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caro pedaggi»PADOVA-VENEZIA

Autostrada, rivolta dei sindaci

Il Veneto si ribella «Tariffe esose»

Salasso per i pendolari, spenderanno 1480 euro all’anno Sindaci e comitati: il traffico si riverserà sulla Noalese

MESTRE – È inaspettato e per questo ancora più sgradito il regalo d’inizio anno per i pendolari dell’autostrada Venezia-Padova. Per giunta impacchettato con la carta dorata delle agevolazioni, che in verità, si scopre, sono fasulle. Gli aumenti sul sistema A4-A57 gestito da Cav fa infuriare pendolari e sindaci.

Stangata. Li chiamano adeguamenti tariffari, si tratta in realtà di un vero e proprio salasso. Un viaggio da Padova Est a Mirano-Dolo costa oggi 2,80 euro. Fino all’altro ieri erano 0,80 euro. La tariffa cresce se l’entrata è a Padova Ovest (3,60 euro anziché 1,60). I pendolari che fino a qualche giorno fa percorrevano quotidianamente il tratto Padova Est-Mestre e, utilizzando l’escamotage del tornello, spendevano di autostrada 422 euro all’anno, ora ne spenderanno 1480.

Agevolazioni. Sarebbe meglio dire «finti saldi di stagione». Per un motivo semplice: c’è un altro modo per risparmiare. Un pendolare di Mirano che volesse avere quei pochi benefici a cui l’abbonamento dà diritto, dovrebbe sottoscrivere un contratto Telepass Family, compilare un modulo, prendersi mezza giornata di permesso e andare negli uffici di Cav, di persona, per consegnare le carte. Burocrazia spinta insomma. Lo sconto gli consentirà un tragitto da Padova Est a Mirano con “soli” 1,70 euro anziché i 2,80 del nuovo ticket. Ma il nostro pendolare sarà abbastanza furbo da evitare inutili noie burocratiche e scegliere di uscire a Spinea, località Crea, sul Passante, pagando 1,60 euro e allungando solo di pochi chilometri il suo tragitto.

Nuovo traffico. Il risultato è evidente: sarà anche eliminato l’odioso “tornello” a Vetrego, o forse solo spostato proprio su Crea-Spinea. I miranesi infatti sceglieranno di percorrere il Passante e uscire a Spinea, invece che fare la vecchia A57 fino a Mirano. Per tornare a casa percorreranno poi viale Venezia, che quindi subirà un aumento di traffico. E chi invece da Mirano, S. Maria di Sala, Pianiga, Salzano, Noale e tutto il Miranese nord dovrà raggiungere Padova, non sceglierà più la cara (in tutti i sensi) vecchia autostrada ma la regionale 515 Noalese. Con caos assicurato.

Sindaci. Sindaci e comitati sono sul piede di guerra.

Mirano teme un’invasione di traffico sulle proprie strade: «Serviva una tariffa più bassa», tuona il sindaco Maria Rosa Pavanello, «tra due mesi magari aumenteranno le tariffe anche a Spinea, accorgendosi che ora il problema sarà lì».

S. Maria di Sala rischia la paralisi in centro, dove si imbocca la Noalese.

Anche a Spinea il sindaco Silvano Checchin teme che il problema si sposti a Crea. L’assessore alla Viabilità Gianpier Chinellato ha affidato a Facebook il suo pensiero: «Rimango esterrefatto».

Class-action. Sul fronte comitati Opzione Zero annuncia un’azione legale collettiva: «L’aumento è intollerabile», spiega in una nota, «il costo è insostenibile per molti pendolari, con il risultato che il Passante, che doveva essere la soluzione dei problemi di traffico a Mestre, sarà sempre più vuoto e le strade di Riviera e Miranese sempre più intasate. Responsabilità tutta in capo a Cav, quindi Anas e Regione che non hanno mai voluto arretrare la barriera di Villabona a Roncoduro come previsto dagli accordi. E si capisce perché dopo la recente approvazione dell’autostrada Orte-Mestre, il cui innesto è previsto proprio a Roncoduro, dove dovrebbe sorgere Veneto City».

Filippo De Gaspari

 

Solo Vetrego ringrazia: meno auto

La frazione sarà risparmiata dal rito del “tornello”. «Troppo inquinamento»

MIRANO – La maggioranza si sente vincitore, altri invece pensano che si potesse fare di più, specie per le agevolazioni da e per Padova. Questo lo stato d’animo dei residenti di Vetrego il giorno dopo l’entrata in vigore delle nuove tariffe autostradali. In molti uscivano proprio nel tornello miranese per poi rientrare, risparmiando dei soldi. Questo provocava delle code, specie nelle ore di punta, rendendo difficile la vita a chi abitava vicino alla rotonda. Ne sanno qualcosa i coniugi Mistron, che hanno la casa a pochi metri dal rondò ma aspettano qualche giorno per capire se la loro vita è cambiata o meno.

