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Gazzettino – Il Piano casa spacca la Lega

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

30

nov

2013

DISSENSO – L’emendamento Pd per ridare poteri ai sindaci votato anche da 4 del Carroccio tra cui l’assessore Conte

REGIONE – Il Consiglio veneto ha approvato nella notte le norme per gli ampliamenti abitativi e commerciali

Toscani spiega il suo no: «Comuni ignorati, questo è centralismo veneziano»

Il Piano Casa Ter della Regione Veneto, quello che per altri tre anni e mezzo consentirà ai cittadini di ampliarsi l’abitazione e – novità – anche la seconda casa senza dover più chiedere permesso al proprio Comune, viene approvato nella notte e la maggioranza leghista ne esce a pezzi. Evidentemente senza una guida, confusa e divisa tra il dovere di rispondere alternativamente alla propria base o ai propri referenti istituzionali, la Lega veneta riesce solo a spaccarsi. C’è chi vota sì. C’è chi vota no a qualcosa e poi al momento finale neanche si fa vedere. C’è chi è presente in aula ma si guarda bene dal toccare il bottone. E chi vota no e lo spiega al mondo.

I punti centrali della nuova normativa sono che il Piano Casa terza edizione (il primo era del 2009, il secondo del 2011 scade proprio oggi) avrà validità fino a maggio 2017. Rispetto alle precedenti norme, ora per l’ampliamento delle seconde case e anche dei capannoni non ci saranno più gli eventuali paletti che i sindaci potevano finora mettere. E su questo la Lega aveva già dato segnali di malessere con una lettera di alcuni sindaci diffusa sotto forma di comunicato stampa dalla segreteria nazionale (cioè veneta) del partito. Dunque la linea del segretario Flavio Tosi era di cambiare il Piano? E com’è che il presidente della seconda commissione consiliare, il leghista e fortemente tosiano Andrea Bassi, difendeva quel Piano Casa? Il banco di prova è stato l’emendamento del Partito democratico che chiedeva di ridare i poteri ai sindaci: qui l’assessore Maurizio Conte, leghista e tosiano, al microfono ha annunciato: «Voterò come da indicazione del partito». Giovanni Furlanetto, altro leghista, ma non tosiano, era stato più esplicito: «Mi tocca votare come i comunisti». Così l’emendamento Pd ha avuto i voti del Pd stesso, dell’Idv e della Sinistra, ma anche di quattro consiglieri del Carroccio: Conte, Corazzari, Furlanetto Toscani. Gli altri (Bassi, Caner, Cappon, Cenci, Ciambetti, Possamai, Stival) hanno votato contro l’emendamento. In aula c’erano anche il vicecapogruppo Tosato e la consigliera Lazzarini, ma non hanno premuto il bottone, né per un sì, né per un no. Risultato: i sindaci non hanno riavuto il potere di veto, ma sarebbe bastato davvero poco per far passare la modifica visto che il margine è stato risicato, 24 a 20, e che tra le file dell’opposizione alcuni (Bottacin, Peraro, Foggiato) hanno votato come il centrodestra, mentre Bortolussi e Franchetto si sono astenuti.

Il voto finale, alle 2.07 di ieri notte, ha sancito la spaccatura: Matteo Toscani, vicepresidente del consiglio regionale, leghista, bellunese, è stato l’unico della maggioranza a votare contro il Piano Casa Ter, passato con 28 sì e 17 no. Ma va anche rilevato che tra gli assenti figuravano sei leghisti, tre Pdl-Ncd, un forzista. Toscani ieri mattina ha scritto una lettera aperta spiegando le ragioni del suo no:

«Il Piano Casa Ter viene imposto dalla Regione ai 581 Comuni veneti d’imperio, senza alcuna possibilità di aggiustamenti a livello locale. A Cortina d’Ampezzo varranno le stesse regole urbanistiche della più degradata delle periferie di una qualsiasi altra località veneta. Gli strumenti urbanistici comunali saranno, di fatto, superati e calpestati. In questo caso il centralismo veneziano si è aggiunto a quello romano».

Quasi gli stessi toni di Andrea Gios, il sindaco di Asiago, politicamente a centrodestra, che giovedì aveva mandato una lettera ai consiglieri regionali spiegando che con 20mila seconde case potenzialmente trasformabili in piccoli condomini, il Comune dell’Altopiano rischia di essere stravolto e quindi «chiedendo con forza» di reintrodurre la possibilità di intervento per i consigli comunali. Nessuno della maggioranza – tolto appunto Toscani – gli ha dato retta. Anzi. Bassi (Lega): «Abbiamo approvato una legge a vantaggio dei cittadini e che rispetta l’ambiente». Bond/Cortelazzo/Tesserin (Pdl-Ncd): «Uno strumento a favore delle famiglie e degli operatori, entrambi nella morsa della crisi». Critiche dall’opposizione. Tiozzo e Pigozzo (Pd): «Strappo molto grave tra la Regione e i Comuni, ignorati nelle loro richieste e scippati di ogni funzione di controllo».

 

IL CONVEGNO – La delusione di Cortina, le paure degli ambientalisti e il plauso dell’Ance

CONFCOMMERCIO «Adesso basta cementificazione»

Il nuovo regolamento divide le categorie

Correggere gli errori del passato puntando ad una riqualificazione che badi alla qualità e con un occhio attento anche al paesaggio oltre che alla vitalità dei centri storici ma basta con nuovi centri commerciali. Continua la campagna di Confcommercio Veneto contro la cementificazione. Il consumo di suolo è stato al centro di un convegno a Mestre. Ad aprire i lavori è stato il vicepresidente della Regione Veneto Marino Zorzato.

«Il Veneto è una delle regioni più belle d’Italia e tra le più cementificate – ha sostenuto il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – Non basta lanciare l’allarme, ma occorre continuare sulla strada dell’informazione per alimentare un cambiamento culturale capace di contrastare il fenomeno e puntare la prua verso la bellezza, che è alla base di un’economia futura sostenibile».

Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato condivide i principi del Piano casa ma puntualizza. «Sì al recupero dei capannoni industriali ma chi paga? La riqualificazione prima deve passare per la rivitalizzazione dei centri storici».

Per Paolo Pileri, docente di pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano. «È singolare e preoccupante come solo in presenza di calamità naturali riaffiori il tema dell’uso sconsiderato del suolo. Molti Paesi si sono dati regole per fronteggiare ciò; noi al momento abbiamo solo una buona proposta di legge che, se non verrà approvata, ci rigetterà indietro di 20 anni».

Pungente, infine, Amerigo Restucci, rettore dell’Università Iuav di Venezia. «Il territorio, se lo si vuole salvaguardare, va governato».

Timori arrivano invece da Cortina. Il vicesindaco Enrico Pompanin sostiene di “tenere molto per il territorio”.

Per l’eurodeputato Andrea Zanoni il Piano casa “dà un colpo di grazia all’ambiente”.

É dall’Ance che arriva invece un plauso: “è il primo passo verso un nuovo indirizzo urbanistico regionale”.

 

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