Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Nuova Venezia – Grandi navi, il Contorta perde terreno.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

12

mag

2015

Tutti i candidati sindaci sono contrari. Il viceministro Nencini: soluzioni rapide per Venezia. Il Comitato: Costa si dimetta

Il Porto si aggrappa al Contorta. Ma nessuno o quasi nel mondo politico sembra appoggiare la sua posizione. Rilancia l’ipotesi il presidente Paolo Costa, che ha tirato ieri le somme sull’attività dello scalo veneziano negli ultimi dodici mesi. Frenano i candidati sindaci, pur con vari distinguo.

E frena anche Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e Trasporti e segretario nazionale del Psi. Ieri mattina era a Venezia per appoggiare la campagna a sindaco di Felice Casson.

«Ha annunciato «soluzioni rapide per Venezia, sulla base degli studi e dei pronunciamenti già fatti». Un’altra grande opera? «Questo governo ha decisamente cambiato strada rispetto agli altri», dice Nencini, «abbiamo abolito la Legge Obiettivo, approvato il nuovo codice degli appalti che prevede un maggiore controllo sulle imprese e una separazione fra controllato e controllore, introdotto l’Autorità nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone».

Anche i socialisti presenti in sala, da sempre non ostili alla crocieristica, abbozzano. La via Contorta come alternativa alle grandi navi a San Marco sembra dunque più ardua.

Dopo la grande manifestazione di sabato, il Comitato «No Grandi navi» rilancia.

«Costa prenda atto che tutti i candidati sindaci e la città sono contrari al suo devastante progetto e si dimetta», ha dichiarato ieri il portavoce Silvio Testa, «è un uomo solo al comando, ma non è Fausto Coppi al Giro d’Italia. Ne prenda atto anche il presidente Renzi, a cui abbiamo consegnato 120 mila firme contrarie allo scavo. Non può esistere una Via positiva per un progetto che Venezia non vuole. Mettiamoci una pietra sopra, si cominci a riflettere sulle vere alternative praticabili».

Alternative su cui però non c’è accordo.

I comitati puntano sulle «navi incompatibili fuori della laguna». Dunque preferiscono il nuovo terminal al Lido. Nei progetti presentati da Cesare De Piccoli-Duferco, Boato-Vittadini, già al vaglio della commissione di Impatto ambientale, ma anche dal Movimento Cinquestelle di Davide Scano e dall’assessore di Mira Luciano Claut.

Altra ipotesi in campo è quella di Marghera, con il progetto firmato da Roberto D’Agostino – anch’esso depositato alla commissione Via – per spostare il terminal delle grandi navi in canale Brentella e canale Industriale Ovest. la Marittima sarebbe destinata a piccole navi, yacht di lusso e residenza.

Luigi Brugnaro, ex presidente di Unindustria e candidato sindaco, punta su una quarta alternativa. Il canale Vittorio Emanuele, già esistente, per far arrivare le navi in Marittima passando per Marghera. Ipotesi che il Porto ha scartato, al pari del terminal al Lido, qui per la «commistione impossibile» del traffico passeggeri con il traffico commerciale.

Anche Francesca Zaccariotto si schiera contro lo scavo del Contorta. «Ma dobbiamo salvaguardare la Marittima, dice, «e i 5 mila posti di lavoro della croceristica».

Felice Casson, candidato del centrosinistra, scandisce la sua linea. «Mai detto che la croceristica va abbandonata», dice, «dobbiamo trovare un’alternativa compatibile con l’ambiente che possa salvaguardare i posti di lavoro e addirittura aumentarli.

Le alternative sono depositate al ministero, si tratta di decidere confrontando costi, impatti ambientali e possibilità di posti di lavoro. Ma scavare un nuovo canale in laguna sarebbe devastante, oltre che illegittimo». Partita ancora in corso. Mentre le navi sono tornate. Ma solo quelle al di sotto delle 96 mila tonnellate.

Alberto Vitucci

 

Un nuovo studio dimostra l’evoluzione del fenomeno. Il direttore Trincardi: «Non abbiamo soldi»

Erosione in laguna, le indagini del Cnr

Erosione in aumento. Correnti modificate, più veloci in entrata. Nuove buche sui fondali e buche precedenti che si approfondiscono sempre più. Una situazione drammatica, quella della laguna, denunciata dagli esperti. Gli imponenti lavori del Mose hanno accelerato le trasformazioni. E il monitoraggio promesso non arriva. Lo ammette anche il professor Fabio Trincardi, direttore del Cnr-Ismar di Venezia. Che denuncia come «a fronte di un decisivo aumento delle conoscenze sembrano venir meno i finanziamenti per i monitoraggi». Si interrompono dunque, dice Trincardi, «le serie storiche di dati idrologici e di trasporto dei materiali, indispensabili per comprendere le tendenze evolutive reali della laguna». La campagna di monitoraggio del Corila dopo la posa dei cassoni in calcestruzzo sui fondali della laguna è stata interrotta. «Nessuno l’ha voluta finanziare, e serviva proprio a verificare gli effetti delle opere», dice Trincardi. Tutto questo proprio mentre le tecniche a disposizione del Cnr veneziano sono tra le più avanzate in Europa. Le profondità e lo stato dei fondali si analizzavano fino a poco tempo fa con tecniche piuttosto rudimentali. Un sasso legato alla corda, le canne da pesca. Adesso i sonar, gli ecoscandagli e strumenti sofisticati possono dare la fotografia reale di cosa succede sott’acqua, delle correnti aumentate e delle nuove buche. Nei prossimi giorni il Cnr presenterà il suo ultimo rilevamento, frutto del lavoro di 25 tecnici e ricercatori. Una vera «fotografia» dei fondali lagunari che sarà presto pubblicata sull’Atlante della laguna. «Ma l’esame risale al 2013», dice Trincardi, e per avere un quadro della situazione e degli interventi necessari occorre andare avanti». Pur in mancanza di carte storiche così dettagliate si possono ad esempio verificare alcuni fenomeni abbastanza evidenti. In bocca di porto di Malamocco, dove da sempre esiste una buca (detta «delle Ceppe») negli ultimi anni la superficie si è allargata. L’area di colore blu, dove la profondità sfiora i 50 metri – intorno a ciò che resta del molo ottocentesco, in parte demolito per far parte dalla conca di navigazione – è molto più ampia. Sul fondo del canale dei Petroli, osserva il direttore del Cnr veneziano, «sono comparsi trogoli erosivi di forma ellittica che potrebbero essere indotti da un processo di erosione in atto». Valutazione difficile, vista la mancanza di precedenti ad alta risoluzione. Ma nuovi casi vengono segnalati vicino a San Giorgio, in bacino San Marco (buca da trenta metri), sotto la lunata del Lido, davanti e dietro i «materassini» messi sul fondale per proteggere le paratoie. Fenomeni su cui Il Cnr vuole indagare.

