Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

GRANDI OPERE – Il porto off shore preoccupa le marinerie venete

Il terminal offshore di Venezia rischia di cancellare definitivamente la pesca veneta: è questo il grido d’allarme lanciato dalle principali associazioni di categoria del settore che si sono riunite giovedì per discutere degli effetti devastanti che l’opera potrebbe provocare sulla risorsa ittica. Legapesca, Federcoopesca, Agci pesca, Coldiretti Impresa Pesca, i Cogevo di Venezia e Chioggia e diverse organizzazioni di produttori temono che la piattaforma d’altura, che sarà realizzata a circa 17 chilometri al largo del porto di Venezia, possa pregiudicare l’attività di tutte le marinerie venete. L’area dove dovrebbero sorgere il terminal per le petroliere, il terminal per le portacontainer e la piattaforma servizi, costituisce da sempre zona di raccolta su scala commerciale dei molluschi bivalvi (fasolari, vongole, cannolicchi), caratterizzata inoltre da un’intensa attività di pesca con attrezzi fissi e di pesca a strascico.
Oltre all’area occupata dal terminal, c’è poi tutto il fascio tubiero che collegherà il terminal d’altura con quello a terra di Porto Marghera e che finirà per interessare una vasta area della Laguna veneziana. Le proporzioni dell’opera, insomma, inevitabilmente determineranno un grande mutamento nelle condizioni del mare veneto: quali effetti potrebbe avere l’aumento del traffico marittimo in quelle aree? Quali danni potrebbe provocare alla risorsa ittica l’installazione del terminal? Sono questi i quesiti che le associazioni di categoria si stanno ponendo. «Millantato come panacea per tutti i mali economici e sociali – si legge in una nota congiunta delle associazioni di categoria – il terminal avrà un’unica conseguenza: eliminare un intero gruppo di lavoratori che finora hanno legato la propria sopravvivenza al mare e ai suoi frutti».
Non è la prima volta che i pescatori si lamentano per gli effetti negativi sulla pescosità del mare determinati dalle grandi opere che hanno interessato la fascia costiera veneta: il ripascimento delle spiagge, il Mose, il terminal Gasiero, il tubo del P.i.f..

Lunedì 28 gennaio, comunque, i rappresentanti delle associazioni parteciperanno alla presentazione ufficiale dell’opera, mentre già mercoledì 30 la questione sarà sottoposta alla Commissione per la valutazione di impatto ambientale. In queste ed in successive occasioni i pescatori chiederanno alle istituzioni di tenere in maggiore considerazione le esigenze delle imprese messe a rischio dall’opera.

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui