Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

VENEZIA – Vanno a giudizio i vari tasselli della maxi-inchiesta per frode fiscale – per un giro di false fatturazioni – che in primavera aveva fatto scattare le manette, tra gli alti, ai polsi dell’ex potente presidente della Mantovani Piergiorgio Baita, ora in libertà.

Nei giorni scorsi, Mantovani e Adria Infrastrutture hanno saldato tutti i loro debiti fiscali con l’Agenzia delle entrate – tasse sul “tesoretto nero” costruito da Baita, grazie a un giro di false fatture intestate a Mantovani emesse da imprese compiacenti e complici come la stessa Adria – versando circa 6 milioni di euro nelle casse dell’Erario, comprese sanzioni e interessi, come conferma l’avvocato Alessandro Rampinelli.

A questo punto non ci dovrebbero più essere ostacoli al patteggiamento della pena concordato tra accusa e difese: un anno e dieci mesi per Baita, un anno e quattro mesi per Claudia Minutillo (ex segretaria del governatore Galan poi alla testa di Adria Investimenti), un anno e due mesi ciascuno per Nicolò Buson (direttore amministrativo Mantovani) e William Colombelli (Bmc Brooker, cartiera fabbrica-fatture con sede a San Marino). Udienza il 5 dicembre: ultima parola al giudice Vicinanza.

Nei giorni scorsi, intanto, i pubblici ministeri Stefano Ancillotto e Stefano Buccini hanno chiesto il processo con rito immediato – senza udienza preliminare – per l’ex vice questore bolognese Giovanni Preziosa e l’imprenditore della sicurezza Manuele Marazzi, accusati a vario titolo di essere a libro paga di Baita per effettuare su richiesta controlli non autorizzati sulla banca dati delle forze dell’ordine su persone in affari con la “cricca” e pressing sul presidente della commissione di Valutazione ambientale regionale Silvano Vernizzi, per dare il via libera a un progetto Mantovani. I pm sono convinti di avere tutte le prove in mano per saltare l’udienza preliminare e il gup Alberto Scaramuzza ha autorizzato il processo immediato, fissandolo per il 13 gennaio davanti alla seconda sezione del Tribunale della difesa. Ora gli avvocati della difesa – Alessandro Pellegrini e Renato Alberini per Preziosa (tuttora detenuto a Verona) e Caterina Caterino per Marrazzi – hanno 15 giorni di tempo per chiedere eventualmente il rito abbreviato o accettare il processo immediato.

Roberta De Rossi

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui