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MOBILITA’ – Il presidente Capuis: «Sconcertati dai disservizi sorti con il nuovo orario cadenzato»

Il trasporto pubblico provinciale veneziano è al primo posto in Italia ma l’orario cadenzato dei treni è un servizio inadeguato. L’aumento del pedaggio autostradale, inoltre, è inaccettabile perché finisce con il pesare sempre sulle tasche degli automobilisti già tartassati.

Giorgio Capuis, presidente dell’Aci Venezia, si schiera al fianco dei pendolari che protestano per il fallimentare avvio dell’orario cadenzato dei treni voluto dalla Regione.

«Se questa innovazione – osserva Capuis – doveva servire a sperimentare forme di mobilità integrata in vista del completamento dell’Sfmr, non possiamo che rimanere sconcertati di fronte ai troppi disservizi causati all’utenza. Credo che ai cittadini non interessi tanto sapere di chi sono le responsabilità ma pretendano di avere un servizio ferroviario adeguato ai tempi visto anche i costi sostenuti dalla collettività per finanziarlo. L’integrazione del trasporto pubblico gomma-ferro è priorità assoluta, ma è necessario che i sistemi funzionino entrambi, altrimenti la gente continuerà a preferire l’uso dell’auto privata».

Da una recente indagine il trasporto pubblico veneziano risulta essere un’eccellenza italiana. «Secondo la ricerca commissionata da Aci alla Fondazione Caracciolo, il trasporto pubblico veneziano risulta essere il più veloce d’Italia. Un primato (22,1 chilometri all’ora) condiviso con Perugia e Trento. Chiediamo a chi ne ha le competenze di far funzionare anche quello ferroviario».

Pendolari e aumenti: dal 1 gennaio crescita esponenziale per i pedaggi autostradali. Un balzello che pesa. «L’aumento del pedaggio è inaccettabile perché finisce con il pesare sempre sulle tasche degli automobilisti già tartassati – prosegue Capuis – È ora di finirla di spremere questo settore ogni qualvolta si rende necessario far quadrare i conti pubblici. Lo scorso anno le famiglie veneziane, pur provando a risparmiare riducendo l’uso dell’auto hanno speso quasi 3.500 euro del bilancio familiare. La spesa per l’auto è una tassa a cui tutti sono chiamati: non solo per i 204 euro di costo medio del bollo, ma per gli oltre 1.637 euro di benzina, 738 euro di assicurazione, 280 euro di manutenzione, 224 euro di garage e parcheggio, 176 di pedaggi autostradali, 110 di multe. In questo modo si sta mettendo a rischio anche la sopravvivenza di un comparto, quello dell’automobile, fondamentale per la nostra economia. E il crollo dell’immatricolazioni di nuove auto lo sta a dimostrare».

 

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