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Nuova Venezia – Lavoro nero, laboratori cinesi nei guai

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

22

nov

2013

 

Due chiusi, cinque sgomberati. Dipendenti controllati da telecamere e costretti in condizioni malsane

STRA. Nuovi controlli contro il lavoro nero e le condizioni di lavoro in laboratori calzaturieri nell’area del distretto della Riviera del Brenta.

Sono state chiuse due attività per violazioni delle normative sul lavoro, mentre per altre cinque è scattato lo sgombero immediato (chiusura definitiva) a causa di gravi carenze urbanistiche e in materia di sicurezza sul lavoro. I lavoratori cinesi erano controllati da telecamere di sorveglianza. Le indagini sono state fatte da Guardia di Finanza, Inps e Spsal e mettono in evidenza una vera e propria piaga da debellare. Emerge cioè come molti imprenditori nostrani legati anche a grandi marchi della calzatura, utilizzino aziende a condizione e manodopera cinese a basso costo (commissionando loro forti ordinativi), sfruttata e costretta a lavorare a inaccettabili condizioni di sicurezza e igiene, per reggere le sfide del mercato e fare guadagni.

Condizioni che sono state documentate dagli stessi finanzieri e ispettori Spisal in un video pubblicato anche sul nostro sito. I controlli sono stati fatti a Fossò, Vigonovo, Camponogara, Fiesso d’Artico, Campagna Lupia, Chioggia e Cavarzere e hanno preso le mosse dalla scoperta di un modus operandi illecito ormai consolidato e messo a punto da spregiudicati “imprenditori”, in gran parte di etnia cinese, che sfruttano i propri connazionali più “deboli” o in stato di bisogno per costringerli a lavorare.

Dai controlli fatti dalla Guardia di Finanza si è visto come in alcuni casi i lavoratori fossero sorvegliati da telecamere e fossero costretti a restare per ore e ore in luoghi malsani e pericolosi. In tanti casi agli stessi dipendenti, i veri proprietari cinesi, hanno intestato l’azienda a prestanome. I controlli fatti sia di giorno che di notte in oltre 20 laboratori hanno portato nelle ultime due settimane, con la collaborazione dello Spisal all’immediato sgombero di cinque laboratori, «a causa di gravissimi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori». Lo sgombero di fatto comporta la definitiva chiusura degli opifici. In altri due casi, invece, i finanzieri hanno riscontrato una presenza di lavoratori in nero superiore al 30% del totale, procedendo di conseguenza alla chiusura dei laboratori da parte della Direzione provinciale del lavoro, fino a regolarizzazione delle posizioni contributive e fiscali (cioè il pagamento della multa). Sulla questione arriva anche il commento del presidente regionale Luca Zaia . «In un momento di crisi come quello che sta attraversando il nostro sistema produttivo» sottolinea «è necessario non abbassare la guardia e punire chi lavora in maniera disonesta, falsando le regole della concorrenza e mettendo in difficoltà le aziende oneste».

(a.ab.)

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