Alberto Vitucci

 

L’INTERVENTO

Nove candidati sindaco su nove sono contrari allo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo: Paolo Costa ne prenda atto e si dimetta da presidente dell’Autorità Portuale dato che praticamente l’intera città è ostile al suo devastante progetto. È un uomo solo al comando, ma non è Fausto Coppi al Giro d’Italia.

Se non lo farà, ne prenda atto il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, al quale sono indirizzate le oltre 120 mila firme a oggi raccolte su Avaaz contro lo scavo: commissari il Porto e imponga il ritiro del progetto, Valutazione di impatto ambientale o non Valutazione di impatto ambientale, non può esistere una valutazione positiva su di un progetto che Venezia rifiuta. Ci si metta sopra una pietra tombale e si cominci a riflettere sulle vere alternative.

Il corteo di sabato scorso ha gridato un festoso “no” alle grandi opere inutili, e l’unico grande intervento di cui Venezia e la Laguna hanno oggi bisogno è un certosino intervento di manutenzione ordinaria per rimediare ai troppi anni di abbandono, dato che il Mose ha fagocitate tutte le risorse, e al dissesto prodotto dall’uomo per adattare la Laguna a una portualità sempre meno compatibile. In particolare, gli interventi in Laguna dovranno declinarsi su due versanti, anche per garantire un futuro alla portualità veneziana: il recupero morfologico, che deve nascere da un piano libero dalle ambiguità del Corila, e un nuovo Piano Regolatore Portuale. Il nuovo sindaco dovrà farsene immediatamente carico.

Nell’ostinarsi sul Contorta, Paolo Costa ha dimostrato di non avere alcuna visione strategica, gettando via risorse pubbliche e quattro anni per una soluzione perdente e già oggi fuori dalla storia, e anche per questo se ne deve andare. Crescita ormai conclamata del livello del mare a causa dei cambiamenti climatici (il Centro Maree del Comune lo conferma già oggi), Mose alle bocche di porto, gigantismo navale metteranno presto in ginocchio il porto lagunare, altro che “Cina e Via della Seta” evocate da Costa per fantasticare sulle sue sorti magnifiche e progressive. Questo devono capirlo anche quei candidati sindaco che ancora propongono attracchi croceristici in Marittima o a Marghera.

I problemi del crocerismo oggi sono quelli che affliggeranno presto tutta la portualità veneziana, si ringrazi chi li ha sollevati e si cominci a pensare in grande. L’unico orizzonte possibile per la portualità veneziana è quello offshore, per tutti quei traffici che la Città vorrà e potrà mantenere: se ne prenda atto e si cominci a pensarci sul serio.

Silvio Testa – Autore del saggio “E le chiamano navi”

 

Dall’Asia i soldi per il porto offshore

ECONOMIA – Dall’Asia i milioni per il porto offshore

Aperto l’anno portuale 2015. Per il presidente dell’Autorità «il risultato è molto vicino»

«Momento eccezionale per far nascere la nuova Porto/Industria di Marghera»

Un miliardo e 400 milioni di euro privati per il nuovo porto offshore al largo di Malamocco sono quasi a portata di mano. «Il risultato è molto vicino» ha detto ieri mattina nello stabilimento Grandi Molini di Porto Marghera Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale veneziana, nella sua relazione annuale sullo stato dello scalo. E ha anche buttato lì da dove potrebbero arrivare questi soldi, quando ha mostrato la mappa della nuova “Via della seta” secondo i cinesi, via che porta direttamente a Venezia per raggiungere poi il resto d’Europa con costi molto minori, «perché la relazione tra Europa e Asia è diventata molto più importante commercialmente di quella tra Europa e Nord America». I capitali privati, insomma, potrebbero venire proprio dall’Asia.

Gli astri protettori della Serenissima, a quanto dice Costa, si sono allineati sopra il porto, e non solo per la Via della seta: «Il vecchio modello industriale è venuto meno nel momento opportuno» e c’è lo spazio «per un diverso modello fondato su manifattura, quasi manifattura e logistica».

Eccola la nuova area industriale che i mercati mondiali chiedono, «e Venezia è nel posto giusto perché all’incrocio di due dei quattro corridoi europei delle merci, e diventa il luogo più vicino ai luoghi della produzione, quello che minimizza i costi diretti e indiretti di trasporto sulla tratta terrestre; inoltre è sulla costa e ha immense aree abbandonate per ospitare produzioni e logistica».

Nella sua relazione Costa ha mostrato la luna e le astronavi per arrivarci ma anche i pesi che le tengono incatenate a terra, legati soprattutto alla disattenzione del Governo. Il presidente li chiama tappi che frenano l’esplosione del porto veneziano, quattro e tutti grossi: il primo è la conca di navigazione di Malamocco che doveva essere realizzata da un pezzo «in cambio del sacrificio fatto dal Porto per salvaguardare Venezia», ossia la limitazione dei traffici causata dalle dighe mobili del Mose; il secondo è costituito dai vincoli amministrativi «che impediscono di accogliere in piena competizione i traffici dei traghetti dai paesi extra europei, in primis la Turchia».

