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Maria Rosa Pavanello non ci sta: «Il nostro ospedale ha sale operatorie nuove»

Il comitato Salvioli accusa la Regione: «Programmazione sanitaria strampalata»

MIRANO.

«In Regione c’è un apprendista stregone che ipotizza programmazioni sanitarie che non stanno né in cielo né in terra».

Così Aldo Tonolo, coordinatore del comitato Salvioli, commenta le ultime previsioni delle schede regionali che vedono accentrare la direzione ospedaliera del reparto materno-infantile a Dolo e l’attività di ostetricia a Mirano solo fino al 2015. Dopo i bambini potrebbero nascere solo in Riviera. A Mirano è una levata di scudi generale. Il primo a non crederci in realtà è proprio Tonolo:

«C’è una legge che impone la chiusura delle unità operative con meno di mille parti all’anno. Dati alla mano, a Mirano lo scorso anno sono nati 1333 bambini, a Dolo la metà o poco più. Per chiudere la nostra Ostetricia bisogna ignorare la legge o imporre una volontà politica forte mirata a premiare Dolo e denigrare Mirano. Siccome non voglio pensarlo, mi sento di rassicurare le donne del Miranese che scelgono il nostro ospedale e dire che questo cambiamento non avverrà, almeno non da un momento all’altro come si è detto».

Ma a Mirano, dove troppe volte si è parlato di smantellamento di un sistema sanitario efficiente, ma sottodimensionato e sottofinanziato, c’è apprensione:

«Togliere Ostetricia all’ospedale di Mirano per fare di Dolo l’unico punto nascita è una scelta incomprensibile, per non dire assurda», insorge il sindaco Maria Rosa Pavanello, «ogni anno qui le nascite sono circa il doppio di quelle di Dolo. Il nostro ospedale ha sale operatorie e strumentazioni nuove e perfettamente funzionanti che servono anche a Ostetricia. Perché ridurne l’utilizzo? Chi afferma che Dolo è geograficamente più centrale di Mirano nel comprensorio Miranese-Riviera finisce in realtà con l’accampare una scusa piuttosto debole. Inoltre, a dirla tutta, Dolo, a causa di infrastrutture come Passante e ferrovia, non è esattamente un tutt’uno col resto del territorio. Quelle come la chiusura dei reparti ospedalieri sono decisioni importanti, che vanno prese con competenza manageriale, dopo un’attenta analisi, senza forme di campanilismo o interesse che non sia quello collettivo dell’intera popolazione».

Anche il primo cittadino di Spinea Silvano Checchin, nonostante la vicinanza a Mestre, giudica sconveniente il trasferimento di Ostetricia da Mirano: «Penso in particolare al problema dei trasporti», sottolinea Checchin,

«se si vuole fare al posto di due sedi un ospedale integrato, si è pensato come collegare le due realtà? Mi pare che tra Miranese e Riviera il problema dei collegamenti frequenti, rapidi e a portata delle tasche di tutti non siano proprio una questione marginale».

Filippo De Gaspari

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La riviera si mobilita

“Serve un incontro con il direttore”

DOLO. Si mobilitano i gruppi di opposizione “Ponte del Dolo” e “Dolo Cuore della Riviera” dopo le anticipazioni sulle future schede ospedaliere pubblicate lunedì dal nostro giornale. Il progetto prevede per l’Asl 13 la creazione di un presidio ospedaliero unico in due sedi: a Dolo l’attività medica e riabilitativa oltre all’Ostetricia dal 2015, mentre a Mirano l’attività medica e chirurgica mentre il nosocomio di Noale diventerebbe “ospedale di comunità”. I due gruppi consiliari pretendono un intervento del sindaco dolese Maddalena Gottardo.

«Se le anticipazioni corrispondono al vero», spiega Giorgio Gei, capogruppo del Ponte del Dolo, «saranno confermate le preoccupazioni da noi più volte espresse in questi mesi per l’ospedale di Dolo. La Riviera diviene sempre più periferia del Miranese per quanto riguarda la salute».

Anche la lista Dolo Cuore della Riviera pretende risposte.

«Vogliamo avere dei chiarimenti da parte del sindaco», commenta Alberto Polo, «e che organizzi un incontro con il nuovo direttore generale per discutere del futuro dell’ospedale di Dolo».

Anche il consigliere e medico pneumologo Vincenzo Crisafi commenta:

«Se le schede venissero confermate, emergerebbe che a Mirano la Medicina sarebbe un doppione e che la Cardiologia dovrebbe venire a Dolo essendo branca in parte internistica così come l’Oncologia. Ancora una volta non viene capita la baricentricità di Dolo».

Sulla questione interviene anche il sindaco Gottardo:

«Proprio ieri ho scritto una lettera al nuovo direttore generale chiedendo la sua disponibilità per incontrarsi con i consiglieri comunali. Sul fronte delle schede ospedaliere ho parlato con il presidente della Conferenza dei sindaci il quale mi ha confermato che ci sono margini per modificarle».

Giacomo Piran

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