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TRENI – Collegamenti cancellati e servizi carenti fra le 10 e le 12 di mattina

«I nuovi orari ci penalizzano»

Il nuovo orario cadenzato che dovrebbe partire a fine anno, così come proposto dalla Regione Veneto, non piace ai pendolari e agli amministratori dei Comuni della linea ferroviaria Trieste- Venezia che ieri mattina sono stati ricevuti a Palazzo Ferro Fini dalla II Commissione Trasporti della Regione. Bortolo Mainardi, presidente della commissione Trasporti, e Bruno Carli della Direzione Mobilità della Regione hanno ascoltato le istanze della sindaca di Quarto d’Altino Silvia Conte, il sindaco di Marcon Andrea Follini, l’assessora alla Mobilità di San Donà, Francesca Zottis, l’assessore di Quarto Paolo Albertin e il consigliere Gianni Foffano, anche in veste di rappresentante del comitato pendolari di cui era presente anche Luciano Ferro e Lorianna Spinadin. Oltre a cancellare alcune corse nelle prime ore del mattino e alla sera, il nuovo orario non colma nemmeno l’attuale vuoto dalle 10 alle 12.
«Questo non è un orario cadenzato e così si mettono in difficoltà gli operai, i lavoratori del settore turistico e i turisti – afferma Silvia Conte – Senza regolarità è difficile anche per Actv accettare la nostra proposta di creare collegamenti con Quarto. In altre Regioni come la Lombardia, un vero orario cadenzato ha permesso il raddoppio dell’utenza».
Il comitato pendolari, che continua ad alzare la voce contro i continui ritardi e le cancellazioni dei treni, a maggio aveva manifestato in stazione anche contro questo nuovo orario. Il gruppo ha poi presentato una proposta, realizzata con l’Associazione Ferrovie a Nordest che, sulla base di uno studio della linea, promette un’ottimizzazione delle corse e un risparmio di costi. «Il presidente e l’ingegner Carli hanno dimostrato interesse per la nostra proposta e ci hanno invitato a partecipare agli incontri organizzati dall’assessore Renato Chisso su questo tema – conclude Conte – Sarebbe però stato necessario iniziare il confronto un anno fa».
A dare supporto alla battaglia dei pendolari e dei sindaci, anche i consiglieri regionali del Pd Bruno Pigozzo, Stefano Fracasso, Lucio Tiozzo e Franco Bonfante: «Sono vent’anni che il Veneto attende un servizio ferroviario regionale decente. Ma così come è stato presentato, l’orario cadenzato non è all’altezza di una Regione che voglia stare in Europa. Non si tratta solo di gestire l’esistente ma di fare un investimento finanziario degno di questo nome sulla mobilità pubblica su ferro».

 

FERROVIE – I SINDACI IN REGIONE

Nuovo orario cadenzato dei treni, ma i pendolari non si fidano

VENEZIA – La proposta di orario cadenzato nel servizio ferroviario predisposto dalla Giunta regionale è stata ieri al centro dei lavori della commissione Trasporti, presieduta da Andrea Bassi, che ha ricevuto in audizione vari sindaci, le organizzazioni sindacali regionali del trasporto e i rappresentati di alcuni comitati dei pendolari.
Sono emerse molte criticità, dalla inadeguatezza qualitativa e quantitativa del materiale rotabile che rischia di rendere inattuabile l’orario cadenzato, alle mancate sinergie ferro-gomma, al mancato coinvolgimento dei territori e dei pendolari nella formulazione dello stesso. Evidenziata, inoltre, la situazione di forte disagio sofferta dai pendolari, specie nelle fasce orarie di punta, sulle linee Venezia-Portogruaro, Padova-Calalzo, Feltre-Bassano e le rotture di carico nella tratta Belluno-Ponte nelle Alpi. «Leggendo la proposta di orario cadenzato – ha detto il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte – sembra che, invece di migliorare il servizio, rischi di peggiorarlo, perché vengono tagliate delle corse nelle fasce della prima mattina e della sera e continueranno ad esserci dei buchi a metà mattina. Aumenterà sì il numero dei treni, ma in realtà così cadenzati non miglioreranno il servizio. Se queste criticità – ha osservato Conte – dovessero essere superate, avremmo finalmente un orario cadenzato che consentirebbe di collegare in maniera razionale il trasporto su rotaia con quello su gomma, creando un’intermodalità e il biglietto unico». I rappresentanti dei pendolari del Bellunese e dell’alto Trevigiano hanno evidenziato che all’orario cadenzato manca il prerequisito fondamentale di un servizio regolare affidabile e puntuale, e soprattutto mancano gli interventi infrastrutturali necessari per renderlo possibile.

 

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