E poi c’è la questione dell’accessibilità nautica: anche con la nuova conca di navigazione funzionante, il Mose sarà un ostacolo superabile solo con il nuovo scalo offshore: «Servono 2,1 miliardi, e allo Stato chiediamo 700 milioni» ha detto Costa che il 25 maggio incontrerà i progettisti dei maggiori porti offshore del mondo. L’ultimo tappo riguarda il settore delle crociere e la necessità di trovare una via alternativa al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. Quella individuata da Porto, Capitaneria e dagli altri responsabili è il nuovo canale Contorta Sant’Angelo, «l’unica soluzione a breve che può coniugare la sicurezza di Venezia, il settore economico con i suoi 5 mila dipendenti, e il futuro industriale di Porto Marghera; ma anche la soluzione per la necessaria sistemazione morfologica della laguna. E su questo il Governo deve rispondere. Quanto a me farò tutto quello che devo fare fino all’ultimo momento del mio mandato, dopo aver investito 525 milioni di euro dal 2004 ad oggi per rendere il nostro Porto in grado di cogliere l’opportunità del futuro».

 

Nuova Venezia – Grandi navi, il corteo dei tremila

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

10

mag

2015

Casson: no al Contorta. Brugnaro: contro-manifestazione con 4 rimorchiatori

Protesta colorata e pacifica: 70 associazioni e quattro candidati sindaci

Striscioni, palloncini e musica. Tommaso Cacciari: «Le alternative ci sono»

Ottavia Piccolo sul palco di Sant’Angelo: «Non danno retta ai cittadini che protestano da anni» 120 mila firme raccolte contro lo scavo del canale Contorta

VENEZIA – Colorati, pacifici. E più numerosi di sempre. Settanta comitati, oltre tremila persone, hanno sfilato ieri in corteo per due ore da Santa Margherita a Sant’Angelo, passando per le Zattere e il ponte dell’Accademia. Palloncini colorati, striscioni, musica e slogan. Giovanissimi in prima fila con le lettere colorate: «No grandi navi». Dietro i giovani e i meno giovani del Comitato che ha organizzato la giornata. «Basta con la cricca delle grandi opere», dice il portavoce Tommaso Cacciari, «non diciamo no alle crociere ma non vogliamo in laguna navi troppo grandi e incompatibili. Le soluzioni alternative ci sono, il governo decida».

Tra le alternative i comitati escludono lo scavo del nuovo canale Contorta Sant’Angelo. Proposta dell’Autorità portuale, 145 milioni di spesa per approfondire il piccolo canale Contorta e portarlo a dieci metri e mezzo. «Rimedio peggiore del male».

Poche centinaia di metri più in là ci sono i rimorchiatori con i colori elettorali di Luigi Brugnaro, ex presidente di Unindustria, che rilancia la “solidarietà alle navi”. Devono arrivare in Marittima, dicono gli operatori. Ma anche Brugnaro è contrario al Contorta e spinge per il Vittorio Emanuele, così le navi potranno arrivare in Marittima. Minicorteo di quattro rimorchiatori che la Questura all’ultimo momento ha fatto deviare, vietando l’autorizzazione al passaggio in canale della Giudecca.

«Sarebbe stata una provocazione», racconta Tommaso Cacciari, «abbiamo assicurato alla Questura che il nostro corteo sarebbe stato pacifico, ma abbiamo chiesto di non essere provocati. Città spaccata in due? Ma non siamo ridicoli, loro erano in venti noi siamo migliaia».

Tanti movimenti, comitati e qualche politico al grande corteo di ieri. In campo Santa Margherita, dietro gli striscioni colorati, si vedono anche alcuni candidati sindaco, i comitati e i centri sociali, singoli con la bandiera, Armando Danella già dirigente della Legge speciale in Comune, i circoli del Pd in fondo al corteo. Ci sono anche i “dissidenti” della Sinistra, espulsi da Rifondazione perché appoggiano in Regione la candidata del Pd Alessandra Moretti: Pietrangelo Pettenò e Sebastiano Bonzio. Maria Rosa Vittadini e Carla Bellenzier di Venezia Cambia. Italia Nostra e Lipu, ma anche comitati venuti da lontano come quelli che combattono in Lombardia gli emungimenti dal sottosuolo che causano terremoti, i vicentini, il comitato contro l’autostrada Orte-Mestre. E poi i “NoMose”, Ambiente Venezia. In tutto le adesioni siperano le 70 unità.

«Abbiamo raggiunto quota 120 mila con le firme raccolte in rete contro lo scavo del Contorta», dice Luciano Mazzolin.

Intasamento in calle dei Carmini. Da campo Santa Margherita, dove i manifestanti si sono radunati intorno alle 15 crescendo di numero fino a superare le tremila unità.

«Siamo tanti, vogliamo che il governo ci è ascolti», dice Marco Baravalle di Sale Docs.

Si va alle Zattere, poi al ponte dell’Accademia per il rio Terà di Sant’Agnese. Musica e slogan contro le grandi navi, ma anche contro la corruzione e la “cricca delle grandi opere”. A Sant’Angelo sul palco concerto dei “Tre allegri ragazzi morti”.

Poi parla Ottavia Piccolo. «Non danno retta ai cittadini, devono mettersi in testa che Venezia le grandi navi non le vuole a San Marco. E che il Contorta è una grande opera che fa male alla laguna. Siamo qui anche per lottare contro la corruzione che spesso si nasconde dietro le grandi opere».

Parlano i candidati sindaci. Un acquazzone improvviso e breve non scoraggia i manifestanti. A sera, chiusura in allegria della protesta.

Due anni fa era andata peggio, con gli scontri con la polizia in canale della Giudecca e l’arrembaggio alle barchette con tanto di elicottero a bassa quota. E poi con il “tuffo” alla Giudecca. Proteste per cui molti degli organizzatori hanno ancora pendente un procedimento penale. Tre anni dopo, il corteo è imponente. «Sono passati tre anni dall’incidente della Costa Concordia», dice un esercente di campo Santa Margherita, «e nulla è stato fatto per togliere le grandi navi dal bacino San Marco». Fino al 31 dicembre potranno passare in Bacino solo le navi inferiori alle 96 mila tonnellate di stazza. Ma dopo, senza alternative, la situazione potrebbe peggiorare.

