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Successo della petizione on line lanciata dal regista per allontanare le crociere da San Marco

Oltre 50 mila firme, mille firme l’ora. Grande successo per la petizione on line lanciata dal regista Gabriele Muccino.

«Fermatevi prima che sia troppo tardi», scrive il regista, «gli eroi sono quelli che si fermano prima della disfatta. Non voglio nemmeno pensare cosa accadrebbe se solo una di queste mavi, grandi come interi quartieri, sbagliasse per pochi centimetri la manovra e col suo inimmaginabile abbrivio si schiantasse sulla città. Fate la storia ma fatela da eroi».

Perché secondo il celebre regista «gli eroi sono quelli che si fermano prima della disfatta. Riportate Venezia ai veneziani, agli italiani e al mondo a cui appartiene».

Petizione inviata al sindaco, che si è schierato da tempo contro il passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. Ma le soluzioni alternative non arrivano. E Venezia è l’ unica area sensibile in Italia, dove a quasi due anni dalla tragedia della Costa Concordia, il decreto Clini Passera non viene applicato. Il ministro Maurizio Lupi, dieci giorni fa a Venezia per l’inaugurazione della paratoie del Mose, ha promesso una decisione entro ottobre.

Prima dovrà convocare un vertice al ministero dove saranno valutati i progetti alternativi. Sono stati presentati al Comune e alla Capitaneria di porto che li ha inviati al Magistrato alle Acque. Sono il nuovo canale Contorta Sant’Angelo, voluto dal Porto, che dovrebbe collegare l’attuale Marittima al canale dei Petroli, consentendo l’ingresso delle grandi navi dalla bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido. «Scavando il Contorta», garantisce il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, «si potrebbe avviare una grande opera di difesa ambientale, costruendo barene artificiali con i fanghi scavati ed evitando la dispersione dei sedimenti della laguna centrale».

«Soluzione peggiore del male». dicono gli ambientalisti. Che criticano anche le «scogliere» di difesa del canale già presentate alla commissione di Salvaguardia.

Le altre alternative sono il canale dietro la Giudecca (Scelta civica, sponsorizzato da Venezia Terminal passeggeri). E poi Marghera, per cui il sindaco Giorgio Orsoni si è speso nonostante l’opposizione di Costa, del Porto e dei sindacati.

«È quella l’unica soluzione praticabile in tempi brevi», insiste il sindaco, «a Marghera ci sono aree e banchine disponibili da subito».

Ci sono anche le soluzioni più «drastiche». Come la nuova Marittima a Punta Sabbioni, ideata da Cesare De Piccoli.

E l’opzione zero dei comitati. «Le navi incompatibili devono restare fuori dalla laguna».

Il ministro intanto invita gli oppositori a mettersi d’accordo. Ma la convocazione non si vede.

«Confidiamo nel mondo della cultura», dice il comitato «No Grandi navi».

(a.v.)

 

SOPRINTENDENZA – Lettera a Bray. Lipu sfiducia la Codello.

La Lipu veneziana sfiducia la soprintendente Renata Codello e sposa quindi la linea già indicata da Italia Nostra solo un mese fa. Lo ha fatto inviando ieri una lettera al ministro Massimo Bray e alla direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici.

«È una scelta che nasce guardando a quello che è stato fatto e non fatto finora dall’attuale soprintendente», dice Gianpaolo Pamio, responsabile della sezione veneziana della Lega italiana per la protezione degli uccelli.

«Mi riferisco a tutta una serie di decisioni che vanno da autorizzazioni come quelle per il Fondaco dei Tedeschi e l’hotel Santa Chiara, fino alla questione delle grandi navi per la quale la soprintendente non ha preso alcuna iniziativa. Ma senza scordarci autorizzazioni che ci hanno colpiti direttamente come quella per il grande porto turistico a San Nicolò, dove insiste un’ampia area Sic, oppure quella legata al piano per le 42 villette di Ca’ Roman a ridosso dell’oasi che gestiamo.

Sulla questione delle grandi navi, aggiungiamo che una decina di anni fa, l’allora soprintendente Rossini, conscio del problema, aveva già caldeggiato un decreto per sfrattare le grandi navi dalla laguna e da San Marco».

(s.b.)

 

CHIOGGIA «Qui il terminal crocieristico»

Dolfin alla carica dopo la polemica sulle “grandi navi” a Venezia

CHIOGGIA «Cosa aspettano l’amministrazione e le autorità portuali a pronunciarsi sulle sorti del porto di Chioggia, nella prospettiva dello sviluppo della crocieristica?».

Arriva proprio durante la manifestazione dedicata alla marineria, al mare e alla sua economia, “Ottobre Blu”, l’appello del consigliere del Carroccio Marco Dolfin, che sprona amministratori e imprenditori affinché si pronuncino sul futuro del porto. Secondo il consigliere è prioritario approfittare della polemica sulle cosiddette “grandi navi”, cioè le navi da crociera oltre le 40 mila tonnellate, attualissima a Venezia, proponendosi come realtà ospitante.

«Perché nessuno ha ancora proposto Chioggia come scalo passeggeri?», chiede Dolfin. «Sembra che a nessuno interessi questa possibilità, alla faccia dello sviluppo economico cittadino. E pensare che realtà ben più piccole come Cavallino, Marghera e Mira si sono proposte attivamente per collaborare con il porto di Venezia. Chioggia, invece, rimane in silenzio».

Per Dolfin la politica e l’imprenditoria sembrano sorde. «Abbiamo tutti i requisiti per proporci come alternativa a Venezia, a Chioggia il settore della crocieristica può espandersi. Il terminal passeggeri dei Saloni è abbandonato a sé stesso: è pronto ma di navi e aliscafi non si vede nemmeno l’ombra. La politica locale, in questi anni, ha dormito sonni tranquilli senza pensare a un vero piano di sviluppo urbanistico che darebbe nuova linfa all’imprenditoria locale».

Andrea Varagnolo

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