Gazzettino – Scarcerato l’ad della Fip
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nov
2013
VENEZIA – Non ci sono prove di legami con la mafia.
MAFIA E APPALTI Il Tribunale del riesame di Catania ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare
Non ci sono prove, Scaramuzza scarcerato.
È tornato in libertà Mauro Scaramuzza, 55 anni, di Mestre, l’amministratore delegato della Fip di Selvazzano, in provincia di Padova, finito in carcere in Sicilia all’inizio di ottobre con l’accusa di aver agevolato ditte appartenenti alla mafia.
Lo ha stabilito il Tribunale del riesame di Catania, accogliendo il ricorso presentato dal suo legale, l’avvocato Alessandro Rampinelli. Le motivazioni del provvedimento non sono state ancora depositate, ma è dato per scontato che i giudici abbiano rilevato la mancanza di gravi indizi nei confronti del manager, così come evidenziato dalla difesa che, fin dall’inizio, aveva liquidato le contestazioni definendole «ipotesi da fantascienza».
«Si tratta di un provvedimento che restituisce dignità e onorabilità all’ingegner Scaramuzza – ha dichiarato ieri mattina l’avvocato Rampinelli – e che riabilita il buon nome e l’immagine commerciale della Sit industriale, impresa che ha sempre agito in modo lecito e trasparente».
La società, che fa capo al gruppo padovano Chiarotto, lo stesso che controlla la Mantovani spa (finita sotto accusa a Venezia per false fatture milionarie) è rimasta coinvolta in un’inchiesta che riguarda gli appalti per un’importante opera viaria, la cosiddetta “Variante di Caltagirone”. Secondo la Procura di Catania, la locale “famiglia” mafiosa dei La Rocca, legata a Cosa Nostra, avrebbe agito affinché i lavori venissero dati in subappalto a ditte direttamente controllate dal clan e ciò sarebbe stato reso possibile grazie a contratti artificiosamente frazionati in modo da eludere la normativa antimafia.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Scaramuzza aveva negato qualsiasi tipo di contatto con la “famiglia” mafiosa di Caltagirone, rivendicando la totale correttezza dell’attività svolta, nel rispetto di tutte le procedure antimafia. E il Riesame ieri ha rilevato l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, disponendo l’immediata scarcerazione dell’ingegnere che, in serata, ha fatto rientro a casa.
Gianluca Amadori