Gazzettino – Porto Marghera vicina al modello veneto
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
dic
2013
IL SONDAGGIO DELL’OSSERVATORIO
Resta la vocazione industriale: tante aziende ma di piccole dimensioni
Porto Marghera rimane un’area a forte vocazione industriale ma l’epoca delle grandi fabbriche è tramontata. Si sta gradualmente trasformando avvicinandosi al modello veneto, fatto di tante aziende ma di piccole dimensioni. È il risultato più interessante del sondaggio effettuato dall’”Osservatorio per Porto Marghera” cui partecipano Comune, Ente Zona Industriale e Autorità portuale di Venezia. 434 delle 953 imprese che sono insediate nella grande area industriale hanno risposto ai quesiti; i dati poi sono stati integrati con quelli della Camera di commercio e di Veneto Lavoro e ieri sono stati presentati dall’assessore comunale allo Sviluppo economico e Sportello unico di Porto Marghera, Alfiero Farinea, dal presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, e dal presidente dell’Ente Zona industriale, Sergio Lucchi.
Gli 11 mila e 117 lavoratori rimasti sono impiegati in aziende di piccole dimensioni; e delle 953 aziende insediate ben 535 occupano 2.272 persone, mentre solo una società, Fincantieri, ha più di 500 dipendenti.
Quanto al resto 4.164 (37,46%) sono impiegati nell’attività manifatturiera, meccanica e chimica e 6.953 (64,54%) occupati nei servizi di logistica, trasporti, pubbliche amministrazioni, servizi alle imprese e attività professionali.
«Porto Marghera conferma la sua forte vocazione industriale e portuale, e resta quindi un nodo fondamentale dell’economia veneziana. Vi sono state importanti riconversioni, come quelle legate alla green economy; sono stati avviati lavori di bonifica e finanziati investimenti per le attività logistico-portuali attualmente in crescita; e anche il settore del trattamento dei rifiuti, nell’ambito del progetto dell’Eco distretto, è destinato ad un ampliamento progressivo» ha detto l’assessore Farinea aggiungendo, però, che l’indagine ha evidenziato anche punti deboli che è urgente affrontare per promuovere nuovo sviluppo e alternative occupazionali: «Bisogna migliorare la viabilità, consolidare le attività integrate ad alto valore aggiunto, potenziare la banda larga e snellire la burocrazia con un ufficio di semplificazione amministrativa».
(e.t.)