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Nel Miranese e in Riviera cresce il numero delle persone a richio obesità e malattia grave

MIRANO. Neanche una persona adulta su tre pratica attività fisica. Questa la stima dell’Asl 13 nell’ultimo rapporto Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia (Passi) che analizza gli anni 2011 e 2012. Un dato che preoccupa, in questa giornata nazionale di Obesity Day dedicata a sensibilizzare le persone sul sovrappeso e la salute, e che vede le aree di Miranese e Riviera sotto alla media nazionale e regionale (33%).

Se si analizza la popolazione tra i 18 e i 69 anni, uno su quattro non fa nulla.

Gli esperti consigliano il movimento, perché previene alcune malattie con le patologie cardiovascolari, gli ictus cerebri, le dislipidemie, l’obesità, l’ipertensione, l’insorgenza di diabete ma anche l’osteoporosi, il decadimento mentale, la depressione e dei tumori al colon, alla mammella e probabilmente anche alla prostata, tanto per citarne alcuni.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stabilisce che gli adulti compresi tra i 18 e i 64 anni debbano fare almeno 150 minuti di esercizio fisico, di intensità moderata, in una settimana, per gli anziani, lo stesso tempo, a cui si devono sommare degli esercizi per l’equilibrio un giorno sì e l’altro no.

Il campione analizzato è di 550 persone, il 50,4% composto da donne e il restante 49,6% da uomini. La sedentarietà cresce all’aumentare dell’età; nella fascia tra i 18 e i 34 anni, la percentuale è di 19,7%, mentre tra i 35 e i 49 anni si passa al 27,2%, tra i 50 e i 69 anni, si scende leggermente al 26,1%. Di più, perché più di un terzo delle persone intervistate (35%) riferisce che i propri medici si sono informati e hanno consigliato si fare movimento.

Spesso chi è sedentario non ne è consapevole: e infatti uno su dieci crede di praticare una sufficiente attività fisica. Questo dati, poi, sono stati trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale, con l’obiettivo di monitorare i comportamenti e osservarne come si evolvono nel tempo, proprio per migliorare la prevenzione.

«Occorre quindi puntare maggiormente sull’aumento della consapevolezza» si legge nel report dell’azienda sanitaria «e sulla larga fetta di popolazione parzialmente attiva per la quale non dovrebbe essere troppo difficile incrementare il proprio livello di attività fisica per poter godere di tutti i vantaggi di salute che uno stile di vita più attivo comporta».

Alessandro Ragazzo

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