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Scontro Cgil-Regione Simonaggio: inadeguati Chisso: fa boicottaggio

Il segretario dei trasporti contesta i tagli e l’orario cadenzato

L’assessore alla mobilità: prevenuto, incita all’ostruzionismo

VENEZIA – Se in Veneto i treni dei malcapitati pendolari collezionano ritardi a non finire, le polemiche invece giungono puntualissime. A innescare l’ultimo battibecco, dopo la disdetta del contratto a Trenitalia decisa dal governatore Luca Zaia, è la Filt-Cgil per voce di Ilario Simonaggio:

«Il gestore non è immune da mancanze sia gestionali sia organizzative, ma non ci piace lo sport di cercare di allontanare le proprie responsabilità, addossandole a Trenitalia, anche quando derivano da una programmazione regionale profondamente sbagliata», punge il segretario regionale del sindacato trasporti.

E riassume i motivi della critica: «Il cadenzamento orario non poteva partire dai tagli dei treni nelle fasce di punta e dalla soppressione del servizio nei giorni di sabato e festivi, noi l’avevamo detto un anno fa e ora Zaia si guarda bene da ammettere le sue responsabilità».

Quali? «Il ritardo delle 34 assunzioni in Sistemi Territoriali Spa autorizzate dalla Giunta solo il 28 ottobre, così da rendere impossibile persino lo svolgimento del servizio minimo previsto; e il ritardo del cronoprogramma di consegna e presa in carico dei 20 nuovi complessi di treni che saranno in esercizio nella totalità solo nella prossima primavera inoltrata».

E l’annuncio di una gara regionale per spezzare un monopolio rivelatosi inefficiente? «Francamente, l’ipotesi di gestione del servizio da parte di società veneta, ci fa sorridere. La Regione ha una società di scopo, Sistemi Territoriali appunto, che non ha forza economica e patrimoniale sufficiente, né competenze professionali e gestionali per sostituire Trenitalia» conclude Simonaggio, convinto che «sia bene garantire la continuità del trasporto ferroviario e impegnarsi per migliorarne l’offerta quotidiana. È la priorità di questa legislatura regionale».

Lesta e acuminata la reazione del “padre” della riorganizzazione ferroviaria, l’assessore alla mobilità Renato Chisso, che attacca frontalmente Simonaggio, accusato di ostruzionismo: «Un dirigente sindacale che si è schierato da mesi e pregiudizialmente contro l’orario cadenzato, e che con i suoi concreti comportamenti ha finito per decretarne il deludente avvio e la denuncia del contratto di servizio con Trenitalia, non merita neppure una replica», sbotta; «Anche per la mia storia politica personale, ho troppo rispetto per le organizzazioni sindacali dei lavoratori», è la conclusione di Chisso che, en passant, alla Cgil è tuttora iscritto. Nella querelle interviene anche Luca Zaia: «La Regione si è impegnata fino in fondo per risolvere attraverso l’introduzione dell’orario cadenzato i problemi che i pendolari evidenziavano», fa sapere «in assessorato non si sono divertiti a inventare costruzioni bizantine, ma hanno individuato una soluzione che, a regime, deve far assomigliare il treno a una metropolitana». «Non entro nei tecnicismi», riprende il governatore, ma non mi risulta che prima del 15 dicembre il numero di carrozze fosse ottimale, la manutenzione eccellente, i guasti in linea inesistenti, la puntualità a livelli giapponesi, la pulizia a livello svizzero. Comunque, se la Filt-Cgil nutre dei dubbi, interpelli i pendolari o faccia un salto nel mio ufficio: gli farò leggere le migliaia di messaggi inviatici dagli utenti. L’orario cadenzato è il tentativo di riparare alle deficienze di un gestore, Trenitalia, che da anni delude le attese».

