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LAGUNA E SALVAGUARDIA

GRANDI NAVI – In mattinata a palazzo Chigi il vertice con il Governo

GLI INDUSTRIALI  «Inaccettabile penalizzare il porto commerciale»

Orsoni e Zaia: «Basta elemosine dalla capitale con i soldi nostri»

Ieri le audizioni in prefettura della Commissione ambiente del Senato

Marghera o Marittima oggi il giorno della verità «Serve subito una scelta»

Oggi a Roma si parlerà di grandi navi. L’incontro promesso dal premier Enrico Letta per il primo ottobre, poi rinviato per la crisi di governo è finalmente stato convocato, complice anche l’azione del sindaco Giorgio Orsoni che per lo stesso giorno – non avendo più sentito notizie da Roma – aveva deciso nei giorni scorsi di forzare un po’ la mano convocando a Ca’ Farsetti le principali istituzioni coinvolte nella questione. Così oggi sarà a palazzo Chigi con i rappresentanti di Regione, Autorità portuale e Magistrato alle Acque per chiedere a gran voce una decisione e una data.

«Mi aspetto – ha detto il sindaco – che si parli di prospettive di lungo periodo da concordare, ma nel frattempo dovrà essere individuata una scelta immediata. Esistono interessi apparentemente contrapposti che dovranno conciliarsi in qualche modo per non lasciare problemi irrisolti. È evidente – ha aggiunto – che non ci dovrà essere più un pericolo per la città e la laguna salvaguardando le attività economiche».

Per Orsoni, che sostanzialmente boccia l’ipotesi di un terminal nelle bocche di porto, la laguna deve essere manomessa il meno possibile.
«Se si devono scavare altri canali – ha concluso – lo diranno gli esperti».

«Mi auguro che ci sia una proposta – gli ha fatto eco il governatore Luca Zaia – magari non esecutiva, ma che tracci la strada per uscire da questa impasse. Per me, comunque, il punto d’arrivo finale deve essere la Marittima con la navigazione attraverso il canale Contorta».

Le audizioni sono poi continuate con le associazioni Ambiente Venezia, No Mose e No grandi navi che hanno evidenziato i motivi secondo cui le grandi navi dovrebbero essere estromesse tout court dalla laguna.

Poi sono intervenuti Consorzio Venezia Nuova, le università, la Camera di commercio e la Biennale. I capigruppo di Udc e Psi (Simone Venturini e Gigi Giordani) in Consiglio comunale hanno scritto una lettera a Letta e ai ministri Lupi e Orlando in cui sostanzialmente prendono le distanze da un eventuale trasferimento delle navi a Marghera: «Il Consiglio non ha mai abbracciato un’ipotesi specifica e chi parla di stop definitivo alle navi in laguna o auspica l’abbandono della Marittima lo fa a titolo personale».

Neanche il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas, è entusiasta della soluzione prospettata dal sindaco Giorgio Orsoni di un trasferimento delle grandi navi sulle banchine di Porto Marghera.
«Non possiamo accettare – ha detto all’uscita dall’audizione – non può accettare il rischio di pregiudicare la vocazione logistica, portuale e industriale di Porto Marghera. Se all’interno di questo quadro generale, a Marghera si vuole ipotizzare anche uno sviluppo del traffico crocieristico, crediamo che questa opzione possa essere valutata solo nel lungo periodo, dopo aver individuato e verificato un percorso che non pregiudichi sia le attività già esistenti nell’area».

 

Competenze territoriali e fondi certi per mantenere la città e la laguna

I soldi per finanziare la nuova Legge speciale per Venezia vanno presi direttamente sul territorio e non chiesti “con il cappello in mano” a Roma. Fatto che, ricorda il presidente della Regione Luca Zaia, è insopportabile soprattutto alla luce dei 21 miliardi che il Veneto paga in tasse a Roma e che poi rimangono lì o prendono altre vie.

È cominciata con la visita al porto e all’Arsenale la trasferta di due giorni della Commissione Ambiente del Senato, che sta esaminando il disegno di riforma della Legge speciale unificato con primo firmatario Felice Casson. I lavori sono poi proseguiti in Prefettura con le audizioni delle istituzioni, delle associazioni e delle parti sociali per riprendere il lavoro già cominciato nella passata legislatura.

Sul federalismo delle risorse le posizioni sembrano concordanti con quanto è previsto nello stesso ddl.
«Servono risorse certe e continuative per mantenere questa città – dice il sindaco Giorgio Orsoni- e non si può costringere un sindaco ad andare a Roma ogni volta con il cappello in mano ad invocare pietà. La soluzione più semplice è l’attribuzione in automatico a Venezia di una parte delle tasse e imposte del territorio».

Quanto alle competenze sul territorio e in laguna, il sindaco ha insistito sulla necessità di unificarle. «Chiedo una legge innovativa – aggiunge – che metta mano alle competenze e senza istituire commissari, perché significa riconoscere che l’amministrazione ordinaria non funziona».

Se il sindaco chiede competenze unificate in capo al Comune, Zaia le invoca per la Regione: «Vedo un’azione programmatoria autentica ed esclusiva della Regione e poi a cascata sugli altri enti. Comunque, sulle risorse ho chiesto un’interpretazione federalista, che metta da parte i “romani”. I soldi sono nostri e chiediamo di utilizzarli per la città più bella del mondo uscendo dalla mentalità del mendicante. Vedo anche una Legge speciale che guarda al futuro e mi preoccupo un po’ quando vedo che questa prescrive che non si può fare nulla sott’acqua. E se in un prossimo futuro ci fosse una tecnologia ad impatto zero per il trasporto delle persone, dobbiamo escluderla a priori?».

Il presidente di Confindustria, Matteo Zoppas chiede per le imprese una semplificazione dei livelli decisionali .
«Serve una nuova attenzione – ha detto – sullo sblocco delle bonifiche a Marghera, che rende disincentivante investire su quelle aree. Per noi – ha concluso – la nuova Legge speciale va considerata all’interno dei meccanismi della nuova città metropolitana».

M.F.

 

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