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La Piazza – Romea Commerciale, un altro stop al Cipe

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

apr

2013
Grandi opere. Posizioni differenti fra i ministeri dell’Infrastrutture e dell’ Economia

GRANDI OPERE.

POSIZIONI DIFFERENTI FRA I MINISTERI DELL’INFRASTRUTTURE E DELL’ ECONOMIA

Festeggiano i comitati Opzione Zero e il centrosinistra guidato da Pisana Boscolo

26-04-2013 | Romea commerciale, dal ministero arriva un altro stop che ne pregiudica l’avanzamento, e i comitati Opzione Zero festeggiano. Il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri, invece da tempo si è detto favorevole alla realizzazione dell’infrastruttura che nel territorio comunale dovrebbe andare in tunnel sotto la frazione di Lova, o sul lato laguna. Le opposizioni con il consigliere Pisana Boscolo invece, hanno chiesto in più di una occasione lo stop dell’opera a Codevigo e la sua deviazione sull’autostrada Padova – Bologna. Intanto ricapitolando, lo scorso marzo la delibera di approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre, è stata tolta dall’ordine del giorno della seduta Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). La decisione, è stata presa, dopo la seduta preparatoria dove sono emerse posizioni differenti da parte dei ministeri dell’Infrastrutture e dell’Economia. Quello del 19 marzo, è il secondo rinvio che si è verificato in poche settimane. La Romea Commerciale è da sempre tema di scontro in Riviera del Brenta. Nella sua versione “preferita” infatti, il progetto prevede l’innesto con l’A4 e il Passante, nella zona di Roncoduro dopo aver attraversato proprio Campagna Lupia nelle frazioni di Lova, Lughetto e dopo essere finita a Sambruson, per collegarsi al Passante a Pianiga. In questi anni i comuni, comitati e cittadini hanno proposto progetti alternativi a quelli dell’innesto al Passante: da quello a Villabona, all’aggancio con l’A13, alla messa in sicurezza dell’attuale Romea, fino al progetto di variante proposto dal comitato “No Romea in Dolo”. Una proposta di innesto accusata però, di essere fatta con la logica del “Non nel mio giardino”. Intanto dopo il nuovo rinvio del Cipe per la Romea Commerciale, l’assessore grillino del comune di Mira Luciano Claut esprime soddisfazione.“Una scelta opportuna — dice — che ci auguriamo serva a riconsiderare il progetto in funzione del miglioramento e della messa in sicurezza dell’attuale Romea”. Anche il comitato Opzione Zero, che da anni si batte contro l’opera, è contento, ma mette in guardia.

“Alcuni esponenti del settore turistico di Chioggia — dice Opzione Zero — si dicono sconcertati dal mancato passaggio al Cipe della Romea Commerciale (Orte-Mestre). Evidentemente, queste dichiarazioni provengono da persone che non hanno visto il tracciato della nuova Romea che, non a caso si chiama “corridoio autostradale”. Pensare che un’arteria concepita ad elevata percorrenza, con uno svincolo a Codevigo sull’innesto della Strada dei Vivai, possa costituire una reale risorsa per flussi di tipo turistico, è pura ignoranza. Da anni Opzione Zero si batte contro la Romea Commerciale e per la messa in sicurezza dell’attuale SS309, anche proponendo la deviazione del traffico pesante sulle arterie autostradali esistenti. In questo modo, con un decimo delle risorse previste per la Orte-Mestre, è possibile rendere l’attuale Romea quello che dovrebbe essere: una via di percorrenza a servizio delle comunità e delle località turistiche. Si pensi a Chioggia, ma anche alla contiguità dell’attuale tracciato con l’oasi del Wwf di Valle Averto a Lugo di Campagna Lupia”.

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INFRASTRUTTURE.