Filippo Tosatto

 

MA lo strapotere di rfi frena i concorrenti

Treni: tra 6 mesi la gara europea

VENEZIA – Tra sei mesi l’amministrazione del Veneto bandirà una gara europea per l’appalto dei treni regionali. È il primo effetto della disdetta del contratto con Trenitalia, voluta dal governatore Luca Zaia in risposta alla lunga sequenza di disagi che hanno innescato la protesta dei pendolari. Ampio il ventaglio dei disservizi contestati: ritardi cronici nella tabella di marcia; convogli insufficienti a contenere i passeggeri; una scarsa manutenzione che si traduce in rallentamenti, soppressioni e guasti; carrozze roventi d’estate e gelide d’inverno, turni del personale non rispettati; carenze di personale macchinista che periodicamente provoca tagli del servizio. Tant’è. Scartata la soluzione più drastica – la risoluzione anticipata del contratto per inadempienza che avrebbe suscitato contenziosi legali infiniti – la Regione ha informato Trenitalia che alla scadenza naturale del 31 dicembre 2014 non rinnoverà la convenzione di sei anni in vigore. Il preavviso è arrivato in extremis visto che, in assenza di comunicazioni, oggi stesso sarebbe scattato il rinnovo automatico ed è facilmente intuibile l’irritazione del principale destinatario, Mauro Moretti, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Ora Zaia punta a “venetizzare” il trasporto ferroviario regionale per dotarlo finalmente di requisiti di modernità ed efficienza all’altezza degli standard europei (per inciso, l’Expo di Milano, con le sue ricadute nordestine, è alle porte) e la volontà è quella di partecipare con una quota regionale significativa al progetto, stimolando la partecipazione alla gara delle società ferroviarie svizzere, austriache e tedesche. Qui cominciano gli ostacoli seri, perché Trenitalia è una costola di Rfi e quest’ultima gli garantisce puntualmente le tratte, tanto che Ntv ha sollecitato l’intervento dell’Antitrust per abuso di posizione dominante. Una sorta di barriera all’ingresso dei concorrenti, scoraggiati anche da ulteriori circostanze. Chi rilevasse il servizio, dovrebbe procurarsi il materiale rotabile (acquistandolo sul mercato o prendendolo in leasing) e ciò richiederebbe un contratto di lunghissimo periodo che gli consenta al gestore di spesare l’investimento e alla Regione di diluire il conseguente maggior costo del contratto di servizio. A ruota, i vincoli sindacali: una «clausola sociale» del contratto impone ai subentranti di assumere l’intero personale Trenitalia operante nei lotti perduti da Ferrovie, anche in presenza di vistosi esuberi. Non basta: l’«eroico» competitor dovrebbe anche contrattare con Trenitalia l’utilizzo delle officine di manutenzione e dei depositi per il ricovero, le cui mura resterebbero comunque di proprietà della società pubblica. Ne sa qualcosa la company di Montezemolo: a Roma gli è stato impedito l’Ingresso alla stazione Termini e ha dovuto rifugiarsi a Ostiense, accontentandosi di una spettrale stazione Tiburtina priva di servizi e negozi. L’intera operazione, in ogni caso, richiederebbe almeno due anni: Trenitalia, per contratto, è tenuta a garantire la continuità del servizio in quest’arco di tempo ma difficilmente farà i salti mortali per accontentare il committente che vuole escluderla dal business. Dispetti all’orizzonte? Lo sapremo presto.

Filippo Tosatto

 

DISSERVIZI FERROVIARI»LA POLEMICA IN PROVINCIA

Treni cadenzati al bivio, pressing dei pendolari.

Il nuovo orario alla prova del 2014, sfida per costruire un servizio metropolitano

Il sindacato chiede di accelerare l’entrata in funzione del Sfmr a Mestre

ILARIO SIMONAGGIO – Sulla linea Venezia-Portogruaro attendiamo che la Regione intervenga come promesso dal governatore

RENATO CHISSO – Siamo passati da 600 corse quotidiane a 800. Ripristineremo il treno notturno da Venezia a Quarto e Marcon per i lavoratori

Non si ferma la polemica sui disagi per il trasporto ferroviario dopo l’entrata in vigore dell’orario cadenzato. L’annuncio del presidente della Regione Luca Zaia di disdire il contratto di servizio con Trenitalia, non rinnovando la convenzione alla data di scadenza del 31 dicembre 2014, non frena le polemiche, anzi le alimenta. Prova a spegnerle l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, reduce da una vigilia di Natale di confronto con i sindaci e i comitati dei pendolari. «Noi non siamo mica contro le gare, sia chiaro. L’abbiamo fatta già nel 2004 quando si presentò solo Trenitalia e dopo un rinnovo di 5 anni più altri 5 di proroga, ci prepariamo ad una nuova gara per il trasporto ferroviario, alla scadenza del contratto, quella del dicembre 2014. Ci siamo ufficialmente impegnati a risolvere i problemi segnalati da pendolari e sindaci e dopo il 15 gennaio, al termine del lavoro dei tecnici, andremo a riferire di nuovo ai sindaci in un incontro con loro». Chisso boccia come speculazioni le critiche che arrivano alla Regione, come quella di Ilario Simonaggio, segretario regionale della Cgil Trasporti che critica pesantemente le politiche del trasporto regionali degli ultimi anni e i tanti ritardi e sulle problematiche nel Veneziano spiega:

