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La questione idrovia Padova-Venezia entra in Parlamento con un ordine del giorno firmato da tre senatrici dell’ex M5S e ora del Gap (Gruppo di azione politica). A presentare il documento tre donne, la trevisana Paola De Pin, la romana Fabiola Anitori e la genovese Adele Gambaro. L’ordine del giorno è stato presentato in Senato al momento dell’esame del disegno di legge recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)”. Questo il testo del documento.

«Da diversi anni è in cantiere il completamento dell’idrovia Padova-Venezia, che dovrebbe diventare un canale navigabile per il trasporto delle merci fino alla laguna e utilizzato come scolmatore per la diversione delle piene del sistema Brenta-Bacchiglione. Tale opera si inserisce a pieno titolo negli interventi previsti dal Piano morfologico per la qualità dell’ambiente e della laguna e per arrestare il degrado lagunare, previsto dalla normativa sugli «Interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna». La sua realizzazione, anche come scolmatore, si rende ormai improcrastinabile contro i rischi e le criticità da sempre presenti nell’area padovana, evidenziati dall’alluvione del novembre 2010. L’idrovia è fortemente voluta da molti cittadini del padovano, contrari alla costruzione di ulteriori strade per far transitare le merci, con il relativo carico di traffico e inquinamento. Lo studio di fattibilità degli interventi per il completamento dell’idrovia commissionati dalla Regione Veneto è ultimato dal mese di settembre scorso. Considerato che le opere di progetto possono essere realizzate attraverso finanziamenti statali nell’ambito del sistema trasportistico nazionale in quanto l’idrovia Padova-Venezia fa parte del sistema idroviario padano veneto e detto sistema è parte del Sistema Nazionale integrato dei trasporti (Snit), impegna il Governo ad intervenire al fine di reintegrare le risorse mancanti e necessarie al completamento dell’opera in premessa».

Vittorino Compagno

 

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