Alberto Vitucci

 

La sfida elettorale si gioca anche alla manifestazione

In prima fila Pizzo, Seibezzi e Scano: tutti contro le navi

Brugnaro con quattro rimorchiatori

Casson: no al Contorta

VENEZIA – Quattro candidati sindaco sul palco con i NoGrandiNavi (Felice Casson, Giampietro Pizzo, Camilla Seibezzi e Davide Scano) e uno (Luigi Brugnaro) in contro-manifestazione organizzata da sé: in realtà, tutti e cinque sono contrari al passaggio delle grandi navi in bacino San Marco e allo scavo Contorta. È sulle soluzioni alternative che divergono: navi in bocca di porto per i candidati in corteo, in Marittima via Vittorio Emanuele per Brugnaro. Fuori dalla laguna.

«L’attività crocieristica va mantenuta, ma lo scavo del Contorta è assolutamente da bloccare, perché è contro la legge, porterebbe dentro Venezia un braccio di mare che distruggerebbe la città», commenta Felice Casson, candidato del centrosinistra, che ha raggiunto il corteo a Sant’Angelo.

E l’alternativa? «Vogliamo mantenere attività e posti di lavoro, ma nel rispetto della laguna, di Venezia e dei veneziani. Le alternative sono all’esame del Parlamento e riguardano soprattutto progetti fuori le bocche di porto: così c’è la possibilità di garantire impresa, occupazione e laguna».

Gli altri candidati hanno percorso tutto il tragitto del corteo. «Abbiamo aderito convintamente perché il problema va risolto nel modo più veloce, coniugando tutela, ambiente e lavoro», commenta il candidato del Movimento 5 Stelle Davide Scano, «per noi la soluzione migliore è portare le navi fuori dalla laguna: immaginiamo un avamporto attaccato all’isola del Mose, con moduli ancorati e non fissati ai fondali: una struttura leggera e poco impattante per 4 navi, la più economica e più reversibile che vi sia».

«No grandi navi punto e basta, categoricamente, smettendola con le posizioni intermedie – come fa anche Casson – che poco tutelano ambiente e città», attacca Camilla Seibezzi (lista Noi la città), «usiamo le piattaforme del Mose per spostare il porto fuori da città e laguna: non restringendo occupazione, ma con scelte forti e importanti, senza se e senza ma, così rivive Venezia».

Per Giampietro Pizzo (Venezia Cambia 2015): «Dobbiamo voltare pagina nel governo del territorio, non è possibile che pezzi di potere – porto, aeroporto – decidano in autonomia, senza ascoltare i cittadini. Il nuovo sindaco dev’essere il garante che le decisioni che contano per la comunità si prendono assieme: vale per le infrastrutture e principalmente per la tutela della laguna».

Per la Marittima. C’è invece chi alle crociere in laguna dice uno stentoreo “sì”, mettendo sul piatto la sua proposta alternativa. Luigi Brugnaro ha portato al terminal del Tronchetto quattro rimorchiatori (coperti di striscioni e palloncini fucsia) partiti nel primo pomeriggio dal canale Brentelle e arrivati in centro storico attraverso il canale Vittorio Emanuele. Proprio quel braccio di laguna è, infatti, la chiave di volta nella proposta alternativa dell’imprenditore, che corre con la sua civica ed è sostenuto dal centrodestra: all’idea dello scavo Contorta Sant’Angelo, Brugnaro oppone la variante delle Trezze, che permetterebbe di raggiungere il porto dopo il passaggio per Malamocco e il canale dei Petroli. «Non serve fare grandi lavori», osserva, «il Vittorio Emanuele è già profondo sei metri: per dimostrarlo abbiamo fatto passare questi quattro rimorchiatori. Felice Casson, invece, non ha ancora presentato alcuna proposta alternativa: dove le vuole far arrivare le navi da crociera? Continua a nascondersi dietro al comitato di Delrio, ma i cinquemila lavoratori del porto non possono più aspettare».

Roberta De Rossi e Giacomo Costa

 

LO SCONTRO SULLE CROCIERE

VENEZIA Candidati sindaci contrari allo scavo del canale Contorta, Casson attacca Costa.

Città sotto pressione. Crociere, la sfida dei due cortei

All’iniziativa dei “no navi” (quasi 3mila nel serpentone) risponde la sfilata via acqua di Brugnaro

NO NAVI – Un lungo serpentone colorato per dire no alle Grandi navi. Una manifestazione pacifica e composta da varie anime quella organizzata ieri dai “No navi” che hanno sfilato da campo Santa Margherita a campo Sant’Angelo. Quasi tremila, per gli organizzatori, i manifestanti che hanno messo in prima fila la necessità di tutelare la laguna.

SI NAVI – Diversa la posizione del candidato del centrodestra, Luigi Brugnaro, che ha sottolineato il bisogno di tutelare il comparto delle crociere. Secondo Luigi Brugnaro è necessario puntare sul canale Vittorio Emanuele.

 

Tremila voci gridano «Fuori le grandi navi»

I manifestanti: «Stop al Contorta, bisogna insistere sull’avamporto del Lido»

Numerose le associazioni e i gruppi che hanno aderito alla pacifica iniziativa

LA PROTESTA – Un lungo corteo colorato ha attraverso la città passando per le Zattere

POLEMICHE – Scontro on line tra Berti (M5S) e il governatore: «Solo promesse». Zaia: «Posizioni talebane»

Un lungo No alle Grandi navi in laguna e al progetto del canale Contorta. I No navi sono tornati a dire la loro, raccogliendo una forte ed articolata adesione alla protesta a difesa della laguna. Quasi tremila persone secondo gli organizzatori (poco più di 1200, invece, secondo la Questura) hanno invaso pacificamente il centro storico con striscioni, musica e bandiere. Studenti, ragazzini, donne, pensionati e tanta gente comune, dopo il raduno in campo Santa Margherita, hanno iniziato un lungo percorso che dopo aver superato i Carmini, le Zattere e il ponte dell’Accademia è approdato in campo Sant’Angelo per il comizio di chiusura. Molti i turisti incuriositi nel vedere il colorato serpentone con le bandiere di chi, da tempo, si oppone alle Grandi navi (meno felici quelli imbottigliati sul ponte dell’Accademia). Non sono mancati i fumogeni colorati.

