Gazzettino – Energie rinnovabili e logistica, ecco dove si infiltra la mafia
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10
dic
2013
OSSERVATORIO AMBIENTE
Guardia alta contro le infiltrazioni mafiose. «Schegge di Dark Economy», il terzo quaderno dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, promosso da Legambiente Veneto in collaborazione con l’assessorato di Gianfranco Bettin, parte da un punto fermo: l’operatività delle mafie non è più funzionale solo al riciclaggio del denaro e al controllo del territorio e l’intreccio con la politica è sempre più evidente. Il lavoro, attraverso analisi e inchieste su casi concreti condotte da giornalisti ed esperti del settore, si concentra soprattutto sulla logistica, sulle energie rinnovabili e le grandi opere e segue i due primi numeri che si erano concentrati, invece, sui rifiuti e la corruzione.
«La criminalità ambientale – ha detto Bettin – si manifesta con fenomeni di area vasta che godono delle complicità locali e ha bisogno di camuffarsi per mostrarsi esattamente al contrario di ciò che è. Ne emerge uno spaccato inquietante e preoccupante che impone un forte impegno di prevenzione nel campo della cosiddetta antimafia del giorno prima».
La pubblicazione del quaderno, curata da Gianni Belloni e Luigi Lazzari, è stata preceduta da tre incontri a villa Franchin e di quattro lezioni che si sono tenute allo Iuav. Il tema dei rifiuti rimane attuale. Ha spiegato Bettin: «La questione dei grandi impianti di smaltimento è delicata. Capita che nel percorso tra l’azienda che deve gettare un prodotto e la destinazione, vengano contraffatti il codice o le analisi di laboratorio così da ottenere un risparmio di spesa. Il Comune è intervenuto con decisione sulla vicenda Sg31 e sul piano Alles che avrebbero potuto trasformare Marghera in una sorta di pattumiera aperta al mercato, aumentando il rischio di infiltrazioni per la sola importante portata delle strutture».
(a.spe.)