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Nuova Venezia – Anche Cortina boccia il Piano casa.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

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gen

2014

Dopo Asiago, un’altra delibera per dichiarare guerra alla Regione.

L’assessore Verocai: «Ampliamenti solo per i residenti»

CORTINA – Dopo Asiago, anche Cortina dichiara guerra al nuovo Piano casa della Regione. Il primo match l’ha vinto la regina delle Dolomiti che ha bloccato la possibilità di ampliare le case ai non residenti. Le cifre dicono tutto: 6 mila residenti che diventano 50 mila turisti nell’alta stagione, il 65% di splendide seconde case, 50 alberghi che possono essere riconvertiti in altre destinazioni. Messa in archivio la vittoria un paio d’anni fa, ora si riapre il braccio di ferro con Venezia e Cortina si mette alla testa dei « sindaci-disobbedienti». In che maniera? Con una delibera che approderà in consiglio comunale, per impugnare la legge-Zorzato che consente la demolizione dei vecchi edifici e la loro ricostruzione con volumi aumentati. I legali dell’amministrazione comunale sono all’opera da settimane per redigere un documento che sia il più inattaccabile possibile e che tuteli Comune e veri residenti.

«È inaudita la proposta di Piano casa presentata dalla Regione», spiega l’assessore all’Urbanistica Stefano Verocai, «di fatto esautora i Comuni di ogni controllo del loro territorio. Il Piano casa costringe gli amministratori comunali a fare da passacarte, senza potere di veto sulle proposte edilizie: ciò spalanca le porte alle speculazioni».

«C’è già la delibera votata dal Comune di Asiago che disattende la legge regionale perché non è stata prevista la Vas, ossia la Valutazione ambientale strategica, obbligatoria per gli aumenti di volume», prosegue Verocai.

«Noi stiamo lavorando con l’obbiettivo di creare una cordata di Comuni che approvi nei rispettivi consigli un’unica delibera che si oppone al Piano casa del Veneto. Continueremo la nostra battaglia contro le seconde case che ci ha portato più volte davanti al Tar e ci ha visti spesso vincitori. Una battaglia che vuole tutelare il territorio e i veri residenti. Abbiamo approvato il Piano di assetto del territorio, il Pat, che sostituisce il Piano regolatore, ma con il nuovo strumento urbanistico il nostro documento perde di senso. Ci siamo opposti anche al vecchio Piano casa, ottenendo le agevolazioni per ampliamenti solo ai residenti.

«Un amministratore deve pensare al futuro del paese e noi lo abbiamo fatto», aggiunge Verocai, «anche tenendo in estrema considerazione le realtà produttive. La filosofia di fondo, parte dalla contrarietà alle speculazioni edilizie, si basa sulla salvaguardia sull’indipendenza nella gestione del territorio. Il Piano casa apre invece le porte ai falsi residenti».

E Cortina vuole stoppare le speculazioni, dando invece nuove possibilità solo agli ampezzani: «Abbiamo sempre dato una mano ai veri residenti. Possono fare richiesta di ampliamento coloro che vivono a Cortina dalla data di efficacia del Piano casa. Abbiamo aiutato chi necessitava di piccoli ampliamenti e chi ha case grandi e vuole ricavare appartamenti per i figli, garantendo la possibilità di farlo fino al quarto grado di parentela».

Alessandra Segafreddo

 

il convegno

Tutti gli esperti mercoledì ad Asolo

Il piano casa e la tutela del territorio è il tema del convegno promosso da Confartigianato di Vicenza e di Treviso in collaborazione con il Consiglio regionale del Veneto e la Fondazione la Fornace dell’Innovazione mercoledì 8 gennaio a Casella d’Asolo (ore 18). Parteciperanno Clodovaldo Ruffato, Mario Pozza e Agostino Bonomo, Francesco Giacomin, Marino Zorzato, Franco Conte, Bruno Barel, docente dell’università di Padova, Gian Antonio Stella, Andrea Gios e Paolo Bassani. Modera il giornalista Daniele Ferrazza.

