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Dopo la fiducia all’esecutivo Letta l’associazione ambientalista chiedi tempi veloci per il piano annunciato dal ministro Orlando. Ironia dell’Autorità Portuale: «Uguale interesse per Marghera»

VENEZIA. All’indomani del voto di fiducia al Governo, Legambiente scrive al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri Andrea Orlando, Massimo Bray e Maurizio Lupi sul transito delle grandi navi a Venezia, una questione che l’associazione ambientalista definisce prioritaria per il futuro della città lagunare e del suo patrimonio storico-architettonico. Urgono, secondo Legambiente, risposte concrete e provvedimenti immediati. Un semplice divieto, sebbene indifferibile, al transito delle navi da crociera davanti a San Marco non sarebbe sufficiente. L’associazione individua la soluzione nello spostamento della stazione marittima per le navi da crociera a Marghera, attraverso il passaggio per il canale dei petroli.

«Legambiente invita il governo a definire una politica industriale che assuma il turismo e il futuro di Venezia come asset fondamentale per il Paese – dichiara Sebastiano Venneri, responsabile mare dell’associazione ambientalista – a non adottare soluzioni tampone, ma a pianificare il futuro di Venezia e dell’attività portuale partendo dalla rigenerazione dell’area inquinata e abbandonata di Marghera. Sarebbe una sfida per l’intero sistema Paese e non solo per la città e i suoi amministratori».

Con lo spostamento della Marittima a Marghera, lontano dal fragile cuore della città, si eviterebbe infatti il passaggio delle grandi navi all’interno del Canale della Giudecca e del bacino di San Marco e allo stesso tempo si consentirebbe una pianificazione integrata di tutta l’area comunale attraverso il recupero e rilancio della zona industriale dopo gli anni di abbandono seguiti alla crisi del ciclo della chimica.

«Come ambientalisti e come cittadini – aggiunge il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby imprenditoriale che di quegli anni sta riproponendo il peggio. Ne’ ci interessano soluzioni parziali che si occupano di risolvere i problemi posti dalle singole attività all’interno della città. Vogliamo piuttosto una pianificazione strategica della città, vogliamo immaginare la Venezia del futuro, vogliamo giocare una sfida importante, non solo sulla vergogna degli inchini al campanile delle grandi navi, ma sul recupero di aree e identità, sulla ridefinizione degli spazi, sull’idea insomma di città che vorremmo realizzare».

Per questo la soluzione proposta da Legambiente ripensa non solo il traffico delle grandi navi, ma l’assetto complessivo dell’accoglienza dei turisti in città. Venezia oggi sfiora i 20milioni di visitatori all’anno, concentrati nel centro storico.

«Siamo certi che lo spostamento del porto delle grandi navi di pochi chilometri dal centro di una delle città più belle del mondo non possa rappresentare un deterrente alla visita e scoraggiare i visitatori che da ogni parte del mondo giungono a Venezia – concludono Venneri e Lazzaro – Mentre le aree meno interessate dalla pressione turistica, che oggi sentono maggiormente il clima di instabilità economica e che necessitano di interventi di rilancio, potrebbero goderne significativamente entrando a far parte a pieno titolo delle dinamiche cittadine».

Legambiente boccia drasticamente le proposte di escavo di uno o più nuovi canali all’interno della laguna, avanzate dall’Autorità Portuale e da altri soggetti economici e politici del territorio.

«Siamo molto grati a Legambiente e al suo responsabile mare Sebastiano Vanneri per la sollecitazione a risolvere il problema costituito dal passaggio delle grandi navi da crociera davanti a S. Marco in un’ottica strategica che guardi anche ”alla rigenerazione dell’area inquinata e abbandonata di Marghera’’».

Così l’Autorità Portuale di Venezia, in una nota, risponde alle alle sollecitazioni di Legambiente sulla vicenda del passaggio delle grandi navi di fronte a San Marco. «Vogliamo rassicurarlo che allo scopo e in quella direzione l’Autorità Portuale sta lavorando da tempo nell’esercizio delle competenze, anche pianificatorie, sull’intera area di Marghera. Stiamo lavorando ad un piano di sviluppo che punta ad una Marghera post-chimica re-industrializzata sulla manifattura leggera e sulla logistica», spiega.

«Farà piacere a Legambiente e a Vanneri sapere che a Marghera, e su Marghera, l’Autorità Portuale non si sta limitando a pianificare ma sta già agendo concretamente e pagando con risorse proprie: il disinquinamento dei fondali dei canali portuali lagunari; la bonifica e riconversione dell’area ex Alumix di 36 ettari che vedrà operare dal 2014 un nuovo terminal traghetti dedicato alle Autostrade del Mare. La bonifica e riconversione dell’area dismessa ex Montefibre – Syndial di quasi 100 ettari che diventerà il terminal portuale e logistico a terra del terminal d’altura (Off shore). La bonifica e l’ampliamento del parco ferroviario», ricorda l’autorità Portuale. «Ci piacerebbe che Legambiente potesse dare l’attenzione che oggi da al problema delle grandi navi anche al problema dei tempi e costi delle bonifiche», conclude.

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