Gazzettino – Pane fresco, ecco la legge.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
19
dic
2013
Veneto, distinzioni precise tra il prodotto giornaliero e quello surgelato
I panificatori: «Così viene premiata la nostra fatica quotidiana»
FINALMENTE REGOLE – È il commento del presidente dei panificatori veneti Gorghetto. «Si saprà da dove viene il pane»
VENEZIA – Proprio una guerra no, ma una guerriglia sì, era diventata quella sul pane fresco. Da una parte i panificatori quelli che ogni giorno impastano, fanno lievitare, mettono in forno e vendono. Dall’altra i venditori di roba surgelata, spesso arrivata da paesi stranieri.
Riconoscere le differenze? Possibile ma con i furbi che ci sono in giro anche difficile. Adesso è tutto cambiato. La Regione Veneto ha messo finalmente una distinzione netta tra pane fresco e surgelato. «È una nostra vittoria – ha detto Massimo Gorghetto, presidente regionale dei panificatori di Confcommercio Veneto – e si saprà anche da dove proviene il prodotto e dove è stato lavorato».
Una storia questa che dura almeno dal 5-6 anni e che interessa il 94 per cento degli abitanti della regione quelli che dichiarano di comprare ogni giorno pane artigianale.
Così il Consiglio regionale del Veneto ha approvato (con 23 voti a favore e 14 astenuti) nuove disposizioni che, attraverso un registro e un marchio di qualità, distinguono tra pane industriale e pane artigianale fresco prodotto e commercializzato in giornata. Spiega il relatore del provvedimento Bruno Cappon (Lega): «Regolamento, registro e marchio di qualità sono gli strumenti che la legge utilizza per regolare la concorrenza tra forni e punti vendita, tra panifici artigianali e aziende che commercializzano prodotti precotti o congelati».
Per valorizzare i panifici che sfornano prodotti tipici, espressione delle tradizioni culturali e culinarie del Veneto, si prevede l’istituzione del marchio «forno di qualità» e di un registro regionale delle specialità tipiche del Veneto.
In caso di mancato rispetto dei requisiti dell’arte panificatoria o dei relativi obblighi formativi scatteranno sanzioni variabili dai mille ai 12 mila euro, destinate a raddoppiare in caso di recidiva. Pur condividendo l’esigenza di valorizzare chi produce il vero pane fresco rispetto a chi vende pane surgelato di incerta provenienza, i rappresentanti del Pd hanno espresso riserve sulla legge.
«Non è vero che questa legge non creerà nuovi adempimenti e nuova burocrazia per i panificatori – ha rilevato Claudio Niero, correlatore di opposizione – Gli operatori ci chiedono di svolgere una vigilanza efficace sull’applicazione delle norme statali e comunitarie che già esistono. Così si rischia di creare una norma inutile che non produrrà alcun risultato, se non creare ulteriori appesantimenti alla categoria e impegnare la Regione nel difficile compito, forse impossibile, di regolamentare la tipicità dei prodotti da forno di origine veneta».
Gorghetto però non molla: «Il problema è che finora nessuno aveva tutelato noi che facciamo il pane fresco, né i consumatori, che non sanno quale sia la provenienza degli ingredienti che lo compongono. Attualmente c’è pane surgelato che arriva dalla Romania o da altri Paesi e che ha anche un anno e più di stoccaggio. Si crede di comprare pane fresco, invece… Siamo soddisfatti e ringraziamo la Regione per aver finalmente recepito le nostre proposte ponendo rimedio una situazione di disparità che ha contribuito, assieme alla crisi ovviamente, a potare le aziende venete di panificazione dalle oltre 2500 del periodo antecedente la crisi alle attuali 2300 circa».
«Un traguardo importante – aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – anche in difesa del Made in Italy e in particolare dei prodotti locali che vanno tutelati contro la contraffazione e a salvaguardia della qualità dei prodotti alimentari».
La parola adesso ai consumatori. Che – in un indagine regionale dove notava anche l’incremento di aziende che producevano macchinari per il pane, 120 – ammettevano di avere “un rapporto quasi erotico col pane”.
(F.G.)