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Gazzettino – Sindaci-pendolari contro il caos treni

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

7

dic

2013

I dati di Trenitardo: un convoglio su 4 non arriva mai puntuale

Il dossier-disagi verrà consegnato all’assessore regionale Chisso

Dal Bellunese e dal Trevigiano i primi cittadini presto in Regione per contestare il nuovo orario ferroviario

Sindaci-pendolari? Quasi. I primi cittadini del Bellunese e dell’Alto Trevigiano si preparano a scendere a Venezia, rigorosamente in treno, per dire “no” al nuovo orario cadenzato. Un viaggio ad oltranza, finché non saranno ricevuti dall’assessore Regionale ai Trasporti. Ieri gli amministratori hanno lanciato la nuova strategia da Belluno, dove sono arrivati da Feltre a bordo del regionale Padova-Calalzo, come i pendolari che utilizzano la linea quotidianamente, dopo aver richiesto invano un incontro con Renato Chisso per dimostrare che la nuova programmazione ferroviaria (entrerà in vigore il 15 dicembre) peggiora, e non poco, il servizio dei treni Padova-Calalzo e Venezia-Belluno. Basta controllare l’orologio e vedere aumentare i tempi di percorrenza per rendersene conto. La protesta, intanto, ha viaggiato sul regionale Padova-Belluno. Ieri, fasce tricolori al seguito, i sindaci sono saliti sulle carrozze della sensibilizzazione, agganciando l’iniziativa di Legambiente e contemporaneamente toccando con mano i disservizi che quotidianamente pesano sui pendolari.

«L’avvio dell’orario cadenzato e la sua evidente inadeguatezza, la mancanza d’investimenti, l’assenza di integrazione oraria e tariffaria tra i vari mezzi di trasporto, la mancanza di coinvolgimenti di enti locali, associazioni e cittadini – l’attacco di Andrea Aragona responsabile mobilità di Legambiente – sta portando il servizio ferroviario regionale allo sfascio».

Ecco perché il Bellunese, già marginalizzato dal resto della regione, non vuole perdere l’ultimo treno. Ecco perché da Belluno è partita la richiesta del primo cittadino di Belluno, Jacopo Massaro, e dei suoi colleghi bellunesi (presenti ieri a Belluno anche Pederobba e Cornuda) di incontrare l’assessore Chisso. Vaga la risposta giunta via mail da Venezia («Gli amministratori possono inviare le loro osservazioni»).

Decisa la controrisposta del territorio. Che ha deciso di scendere in Regione finché la battaglia per la ferrovia non darà risposte alle tratte Padova-Calalzo e Venezia-Belluno.

«Con l’orario cadenzato ci sono solo peggioramenti del servizio per il Bellunese – afferma il consigliere regionale Sergio Reolon -. La Regione tolga le due linee a Trenitalia e le metta a bando insieme al trasporto pubblico locale».

E contestualmente arrivano i primi risultati in arrivo da Trenitardo – la banca del tempo perduto, il portale sviluppato dagli universitari del Sindacato degli studenti di Padova che dopo appena 20 giorni di vita ha già conteggiato i ritardi di oltre 11mila corse in transito tra Padova, Treviso, Udine e Venezia. Due i dati più sensibili per i pendolari del Nordest: un treno su quattro è in ritardo di oltre 5 minuti, con picchi che sforano la mezzora, e ogni giorno vengono soppressi in media 12 treni. Ma Trenitardo non si ferma qui, eleggendo come treno più lento il regionale 2110 Venezia Santa Lucia – Milano centrale, che mediamente arriva venti minuti dopo l’orario previsto e nel 47,4% dei casi con un ritardo tra i 5 e i 15 minuti.

Raccolti in una breve relazione di tre pagine, i dati sono già stati recapitati all’attenzione dell’assessore regionale veneto alla mobilità e alle infrastrutture Renato Chisso, oltre che alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconia. In allegato, una lettera che punta il dito sul nuovo orario cadenzato, in vigore da metà dicembre, ed oltre 50 segnalazioni che ne evidenziano le criticità. Fasce orarie non coperte e orari d’arrivo incompatibili con quelli di lavoro e di studio. Queste le lamentele dei pendolari come Valentina, utente della tratta Treviso – Padova che si dice «sconvolta dal nuovo orario: il treno delle 7,05 ha lasciato il posto al treno delle 7,17, orario indecente per gli studenti che hanno lezione alle 8.30, e già faticavano ad arrivare puntuali a causa dei frequenti ritardi».

(Hanno collaborato Damiano Tormen, Eleonora Scarton e Alessandro Bonavetti)

 

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