuovi boschetti, prevedendo la messa a dimora di qualche migliaio di piantine forestali in aggiunta alle quasi 4.000 già piantate dall’inizio del progetto.

Il primo appuntamento è per domenica 21/11 alle ore 09.00 in via Nogarin, 8 – Trivignano 

Per partecipare è necessario mettersi in contatto con il comitato Opzione Zero scrivendo una mail a info@opzionezero.org, e lasciando eventualmente un recapito telefonico.

Ciascuno dei partecipanti dovrà munirsi autonomamente di mascherina, guanti da lavoro, vanghetto e dispositivi personali di protezione anti-covid.

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