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IL CASO – I ministeri Ambiente e delle Infrastrutture non parlano nè di progettazione nè di scavo

GRANDI NAVI – Il Contorta non è nella Legge obiettivo 2014

SALVAGUARDIA – Il discusso progetto dello scavo non è inserito nelle priorità del Governo

Contorta, manca la legge obiettivo

AmbienteVenezia: «Ogni piano va contro le opere di mitigazione lagunare»

Il canale Contorta non è inserito nella Legge obiettivo del Governo per il 2014. Nel comunicato congiunto emesso dai due ministeri, Ambiente e Trasporti a seguito della riunione a palazzo Chigi non c’è alcun riferimento alla decisione di introdurre la progettazione e lo scavo del nuovo canale per le grandi navi all’interno del documento di programmazione economico-strategica del governo.

La legge obiettivo è ancora in fieri, quindi il canale potrebbe ancora fare in tempo ad entrare nell’elenco delle opere giudicate prioritarie per il Governo, ma per il momento la querelle è ancora aperta.

Da un lato il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha già annunciato la volontà di proseguire per questa strada, con il favore delle compagnie di crociera, dei sindacati e della Regione. Una strada che velocizzerebbe l’iter dell’alternativa caldeggiata in primis da autorità portuale, che verrebbe sì confrontata con le altre, ma se inserita nella Legge obiettivo otterrebbe una strada privilegiata.

Dall’altro la perplessità del ministero dell’Ambiente, che in una prima “scrematura” dal punto di vista dell’impatto ambientale tra le diverse ipotesi presentate, preferirebbe soluzioni meno impattanti sull’assetto idrodinamico della laguna, come ad esempio l’ipotesi “esterna” De Piccoli.

Il punto cruciale della vicenda è che se il canale Contorta fosse inserito nella legge obiettivo non seguirebbe il normale iter procedurale in laguna, che prevede il rispetto del Palav e il passaggio vincolante della Commissione di Salvaguardia.

Tenendo conto che in questo momento è all’attenzione della Salvaguardia proprio il “pezzettino” precedente del Canale Contorta, cioè il tratto di Canale dei Petroli da Porto San Leonardo alla diramazione con il Contorta e che approderà al voto entro fine mese. Un progetto presentato da Autorità portuale e Magistrato alle Acque, commissionato al Consorzio Venezia Nuova da Rinaldo srl Hydrostudio, che prevede la realizzazione di una scogliera che andrebbe a separare la laguna di Mira da quella di Venezia con pietre grandi fino a tre tonnellate. Da rilevare che le indicazioni della Commissione di Salvaguardia – rileva anche Ambiente Venezia in un recente dossier – vanno in senso diametralmente opposto, perchè l’obiettivo dichiarato di tutte le leggi speciali è quello di mitigare gli effetti del Canale dei Petroli, non di aggiungerne altri per non trasformare la laguna “in una immensa discarica diffusa”.

 

L’ASSOCIAZIONE AMICO ALBERO

«Contrari a un’opera completamente illegittima»

(C.G.) «Ci opponiamo ad un’opera completamente illegittima, che oltre ad andare contro la legge vigente va contro anche a qualunque regola ambientale e di buon senso. Bisogna intervenire, prima che sia troppo tardi».

A lanciare un grido dall’allarme è il portavoce dell’associazione Amico Albero, Michele Boato.

L’oggetto della contestazione è un progetto di «Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco-Marghera» richiesto dall’Autorità Portuale di Venezia e del Magistrato alle Acque. Ora al vaglio della commissione di Salvaguardia, che andrà al voto il 28 novembre prossimo, il progetto «Canale dei Petroli», prevede una serie di modifiche che, secondo Boato, «cambieranno inesorabilmente gli equilibri lagunari. È prevista la costruzione di due scogliere di 7,5 km, da Porto San Leonardo a Fusina; due casse di colmata da quasi un milione di metri cubi, per fanghi inquinanti, con sponde alte 1,50m sul medio mare. Dulcis in fundo verranno create tre «barene traslate» da 4,6 milioni di metri cubi per i fanghi dello scavo di un nuovo canale (Contorta-Sant’Angelo) per far arrivare, ancora una volta, le Grandi Navi in Marittima».

«Uno scempio – commenta Carlo Giacomini dell’ecoistituto del Veneto «Alex Langer» – perché tutto verrebbe costruito in modo incongruo e incompatibile con le regole lagunari».

E il 30 novembre ci sarà una nuova occasione di protesta durante la manifestazione veneziana del «No alle grandi opere».

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