«Con questa manifestazione – ha detto al microfono Tommaso Cacciari, un po’ l’anima del movimento – vogliamo ricordare che c’è un progetto alternativo che ha ottenuto il via libera della commissione Via: si tratta dell’avamporto del Lido. Non solo è più rapido da realizzare rispetto al canale Contorta, ma sarebbe anche meno costoso. Un progetto, quello del Lido, che garantirebbe l’occupazione». «L’unica grande opera che può servire a questa città – aggiunge Silvio Testa da sempre contrario alle Grandi navi – è una manutenzione costante e ordinaria. E poi bisognerebbe affrontare un ragionamento complessivo sulla portualità tenendo conto sia della crescita del livello del mare che del gigantismo navale».

Ma la manifestazione contro le Grandi navi è stata anche l’occasione per riportare alla luce la necessità di politiche per la casa e a difesa dei lavoratori del Comune. Nel corteo si potevano notare gli striscioni del Pd, del Movimento 5 stelle, di Legambiente, dei Cobas, degli studenti di un altro veneto, e degli alluvionati di Favaro. Diversi i sindacalisti. Consistente anche la pattuglia dei “no”: no alle trivellazioni, no alla Dal Molin e no all’autostrada Orte-Mestre.

«Eravamo partiti in una ventina e non di più – hanno poi aggiunto gli altri manifestanti attaccando le posizioni di Brugnaro – ed ora siano in tantissimi, il Contorta è fuori dai giochi e ci dispiace per Costa».

«Questa è la dimostrazione che c’è un’alternativa per Venezia – ha poi aggiunto Marta – che non è una semplice vetrina dove è facile incassare “in nero”. E questa manifestazione dimostra che la città non è morta».

Da segnalare che Jacopo Berti, candidato 5 stelle per la presidenza della Regione, ha affermato che “Zaia in questi anni ha solo promesso, come al solito. Parole al vento e ora all’inizio della stagione crocieristica non è cambiato nulla». Immediata la replica del governatore. «Non è con posizioni talebane – ha ribattuto Zaia – che si risolvono i problemi».

Gianpaolo Bonzio

 

IL CONFRONTO TRA CANDIDATI Tutti contro il progetto dell’autorità portuale

Casson: «Di Costa non ce ne frega nulla»

Dopo il corteo partito da Santa Margherita, dibattito e festa riusciti a metà in campo Sant’Angelo per i partecipanti alla giornata contro le grandi navi e le grandi opere. Causa la pioggia, che dopo il primo ciclo d’interventi ha cominciato a cadere sempre più insistentemente, costringendo l’organizzazione a coprire in tutta fretta amplificatori e strumenti mentre i più riprendevano la strada di casa. Ciò non ha impedito ai candidati sindaco presenti di prendere la parola, seppur limitandosi a poche battute. Cominciando da Felice Casson della coalizione di centrosinistra, che dopo avere ribadito la sua contrarietà all’ipotesi di scavo del canale Contorta, richiamato la molteplicità di progetti extra-laguna all’esame a Roma e sottolineato che «l’occupazione e la crocieristica vanno comunque tutelate», si è scagliato dal palco contro il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, spiegando che «il blocco del suo progetto è la richiesta più moderata, perché la soluzione migliore è che il Contorta non si faccia. E quanto lui dice in materia non è per noi motivo d’interesse. Anzi, non ce ne frega proprio».

A seguire, l’intervento di Davide Scano, candidato sindaco M5S, che ha sollecitato «l’estromissione dalla laguna delle grandi navi incompatibili», ricordando l’impegno assunto nel merito dai pentastellati a livello locale e nazionale. Mentre Giampietro Pizzo di VeneziaCambia 2015, ha posto l’accento «sui poteri limitati del sindaco in rapporto a un Governo sordo», spiegando che a Venezia e non solo «vanno ricostruiti i termini della politica», e che la sua formazione «è nata proprio per questo». Sempre da lui, la richiesta di dimissioni del presidente Costa, «con restituzione dei suoi poteri alla città». Infine Camilla Seibezzi: «Ho sottoscritto il vostro documento per la tutela lagunare, dei livelli occupazionali e contro lo scavo del canale Contorta. Occorre dichiarare insieme e in modo sempre più forte e chiaro: fuori le grandi navi dalla laguna».

Unico aspirante primo cittadino a non prendere la parola, Francesco Mario D’Elia, che ha abbandonato il palco polemizzando sulla priorità data a Casson e ad altri relatori (tra cui l’attrice Ottavia Piccolo), mentre la pioggia già cominciava a cadere. Consegnate a tutti i concorrenti per Ca’ Farsetti le richieste dei manifestanti, sintetizzate dalle due petizioni che «hanno superato le 116mila firme».

Vettor Maria Corsetti

 

Nuova Venezia – Grandi navi, il giorno di corteo e proteste

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

9

mag

2015

Oggi alle 15.30 l’iniziativa da Santa Margherita a Sant’Angelo. Lo slogan sarà: «Basta con la cricca delle grandi opere»

«Basta con la cricca delle grandi opere». Con questo slogan oltre 70 associazioni, una decina di movimenti e partiti politici sfileranno oggi pomeriggio per la città. Obiettivo sono le grandi navi «incompatibili con la laguna».

Ma anche le nuove grandi opere pronte a partire come lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo in laguna. Un corteo che si annuncia variopinto e pacifico partirà alle 15.30 da campo Santa Margherita. Si dirigerà alle Zattere, poi in rio Terà Sant’Agnese all’Accademia, infine in campo Sant’Angelo, dove sono previsti interventi, musica, spettacoli.

