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Gazzettino – Ferrovie. La rivolta dei pendolari

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

4

dic

2013

LA RIVOLTA DEI PENDOLARI

CORTEO A VENEZIA – Annunciate alcune modifiche degli orari. «Però non voglio strumentalizzazioni»

Treni, proteste e prime risposte

L’assessore Chisso riceve una delegazione di sindaci e pendolari, aperture ma anche momenti di tensione

IN CORTEO – Sindaci con fascia tricolore ma soprattutto pendolari, armati di striscioni e cartelli per protestare contro i nuovi orari cadenzati. Così ieri pomeriggio si è svolta la protesta dei cittadini che, arrivati in treno alla stazione di Venezia, sono andati in corteo a Palazzo Balbi per contestare le scelte di Trenitalia e dell’assessore Renato Chisso.

LE APERTURE – Il confronto fra una delegazione di cittadini guidata dai sindaci e l’assessore è stato piuttosto acceso. Chisso, dopo avere denunciato «strumentalizzazioni», ha però illustrato alcuni correttivi, come il ripristino di alcune corse mattutine per Venezia. Altre modifiche sono in corso di verifica con Trenitalia. L’assessore ha invitato i cittadini a segnalare i problemi per cercare uan soluzione.

LE VOCI  «Noi vogliamo continuare a poter andare al lavoro in treno»

Un sindaco: «No ad una guerra tra poveri»

LE PRIME MODIFICHE – Ripristinate le corse delle 4.38 da Portogruaro e delle 5.18 da Mogliano, resta il buco 11-13

Negli striscioni del corteo tutta la rabbia di chi viaggia «Basta prenderci in giro»

«Chisso vai a casa, hai finito di prendere in giro i pendolari. Vogliamo andare al lavoro con il treno e stare tranquilli». «L’orario cadenzato andava concordato coi lavoratori veneti». «Vogliamo le corse come prima». Slogan e striscioni non lasciano alcun dubbio: sono arrabbiati i pendolari che ieri hanno manifestato per chiedere il mantenimento dell’attuale orario estivo dei treni. Qualcuno ha appeso al collo una bara con il numero del treno soppresso, altri hanno foto o cartelli che illustrano la situazione. Mario Fuga, rappresentante dei pendolari della tratta Treviso-Venezia, ha in mano una copia della petizione di 200 firme che ha già consegnato all’assessore Chisso.

«Vogliamo ribadire – spiega – la necessità che il treno che collega Sacile con Venezia delle 4.19 venga mantenuto. È indispensabile per i lavoratori turnisti che entrano in servizio alle 6 del mattino. L’assessore deve intervenire presso la direzione compartimentale di Trenitalia, intercedendo per i pendolari».

«L’assessore aveva promesso di intervenire – afferma Elena Guida, rappresentante dei viaggiatori della tratta Bassano-Venezia – invece i treni sono stati tagliati. Per non parlare della domenica, quando i collegamenti sono ogni tre ore».

«Sono 25 anni che aspettiamo il sistema ferroviario metropolitano – afferma il segretario Filt Cgil Veneto – ed invece il 15 dicembre parte un orario più cadenzato che mette in difficoltà i lavoratori».

«Se la Regione non interviene – concorda Margherita Grigolato, segretaria regionale Filcam Cgil – i lavoratori rischiano l’impiego perché sopprimendo i treni del mattino arriveranno tutti con notevoli ritardi al lavoro».

Roberta Brunetti

(D.G.)

 

Treni, tra Chisso e sindaci confronto ad alta tensione

L’assessore regionale ha ricevuto una delegazione di amministratori e viaggiatori

Alcune aperture significative: «Stiamo già correggendo alcuni errori di Trenitalia»

L’assessore Renato Chisso, da una parte, ammette che nel nuovo orario cadenzato ci sono «errori» da correggere, che altri «problemi dovranno essere risolti», ma minimizza la questione e se la prende con quegli «sciacalli che hanno messo in giro voci sbagliate, solo per creare panico».

I sindaci, dall’altra parte, non mollano: chiedono garanzie per i loro cittadini che patiranno i disagi di questa riorganizzazione e ottengono un nuovo appuntamento con l’assessore, subito dopo Natale, per verificare le novità e studiare correttivi.

Confronto teso, ieri, a Palazzo Balbi sul nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore il 15 dicembre. Non poteva andare diversamente, d’altra parte, vista la rabbia montata in questi giorni tra il popolo dei pendolari. Ieri erano in un centinaio davanti alla stazione di Santa Lucia, con nove tra sindaci, vice, assessori alla mobilità e consiglieri comunali in rappresentanza di otto Comuni. Forse meno delle attese, di certo tutti molto arrabbiati. Ad attenderli i consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Lucio Tiozzo, che hanno concordato l’incontro con Chisso. Il corteo è così sfilato, con le fasce tricolore in testa, tra slogan e trombette, fino alla sede della Giunta regionale.

Chisso non ha nascosto la sua irritazione per una protesta che giudica esagerata, strumentalizzata a fini politici. Ha accolto solo una delegazione dei manifestanti nel suo piccolo studio, i nuovi orari alla mano. E non sono mancati i battibecchi. Ad esempio, quando amministratori e pendolari gli hanno chiesto di aumentare le corse di primo mattino da Salzano e Spinea verso Venezia, l’assessore ha ribattuto: «Anche a costo di toglierle a Maerne». A quel punto è intervenuto il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte: «Non può scatenare una guerra tra poveri». «Questo è politichese – ha reagito Chisso – Vergognatevi a fare politica su queste questioni. Io sono qui per parlare di orari…».

Tensione a parte, qualche apertura è comunque arrivata. Chisso ha premesso che l’orario sarà definito entro il 9 dicembre. «Alcuni errori di Trenitalia li abbiamo già corretti». Ad esempio, è stato ripristinato il treno delle 5.18 da Mogliano o quello delle 4.38 da Portogruaro. «Su altre cose stiamo lavorando – ha continuato – Un po’ le sistemeremo prima del 9, un po’ dopo. I cittadini ci inviino le loro segnalazioni». Chisso ha citato il caso dei sabato e delle domeniche, quando le corse vengono ridotte, ma tanta gente lavora comunque: «Questione aperta. Faremo una verifica dell’affollamento. I pendolari hanno ragione anche sull’ultimo treno per Portogruaro, anticipato dalle 23.12 alle 22.41, anche su quello stiamo lavorando».

Poche speranze, invece, sui cambi a Mestre che allungheranno i tempi di spostamento. «Si tratta di cinque minuti, poco più. In questa logica bisogna entrare».

Zero aperture anche sul buco che si è allungato tra le 11 e le 13. «É una richiesta legata alla manutenzione delle linee, andate a protestare con Rfi» ha ripetuto, piccato, a chi lo accusava di fare lo «scaricabarile». Un confronto-scontro destinato a continuare.

 

LE RIVENDICAZIONI DEI PRIMI CITTADINI

La protesta delle fasce tricolori

«Orari senza criterio, troppi buchi»

Le istanze dei nove rappresentanti dei Comuni presenti al corteo

In fascia tricolore a raccontare la rabbia dei pendolari. Ma anche la propria frustrazione di amministratori che non sono stati ascoltati. Sono calati in nove, ieri, a Venezia: sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri comunali.

«Contestiamo il metodo e il merito – ha accusato il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte – Non c’è stata condivisione. E il risultato è un orario che scontenta gli utenti. Ci saranno anche più corse, ma vengono scoperti degli orari cruciali per l’utenza, diradando corse e creando buchi nel servizio. In questo modo, invece di conquistare nuovi passeggeri, la ferrovia rischia di perderne».

«É da quindici anni che ci parlano di metropolitana di superficie, ma sono sempre solo parole – ha sottolineato il sindaco di Salzano, Alessandro Quaresimin – Noi non abbiamo alternative di trasporto pubblico. Questi tagli penalizzano proprio gli studenti e i lavoratori che vanno a Venezia e Castelfranco».

«Per noi il problema sono soprattutto le corse di mattina presto, tra le 7 e le 8, per Venezia: passate da 4 a 3, di cui 2 con il cambio a Mestre – ha spiegato il sindaco di Spinea, Silvano Checchin, che condivide con il collega la stessa tratta -. Si tratta di circa 300 persone che dovranno dividersi in tre corse, già oggi stracolme. Gli studenti, in particolare, non hanno più un treno che li fa arrivare a scuola in orario».

Ma c’è anche chi rischia di non arrivare a lavoro. «Marcon è molto penalizzato da questa nuova organizzazione – ha raccontato l’assessore ai trasporti, Enrico De Marco – Per chi ha il classico turno dalle 6 alle 2, o chi lavora la notte, non ci sono soluzioni. É un’indecenza. Noi avevamo avanzato delle proposte fattibili che non sono state accolte».

Tanta rabbia anche sulla tratta del Veneto orientale. «L’idea era giusta, ma è stata realizzata senza sentirci e il risultato è pessimo» ha sintetizzato l’assessore alla mobilità di Portogruaro, Ivo Simonella. «Il mondo del lavoro è molto cambiato negli ultimi anni. Non ci sono più i turni fissi delle fabbriche, tutto è spalmato – ha osservato il vicesindaco di San Stino di Livenza, Mauro Marchiori – E questo orario creerà problemi a chi va a lavorare nel pomeriggio o rientra dopo le dieci di sera».

«Ma come si fa a creare problemi proprio ai lavoratori, in un momento di crisi come questo» è sbottata Silvia Lasfanti, consigliera comunale e pendolare di San Donà di Piave, arrivata a Venezia con un’altra consigliera, Cinzia Fedrigo.

In corteo anche il vicesindaco di Mirano, Annamaria Tomaello: «Sono qui per sostenere gli altri Comune. Noi non abbiamo grandi tagli, ma i problemi del trasporto ferroviario interessano anche noi. Al mattino i nostri pendolari viaggiano schiacciati come sardine. E ora temiamo, che per agevolare Veneto city, taglino la stazione di Ballò, che serve tanti studenti e lavoratori».

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