«Qualche camionista ha fatto il giro» spiega Germano Mistron «forse perché non sapeva delle nuove tariffe. In questi anni abbiamo subito molto inquinamento, nessuno degli ultimi sindaci ci ha difesi e si è preoccupato di noi: silenzio assoluto».

Anche la moglie Valentina è dello stesso parere. «La tariffa autostradale è alta» spiega «e non è colpa nostra ma di chi, anni fa, non è riuscito a risolvere la questione. Hanno fatto una rotonda tra le case, quando bastava spostarla di pochi metri in un terreno agricolo. E poi si sistemi via Porara: al passaggio dei tir, la nostra abitazione trema»

Per Giuseppe Stocco, vanno bene le agevolazioni per i residenti dei comuni attorno al casello ma i vetreghesi dovrebbero averne di più. «Abbiamo sopportato anni d’inferno» spiega «e 2,80 euro per andare a Padova sono tanti: dovremmo pagare poco anche se ci andassimo una volta ogni tanto».

Giancarlo Maso non dimentica quanto ha subito il paese. «Gli altri non si meritano gli sconti» fa sapere «perché nessuno ci ha aiutati nelle nostre battaglie passate. Anzi, ci hanno rifilato di tutto».

Soddisfatti i rappresentanti del comitato Rinascita Vetrego, che ringraziano Concessioni autostradali venete (Cav) per quanto fatto. «Da cittadino» dice il segretario Giuseppe Vesco «per andare a Padova non passerò per Vetrego ma come membro del comitato ringrazio Cav per aver risolto il più grave problema del nostro paese».

Gli fa eco Giorgio Babato: «Ora c’è un minimo di normalità per Vetrego» continua «dove si sono usati, in modo improprio, la rotonda e il casello. Questa viabilità doveva essere per i residenti, era diventata un passaggio per tutti. Ma c’è preoccupazione per le altre strade dove si sposterà il traffico».

Alessandro Ragazzo

 

La Cav: «L’aumento serve a pagare il Passante»

Patreve spezzata in due, ma il presidente della concessionaria Bembo non ci sta «Le nostre tariffe erano congelate da quattro anni, impossibili altri sconti» 

VENEZIA – La verità è che stiamo semplicemente pagandoci il Passante di Mestre. Altro che costo zero. Con l’aumento dei pedaggi i veneti «metropolitani» – quelli, cioè, che usano il Passante tutti i giorni – stanno sostenendo il costo della infrastruttura aperta nel febbraio 2009 e ribattezzata il Passante Vernizzi dal nome del commissario di governo che ne ha consentito la realizzazione a tempi di record. Alla faccia di un’area metropolitana che, invece di integrarsi, rischia di implodere sin dalla nascita. Il passante di Mestre è gestito dalla Cav (Concessioni Autostradali Venete), società per azioni costituita dalla legge 244/2007 ed operativa dal 2008, controllata al 50% dalla Regione del Veneto e dal 50% dall’Anas. Oggetto sociale della società Cav è quello di «rimborsare ad Anas le somme anticipate per la costruzione del Passante di Mestre, recuperare risorse da destinare ad ulteriori investimenti di infrastrutture nel Veneto e gestire il complesso sistema di attraversamento del Veneto orientale costituito dall’abbinamento del Passante alla Tangenziale di Mestre».

Insomma, una società veicolo finanziario, costituita ad hoc e che ha assorbito la gestione, oltre che del Passante, anche della vecchia Venezia-Padova (il subentro costò 75 milioni di euro), del raccordo Marco Polo per l’aeroporto e della tangenziale di Mestre. Ecco la ragione degli aumenti che stanno facendo infuriare gli automobilisti che ogni giorno usano l’infrastruttura che ha reso più vicino il Veneto. Più 13,55% l’anno scorso, più 6,26% quest’anno: un balzo complessivo del 19,81% giudicato del tutto inopportuno da molti. Ma le tariffe erano state ferme dal 2009 al 2012, fanno presente alla Cav. Con il cerino in mano resta il presidente di Cav, Tiziano Bembo, 53 anni, nominato dalla Regione (l’amministratore delegato, Piero Buoncristiano, è di nomina Anas), il quale spiega serenamente il punto di vista della società.

