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Nuova Venezia – Le schede ospedaliere

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

27

set

2013

500 POSTI LETTO IN PIU’ PER ATTRARRE PAZIENTI DALLE ALTRE REGIONI

In vista 1300 assunzioni nei maggiori poli pubblici e privati

Padrin: «Prevediamo 90 milioni di aumento nel fatturato»

VENEZIA – L’obiettivo è una sanità-calamita capace di attrarre pazienti da ogni parte d’Italia (e anche dall’estero) grazie alla qualità e alle tempistica delle prestazioni garantita. Un’offerta già competitiva, quella del Veneto, che presto potrà contare su una dotazione aggiuntiva del 20%, quasi 500 posti letto in più riservati ai pazienti di altre regioni, allestiti nei principali poli ospedalieri, sia pubblici (Padova, Verona, Venezia, Treviso, Vicenza) che privati (Negrar, Peschiera). Il flusso in entrata si registra da tempo, alimentato in particolare da malati del Centro-Sud che si rivolgono alle alte specialità nostrane – cardiologia, cardiochirurgia, chirurgia oncologica, ematologia, diabetologia, le più ambite – con un saldo attivo per il welfare veneto valutato in 90 milioni di euro. Una cifra rispettabile, modesta però rispetto all’analogo giro d’affari delle dirette concorrenti Emilia-Romagna e Lombardia, rispettivamente di 380 e 500 milioni, più occhiute e “aggressive” nel proporre il loro sistema di cure.

Ma ora la “sfida della salute” assume una dimensione europea, perché il 14 ottobre l’Unione sancirà la libera circolazione dei pazienti che potranno scegliere dove curarsi, forti del rimborso garantito dai Paesi di provenienza. Una circostanza che ha spinto il presidente della commissione regionale sanità, Leonardo Padrin, ad accelerare i tempi, proponendo l’incremento degli attuali 2900 posti letto extraregionali. L’ha fatto in apertura della discussione-fiume dedicata alle schede ospedaliere, illustrando ai consiglieri i vantaggi dell’operazione: «Disponiamo di elevate professionalità e di risorse materiali perfettamente in grado di competere in ambito internazionale, e intendiamo valorizzarle in modo più adeguato», afferma l’esponente pidiellino «si tratta di un investimento che, a regime, potrebbe consentire 1300 assunzioni e oltre 80 milioni di fatturato aggiuntivo». Tant’è. L’emendamento in questione, che sarà approvato in tempi rapidi, costituisce la novità più importante ma non l’unica della maratona in corso a Palazzo Ferro-Fini. L’esame delle schede di programmazione ospedaliera e territoriale (che rappresentano gli strumenti di attuazione pratica del nuovo Piano socio-sanitario) è stato preceduto un prolungato confronto in seno alla maggioranza di centrodestra che governa la Regione, culminato negli incontri plenari di Padrin e dell’assessore Luca Coletto con i gruppi consiliari di Lega e Pdl. Moltissimi gli spunti, altrettante le richieste di chiarimento, con lo spauracchio di un assalto alla diligenza mentre si profila la fase decisiva delle scelte. Ciascuno difende il proprio campanile e il timore dell’impopolarità spinge a frenare la spending review applicata a reparti e degenze. Il governatore Luca Zaia, però, è convinto che una razionalizzazione sia indispensabile per assicurare la sostenibilità finanziaria del sistema. Di qui la «linea del Piave» dettata in sede di commissione e poi in aula, con due limiti ferrei – 758 primariati e 17.300 posti letti – nel cui ambito le variazioni saranno consentite esclusivamente a «totali invariati», cioè nel rispetto dei tetti massimi. Nel primo caso, quello dei primari, si tratta di una sostanziale conferma dello status quo: la cifra coincide con la pianta organica apicale prevista, che attualmente sconta un centinaio di incarichi vacanti. Le degenze invece incontreranno un decremento percentuale: da 3,8 per 3,5 per mille, con una riduzione di 1200 unità.

