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LUCIO LEONARDELLI (EX AUTOVIE) SULL’A4

«S. Stino e Bibione senza caselli»

PORTOGRUARO – L’incertezza sulla realizzazione del secondo lotto della terza corsia pone seri dubbi sulla realizzazione del nuovo casello di San Stino e sulla costruzione, ex novo, del casello di Bibione, in località Cedole di San Michele e inizialmente programmato ad Alvisopoli di Fossalta. Lo sostiene l’ex vicepresidente di Autovie Venete Lucio Leonardelli, che attualmente ricopre l’incarico di membro del consiglio d’amministrazione di Veneto Strade.

«Autovie, contrariamente al commissario della terza corsia Debora Serracchiani secondo cui l’opera non è compromessa, sostiene che bisognerà ovviamente pensare a soluzioni diverse per poter far fronte ai costi necessari ed è, a mio avviso, una dichiarazione questa oggettivamente condivisibile. Occorre valutare», sostiene Leonardelli, «ogni singola situazione con le dovute cautele. Ad esempio il secondo lotto della terza corsia. Si tratta di un lotto di circa 33 km che non è ancora andato in gara e per il quale sembra si stia studiando da parte della struttura commissariale la possibilità di spacchettarlo in due o tre mini lotti, sia per renderlo più appetibile anche alle piccole e medie imprese e sia, probabilmente, per ricercare forme di finanziamento più differenziate. Non c’è dubbio che saranno inevitabili tagli e limature rispetto a quanto già ipotizzato, per cui sicuramente a farne le spese saranno le opere accessorie previste per il secondo lotto, a partire dal nuovo casello di San Stino che non credo, a questo punto, che si farà». Tra le opere accessorie, come le definisce Leonardelli c’è anche il casello di Bibione. Anche questa struttura rischia di non essere mai realizzata. «Penso sia ormai da ritenere che nemmeno il casello di Bibione potrà vedere la luce, opera per la quale si ipoyizza un costo di almeno 60 milioni di euro, dato che il relativo progetto è ancora fermo alla fase preliminare e, pur sperando di sbagliare, a fronte della necessità di ritoccare all’ingiù gli interventi, è facile che tale infrastruttura possa essere la prima a venire tagliata, o diluita ulteriormente nel tempo».

Rosario Padovano

 

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