«Fuori le grandi navi», «Basta grandi opere, mafia e corruzione» lo slogan. Con un logo originale: un esercito di leoni nel «pesce» senza testa che è la pianta della città che si mangiano la grande nave. Giornata culmine della mobilitazione lanciata dai comitati Ambiente Venezia, No Grandi Navi qualche tempo fa.

Domenica scorsa, alla manifestazione elettorale per Felice Casson sindaco, il comitato ha consegnato al premier Matteo Renzi le 70 mila firme raccolte contro lo scavo del Contorta. Nel frattempo le firme hanno superato quota centomila.

«Chiediamo che il governo ascolti la voce dei veneziani», dice il portavoce di No Grandi Navi Tommaso Cacciari, «e che prenda atto dell’esistenza delle alternative».

Oltre al canale Contorta, all’esame del governo dopo i dubbi espressi dalla Commissione di Impatto ambientale, a Roma sono stati inviati anche i progetti per creare un nuovo terminal passeggeri al Lido, davanti all’isola artificiale del Mose. Uno è firmato da Cesare de Piccoli-Duferco, l’altro da Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini.

Infine, l’alternativa di Marghera. Anche qui un progetto presentato da Roberto D’Agostino prevede di attrezzare le banchine dell’ex zona industriale in canale Brentelle e Canale Industriale Ovest.

Ma l’Autorità portuale è contraria. E insiste per lo scavo del Contorta, che dovrebbe essere portato da un metro e mezzo a dieci metri e mezzo di profondità, allargato a cento metri, lungo 4 chilometri. Grande opera che secondo i comitati sarebbe «rimedio peggiore del male».

Altre ipotesi a lungo termine prevedono la possibilità di spostare le navi passeggeri a Santa Maria del Mare, dove sono stati costruiti i cassoni del Mose. Oppure al Lido, dov’era prevista la grande darsena da mille posti proposta da Est Capital nell’ambito del grande progetto di ristrutturazione dell’ex Ospedale al Mare.

Oggi ci saranno anche i circoli del Pd, partiti ambientalisti e della sinistra, candidati sindaci come Casson, Scano, Seibezzi e Pizzo.

Alberto Vitucci

 

Domani manifestazione e corteo

VENEZIA Si stanno aggiungendo sempre più associazioni alla manifestazione «No Grandi Navi – No Grandi Opere – Basta mafia e corruzione» prevista domani con partenza da Campo Santa Margherita alle 15 e direzione Campo Sant’Angelo.

Nelle ultime ore l’adesione è stata confermata da 70 associazioni. Oltre ad Ambiente Venezia, ai centri sociali e a Italia Nostra, da sempre in prima fila contro l’ingresso in bacino di grandi navi, è prevista anche la partecipazione del WWF e Legambiente Veneto. Una ventina di movimenti o partiti politici presenti tra cui il Pd che ieri pomeriggio ha mandato un comunicato.

«Il PD di Venezia» si legge «rimane convinto che il comparto crocieristico sia un settore strategico per questa città e che debba essere salvaguardato e incrementato, ed è quindi indispensabile procedere con la valutazione in sede di Via e successiva analitica e rapida comparazione dei diversi progetti approvati predisposti allo scopo così come sostenuto dalle diverse risoluzioni votate dal Consiglio Comunale e dal Senato nel febbraio 2014».

Aumentano anche le firme promosse da Avaaz.org che ieri sera sfioravano le 120 mila, vicini alla meta prevista di 150 mila. La scelta del giorno coincide con l’inaugurazione della Biennale e la presenza alla Stazione Marittima, nel corso del prossimo weekend, di ben nove giganti del mare. Il corteo si muoverà verso il Campo dove ci saranno un susseguirsi di interventi di cittadini, associazioni e tanto altro. Già la scorsa domenica molti attivisti si erano posizionati lungo la riva della Giudecca, srotolando un gigantesco striscione di protesta al passaggio di due grandi navi, dando un assaggio della manifestazione di domani.

(v.m.)

 

Gazzettino – Venezia. No Navi, il Pd vira verso i comitati

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

8

mag

2015

I TEMI DELLA CITTÀ – Domani Franceschini apre la Biennale, corteo da campo Santa Margherita

La segreteria: «Allontanare le crociere da San Marco, giuste le manifestazioni»

Anche il Pd veneziano a fianco dei “No Navi” per la manifestazione di domani, in contemporanea con l’inaugurazione della Biennale d’arte. Vetrina eccezionale per portare il tema all’attenzione internazionale, tanto più perché a Venezia ci sarà il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

Sarà un sabato “caldo”. La Biennale aprirà al pubblico i cancelli di Giardini e Arsenale alle 10, Franceschini inaugurerà la manifestazione alle 12 a Ca’ Giustinian (sede della Biennale), con la consegna dei Leoni, e i No Navi si ritroveranno alle 15.30 in campo Santa Margherita per un corteo che arriverà in campo Sant’Angelo, dove è prevista la consegna ai candidati sindaco delle oltre 100mila firme contro le grandi navi. Fisicamente, dunque, Franceschini e i manifestanti non si incroceranno. Ma idealmente è inequivocabile il segnale che i comitati vogliono dare a un ministro che nell’ultimo Comitatone aveva “agitato” l’ipotesi di mettere sotto vincolo paesaggistico il Bacino di San Marco.

In questo clima si inserisce il Partito democratico che di fatto è ancora più schierato sulle posizioni del suo candidato sindaco, Felice Casson. Il quale oggi riceverà la “benedizione” del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che alle 18 visiterà la Biennale e alle 19.30 sarà al Caffè Florian in piazza San Marco per un aperitivo elettorale con il candidato sindaco.

«Il Pd di Venezia – si legge in una nota diffusa ieri – ritiene necessario continuare l’azione di sensibilizzazione nei confronti del Governo sul tema del necessario allontanamento delle grandi navi da crociera dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca e sulla necessità di una rinnovata salvaguardia della laguna di Venezia».