L’approvazione delle schede è stata preceduta da molte proteste, in particolare laddove si profilano fusioni per accorpamento dei reparti o eliminazione di posti letto giudicati in esubero. L’opposizione, poi, sospetta che, a fronte dei tagli ospedalieri, la rete di cure territoriali promessa non decollerà: «Non sarà così», ribatte Coletto «perché seguiremo il procedimento opposto. Prima di sopprimere un solo posto letto per acuti ne attiveremo il corrispondente negli ospedali di comunità o negli altri presidi intermedi. Nessun passo indietro sul fronte delle cure, è un impegno che abbiamo assunto e che manterremo senza se e senza ma». Si vedrà. Il dibattito, protrattosi nella notte, proseguirà stamani: il voto finale è atteso in giornata.

Filippo Tosatto

 

IL VOTO A OLTRANZA IN COMMISSIONE

Pd-Idv critici: «Solo mannaia»

VENEZIA «Clima positivo e collaborativo, contiamo di fare un buon lavoro in tempi ragionevoli», fa sapere il presidente Leonardo Padrin riemergendo dai lavori di commissione prolungatisi per l’intera giornata. «Andiamo bene, c’è la volontà comune di garantire e se possibile migliorare la qualità degli standard sanitari offerti ai nostri cittadini», fa eco il capogruppo pidiellino Dario Bond. Adottato un criterio progressivo di voto (dall’Ulss 1 a seguire) la maggioranza Lega-Pdl ha stretto le fila consentendo una rapida approvazione dei dossier riguardanti Belluno, Feltre, Bassano del Grappa, Alto Vicentino e Ovest Vicentino e Vicenza. Poi è stata la volta della Marca (Pieve di Soligo, Asolo, Treviso) quindi il capitolo veneziano: via libera a Veneto Orientale e Chioggia, accantonate temporaneamente Venezia e Mirano. Votata anche l’Alta Padovana.

Sostanziale rispetto delle schede di partenza, con ritocchi e variazioni – su primariati, servizi e posti letto – che rispondono a una logica compensativa: se un nuovo servizio viene attivato, un altro verrà soppresso. Pausa all’ora di cena, si è ripreso poco prima delle 22 per procedere ad oltranza nella notte.

Critiche dall’opposizione che ha visto bocciata gran parte dei propri emendamenti. «In particolare ci preoccupa la logica dei due tempi che ispira questo Piano socio-sanitario e si riflette sulle schede», commenta Claudio Sinigaglia, esperto in materia del Pd «ovvero ridurre la dotazione di posti letto ospedalieri compensata dall’attivazione di presìdi di cura sul territorio. Il problema è che i tagli sono immediati e reali mentre la rete di comunità promessa è ancora sulla carta. E ho forti dubbi che la maggioranza, una volta conseguita l’approvazione della schede, metterà mano al resto». Analoghe le considerazioni di Antonino Pipitone, medico e consigliere dell’Idv: «Più che razionalizzare, hanno scelto di razionare, partendo dalla testa, i risparmi, anziché dai piedi, ovvero dall’adeguamento delle reti sul territorio. Il Piano prevede l’attivazione di nuove strutture ma per adesso abbiamo visto soltanto calare la mannaia sui posti letto».

 

Un’Odontoiatria di comunità riservata ai ragazzi disabili

Un servizio di Odontoiatria di comunità riservato ai ragazzi disabili da attivarsi in tutte le unità sanitarie del Veneto; proposto in forma di emendamento dalla maggioranza, e concepito come antidoto al rischio di emarginazione dei pazienti “deboli”, ha ottenuto il consenso unanime della commissione nella fase iniziale del confronto sulle schede ospedaliere, dedicato all’esame delle questioni preliminari e all’aggiornamento delle politiche di cura previste dal nuovo Piano socio-sanitario.

 

ÉQUIPE DI PSICOLOGI OSPEDALIERI PER ASSISTERE MALATI E CONGIUNTI

Via libera convinto anche all’allestimento di un’unità semplice di Psicologia ospedaliera in tutti i capoluoghi: «Non sarà inserita nei dipartimenti di Psichiatria ma lavorerà in staff con le direzioni», precisa Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità del consiglio regionale artefice del progetto «e affronterà le situazioni più delicate e traumatiche che caratterizzano l’attività di un ospedale, prestando la loro consulenza sia alle persone malate che ai loro congiunti».

 

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