«L’entrata in vigore dell’orario cadenzato sconta in quest’area degli evidenti ritardi che non sono solo quelli di corse e orari tagliati. Il progetto Sfmr era stato pensato per essere realizzato in sette anni, ne sono passati quindici e mancano ancora alcune fermate all’appello nella terraferma mestrina. Sui problemi emersi per alcune linee, come la Portogruaro-Venezia, attendiamo che la Regione intervenga come promesso, quindi stiamo a vedere che succede».

Alle critiche di Simonaggio, Chisso non risponde in aperta polemica, dice, con il sindacalista pur «mantenendo il massimo rispetto per la Cgil e le altre organizzazioni sindacali». E ad attendere sono anche i sindaci veneziani, in primis quelli di Salzano, Noale, Marcon e Quarto d’Altino che hanno segnalato i problemi più evidenti. Chisso ribadisce gli impegni: «Anzitutto ricordo che con l’orario cadenzato», dice l’assessore, «le corse sono aumentate. Ne contiamo 200 in più visto che sono passate da 600 a 800. I collegamenti tra Venezia, Mestre e Padova si configurano ora come un servizio metropolitano, con un treno ogni quarto d’ora». E poi le rassicurazioni: «Per Salzano che ha perso la fermata del treno da Bassano verso Mestre e che ora ferma solo a Noale, puntiamo a confermare il servizio sostitutivo su bus da Salzano a Mestre con fermata a Spinea, portandolo fino a Castelfranco e Trebaseleghe. Per la zona di Quarto d’Altino e Marcon», continua a spiegare, «c’è il problema del rientro serale da Venezia, di molti lavoratori che prevedeva un bus sostitutivo alle 00.24 ma ci stiamo attivando per ripristinare un treno. Il grande rammarico in questa situazione è che ci si concentra, per carità giustamente, su tre cose che non funzionano senza vedere e far emergere il 95 per cento di fattori positivi conseguenza del nuovo orario cadenzato. Sui problemi stiamo intervenendo e vogliamo garantire un servizio di area metropolitana».

Mitia Chiarin

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L’OPINIONE

Cadenze ferroviarie, “Frecce” e tasche che si svuotano

Nel linguaggio musicale le cadenze hanno un ruolo per certi versi paragonabile a quello della punteggiatura nell’espressione verbale. E nel linguaggio ferroviario che ruolo hanno le cadenze? Da tre settimane assistiamo un po’ ovunque all’esaltazione della cadenza ferroviaria, che avrebbe lo scopo di assicurare un certo numero di convogli da un centro all’altro, di solito capoluoghi di provincia o di regione, allo stesso minuto di una serie finita di ore. La comodità è appunto quella di programmare il proprio viaggio. La cadenza può avere qualcosa a vedere con la politica tariffaria? Molto, nel caso italiano. Le cadenze dei nuovi orari paiono oculatamente studiate per scoraggiare con il metodo più persuasivo possibile (la permanenza nelle nostre belle stazioni, come direbbe Gaber, ormai “piene di strade e di negozi, e di vetrine piene di luce, con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce”) il viaggiatore discolo (alias cliente che in ambito ferroviario può scegliere solo fra il duopolio, Trenitalia e Italo, con analogo radice “ital”) che volesse fare uso di due treni regionali per andare in un posto, senza utilizzare un intercity o una freccia, come del resto suggerisce l’autorevole sito di Trenitalia che programma i nostri spostamenti e contabilizza i relativi costi (nostri) e guadagni (loro). Senza, ovviamente, che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, istituita in Italia nel 1990, abbia niente da dire. Come diceva il titolo di un dimenticato romanzo di Cronin “E le stelle stanno a guardare”, mentre le nostre tasche sono qui a farsi svuotare.

Giuseppe Barbanti – Mestre

 

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