«Pertanto – aggiunge la segreteria metropolitana – vediamo con favore le manifestazioni dei prossimi giorni in particolare ne condividiamolo spirito assolutamente pacifico. Il Pd di Venezia rimane convinto che il comparto crocieristico sia un settore strategico per questa città e che debba essere salvaguardato e incrementato, ed è quindi indispensabile procedere con la valutazione in sede di Via e successiva analitica e rapida comparazione dei diversi progetti approvati predisposti allo scopo così come sostenuto dalle diverse risoluzioni votate dal Consiglio Comunale e dal Senato nel febbraio 2014».

 

Sabato corteo cittadino

VENEZIA «Liberiamoci da mafia e corruzione. Basta con le grandi opere: l’unica grande opera che vogliamo è il diritto alla casa e al lavoro». Sono già una cinquantina le associazioni e le organizzazioni politiche che hanno aderito alla manifestazione contro le grandi opere e le grandi navi dentro la laguna.

Appuntamento per sabato 9 maggio in campo Santa Margherita, poi corteo fino a campo Sant’Angelo dove ci saranno dibattiti e concerti.

Riprende fiato la polemica del Comitato «No Grandi Navi» e di Ambiente Venezia contro la presenza delle navi da crociera in laguna.

«Ci sono alternative praticabili, vogliamo dire basta», ripete il portavoce Luciano Mazzolin.

Tommaso Cacciari assicura che sarà una manifestazione tranquilla con larghissima partecipazione.

Non ci sono soltanto i comitati, ma associazioni per la difesa del territorio come Italia Nostra, Wwf, Lipu, LegaAmbiente, ma anche i Cobas, Beati i costruttori di pace, Centri sociali e Medicina Democratica. Ma anche i circoli veneziani del Pd, Sel, la Sinistra, i verdi e il Movimento Cinquestelle, VeneziaCambia e Venezia 2020.

Una grande manifestazione che secondo i promotori deve rilanciare il tema delle grandi navi fuori della laguna.

Domenica mattina al teatro Toniolo tre esponenti dei comitati hanno consegnato al premier Renzi, venuto in laguna per inaugurare il padiglione Aquae dell’Expo e per sostenere la candidatura a sindaco di Felice Casson, 70 mile firme raccolte su Internet.

Una battaglia che per i comitati va avanti da anni. Culminata nella manifestazione del 2012 quando ci furono denunce per il famoso «tuffo» nel canale della Giudecca al passaggio delle grandi navi. Denunciano anche l’inquinamento perché le navi tengono i motori accesi anche quando sono ferme in banchina. Anche ieri si vedeva uscire dai camini un fumo nero. Il progetto di cold ironing, cioè l’alimentazione da terra che dovrebbe consentire di spegnere i motori e ridurre l’inquinamento, non è ancora partito. Ci vogliono investimenti importanti. E prima di farli, Vtp vuole sapere «quale sarà il futuro della Marittima».

(a.v.)

 

Brugnaro vuole il vittorio emanuele, Casson il lido

«No al Contorta». Candidati sindaci (quasi) unanimi

VENEZIA – Sì alle crociere, no allo scavo del Contorta. I candidati sindaci sono in buona parte contrari al nuovo canale in mezzo alla laguna. E tutti molto critici sulla presenza delle navi a San Marco. Un tema che nessuno, nemmeno gli operatori portuali, ormai mette in discussione. Il problema è come realizzare in tempi rapidi un’alternativa.

«Nessuno vuole andare contro la crocieristica», dice Felice Casson, candidato sindaco del centrosinistra, «ma noi siamo contrari allo scavo di un canale distruttivo. Esistono alternative pronte come il Lido che possono dare anche nuovi posti di lavoro».

Per mantenere le navi in Marittima ma senza scavare il Contorta si schiera Luigi Brugnaro, candidato del centrodestra. «Quando ero presidente di Confindustria avevo proposto di fare arrivare le grandi navi attraverso le Tresse e il Vittorio Emanuele», dice, «ma la Marittima deve restare».

Favorevole alle grandi navi Francesca Zaccariotto, che vuole mantenere l’industria croceristica in laguna.

Per allontanarle dalla laguna e costruire un nuovo terminal si schiera invece Davide Scano, avvocato candidato sindaco per il Movimento Cinquestelle.

Prudente Gian Angelo Bellati, candidato della Lega, mentre il suo capolista Marco Sitran, del Movimento per la separazione di Venezia da Mestre, si è sempre schierato contro le navi in Bacino.

(a.v.)

 

L’impegno coi No navi: «Sulle crociere si farà quello che dice Felice»

«L’intento del Governo è perseguire la salvaguardia di Venezia e della sua laguna garantendo nel contempo lo sviluppo dell’economia e del lavoro».

È l’impegno che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha preso ieri mattina con una delegazione del Comitato No Grandi Navi e dell’organizzazione internazionale Avaaz che gli ha consegnato una petizione con 95mila firme (raccolte in tre giorni) contro lo scavo del Canale Contorta e per l’estromissione delle navi incompatibili con la laguna.

L’incontro è avvenuto al teatro Toniolo poco prima dell’apparizione del premier a sostegno delle candidature di Alessandra Moretti e Felice Casson ed è stato reso possibile grazie alla mediazione di quest’ultimo, destinatario della petizione assieme a tutti gli altri candidati sindaco e presidente della Regione.

«Il progetto di scavo del Contorta – hanno detto i No Navi – è devastante per la laguna, mentre esistono alternative ambientalmente sostenibili per garantire il mantenimento di un crocerismo compatibile con la città e tale da non danneggiare e anzi da sviluppare l’economia e il lavoro».

Renzi si è altresì impegnato a convocare a Roma Casson, se eletto sindaco, “il giorno dopo il voto”, per decidere assieme come affrontare il problema del crocerismo e in generale della portualità all’interno della laguna. Ma c’è di più. Dietro alle quinte, Renzi avrebbe rassicurato i rappresentanti del Comitato in modo molto più netto: «Si farà quello che dice Felice».