 

L’Anci Veneto: «Ma la legge va applicata»

Dal Negro: autorizzazioni edilizie automatiche, chi le blocca rischia la denuncia per abuso di potere

Il sindaco di Asiago Non sono un grillino in cerca di pubblicità e non convocherò mai un vertice, ma tanti comuni sono al mio fianco

PADOVA – Asiago e Cortina, due città simbolo del turismo, sono pronte a dichiarare guerra al Piano casa 3 della Regione, ma la loro battaglia non trova il consenso dell’Anci veneta guidata da Giorgio Dal Negro, sindaco di Negrar, che con grande realismo ammette:

«Condivido molto poco di quella legge, ma i sindaci hanno l’obbligo di applicarla. Se un cittadino si presenta al settore edilizia con un progetto di ampliamento in mano, il dirigente è costretto a rilasciargli l’autorizzazione. E il Comune non incasserà nemmeno gli oneri di urbanizzazione. I sindaci che si rifiutano rischiano di essere denunciati per abuso d’ufficio. La disobbedienza civile serve a sollevare dibattiti sui giornali, ma le battaglie si vincono nelle aule di giustizia e stiamo valutando le strade per un ricorso alla Corte costituzionale».

Una doccia fredda, che non frena però l’entusiasmo di Andrea Gios, il sindaco di Asiago che ha fatto approvare, pochi giorni prima di Natale, una delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale che boccia il Piano casa del Veneto perché in contrasto con le direttive Ue sulla valutazione d’impatto ambientale.

I sindaci a fianco di Gios. «Non cerco pubblicità e non convocherò nessun vertice dei sindaci. Chi pensa che io voglia guidare un nuovo movimento si sbaglia di grosso. Non sono un grillino in cerca di protagonismo. Ma ieri molti colleghi mi hanno chiamato. In primis il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni consultato sia come avvocato ed esperto della materia sia come rappresentante nazionale dell’Anci. E poi i colleghi di Cadoneghe e Falcade, una decina di sindaci vicentini mentre so che sia Padova che Treviso hanno espresso forti critiche fin dai tempi della discussione del Piano casa. Tutti sono preoccupati per la perdita di ogni potere di controllo in materia urbanistica e sono pronti a non applicare la legge regionale. Asiago ha già previsto fin dal 1998 la possibilità di ampliare le abitazioni fino ad un massimo di 320 mq ma con la legge voluta da Zorzato gli alberghi possono essere trasformati in miniappartamenti e i vecchi edifici industriali dismessi riconvertiti in centri commerciali. Sarà la fine dei nostri negozi storici a conduzione familiare», dice Gios.

La posizione dell’Anci veneta. La «trattativa» istituzionale fra Regione e Anci del Veneto è stata serrata, ma si è conclusa con la vittoria di Marino Zorzato su tutto il fronte. «Abbiamo ottenuto solo che il Piano casa 3 abbia una durata biennale, ma non c’è stato nulla da fare per gli oneri di urbanizzazione che sono stati aboliti. Dobbiamo dire di sì a costo zero, anche agli interventi di ampliamento nei centri storici. Se un cittadino vuole edificare un piano nuovo sopra il tetto di una casa in centro storico a Negrar gli debbo dire di sì. E se va in conflitto con un vicino non ci posso far nulla. C’è il rischio di una conflittualità estenuante e la legge approvata dal consiglio regionale è fatta male perché esautora i sindaci di ogni potere di controllo del territorio», dice Giorgio Dal Negro.

Le spalle al muro. Ma la proposta di Asiago, di non applicare la legge-Zorzato, è condivisa e può essere sostenuta dall’Anci? «Mi spiace deludervi, ma i sindaci sono con le spalle al muro. Noi abbiamo l’obbligo di applicare le leggi della regione e del governo, non è ammessa l’obiezione o la disobbedienza», spiega Dal Negro. Esiste una via d’uscita? «Le sette città capoluogo del Veneto hanno espresso la loro contrarietà al nuovo piano casa e credo che come Anci saremo chiamati a valutare quale tipo di ricorso presentare. Alla Corte costituzionale si può appellare solo la Regione e non i sindaci ma noi troveremo altre soluzioni. Intanto le concessioni edilizie vanno rilasciate».

