Gazzettino – Caro autostrade: ecco le nuove tariffe
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2
gen
2013
Venezia-Padova e Udine-Trieste: le tratte costano 30 centesimi in più
Una buona parte dei ricavi servirà a finanziare i lavori per la terza corsia
Aumenti medi del 12,63% sulla rete autostradale di Autovie Venete, la più estesa del Nordest, ma non uguali su tutte le tratte. Sono gli adeguamenti più salati d’Italia dopo il nodo valdostano (+14,4%) e quelli appannaggio della Cav per Passante di Mestre e Venezia-Padova (oltre il 13%). Nel giorno di San Silvestro i tecnici si sono messi al lavoro, dopo il via libera finale giunto dall’Anas, per mettere a punto i pedaggi scattati con l’arrivo del nuovo anno. La classica tratta friulgiuliana Udine-Trieste (A23 e A4) passa per le autovetture da 3,30 a 3,60 euro, quella del solo tratto di A23 da Udine a Palmanova da 1,40 a 1,50. A cavallo fra Veneto e Friuli, per andare lungo la A4 da San Donà a Trieste prima si pagavano 6,20 euro e ora si sborsano 6,90 euro, mentre sulla tratta Godega-Conegliano della A28 restano invariate le tariffe per vetture e furgoni (in entrambi i casi 40 centesimi), mentre aumentano di 10 centesimi le tariffe per autocarri, Tir e autoarticolati.
E se da Udine a Latisana un’autovettura dovrà pagare 3,20 euro (40 centesimi di maggiorazione), i rincari si fanno sentire anche da Venezia Est a Portogruaro (ora si pagano 5,90 euro per le vetture e fino a 14,40 euro per i mezzi pesanti a 5 e più assi). Del pari, da Venezia Est a Trieste la nuova tariffa è stata fissata in 10,10 euro per le autovetture, ma un “bisonte” della strada arriva a pagare 24,40 euro. Una buona parte dei ricavi andrà a finanziare i lavori per costruire la terza corsia A4, sebbene ne possano rappresentare soltanto una parte marginale: occorre infatti un prestito da oltre 2 miliardi per sostenere un piano finanziario che nel 2009 indicava costi per 2,3 miliardi ma che “viaggia” ormai verso una prospettiva di oltre 2,7 miliardi effettivi. Ed è proprio tale piano finanziario, approvato a suo tempo da Anas e Governo, a prevedere una serie di rincari a cadenza annuale fino al 2017, allorché nel mese di marzo scadrà l’attuale concessione autostradale.
Autovie sottolinea che il 2,5 dei pedaggi incassati viene girato all’Anas e che il 21% è rappresentato dall’Iva, sulla quale peraltro la Regione Friuli Venezia Giulia riscuote in regime di compartecipazione fiscale il 91% del gettito.
La procedura di formazione della tariffa segue il principio del “price-cap”, che comprende il recupero dell’inflazione programmata più una serie di variabili legate alla qualità del servizio, alla pavimentazione e al tasso di incidentalità. Ma soprattutto la massa degli investimenti realizzati o in corso.
Ed è chiaro che a fare la differenza di prezzo (la media nazionale degli aumenti è infatti del 2,91%) è l’imponenza degli impegni finanziari per la terza corsia, che in questo momento è una fra le principali grandi opere in corso a livello europeo.
Un conto salato anche quello che sono costretti a sborsare i pendolari tra Padova Est e Mestre (quelli che, beninteso, non escono e rientrano subito al “tornello” di Dolo): da 2,90 euro si è passati a 3,20. Chi invece da Padova va verso Ovest non troverà alcun aumento. Decisione che però non è piaciuta ai gestori della tratta fino a Brescia.
IL CASO BRESCIA-PADOVA
Aumenti congelati, protestano i gestori
VENEZIA – Sulla Brescia-Padova e altre tre tratte di concessionarie controllate dal gruppo Gavio (Milano-Torino, Torino-Piacenza e Tirrenica) i rincari sono stati congelati dai ministeri competenti. Aiscat, associazione dei concessionari, parla di decisione «incomprensibile» e denuncia «la scarsa attenzione sia nei confronti del mercato sia degli investitori».
«A fronte dell’impegno profuso da parte dell’intero comparto autostradale anche nel 2012 – lamenta l’Aiscat – risulta del tutto incomprensibile l’azione del governo, in forza della quale è stato sospeso per alcune concessionarie ogni adeguamento tariffario, ovvero è stato riconosciuto solo un parziale adeguamento, pur in presenza di rilevanti investimenti già realizzati».
Le società ricordano che c’è già un impegno a realizzare investimenti per circa 40 miliardi di euro. «Investimenti il cui finanziamento è da considerarsi ora a rischio se viene meno la certezza regolatoria, con pesanti conseguenze – avverte l’Aiscat – per il sistema autostradale e per il sistema Paese». E allora le concessionarie autostradali per le quali gli aumenti sono stati bloccati, e alcune delle quali quotate, «valuteranno eventuali azioni legali a loro tutela».
AUTOBRENNERO
Sull’A22 traffico leggero in diminuzione: -2,8% nel 2012
TRENTO – Sull’autostrada A22 del Brennero le nuove tariffe sono aumentate dell’1,21% rispetto all’anno scorso. A comunicarlo è la società di gestione, Autobrennero spa, che riporta l’incremento delle tariffe del 32,36% dal 1996 al 2012, con una media annuale dell’1,9%, a fronte di un’inflazione dal 1996 al 2011 pari al 39,4%. L’andamento del traffico del 2012 ha fatto segnare un calo di quello leggero. Confrontando i dati dal 1 gennaio al 27 dicembre 2012 con quelli dell’anno precedente, sull’A22 risultano entrate pari a 3.086.251 veicoli per il traffico leggero, un -2,82% rispetto al 2011, e uscite pari a 3.229.397, un -0,78%.