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Gazzettino – Venezia, turisti a numero chiuso.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

26

ott

2013

Numero chiuso per i turisti a Venezia. Dopo il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, anche l’assessore comunale alle Attività culturali e Sviluppo del Turismo, Angela Vettese, chiede che venga limitato il numero dei visitatori nel delicato centro storico lagunare, sempre più soffocato da un turismo “mordi e fuggi”.

Che Venezia non possa vivere solo di turismo, espropriata dal suo vivere quotidiano, l’aveva detto anche il patriarca Francesco Moraglia, ma l’idea del numero chiuso finora ha trovato forti resistenze nella Giunta comunale, soprattutto da parte del vicesindaco Sandro Simionato. Ora, con una proposta che rischia di creare polemica in Giunta, è proprio l’assessore responsabile dello sviluppo del turismo a proporre una limitazione degli ingressi dei visitatori, annunciandolo ieri a Venezia all’assemblea generale annuale dell’associazione dei Comitati privati internazionali per la Salvaguardia di Venezia, a Palazzo Zorzi.

«Venezia è schiava di un ‘700 decadente – spiega Vettese – di una immagine di cartolina, fuori dal tempo. È schiava di un turismo soffocante, che aumenterà sempre più. Dobbiamo attrezzarci perché si disperda per tutta la città e non vada solo nell’asse Rialto – Accademia – San Marco. Il turismo va diminuito, è qualcosa di sgradevole da dire, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà e limitarlo. Per questo la digitalizzazione è la strada giusta, bisogna darsi da fare per farla crescere».

L’assessore Vettese è stanca di sentire ripetere che Venezia sta morendo. «Venezia è viva – afferma l’assessore – la sua bellezza è il risultato di numerose stratificazioni, delle testimonianze del tempo, dalla sua nascita ai giorni d’oggi. L’idea che muoia è falsa, è più vitale di 20 anni fa: si è enormemente espansa la città artistica, ha studenti, studiosi, e grazie ai privati ha avuto un’esplosione di buona volontà, in risposta alla carenza di buona volontà dello Stato, che ha consentito grandi restauri. Il turismo è l’unica vera industria che la città ha saputo mantenere, Venezia è la città più desiderata del mondo e per questo dobbiamo chiedere all’Unione Europea una maggiore considerazione perché ci aiuti dove lo Stato italiano non può aiutare perché economicamente debole».

Anche l’Associazione dei comitati privati è fortemente preoccupata per la salvaguardia di Venezia. Dal 1968 ad oggi sono stati effettuati 727 restauri; quest’anno ne sono partiti 25, di cui la metà in collaborazione con l’Unesco. La lista delle richieste è nutrita, dai quadri dell’Accademia, alla cappella del cimitero, ai simboli degli evangelisti del Tiepolo nella chiesa dei Gesuati, a molti altri. I comitati privati sono però penalizzati anche essi da una carenza di fondi, a seguito della crisi economica mondiale, e temono che, a causa della fine della fiscalità di vantaggio e degli incentivi si possa interrompere il virtuoso lavoro della cittadinanza nel restauro e nella conservazione del patrimonio artistico e storico, che finora aveva accompagnato il loro lavoro di recupero.

«Raccomandiamo al Governo italiano – afferma il presidente Umberto Marcello del Majno – di considerare che il lavoro necessario per i restauri non finisce mai, che la velocità di degrado delle strutture in Venezia è particolarmente veloce e che i costi di restauro sono alti. Di conseguenza è necessario prevedere meccanismi altrettanto efficaci, atti ad incentivare i privato a restaurare. Se così non fosse vedremo presto tanti altri veneziani costretti a lasciare la città e i loro palazzi trasformati in alberghi».

Daniela Ghio

 

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