E “quello che dice Felice” è noto da tempo ed è stato ribadito di fronte alla platea del Toniolo, composta da candidati, iscritti e simpatizzanti del Pd. Tra gli altri il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, il segretario provinciale Marco Stradiotto, il segretario comunale Emanuele Rosteghin e diversi parlamentari.

«Nessuno – ha rimarcato Casson – vuole eliminare le crociere da Venezia. Noi siamo favorevoli a tutti i progetti alternativi già presentati, ma non allo scavo di un nuovo canale all’interno della laguna. Questi progetti – ha concluso – sono in grado di mantenere le grandi navi a Venezia e anche il lavoro».

La delegazione del Comitato, era composta da Silvio Testa e da Marta Canino, accompagnati da Luca Nicotra di Avaaz Italia.
«Si tratta – hanno commentato – di una prima vittoria per i quasi 100mila firmatari, dato che la posizione di Casson è contraria allo scavo del Contorta e il cui stop è il principale obiettivo della petizione».

Il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, preferisce non commentare. «Ancora? – risponde – sarà la commissione nazionale Via a vagliare i progetti e a scegliere il migliore. Il Contorta al momento non ha alternative a breve termine».

Nel pomeriggio, intanto, i No Grandi Navi si sono dati appuntamento alla Giudecca per “salutare” alla loro maniera la partenza della Msc Musica: con fischi e striscioni.

 

VENEZIA «Giudecca, Villa Hériot è salva»

L’Iveser: «Il Comune non ha risposto alle nostre osservazioni e così decade la variazione d’uso»

Villa Hériot è salva. Almeno per ora. E la festa di ieri è servita anche a testimoniarlo alla cittadinanza. Anche se va detto che un po’ il ponte del primo maggio, un po’la fretta nell’organizzarla non hanno fatto registrare lo strepitoso successo dello scorso 14 dicembre: poche le persone arrivate. Ma le buone notizie non sono mancate, come fanno notare Marco Borghi e Carlo Battain dell’Iveser, l’istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea: «La proposta di variante urbanistica proposta dal Comune di Venezia per modificare la destinazione d’uso di Villa Hériot non ha sortito l’effetto sperato. Il Comune non ha risposto alle nostre osservazioni, che contestavano tale procedura, facendo decadere la proposta di variazione d’uso».

Una vittoria, secondo Borghi e Battain, che restituisce la Villa alla cittadinanza. E l’Iveser non ha corso da solo, sono state infatti ben otto le associazioni che hanno condiviso tale opposizione. «Si tratta di una decisione in linea con quanto annunciato dal commissario Zappalorto di limitarsi alla ordinaria amministrazione, lasciando le scelte alla prossima amministrazione», ha commentato Giorgio Isotti, del PD.

Ma quali possono essere, ora, le ipotesi che il Comune dovrà studiare per recuperare il deficit di bilancio? L’Iveser propone di utilizzare lo spazio in maniera culturale, magari appoggiandosi alla Biennale, che potrebbe impegnare il meraviglioso giardino per apporre qualche installazione, oppure rendere il centro un punto nevralgico per le conferenze. Così facendo, infatti, si rilancerebbero anche le attività economiche dell’isola.

Coro di voci unanime tra i presenti: la zona è un bene comune e tale deve rimanere, semmai si devono ripensare le logiche di governo della città, come affermano Andreina Zitelli, Giovanni Pascoli e Federica Travagnin. E inoltre, come suggerisce Carolina Serena, il Comune dovrebbe impegnarsi duramente nella lotta contro l’economia sommersa veneziana, come i B&b abusivi.

Tomaso Borzomì

 

PORTO – Il convegno del 30 aprile evidenzia criticità sugli effetti dello scavo nel medio termine

L’avvertimento: «Da valutare meglio gli effetti dell’onda di massa generata dal dislocamento»

Il Corila ha molte perplessità sull’attuale progetto del canale Contorta in fase di valutazione al Ministero dell’Ambiente. Al recentissimo convegno scientifico, che si è svolto giovedì all’Arsenale sono emersi nuovi dubbi di carattere sia idrodinamico che sulla vita nella laguna centrale, oltre che alla gestione dei sedimenti derivanti dall’opera di scavo.

«È necessario – è questa la prima conclusione cui sono giunti gli scienziati – che il progetto tenga conto non solo degli effetti locali del nuovo canale, ma anche degli effetti a medio e a lungo termine sulla morfologia lagunare. In particolare, sono da valutare gli effetti dell’onda di massa generata dal dislocamento delle navi in transito… poiché il moto ondoso dovuto al traffico navale genera importanti fenomeni erosivi».

Un altro appunto il Corila lo fa sull’insufficienza delle informazioni idrogeologiche messe a disposizione e sui sedimenti. Tutto il materiale sarà presto pubblicato sul sito istituzionale www.corila.it.

Restando sul tema della crocieristica, il prossimo fine settimana si profila caldissimo. È infatti in programma la grande mobilitazione con corteo organizzata dal Comitato No grandi navi, che intende rispondere in questo modo alle pagine acquistate sui quotidiani veneziani dal comitato Cruise Venice, che raggruppa gli operatori portuali e i simpatizzanti del turismo delle navi da crociera. La partenza è fissata alle 15.30 da campo Santa Margherita e arriverà via ponte dell’Accademia fino a campo Sant’Angelo, dove si svolgerà il dibattito, ma ci sarà anche un concerto.

Oggi, infine, è stata proclamata la Giornata della Venezia invendibile, che consisterà in due tappe significative: alle 11 a villa Hériot alla Giudecca, dove ci saranno giochi per bambini e grigliate bper pranzo. Poi, dalle 19, appuntamento a Ca’ Bembi in fondamenta San Trovaso (uno dei palazzi che l’Università Ca’ Foscari intende vendere) per un incontro con lo scrittore Andrea Segre, il quale presenterà il suo ultimo libro, “Fuorirotta”.

Tra un’iniziativa e l’altra, verso le 16.30, gli attivisti “saluteranno” alla loro maniera il passaggio della Msc Musica.

Michele Fullin

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui