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Lettera di 22 senatori Pd. Casson: «È pericoloso». Interpellanza di Endrizzi (M5S)

Un appello al Presidente del Consiglio Enrico Letta perché fermi lo scavo del nuovo canale in laguna. È firmata da ventidue senatori del Pd la lettera inviata ieri al Capo del Governo sulla questione della portualità.

«Il progetto del canale Contorta», scrive il primo firmatario del documento, il senatore veneziano Felice Casson, vicepresidente della commissione Giustizia di palazzo Madama, «è pericoloso per l’ambiente e rischia di compromettere definitivamente l’equilibrio della laguna di Venezia. Il presidente Letta intervenga per dire esplicitamente che non può essere inserito all’interno della corsia preferenziale della Legge Obiettivo».

Una lettera in cui si invita il governo a «garantire il confronto tra ipotesi progettuali diverse, senza ricorrere a scorciatoie per portare avanti un solo progetto aggirando le procedure ordinarie, come scritto dal ministro Lupi in contrasto con il ministro dell’Ambiente».

Casson chiede anche che nella vicenda «sia coinvolto il ministro della Giustizia per verificare la gravità dei fatti criminali che hanno già ampiamente toccato le vicende relative ai lavori svolti per la salvaguardia di Venezia».

Lo scavo del nuovo canale doveva andare di pari passo con l’arginatura del canale dei Petroli. Sette chilometri e mezzo si scogliere e milioni di metri cubi di fanghi – tra cui quelli scavati proprio per il Contorta – progetto ritirato dal Magistrato alle Acque dopo la protesta dei comitati e del ministero per l’Ambiente. Un attacco anche ai proponenti.

«Tutta questa fretta», conclude la lettera dei senatori, «è sospetta. Si tratta di un progetto pericoloso per la laguna, spinto da lobbies interessate unicamente al loro profitto e non certo alla salvaguardia della laguna».

«Vogliamo vederci chiaro sulle logiche di questo affare», scrive in un’interpellanza a Letta il senatore Giovanni Endrizzi, «l’unico modo per salvare la laguna è portare le navi fuori, a San Nicolò. Le alternative ci sono, ma hanno il difetto di costare meno».

Dibattito che si fa rovente, proprio nelle ore in cui la Capitaneria di Porto – in questo sollecitata dal ministero – dovrebbe emettere l’ordinanza per la «mitigazione dei rischi» nei canali portuali. Con il divieto di transito dei traghetti in Bacino San Marco a partire dal primo gennaio (andranno a Marghera), il divieto per le grandi navi sopra le 96 mila tonnellate, il numero massimo di cinque navi superiori alle 40 mila tonnellate che potranno ormeggiare in Marittima, il divieto di entrare di giorno per «limitare l’impatto visivo».

La Capitaneria dovrà inviare al ministero anche il progetto dell’Autorità portuale sul nuovo canale Contorta. Il Comune ha chiesto però che siano valutati anche gli altri progetti alternativi, a cominciare da Marghera.

Il Comune di Mira chiede di pensare alla nuova Marittima a Punta Sabbioni.

Alberto Vitucci

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Lucio Tiozzo (Pd) «Grandi navi a Chioggia»

Le navi da crociera a Chioggia. Lì c’è uno scalo nuovo, costruito con ingenti risorse pubbliche, e in gran parte inutilizzato. la proposta è stata avanzata al governo da Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd in Consiglio regionale. La sospensione degli arrivi dovuta ai lavori del Mose, scrive Tiozzo al governo, «potrebbe causare gravi danni all’economia cittadina. Chiedo dunque al presidente della Camera di commercio Giuseppe Fedalto, che siede anche nel Consiglio di Venezia terminal passeggeri, di appoggiare questa ipotesi».

Un’opportunità che secondo Tiozzo «non deve andare perduta», dal momento che in questo modo si potrebbe mantenere il lavoro risolvendo in parte anche il problema del transito delle grandi navi a San Marco. Sulle alternative alle grandi intervengono anche i parlamentari Pd Andrea Martella e Michele Mognato.

«Siamo sicuri che il governo valuterà le alternative nel rispetto delle procedure e dell’ambiente», dicono. Renzo Scarpa, consigliere comunale del Gruppo Misto, invita a valutare le conseguenze di nuovi scavi sulle maree in laguna.

(a.v.)

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