«Il Passante di Mestre – spiega il presidente di Cav – è costato circa 1,2 miliardi di euro. Il rimborso dell’investimento si basa su tre pilastri: il flusso di cassa generato dai pedaggi, che sono in calo (dal 2011 al 2012 sono scesi da 113 a 105 milioni), un prestito Bei da 350 milioni di euro sul quale paghiamo l’Iva (73,5 milioni) e una terza forma, attualmente in corso di perfezionamento, che consentirà di rimborsare altri 300 milioni di euro. La somma restante è finora garantita da Anas, che ne anticipato l’esborso e ne attende il rimborso».

Bembo è arrivato nel 2011 a guidare la società, direttamente dall’incarico di responsabile staff del gruppo consiliare della Lega in Regione, ed ha ereditato la situazione. Ma non fa mistero di ritenere la Cav «una società assolutamente sana»: «Garantiamo la gestione e la manutenzione di 43 chilometri di autostrada a pagamento e ben 22 chilometri aperti, cioè liberi. Ogni anno investiamo circa 10 milioni di euro di investimenti. Solo nel rinnovo della pubblica illuminazione sulla tangenziale di Mestre abbiamo messo 800 mila euro. Abbiamo 230 dipendenti, caricandoci tutto il personale della vecchia Venezia-Padova gestiamo un chilometraggio di tre volte superiore. La società genera un flusso di cassa notevole e noi dobbiamo garantirne l’equilibrio finanziario fino al termine della concessione, il 2032. Faccio presente inoltre che la nostra concessione ha una durata di 23 anni, contro una media di 40 anni di tutte le altre concessioni autostradali italiane».

Sulle agevolazioni, Bembo è tranciante: «Abbiamo istituito un abbonamento agevolato per i pendolari di Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga interessati dalla realizzazione del passante. Abbiamo stimato che questa misura costerà alle casse della società dai 300 ai 400 mila euro. Non solo: la nuova tariffa, che in realtà abbassa il pedaggio da 3,30 euro a 2,80 dell’intero tratto Padova-Mestre, costerà circa un milione di euro alla società. Estendere i benefici ad altre categorie non è pensabile senza compromettere l’equilibrio finanziario della società».

Daniele Ferrazza

link articolo

 

IL TWEET – Malvestio ironizza: macché federalismo

TREVISO. Il tweet non è partito da Malta ma dalla più vicina Treviso. L’autore è Massimo Malvestio, avvocato trevigiano consulente del governatore Luca Zaia, che sui costi dei pedaggi autostradali in particolare del Passante di Mestre mostra la sua opinione: «La Cav salutata come federalismo autostradale è invece pedaggismo federale (con rischio imprenditoriale a carico degli utenti)». Così lancia una polemica che rischia però di finire come quasi sempre accade nel Veneto: seguendo il manzoniano «sopire, troncare» del conte zio.

(d.f.)

 

LE REAZIONI POLITICHE

Interrogazione di De Poli, Valdegamberi chiede un’ispezione

PADOVA. Il senatore Antonio De Poli presenterà un’interrogazione al Ministero dei trasporti e al Tesoro sul record pedaggi nel Nordest: «Chiederò al Governo di rivedere i rincari dei pedaggi autostradali che sono particolarmente pesanti per il Nord Est e rappresentano, dunque, una vera stangata per la nostra economia» afferma De Poli.

«Le autostrade venete hanno subito rincari record – fa notare l’esponente Udc -. Chiedo di sapere innanzitutto quali siano i criteri adottati per stabilire gli aumenti visto che alcune aree del Paese sono state ‘graziate’ e soprattutto di valutare una revisione delle tariffe che, così come sono stati determinati, rischiano di provocare un effetto negativo nel campo dei trasporti e del turismo, oltre che causare un prevedibile aumento dei prezzi al consumo”, continua De Poli secondo cui “questi rincari costituiscono un duro colpo alla competitività del sistema economico del Nord Est e potrebbero avere effetti pesanti nell’economia dell’intero Paese».

Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi chiede invece al governatore Luca Zaia di «avviare un’ispezione sulla gestione del sistema autostradale veneto per accertare eventuali responsabilità degli amministratori padani».

In particolare, Valdegamberi punta l’indice su 268 milioni che, in cinque anni, la società A4 Holding, che controlla lae Brescia-Verona-Vicenza-Padova e la A31 Valdastico, avrebbe bruciato. Insomma, è guerra totale contro i nuovi pedaggi.

 

  1. 2 Comments

    • giovanna says:

      ladri ladri ladri

    • mario says:

      TUTTI i sindaci della zona si sono dimostrati del tutto inadeguati
      a gestire i problemi delle comunitò che rappresentano a
      prescindere dal loro colore politico: ora si mettano una mano
      sulla coscienza (se ne hanno una) e si facciano attivi e forti
      promotori di iniziative che siano efficaci per la risoluzione definitiva dei problemi oppure se ne tornino a lavorare (se ne sono capaci).
      :)

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