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CONVEGNO AD ASOLO

TREVISO – Il Veneto volta pagina e comincia da un piano casa che tutela il territorio imponendo uno stop alla cementificazione. La legge regionale 32, approvata il 29 novembre, mette rigidi paletti alla trasformazione urbana delle città prevedendo aumenti di cubature e “recuperi” di edifici esistenti risparmiando però il suolo da nuove edificazione. Tutto oro quel che luccica? Il convegno nella Fondazione “La fornace dell’innovazione” a Casella d’Asolo voluto da Confartigianato ha messo a fuoco molti problemi. Secondo Clodovaldo Ruffato, presidente del consiglio regionale del Veneto, il nuovo piano è un grande risultato: «Il precedente ha movimentato tre miliardi di euro con sessantamila interventi. Anche stavolta daremo ossigeno alle nostre imprese senza rovinare il territorio». Marino Zorzato, vice presidente della Regione lo incalza: «Stiamo costruendo un Veneto migliore che protegge se stesso. A questa legge ne seguirà un’altra per il contenimento dell’uso del suolo. Mettiamo al bando la speculazione edilizia per convertire la cubatura esistente di strutture in disuso e abbandonate».

Non sono però mancate le scintille. A cominciare da Andrea Gios, sindaco di Asiago, (lista civica) che con la sua giunta ha approvato una delibera per bloccare il piano casa regionale definito “di un generalismo pericoloso”.

«Alcune norme aggrediscono le aree verdi dando spazio a pericolosi interventi speculativi. Un esempio? Al posto di una villetta di 320 metri quadrati se ne può costruire una di 704 metri quadrati priva di vincoli che può essere frazionata in 12 unità immobiliari».

E poi Tiziano Tempesta, docente a Padova, ha allarmato la platea sostenendo che il consumo del suolo veneto è il più alto d’Europa e che il Veneto – tra le regioni – ha il maggior numero di metri cubi costruito per chilometro quadrato.

L’avvocato Bruno Barel, docente a Padova, invece ha messo in luce i pregi della legge da lui definita “modificabile”. «Con questo piano – la sua tesi – si vuol migliorare l’architettura e la qualità dei nostri centri urbani. Dopo tanto brutture perché non investire per il bello?».

Mario Pozza, presidente della Confartigianato Marca Trevigiana ha definito il nuovo piano casa «una salvezza per 7.700 imprese e 11 mila lavoratori. Se riparte l’edilizia riparte l’economia».

In chiusura il pessimismo del giornalista Gian Antonio Stella che ha bollato il piano come una “vecchia ricetta”.

«Capisco il problema di imprese e lavoratori e anche il momento difficile – ha puntualizzato -. Ma il Veneto deve guardare alla sua vera ricchezza che è il turismo, non certo e non più al mattone e al cemento».

Valeria Lipparini

 

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