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Venezia: il gruppo Intervento giuridico dopo la battaglia contro le grandi navi avvia ricorso contro la Regione

VENEZIA «Altro che Piano casa. Questo è un provvedimento per favorire la più becera speculazione edilizia. Le aree pregiate del nostro territorio saranno stravolte e trasformate in un grande capannonificio. Per questo abbiamo chiesto al governo di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la delibera approvata dalla Regione Veneto».

Il gruppo di Intervento giuridico, associazione ecologista con sede a Cagliari che raccoglie le proteste dei cittadini contro la manomissione del territorio, torna all’attacco. Il suo presidente Stefano Deliperi – lo stesso che ha presentato nel settembre scorso ricorso all’Unione europea contro l’inquinamento prodotto dalle grandi navi in laguna – ha presentato una istanza al governo Letta contro il Piano della Regione.

Secondo i ricorrenti la terza edizione del «cosiddetto Piano casa», convertita in legge dal Consiglio regionale il 29 novembre 2013 (legge 32) «produce una lesione delle competenze statali in materia di ambiente e urbanistica, come previsto dagli articoli 117 e 118 della Costituzione».

«Vogliamo con questo sostenere anche le istanze dei comuni veneti che sono stati tra i primi a battersi contro il provvedimento regionale», scrive il presidente, come Asiago e Cortina, che hanno approvato una delibera il 23 dicembre per disapplicare il Piano».

Perché il comitato, raccogliendo anche le numerose istanze di associazioni e gruppi ecologisti del Veneto ha deciso di schierarsi contro la delibera regionale?

«Perché questo non è un Piano per realizzare edilizia residenziale pubblica», spiega Deliperi, «ma un Piano che autorizza gli scempi, applicabile fino al marzo del 2017 e utilizzabile per gli edifici realizzati fino al 31 ottobre del 2013».

Un esempio? La superficie esistente è aumentabile del 20 per cento, anche su corpi separati. Nel caso di demolizioni e ricostruzioni con miglioramenti energetici si passa ad aumenti di volume del 70 e 80 per cento, un altro 10 è per la riduzione dell’amianto, ancora un 40 per l’abolizione delle barriere architettoniche. Sono inoltre consentiti nuovi centri commerciali anche nei centri storici, non esistono più limiti all’altezza degli edifici, non vi è traccia di vincoli paesaggistici e idrogeologici, di tutela dei siti di importanza comunitaria. E infine, conclude l’esposto, «vengono disapplicati gli strumenti urbanistici comunali ed esautorati i 581 comuni veneti, alla faccia del federalismo sbandierato dalla Lega».

Un gruppo che fa sul serio. Sul suo ultimo esposto, per i fumi delle grandi navi, l’Unione europea ha ora aperto un’istruttoria per raccogliere informazioni e aprire una procedura di Infrazione.

Alberto Vitucci

 

“Consumo zero” del territorio Pd contro Zorzato

Azzalin e Pigozzo: legge inconciliabile con il Piano casa

Giovedì vertice dei sindaci per impugnare il provvedimento

VENEZIA – Piano casa, indietro tutta. I sindaci delle città venete si sono dati appuntamento giovedì mattina a Venezia per avviare l’azione legale con cui impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge 32 approvata a fine novembre 2013 che spalanca le porte alle ristrutturazioni edilizie.

Orsoni, Rossi, Manildo, Variati e Massaro rispettivamente sindaci di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza e Belluno hanno concordato un vertice per discutere non solo del Piano casa ma pure del caos dei treni dopo l’introduzione dell’orario cadenzato: in Veneto le corse sono passate da 650 ad 800 al giorno con un sensibile peggioramento della qualità del servizio.

La questione più calda riguarda l’urbanistica. Domani, mentre l’assessore regionale e vicegovernatore Marino Zorzato spiegherà nel corso di un convegno ad Asolo la ratio del Piano Casa III, la commissione urbanistica del consiglio regionale avvierà l’esame della legge sul consumo zero del territorio.

Due le proposte: quella depositata dal Pd a firma Pigozzo e Azzalin e quella della giunta regionale, presentata al presidente Clodovaldo Ruffato il 4 novembre scorso. Il provvedimento più restrittivo arriva dalla maggioranza Lega-NcPdl-FI che all’articolo 2 prevede che «fino all’emanazione del provvedimento della Giunta regionale, non sia consentita l’introduzione di aree di nuova urbanizzazione nei Prg in misura superiore al 50% delle superfici corrispondenti al carico insediativo aggiuntivo previsto dal Pat». Ma soprattutto, «prevede che le aree di nuova urbanizzazione dei Prg non ancora attuate, perdano efficacia qualora non siano stati approvati e convenzionati i relativi piani urbanistici attuativi entro tre anni dall’entrata in vigore della legge». Insomma, per dirla con le parole del vicegovernatore Zorzato, si tratta di fare tabula rasa dei vecchi Prg e di svincolare le urbanizzazioni mai realizzate proprio per scongiurare nuove colate di cemento nelle campagne. La legge sul consumo-zero del territorio nasce dal modello svizzero tanto caro al governatore Luca Zaia e registra la convergenza tra Pd e Lega. Ma i consiglieri Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin si divertono a sottolineare la palese contraddizione di questa legge con «il Piano casa ter, un provvedimento centralista che favorisce l’anarchia urbanistica a scempio del martoriato territorio e delle amministrazioni comunali, scippate di ogni potere pianificatorio. In tal modo si vaificano tutti gli strumenti di difesa contro possibili operazioni speculative, a danno del patrimonio paesaggistico e dei centri storici. Una ferita grave che, probabilmente, sarà tamponata dall’impugnazione della legge, visti i profili di illegittimità. Siamo curiosi di capire come farà Zorzato a conciliare queste contraddizioni», dicono Pigozzo e Azzalin. «Come Pd abbiamo presentato la nostra proposta di legge che si propone non solo di fermare, ma di invertire la tendenza. I presidenti veneti di Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confindustria e Confcooperative hanno stilato un documento con sei linee di sviluppo per un confronto teso a sostenere il riposizionamento economico del territorio regionale su linee di crescita e di coesione sociale caratterizzate da valori e da visioni diverse dal passato».

(al.sal.)

 

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