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Gazzettino – Dolo / Mirano / Noale. Ospedale.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

2

ott

2013

MIRANO – Salvioli contro Marcato: «Sono campanilistici»

Scoppia la guerra dei comitati

MIRANO – La petizione è partita, il comitato Salvioli ha lanciato la mobilitazione per “salvare” il reparto materno-infantile di Mirano.

La scorsa settimana la commissione regionale Sanità ha prospettato l’unificazione tra il primariato dolese e quello miranese di Ostetricia-Ginecologia: diverrebbero uno unico, non si sa ancora in quale sede, con il secondo sostituito da un’unità semplice.

Il comitato, che da 18 anni segue le vicende dell’Ulss 13, si schiera a difesa del primariato miranese: «Ostetricia-Ginecologia deve restare a Mirano, dove con 1350 parti all’anno c’è il primo punto-nascite in provincia, mentre a Dolo sono 850 – si legge nel volantino – A Mirano ci sono inoltre un primario di grande esperienza e quattro sale operatorie perfettamente a norma». Il coordinatore Aldo Tonolo poi allarga il discorso: «Anche Pediatria dovrà operare a Mirano, con un nuovo primario specializzato in Neonatologia».

Dal Salvioli parte pure una stoccata diretta con ogni probabilità al comitato Marcato: «La nostra petizione non è una sfida con Dolo, noi siamo razionali mentre loro sono emotivi e campanilistici. Noi non vogliamo rubare reparti, ma anzi abbiamo chiesto il mantenimento di tutti i primariati e i reparti di Dolo».

La commissione regionale ha passato la palla alla giunta Zaia: la riorganizzazione dell’Ulss 13 sarà definita in queste settimane.

(g.pip.)

 

FUTURO – L’ospedale di Noale e una seduta del consiglio comunale di Noale

NOALE Il dg dell’Ulss 13 in consiglio comunale: «Per ora restano tutti i servizi che ci sono»

Ospedale, regna l’incertezza

I nodi: in bilico i 7 medici dell’Utap e i 40 posti per “non acuti” assegnati alla struttura

Ospedale di Noale, quale futuro? Infuocato Consiglio comunale straordinario lunedì sera in tema di sanità. Al termine, però, parte dei punti di domanda sono rimasti ancora sul tavolo. Le risposte, infatti, non potranno che arrivare dall’alto. Dalla Regione, la cui Giunta nei prossimi giorni è chiamata ad approvare (salvo modifiche in extremis) le schede sanitarie approvate dal Consiglio regionale. Presente all’assemblea il direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato, che ha messo sul tavolo numeri e prospettive.

«Al Pier Fortunato Calvi per ora rimarranno tutti i servizi che ci sono – ha spiegato – meno i 76 posti letto di lungodegenza riabilitativa». Bisogna, secondo il dg, fare economia. Questi posti letto meglio siano «non isolati». Per questo con ogni probabilità potrebbero finire a Dolo. In bilico anche i sette medici dell’Utap, che secondo il dg «pagano un affitto ridicolo». Il resto delle prestazioni ambulatoriali può dirsi salva.

Tutto definito dunque? No. L’incertezza regna sovrana sui quaranta posti letto per «struttura a vocazione territoriale, possibile utilizzo a indirizzo riabilitativo». Sono i posti per non acuti assegnati da Palazzo Balbi a Noale.

«Non mi interessa ora come ora capire dove saranno collocati – ha spiegato il sindaco Michele Celeghin – L’importante è che si parta. Subito». Una richiesta bipartisan, appoggiata anche dal consigliere regionale del Partito Democratico Bruno Pigozzo («C’è ancora poca chiarezza sul tema – ha dichiarato – qui lo spazio per l’ospedale di comunità c’è») e dal collega di palazzo Ferro-Fini Gennaro Marotta (Idv), che invita a non far diluire la “partita” nel tempo. Del resto è stato lo stesso Gumirato a dichiarare che «i finanziamenti per le strutture intermedie per ora non ci sono. Dobbiamo trovare i modi per ricavare le risorse».

Una sicurezza, c’è dunque: Noale avrà 40 posti letto per non acuti. Ma dove? «Il sesto piano del monoblocco è da sistemare – ha spiegato il dg – in questa situazione potrebbero trovare spazio nella nuova casa di riposo». Eventualità rigettata dall’opposizione, che ha fatto muro presentando una mozione che verrà discussa nella prossima seduta del parlamentino locale.

Un modo per risparmiare, però, c’è. E coinvolge lo stesso nosocomio noalese. All’orizzonte, infatti, se la Regione darà l’ok, c’è il possibile trasferimento dei dipendenti amministrativi e dirigenziali dell’Ulss 13 ora in affitto a Mirano e a Dolo nei locali del Pier Fortunato Calvi:

«L’azienda risparmierebbe in vent’anni, contando l’inflazione, 140 milioni di euro – ha spiegato Gumirato – In più non possiamo mantenere gli stabili a est del monoblocco (verso il centro storico, ndr)». Alienazioni in vista e minimo 260 lavoratori che ogni giorno potrebbero raggiungere Noale, dunque. Con annesso problema parcheggi. Infatti la dirigenza sta pensando di spostare l’entrata ufficiale dell’ospedale vicino all’attuale obitorio.

