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Nuova Venezia – Vtp, patto di ferro tra Costa e Zaia

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

13

dic

2013

 

Veneto Sviluppo e Porto fondano una Newco e conquistano la maggioranza assoluta. Trevisanato: «Ma restiamo pubblici»

Regione e Autorità portuale al comando della società delle crociere. Dal punto di vista politico forse era già così, con una discreta sintonia sulle grandi questioni tra il governatore Luca Zaia e il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa. Ma adesso la Finanziaria regionale Veneto Sviluppo e la società operativa del Porto Apvs srl hanno stretto un patto societario per il controllo della Vtp, Venezia terminal passeggeri, la società che gestisce il traffico crocieristico in laguna. La «gallina dalle uova d’oro», nel senso che negli ultimi anni ricavi e fatturato si sono moltiplicati con grande soddisfazione dei suoi azionisti pubblici e privati. Così Porto e Regione sono andati dal notaio e hanno modificato la struttura societaria. Costituendo insieme una Newco, una nuova società. Così al 34 per cento di quote del Porto (tramite Apvs) si è aggiunto il 21 per cento della Veneto Sviluppo. Totale, 55 per cento e dunque la maggioranza assoluta.

Fatto senza precedenti, che ricorda in qualche modo la vicenda dell’aeroporto di Tessera. Dove una decina di anni fa la stessa finanziaria Veneto Sviluppo, allora della Regione guidata da Giancarlo Galan, vendette le sue quote all’attuale presidente Marchi e ai privati, consentendogli di raggiungere la maggioranza.

«Ma qui è diverso, la società resta comunque in maggioranza pubblica», tranquillizza Sandro Trevisanato, presidente di Venezia terminal passeggeri, «il presidente Zaia me lo ha garantito, ed è stata una delle condizioni per cui ho accettato di tornare presidente».

Trevisanato, avvocato amministrativista, già parlamentare di Forza Italia, è al suo quarto mandato da presidente, e tra i suoi molti incarichi ha anche quello di presidente del Comitato di controllo di Save, la società aeroportuale che partecipa Vtp con circa il 15 per cento delle quote societarie.

Legami sempre più stretti tra i due poteri che amministrano le grandi infrastrutture veneziane e, come denunciano invano da anni sindaci di ogni colore «non rispondono alla città».

Una sorta di potere autonomo che risponde solo agli azionisti e allo Stato (Ministero ed Enac).

«Mi pare logico, si cerca di creare sinergìe tra il polo aeroportuale e quello portuale», dice Trevisanato. Che continua: «Mi pare si stia andando verso una soluzione logica, quella di non abbandonare la Marittima», scandisce, «le ipotesi di Marghera non mi sembrano praticabili».

Quanto alle contestazioni sulle navi sempre più grandi, Trevisanato risponde così: «Siamo criticati per la nostra bravura», dice, «perché la crescita delle crociere è colpa nostra: in pochi anni il numero dei passeggeri è più che quadruplicato. Vuol dire che la società è stata gestita bene, adesso abbiamo quattro scali in Italia, sette all’estero».

E Vtp oggi ha un fatturato di 33 milioni di euro, raddoppiati rispetto al 2006, un utile di 7 milioni. E potenzialità in aumento, come i dividendi. Gli altri soci della società del Porto, che adesso ha cambiato i suoi equilibri azionari, sono privati. La Save di Enrico Marchi con il 15 per cento, altrettanto a una società composta di operatori del porto e agenti marittimi come Santi e Olivetti, titolare della Bassani. Briciole infine alla Camera di commercio, che detiene le quote restanti. La notizia della nuova società è stata accolta con soddisfazione in certi ambienti portuali, con preoccupazione in altri. Si teme un «monopolio» e il possibile passaggio di mano di altre quote, che potrebbero rendere più forti gli operatori privati. «Non succederà», garantisce Trevisanato.

Intanto i destini di Autorità portuale e Regione si avvicinano ancora di più. E potrebbero avere riflessi sui grandi progetti sul tappeto, a cominciare dal canale Contorta – contestato da Comune e comitati – e dal nuovo terminale off shore.

Alberto Vitucci

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