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Il regionale per Treviso resta bloccato sul binario alle 13.46 e poi di nuovo alle 16.46. E sul web esplode la protesta

Non c’è pace per i pendolari dei treni. Ieri nuovo giorno di passione con la doppia rottura di un treno e la conseguente soppressione di due corse, da Padova per Treviso. Prima è stato cancellato il treno regionale numero 5810, che sarebbe dovuto partire alle 13.46, soppresso per «un guasto al materiale rotabile» dopo 30 minuti di attesa e – sostengono i viaggiatori – senza una spiegazione. Il treno, hanno spiegato le Ferrovie, è stato portato in officina a riparare e rimesso sul binario. Poi però è successo di nuovo. Lo stesso treno stavolta con numero 5816, stessa tratta e diverso orario (16.46), è rimasto al binario, anche in questo caso per guasto tecnico. Sul convoglio anche un ragazzo disabile in carrozzina che, secondo alcuni viaggiatori, era stato lasciato a lungo tra il finestrino e il corridoio, prima di essere riaccompagnato giù dal treno. Ferrovie ha però seccamente smentito tale ricostruzione assicurando che il giovane ha ricevuto tutta la necessaria assistenza e non è mai stato lasciato solo.

I viaggiatori di entrambe le corse hanno fatto esplodere la protesta sul web. E, accanto ai guasti, sono stati registrati ieri i «soliti» ritardi: il Venezia-Trieste delle 8.04 ha accumulato 31 minuti prima di fischiettare sul binario; idem il Venezia-Udine delle 6.53 e 25 minuti di attesa per il Trieste-Venezia delle 11.20; mentre “solo” 9 minuti per il Belluno-Padova delle 15.48 e 12 minuti per il Padova-Bologna delle 15.10. Insomma l’ennesima giornata di caos, confusione e tanta indignazione.

«La verità è che serve un centinaio di treni nuovi», afferma il segretario regionale trasporti della Cgil Ilario Simoniaggio, «Se non si pensa a un piano straordinario per aggiornare la flotta, faremo i conti con l’80% dei treni vecchi e malmessi».

Per l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, il ko di ieri è stata la conferma di una scelta fatta: «Abbiamo disdetto il contratto con Trenitalia e le cose non vanno bene e questa è un’ulteriore dimostrazione»

L’ira dei pendolari si è scatenata sul sito Trenitardo, la banca del tempo perduto, inventato da alcuni studenti padovani e ormai punto di riferimento che travalica la regione. Asu, Il Sindacato degli Studenti, Zoe Lab, Neo Ateneo, Link e Rete della Conoscenza, sono le associazioni che hanno dato vita al progetto e da 51 giorni (conteggiando anche ore e minuti di ritardo) monitorano le condizioni dei treni veneti. Hanno cominciato con alcune città universitarie (Padova, Venezia, Udine e Treviso) e da ieri hanno aperto anche al Friuli: non più solo studenti ma tutti i pendolari, dai lavoratori ai semplici viaggiatori occasionali, potranno inviare le proprie segnalazioni, attraverso il sito o l’applicazione, contribuendo a quantificare il disagio sociale provocato dal disservizio ferroviario.

«È passato quasi un mese dall’introduzione del nuovo orario cadenzato», ricordano i ragazzi, «ma i disagi non si sono esauriti. Le vane promesse continuano a lasciare a piedi moltissime persone per il mancato rispetto delle coincidenze. Le tanto proclamate “200 corse in più” della Regione Veneto hanno semplicemente diviso tratte prima racchiuse in un unico percorso, ma non hanno aumentato i treni disponibili nell’arco della giornata. Senza contare il drastico taglio nei prefestivi e festivi, dove si passa rispettivamente a 600 e 400 convogli dagli 800 “a regime”». Ciliegina sulla torta «più di un treno su 4», rilevano gli studenti, «presenta un ritardo maggiore di 5 minuti». I dati vengono ricavati direttamente dal portale viaggiatreno.it che fa capo a Trenitalia. La quale, nel frattempo, ha diffidato i ragazzi dall’utilizzo del logo ufficiale, così gli studenti lo ripropongono “riveduto e corretto” con la scritta “censurato” (censured) in rosso.

Elvira Scigliano

 

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