Gabriele Vattolo

 

GUMIRATO (ULSS13)  «Via i posti di lungodegenza riabilitativa»

«Al Calvi per ora rimarranno tutti i servizi che ci sono – ha spiegato il dg Gino Gumirato- meno i 76 posti letto di lungodegenza riabilitativa».

MOZIONE DELL’OPPOSIZIONE   «L’operazione funziona sotto il profilo economico, ma non sociosanitario»

NOALE – «Stasera si decreta la morte dell’ospedale di Noale». Lapidarie le parole di Carlo Zalunardo, ex sindaco e ora consigliere di Uniti per Rinnovare, sulle prospettive future del Pier Fortunato Calvi.

«Allontanare la lungodegenza riabilitativa e non posizionare i quaranta posti letto intermedi nel monoblocco – ha affermato durante il Consiglio comunale straordinario di lunedì sera – sarà anche giusto da un punto di vista economico ma in fatto di politica sociosanitaria e di armonizzazione dei servizi no».

Parole che hanno scatenato le ire del dg Gumirato, che ha replicato: «Nessuno in Veneto ha 3.900 metri quadrati di ambulatori per la riabilitazione».

Ad ogni modo la minoranza vede come fumo negli occhi il possibile posizionamento dei posti letto per non acuti nella nuova casa di riposo di via De Pol, in più ha presentato una mozione che verrà votata nel prossimo Consiglio comunale in cui si chiede «di confermare per l’ospedale di Noale la destinazione di polo a vocazione riabilitativa, ampliando progressivamente l’offerta».

Nella mozione si passano in rassegna i servizi da difendere: «Il servizio di riabilitazione e fisioterapia, il reparto di lungodegenza riabilitativa (che dovrebbe finire a Dolo, ndr), le attività specialistiche poliambulatori, la Medicina dello sport, la sede dell’Utap integrata con il distretto sanitario».

(g.vat.)

 

Dal Ben: «Il Civile avrà le incubatrici»

Il direttore generale ha rassicurato i primari di pediatria e ostetricia

Il taglio delle schede è formale, le culle necessarie saranno garantite

L’APPELLO  «Il sindaco mostri lo sdegno contro i tagli»

«Nessuna delle incubatrici presenti al Civile verrà spostata a Mestre». Il direttore generale dell’Ulss 12, Giuseppe Dal Ben, ci mette la faccia per rassicurare la città sul futuro dell’area materno-infantile del Civile, dopo la doccia fredda delle schede regionali.

L’azzeramento dei posti di patologia neonatale a Venezia è una questione «più formale, che sostanziale» – assicura il dg – e il servizio sarà garantito comunque. Parole arrivate ieri, dopo l’allarme lanciato dai consiglieri comunali del Pdl, Marta Locatelli, e di Fratelli d’Italia, Sebastiano Costalonga, che avevano raccolto le preoccupazioni di tanti addetti ai lavori.

Alla casella patologia neonatale delle schede, infatti, gli attuali 5 posti del Civile spariscono e compare la dicitura “attività garantita in ambito aziendale”. A Mestre i posti sono 8, più 6 di terapia intensiva, altri 8 ce ne sono a Dolo, 2 a San Donà, 2 a Chioggia. Solo Venezia è a zero. Ed ecco gli scenari evocati dai due consiglieri che, senza incubatrici, paventavano sempre più trasferimenti di neonati a Mestre, anche per un banale ittero, con la prospettiva di indebolire, fino a svuotare, lo stesso punto nascita.

Ora Dal Ben assicura che non sarà così. E per farlo ieri è andato personalmente al Civile, dove ha incontrato il primari di pediatria, Lucio Santoro, e di ostetricia-ginecologia, Raffaele Cicciarella. Ha spiegato che quella dicitura “attività garantita in ambito aziendale” gli consentirà di organizzare il servizio «tra i due presidi ospedalieri, in modo in modo da continuare a garantire a Venezia l’attività attuale nel rispetto della specificità veneziana – come precisa una nota – É importante, come convenuto coi primari, offrire una adeguata assistenza neonatale per patologie di “primo livello” gestibili in loco».

Insomma le incubatrici necessarie resteranno, è l’impegno del dg, che sarà formalizzato nel «piano aziendale che l’Ulss, di intesa con la conferenza dei sindaci con il coinvolgimento di tutte le componenti del mondo della sanità, svilupperà dopo la formale e definitiva approvazione delle schede».

Dal Ben sottolinea poi come nel nuovo padiglione Jona «sono previsti gli spazi per accogliere degnamente l’area materno-infantile», con ostetricia, ginecologia, pediatria e patologia neonatale. «Quindi nessun allarmismo: le mamme veneziane possono e potranno continuare a partorire nella loro città in tutta sicurezza».

Roberta Brunetti

 

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