Albino Salmaso

 

IL VICEGOVERNATORE DEL VENETO “PADRE” DELLA LEGGE CONTESTATA

«Cari sindaci, cancellate dai Prg le nuove lottizzazioni»

Marino Zorzato: capisco le preoccupazioni dei Comuni ma non sarà possibile costruire nelle zone agricole

PADOVA «Sa cosa le dico? Mi piacerebbe proprio che le gru e i cantieri edili spuntassero come funghi in Veneto. Sarebbe il segnale della ripresa, l’uscita dalla crisi».

Marino Zorzato, vicegovernatore e assessore all’Urbanistica rilancia la polemica con i sindaci: «Abbiano il coraggio di cancellare dai Prg le aree vincolate a lottizzazione e mai utilizzate su cui fanno pagare l’Imu carissima ai cittadini».

Ingegner Zorzato, il sindaco di Asiago Andrea Gios ha bocciato il suo Piano Casa 3: teme uno scontro frontale ? «No, affatto. Il sindaco di Asiago risponderà di fronte ai cittadini delle sue scelte: ha adottato una delibera che si configura come un atto di disobbedienza verso la Regione ma ha sbagliato interlocutore. La nostra legge mette tutti i cittadini del Veneto sullo stesso piano e prevede una sorta di bonus per abbattere le cubature esistenti e riedificare gli stessi volumi. Il governo da anni concede la detrazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni e chiunque la può utilizzare, a prescindere dal parere del sindaco. Ecco, il Piano Casa 3 del Veneto è in perfetta sintonia con tale principio e mi sembra assai bizzarra l’idea di chi vuole penalizzare i propri cittadini. Non lo può fare».

I sindaci ribattono che avete tolto loro ogni potere in materia urbanistica e spalancato le porte a colate di cemento nei centri storici e nelle campagne: è vero? «Capisco le loro preoccupazioni in materia di governo dell’urbanistica, ma temo che non abbiano letto bene la legge che non consente nessun aumento delle cubature in zona agricola. Si può intervenire solo con la demolizione dei fabbricati in zona a rischio idrogeologico, ma è una garanzia per tutti. Se dovessero emergere casi clamorosi di speculazione edilizia bloccheremo i cantieri. Nelle campagne la ristrutturazione può essere effettuata solo dal conduttore del fondo agricolo a titolo principale».

I sindaci dicono che si possono riconvertire le baite di montagna in miniappartamenti: è davvero così? «No. Si tratta di una clamorosa bufala, i vincoli sono coercitivi e la legge va letta e applicata in tutti i suoi dettagli. Capisco le preoccupazione di Asiago e Cortina ma i sindaci hanno tutti gli strumenti per controllare le richieste di ampliamento, nessuno potrà devastare i centri storici. Le 62 mila pratiche di ampliamento presentate in questi anni hanno consentito di non essere travolti dalla crisi e tra qualche giorno andrà in discussione in consiglio regionale la legge sul consumo zero del territorio».

Ma allora perché i sindaci annunciano ricorso alla Corte Costituzionale? «Non so se potranno mai presentare ricorso alla Consulta, le leggi della Regione vanno applicate. Formulo una proposta concreta: chi vuole evitare nuove colate di cemento deve cancellare dai Prg le aree vincolate a destinazione residenziale e mai utilizzate. Poi ci sono anche i terreni bloccati da 10 anni per gli ampliamenti delle zone industriali rimasti sulla carta. Peccato che i Comuni facciano pagare l’Imu ai proprietari dei terreni con le aliquote massime, una vera stangata. Se i sindaci vogliono recuperare aree agricole ora sanno fare: rivedere i vecchi Prg».

Albino Salmaso

 

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