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GRANDI NAVI – Una petizione a Bruxelles affinché il governo italiano rispetti le procedure

Nel mirino l’inserimento del Contorta in Legge obiettivo. Testa: «Prima comparare le possibili alternative»

IL CONVEGNO – Lunedì prossimo dibattito con sindaco, Casson e il prof. D’Alpaos

Il Comitato No grandi navi, assieme al Gruppo di intervento giuridico, con cui ha sostenuto in precedenza altre battaglie, alza il tiro e porta a Bruxelles la questione del canale Sant’Angelo Contorta. Il progetto con cui l’Autorità portuale vorrebbe dirottare il traffico delle navi con stazza lorda superiore alle 40mila tonnellate è quello godrebbe delle maggiori chances al Ministero delle Infrastrutture. Con la richiesta di inserire il progetto nella legge obiettivo, richiesta avallata anche dal presidente della Regione Luca Zaia contro la volontà dell’amministrazione comunale, la procedura potrebbe essere semplificata di molto, e i “no navi” temono che sia un espediente per non considerare le alternative, che pure sono state presentate.

Richiamando fatti e atti a partire dal decreto Clini-Passera, i comitati ricordano alla Commissione europea che le navi attraversano quattro zone di interesse europeo, tra cui tre Sic (siti naturalistici di interesse comunitario) e che comunque esistono altri progetti degni di essere analizzati.

«Chiediamo – dice Silvio Testa (No grandi navi), primo firmatario della richiesta alla Commissione – che l’Europa costringa il Governo italiano a seguire la procedura corretta. Prima di tutto, occorre fare come richiede la legge, la Valutazione ambientale strategica (Vas), la quale comporta una comparazione tra tutti gli scenari possibili».

Proprio questo sarà il tema dell’incontro di lunedì 20 in sala San Leonardo, organizzato dalla Municipalità e Ambiente Venezia cui prenderanno parte il senatore Felice Casson, il sindaco Giorgio Orsoni e il professor Luigi D’Alpaos, esperto di idrodinamica e morfodinamica della laguna. In più occasioni quest’ultimo si era espresso contro lo scavo di un nuovo canale di grande navigazione in una laguna già “ferita” dal canale dei Petroli.

Michele Fullin

 

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