IL VARO DEL PROGETTO PRELIMINARE NON E’ STATO INSERITO ALL’ORDINE DEL GIORNO

ORTE-MESTRE, IL CIPE RINVIA

Infrastrutture. Il varo del progetto preliminare non è stato inserito all’ordine del giorno

Il project financing prevede 10 miliardi di euro, una somma ingente da recuperare di questi tempi

26-04-2013 | Per ora è stato accantonato l’accoglimento del progetto preliminare della Orte-Mestre, ossia la superstrada a pagamento prevista per il collegamento del Porto di Civitavecchia con la A4 e il Passante di Mestre. La nuova “Autostrada del Sole”, come la chiamano alcuni, o Romea commerciale, come la definiscono altri alludendo allo strategico ruolo che avrebbe per la mobilità su gomma nel Nord Est, non ha avuto l’ok del Cipe (sigla che indica il Comitato interministeriale per la programmazione economica) riunitosi lo scorso 18 marzo. Per il lungo nastro d’asfalto di 400 chilometri pareva dovesse essere un passaggio risolutivo ma così non è stato, con somma soddisfazione dei comitati della Riviera del Brenta che da quasi 10 anni si battono strenuamente contro la realizzazione dell’opera, preoccupati dall’impatto ambientale che avrebbe sul loro territorio. Non solo qui, a dire il vero, il lungo serpentone rischia di essere una minaccia: investendo 11 province e 48 comuni con 139 km di ponti e viadotti, 64 km di gallerie, 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, il parere di molte associazioni ambientaliste italiane pare coincidere nella facile conclusione di un’inevitabile impatto su zone di interesse storico, paesistico, ambientale come ad esempio il Parco del delta del Po, le Valli di Comacchio e Mezzano, la Riviera del Brenta, il Parco delle Foreste Casentinesi e le valli dell’Appennino centrale. Il rinvio del Cipe, tuttavia, non ha insistito sugli aspetti paesaggistici che verrebbero messi a rischio dall’opera infrastrutturale, è stato invece un rimando tacito, concretizzatosi con l’esclusione dell’argomento dall’ultimo ordine del giorno dell’assise. Una scelta che secondo l’assessore veneto alla Mobilità, Renato Chisso, è da interpretarsi nella necessità di approfondire il permanere tra le disponibilità degli incentivi fiscali previsti dalla legge 183/2011, ossia le agevolazioni che avevano permesso al Governo Monti, al momento del suo insediamento, di inserire la Orte-Mestre tra le opere prioritarie da realizzare in project financing. A palazzo Chigi, infatti, avevano fatto conto di queste risorse in quanto la loro accessibilità, stiamo parlando di un 1,5 miliardi di euro, sarebbe stata di sicuro agio per promotori e banche, senza contare che avrebbero inoltre costituito ossigeno che per il rilancio delle opere pubbliche, asfissiate dalla crisi e dal patto di stabilità. Tuttavia sarebbero state un agio, non l’aiuto risolutivo: il costo della Orte-Mestre, infatti, si aggira attorno ai 10 miliardi di euro, una somma che resta difficile da reperire anche ottenendo il 10% di sconto. D’altro canto, per un governo in carica al quale è affidato il solo compito del disbrigo degli affari correnti, non è semplice nemmeno concedere il via libera a procedere ad un’opera di queste dimensioni. Quindi tutto congelato. Forse la scelta del Cipe è stata quella di attendere tempi migliori. Al momento, infatti, non è ipotizzabile l’accantonamento della Orte-Mestre, sia dentro che fuori dal Veneto sono in molti a pensare che una sua realizzazione potrebbe essere la chiave per il rilancio dello sviluppo, il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi e il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, per esempio, hanno caldamente auspicato la realizzazione del nastro d’asfalto e a Ravenna il vicesindaco Giannantonio Mingozzi vede nell’autostrada il naturale collegamento tra il porto di Venezia a quello di Ravenna. Anche all’interno dei confini regionali gli interessi si intrecciano con i progetti. Non va dimenticato che a Dolo, attorno alla Romea Commerciale e alla ‘Camionabile’, nasce il titanico progetto di Veneto City, quasi 2 milioni di metri cubi di nuove costruzioni, e il polo logistico di Dogaletto o ancora il porto logistico off shore che da tempo rimbalza tra la laguna veneziana e quella che fronteggia il Delta del Po. Ad Adria, inoltre, la Orte-Mestre dovrebbe incrociare la Nogara-Mare, l’altro grande progetto di strada a pagamento in project financing per la cui realizzazione è previsto un impegno di spesa che si aggira attorno ai due miliardi di euro, e ancora: più giù, verso l’Umbria, è l’Ikea a spingere per ottenere un vasto slargo a ridosso della nuova grande superstrada per un investimento che ha molti zeri e la promessa del rilancio dell’occupazione: una manna per un Paese che fa fatica a rialzarsi e che ha sempre concesso molto a chi è venuto nel nome del lavoro.

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